Creato da marea14 il 13/02/2007

Pensieri in libertà

politica e società

 

 

Post N° 98

Post n°98 pubblicato il 10 Dicembre 2008 da marea14
 

Libertà, dignità, giustizia e diritti per tutti

Il 10 dicembre ricorre il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948.

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti si legge all’articolo 1 della Dichiarazione.
Una carta importantissima perchè sancisce il  diritto alla vita, all’uguaglianza, alla libertà (di pensiero, di opinione, di espressione, di associazione, di movimento), al lavoro, alla dignità (mettendo al bando la schiavitù e la tortura), all’istruzione.
Eppure da una recente indagine è emerso che soltanto il 9% dei ragazzi e delle ragazze tra i 18 e i 34 anni l'ha letta integralmente e che ben il 50% dei giovani non ne ha mai sentito parlare

Diritti sanciti … ma, nonostante siano trascorsi 60 anni, in moltissime situazioni sono ancora diritti negati.
Nel “Rapporto Annuale 2008” Amnesty International ha evidenziato che nel 2007:
in 24 paesi sono state eseguite almeno 1.252 condanne a morte
in almeno 81 paesi ci sono stati casi di tortura o altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti
sono state riscontrate legislazioni discriminatorie contro le donne (in almeno 23 paesi), contro i migranti (in almeno 15 paesi) e contro le minoranze (in almeno 14 paesi)
alla fine dell'anno erano in carcere senza accusa, processo o revisione giudiziaria, almeno 600 persone nella base aerea statunitense di Bagram (in Afghanistan), e 25.000 in Iraq. Inoltre circa 270 delle 800 persone trasferite a Guantánamo Bay dal 2002 erano ancora detenute senza accusa né procedimento legale corretto.
in 54 paesi ci sono stati procedimenti giudiziari iniqui
oltre 550 postazioni militari e altri blocchi imposti da Israele hanno limitato o impedito il movimento dei palestinesi all'interno della Cisgiordania
in 45 paesi ci sono stati prigionieri di coscienza; alla fine dell'anno nel Myanmar erano in carcere circa 700 prigionieri di coscienza
in 77 paesi sono state riscontrate leggi limitative della libertà d'espressione e di stampa
almeno 39 sindacalisti sono stati assassinati in Colombia (nei primi quattro mesi del 2008 i morti sono stati già 22)
il 14 per cento della popolazione del Malawi era affetta dall’Aids e soltanto il 3 per cento aveva accesso a farmaci anti-retrovirali gratuiti. Un milione di bambini sono rimasti orfani per la morte per Aids dei propri genitori.

Negato anche il diritto all’infanzia.
Secondo Save The Children almeno 250.000 minori sono sfruttati come soldati in almeno 24 nazioni e territori. Negli ultimi anni almeno 2 milioni di bambini sono stati uccisi in guerra, mentre ogni anno tra gli 8.000 ed i 10.000 bambini muoiono o restano mutilati in seguito all’esplosione delle cluster bomb.

Diritto all’alimentazione, recita l’articolo 25 della Dichiarazione … ma proprio nel suo 60° anniversario, la FAO ha annunciato che ben 963 milioni di persone oggi soffrono la fame: oltre 40 milioni in più rispetto allo scorso anno …

Per quanto riguarda l’Italia Amnesty International ha denunciato la mancanza del reato di tortura nel codice penale, i fatti del G8 di Genova, le repressioni in Val di Susa, la morte di Federico Aldovrandi, il coinvolgimento nei fatti di rendition, il clima di razzismo e le leggi o le proposte di legge contrarie agli standard internazionali sui diritti umani, l’esportazione delle armi leggere, etc.

Sono trascorsi 60 anni ma in tutto il mondo c’è ancora molto, anzi moltissimo, da fare.
Per un piccolo gesto in difesa del rispetto dei diritti umani invito a sottoscrivere i seguenti appelli di Amnesty International:

Appello per i bambini palestinesi che hanno urgente bisogno di cure mediche

Appello per le attiviste della Campagna per l'uguaglianza arrestate in Iran

Appello per Bárbara Italia Méndez, picchiata, minacciata e stuprata in carcere

Appello per Aster Fissehatsion (e per altri 14 dissidenti) detenuta da 7 anni in un luogo sconosciuto in Eritrea, in totale isolamento senza accusa né processo

Appello per le Madri di Tiananmen

Appello per María Luisa García Andrade e Marisela Ortíz Rivera attiviste dei diritti delle donne e dei diritti umani nell'associazione Nuestras Hijas de Regreso a Casa, che combatte il femminicidio di Ciudad Juárez (Messico)

Appello per la battaglia delle
donne in Messico

Appello per porre fine ai sequestri ed agli stupri di ragazze tra 13 e 22 anni nelle città di Ciudad Juárez e Chihuahua, (Messico)

Appello per Justine Masika Bihamba coordinatrice di SFVS (Synergie des femmes contre les violences sexuelles), un'organizzazione non governativa congolese che difende i diritti umani delle donne

Appello per le donne sudafricane che subiscono violazioni dei diritti umani

 
 
 

Post N° 97

Post n°97 pubblicato il 02 Dicembre 2008 da marea14
 

Il “caso De Magistris” non è ancora chiuso

 Secondo la Procura di Salerno, le inchieste “Why not?”' e “Poseidone”  sarebbero state avocate a Luigi De Magistris per “'fermare il predetto magistrato e ostacolare le inchieste, smembrarle, disintegrarle e favorire taluni indagati”. In particolare, l'archiviazione dell'ex ministro Clemente Mastella decisa nello scorso ottobre sarebbe stata “illegittima”.
Per questo motivo sono indagati il procuratore generale Enzo Iannelli, il procuratore aggiunto Salvatore Murone, il PM Salvatore Curcio, l'avvocato generale della corte di appello Dolcino Favi e i sostituti procuratori generali Alfredo Garbati e Domenico Di Lorenzo. Tra i reati contestati: abuso d’ufficio e falso ideologico.
Oggi sono stati perquisiti gli uffici della Procura Generale di Catanzaro.
Indagati anche alcuni imprenditori ed Antonio Saladino.

… ed io sogno che un giorno Luigi De Magistris possa ritornare a fare il PM in Calabria ..

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Aggiornamento

Ecco chi ha fermato le inchieste: leggi QUI

Testo del
decreto di perquisizione emesso dalla Procura di Salerno:

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 121314151617181920212223242526 - 27

 
 
 

Post N° 96

Post n°96 pubblicato il 24 Novembre 2008 da marea14
 

Diritti per tutte sempre e ovunque


 

 Diritti per tutte sempre e ovunque
è stato lo slogan che ha caratterizzato lo spezzone delle migranti all’interno della manifestazione contro la violenza sulle donne che sabato è sfilato per le strade di Roma in vista della giornata internazionale per la lotta alla violenza contro le donne che si celebrerà il 25 novembre.
E a gran voce tutte hanno denunciato i diritti delle donne calpestati da una società fatta a misura di uomo che non lascia spazio alle donne.
Primo tra tutti il diritto alla vita messo in pericolo dal
femminicidio. I numeri di questa tragedia sono drammatici … ogni tre giorni viene uccisa una donna nel silenzio più assoluto di tutta l’informazione e nell’assenza totale di una seria attività istituzionale volta a porre fine a questi assassinii (basti pensare che i fondi destinati ai centri antiviolenza e ai progetti a tutela delle donne che hanno subito violenza sono stati devoluti al finanziamento della detassazione degli straordinari). Una vera mattanza. Sono certa che se fosse successo il contrario … se, cioè, ogni tre giorni un uomo fosse stato ucciso da una donna, e per di più dalla propria moglie (o fidanzata o ex), sarebbe certamente accaduto il finimondo …

L’assassino non bussa: ha le chiavi di casa, si leggeva in diversi striscioni e cartelli. Una verità inconfutabile.
Unanime è stato il ripudio rispetto al fatto che il fenomeno della violenza di genere possa essere affrontato come questione di ordine pubblico. Chiaro e forte, infatti, è stato il NO alle logiche securitarie: sul corpo delle donne non devono essere attuati programmi razzisti. La vostra sicurezza è razzismo veniva continuamente evidenziato. Come lo scorso anno si è, di nuovo, ribadito che la violenza contro le donne è un crimine senza colore … e per tutte è solo dolore.

 La protesta non si è soffermata solo sui problemi della violenza fisica e psicologica, ma ha investito anche la violenza della precarietà, la riforma Gelmini, le misure sulla prostituzione avanzate dalla Carfagna, l’ingerenza della Chiesa, i tagli delle somme che erano destinate alla prevenzione ed al sostegno alle vittime della violenza sessuale.
Più volte è stata ricordata
Miriam Makeba, simbolo della libertà, che con la “Makeba Home for Girls” ha aiutato ragazze abbandonate e sole con storie di violenza alle spalle.

Letteralmente travolgente l’onda delle ragazze universitarie. Travolgente e coinvolgente. Le
donne in onda dell’Università “La Sapienza” hanno redatto un interessante documento sulla violenza contro le donne ed hanno partecipato in massa alla manifestazione insieme alle altre studentesse ribadendo, ancora una volta, la propria volontà di lottare. Sono state talmente combattive e travolgenti, da “rubare la scena”, insieme alle immigrate, agli altri spezzoni del corteo.

 C’è una cosa che mi ha colpito in modo particolare: pur essendoci diverse differenze tra i vari gruppi che hanno partecipato alla manifestazione, c’era molta unità nei contenuti espressi, come se i diversi percorsi fossero diventati, almeno in parte, patrimonio comune in un confronto che ha arricchito reciprocamente.

Oltre a “non sono una signora”,
ti lamenti, ma che ti lamenti, piglia lu bastuni e tira fori li denti ” (Malarazza) è stato il ritornello più cantato per sottolineare la necessità di ribellarsi e di lottare.
Spezzare le proprie catene, riprendersi la propria vita, ribellarsi, reagire unite perché la sorellanza toglie le basi alla violenza, costruire solidarietà perchè la lotta delle donne non ha frontiere: siamo tutte guerrigliere ...
Libere … libere di essere, libere di decidere, libere di scegliere, libere di lottare, libere di sognare …



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Diritti per tutte sempre ed ovunque … in Italia come nel resto del mondo.
Contro la violenza sulle donne invito a sottoscrivere i seguenti appelli di Amnesty International:

 Appello per María Luisa García Andrade e Marisela Ortíz Rivera attiviste dei diritti delle donne e dei diritti umani nell'associazione Nuestras Hijas de Regreso a Casa, che combatte il femminicidio di Ciudad Juárez (Messico).

Appello per la battaglia delle
donne in Messico

Appello per porre fine ai
sequestri ed agli stupri di ragazze tra 13 e 22 anni nelle città di Ciudad Juárez e Chihuahua, (Messico)

Appello per
Justine Masika Bihamba è coordinatrice di SFVS (Synergie des femmes contre les violences sexuelles), un'organizzazione non governativa congolese che difende i diritti umani delle donne

Appello per le donne sudafricane che subiscono violazioni dei diritti umani

 
 
 

Post N° 95

Post n°95 pubblicato il 17 Novembre 2008 da marea14
 

Amenità



... e i politici continuano a fare i comici ...

 
 
 

Post N° 94

La sfida di Amnesty International ad Obama 

 Moltissime, forse troppe, sono le speranze e le aspettative poste su Obama ed indubbiamente il suo compito sarà gravoso e molto difficile.
Della straordinarietà dell’evento epocale dell’elezione di Obama alla presidenza degli Stati Uniti, nonché dell’importanza del significato simbolico di tale elezione, sono stati già scritti fiumi di parole. Non mi soffermo, perciò, su tale aspetto.
Trovo, invece, molto stimolante la sfida lanciata da Amnesty International: agire concretamente sul tema dei diritti umani nei primi 100 giorni del suo mandato. Riporto, perciò, qui l’appello di Amnesty al nuovo Presidente eletto; appello che si basa su tre punti: 1) chiudere Guantánamo e porre fine alle detenzioni illegali, 2) sradicare la tortura e gli altri maltrattamenti, 3) porre fine all'impunità.

Chiudere Guantánamo e porre fine alle detenzioni illegali:
– confermare che gli Usa chiuderanno definitivamente la struttura di detenzione di Guantánamo e stabilire un termine relativamente breve per la chiusura;
– emanare un ordine esecutivo che ponga fine a qualsiasi utilizzo delle rendition, delle detenzioni segrete o delle detenzioni prolungate in incommunicado da parte o per conto delle autorità Usa in qualsiasi parte del mondo;
– revocare l'ordine esecutivo del 20 luglio 2007 che autorizzava la prosecuzione del programma di detenzione e gli interrogatori segreti da parte della Cia;
– revocare il "Military Order on the Detention, Treatment, and Trial of Certain Non-Citizens in the War Against Terrorism" del 13 novembre 2001;
– porre fine ai processi celebrati dalle Commissioni militari e al sistema dei Tribunali per la revisione dello status di combattente e dei Comitati per la revisione amministrativa incaricati di esaminare la situazione giudiziaria dei prigionieri;
– annunciare un piano volto a incriminare rapidamente i detenuti di Guantánamo e processarli di fronte alle corti federali ordinarie oppure a rilasciarli, garantendo piena protezione contro ulteriori violazioni dei diritti umani e assicurando che il piano sia adeguatamente finanziato;
– garantire ai detenuti di Guantánamo, che potrebbero rischiare gravi violazioni dei diritti umani qualora fossero trasferiti nei loro paesi di origine, l'opportunità di vivere negli Stati Uniti se lo desidereranno e collaborare con i governi per assicurare che ad altri detenuti venga offerta protezione;
– impegnare l'Amministrazione Usa a non privare arbitrariamente alcuna persona della propria libertà (anche negando o interferendo con il vigente sistema di revisione giudiziaria) e porre immediatamente fine all'opposizione da parte del governo Usa alle udienze di habeas corpus per i detenuti a Guantánamo o che si trovano in situazioni simili.

Sradicare la tortura e gli altri maltrattamenti:
  emanare un ordine esecutivo in base al quale gli Usa non faranno ricorso, in alcuna circostanza, a tortura o ad altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, così come definiti dal diritto internazionale;
– dichiarare che l'Amministrazione non utilizzerà in alcun processo le informazioni ottenute con il ricorso alla tortura o ad altri maltrattamenti, ad eccezione di quelli nei confronti di coloro che si ritiene siano implicati in violazioni dei diritti umani;
– impegnarsi a collaborare con il Congresso per rimuovere tutte le riserve e le interpretazioni restrittive, che riguardano la tortura e altri maltrattamenti, relative alla ratifica dei trattati sui diritti umani da parte degli Usa, tra cui il Patto internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione Onu contro la tortura;
– ordinare la declassificazione di tutti i pareri legali e degli altri documenti, concernenti l'autorizzazione o l'approvazione delle tecniche di interrogatorio e delle condizioni di detenzione, in cui sia affrontata la conformità di tali misure alla proibizione della tortura e di altri maltrattamenti sanciti dalle leggi nazionali e internazionali.

Porre fine all'impunità:
– garantire che siano avviate indagini penali sui programmi di rendition e detenzione segreta condotti da o per conto delle autorità Usa;
– rigettare l'impunità per crimini internazionali quali la tortura e gli altri maltrattamenti nei confronti dei detenuti e le sparizioni forzate;
– assicurare che venga istituita una commissione di inchiesta indipendente su ogni aspetto delle prassi di detenzione e interrogatorio utilizzate dagli Usa nella "guerra al terrore";
– rendere noti identità, nazionalità, attuale ubicazione, condizioni e circostanze della detenzione di tutti coloro che sono stati sottoposti a rendition o imprigionati nell'ambito del programma di detenzioni segrete;
– dichiarare che l'Amministrazione Usa agirà per assicurare che le vittime di violazione dei diritti umani, per le quali le autorità Usa possano essere riconosciute responsabili, avranno concreto accesso a risarcimento e riparazione.

Chi vuole sottoscrivere l’appello di Amnesty International può farlo QUI

Per quanto mi riguarda, io avrei chiesto anche:
– di impegnarsi per l’abolizione della pena di morte negli Stati Uniti
– il ritiro immediato delle truppe da Iraq
– e … soprattutto … il ritiro immediato delle truppe dall’Afghanistan

E gli avrei chiesto anche di avere quel coraggio che non ha avuto né l’Italia né la Francia; gli avrei chiesto, cioè, di dirci cosa è realmente accaduto nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno del 1980: i familiari delle 81 vittime dell’ITAVIA attendono ancora giustizia. Come attendono giustizia anche i familiari di Nicola Calipari. Una giustizia che noi dobbiamo pretendere.

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14 novembre: a Roma manifestazione nazionale degli studenti

 Contro i tagli alla scuola, all’università ed alla ricerca, una nuova mobilitazione, a Roma.
Si formeranno quattro cortei, alle ore 9.30, con i seguenti appuntamenti:
– scuole: Piazza della Repubblica
– universitari della “Sapienza”: Piazzale Aldo Moro
– universitari di “Roma Tre”: Piramide
– CGIL (e sembra anche UIL): Piazzale Bocca della Verità
I cortei, ai quali uniranno anche gli studenti provenienti da tutta Italia, si congiungeranno a Piazza Venezia e proseguiranno insieme per Piazza Navona.

Domani Roma sarà di nuovo invasa dai ragazzi: saranno il sole che riscalderà l’inverno arrivato improvvisamente da qualche giorno. Benvenuti! Siete la parte migliore di questa nostra Italia assopita.

Inoltre a Roma il
15 ed il 16 novembre si svolgerà l'Assemblea Generale di tutti gli Atenei, convocata da ''La Sapienza''

 
 
 

Post N° 93

Post n°93 pubblicato il 10 Novembre 2008 da marea14
 

Ciao Mama Africa


Rendo omaggio a Miriam Makeba, simbolo della lotta al razzismo ed alle discriminazioni … ed oggi anche simbolo della lotta contro le mafie.
Mama Africa è uscita di scena dopo aver cantato a Castel Volturno, in un concerto a sostegno di Roberto Saviano … a questa grande donna, simbolo della libertà, un lungo e caloroso applauso …


… e la lotta continua

 
 
 

Post N° 92

Libertà di pensiero, libertà di dissenso, libertà di sciopero

Berlusconi
: Polizia contro le occupazioni delle scuole e delle università (lo ha dichiarato ieri, 22ottobre, ma oggi ha smentito di averlo detto … chissà, forse domani smentirà di aver smentito)

Carlo Mosca (Prefetto di Roma): La nostra costituzione prevede che la libertà di riunione sia garantita, purché sia attuata pacificamente e senza armi. È una garanzia costituzionale approntata per tutti coloro che sono sul nostro territorio. Il diritto alla libertà di manifestazione di pensiero vale per tutti i cittadini, e ovviamente anche per gli studenti.

Luigi Frati (Rettore dell’Università La Sapienza di Roma): Vanno garantiti agli studenti il diritto di poter fare lezione e anche di manifestare il proprio dissenso e sta a chi governa garantirli.

Margherita Hack: L'ipotesi di far intervenire la polizia contro le proteste studentesche è una vergogna.

e in
Calabria si fa valere il reato di interruzione di pubblico servizio … gli studenti degli istituti superiori di Fagnano Castello, San Marco Argentano e Roggiano (tutte località in provincia di Cosenza), dopo che polizia e carabinieri hanno detto loro che lo sciopero si configurava come reato di interruzione di pubblico servizio perseguibile penalmente, hanno sospeso l’agitazione riservandosi di intraprendere altre forme di protesta.

Libertà di pensiero, libertà di dissenso, libertà di sciopero …
qualcuno ha dimenticato i principi fondamentali della nostra Costituzione … ed è stata dimenticata anche la “ratio” che ha ispirato la normativa relativa all’interruzione dei pubblici servizi …

Ai ragazzi che stanno lottando e agli insegnanti che stanno al loro fianco voglio dire semplicemente: continuate la vostra protesta … la libertà  di pensiero, la libertà di dissenso, la libertà di sciopero sono vostri diritti.

PS: petizioni, blog e forum della protesta contro la riforma Gelmini si trovano QUI


 
 
 

Post N° 91

16 ottobre ... per non dimenticare ...


16 ottobre:

anniversario della
deportazione degli ebrei del Ghetto di Roma. Alle 5,30 del mattino del 16 ottobre 1943, vennero catturati 1.022 ebrei e trasportati, in vagoni piombati, ad Auschwitz: solo 15 persone sono sopravvissute al campo di sterminio ma nessun bambino (erano oltre 200) si è salvato …






16 ottobre:

anniversario dell’
assassinio di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, da parte della ‘ndrangheta. Ucciso con cinque colpi di pistola a Locri il 16 ottobre 2005 mentre si recava a votare per le primarie dell’Unione.






16 ottobre:

giornata mondiale dell’alimentazione: sono 923 milioni le vittime della fame nel mondo … e 5 milioni sono i bambini che muoiono a causa della malnutrizione.

La fame nel mondo di oggi è un crimine contro l'umanità,
ogni bimbo deceduto per fame, un omicidio
.
(Jean Ziegler)




Razzismo, discriminazioni, mafie, sperequazione economica e sociale … sono questi i veri nemici da combattere. Sempre ed ovunque.

 
 
 

Post N° 90

Post n°90 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da marea14
 

C’è un solo modo

 Secondo un pentito di camorra, i casalesi hanno deciso di uccidere Roberto Saviano e la sua scorta entro dicembre, prima di Natale, perché il suo libro (Gomorra) ha destato troppo clamore.

"Non cambia niente” ha affermato Saviano “l'importante è tenere la testa sollevata … bisogna resistere, resistere, resistere".



Tra i vari commenti a questa agghiacciante notizia, ho scelto quello di Claudio Fava (giornalista siciliano minacciato di morte dalla mafia, figlio di Giuseppe Fava ucciso dai mafiosi) che condivido in toto:
"C'e' un solo modo per far sentire a Roberto Saviano la nostra amicizia e la nostra solidarietà: liberare questo Paese dalle mafie e dalle camorre. Ciascuno faccia la propria parte, sino in fondo. A cominciare dai giornalisti: scrivano chi organizza le serrate dei commercianti contro gli immigrati a Castelvolturno, raccontino le carriere di governo cresciute all'ombra dei casalesi, si occupino delle cento storie in cerca d'autore che aspettano d'essere raccontate tra la Sicilia e la Campania. Altrimenti, i gesti di solidarietà resteranno solo parole di carta".

È vero, c’è un solo modo … liberare questo Paese dalle mafie e ognuno di noi (cittadini, politica, informazione) deve fare la propria parte, così come Saviano ha fatto e sta facendo la sua parte.

A Saviano voglio dire semplicemente: GRAZIE
Grazie per l’esempio che ci hai dato e ci continui a dare. Grazie per resistere. Sono le persone come te che fanno continuare a vivere la speranza che un futuro diverso sia possibile.
GRAZIE!

 
 
 

Post N° 89

Post n°89 pubblicato il 12 Ottobre 2008 da marea14
 

Contro il governo bandiere rosse al vento

 ”Compagni, lasciate passare la testa del corteo: mettetevi ai lati della strada o dietro lo striscione”. Sono queste le parole ripetute continuamente dal servizio d’ordine. Ma è facile capire subito che sono parole destinate a cadere nel vuoto. Vogliono tutti vederla quella testa del corteo, contenti e orgogliosi di essere in piazza, come se volessero dire “aspettavamo da tempo questo momento”, come se volessero testimoniare di fare proprio fino in fondo lo slogan “
l’opposizione è nelle nostre mani”, come se volessero difendere quello striscione. E, piano piano, si forma un piccolo corteo che precede lo striscione di apertura della manifestazione, quasi ad annunciarne l’arrivo … diventandone parte integrante. Ci sono tutti (movimenti, forze extraparlamentari, giovani, anziani, bambini) in questa sorta di pre-manifestazione che assume presto la connotazione di una sintesi di tutto il corteo.

 Una marea di bandiere rosse al vento ha invaso ieri Roma. E le note di “bandiera rossa” sono state quelle più diffuse durante la manifestazione. In migliaia e migliaia sono arrivati da ogni Regione con il grande desiderio e la ferma volontà di dar vita ad una sinistra di lotta e di opposizione. Decisi e – mi si passi il termine – incazzati.
Pace, lavoro, difesa della scuola, libertà, laicità dello Stato, ambiente, crisi del sistema capitalista, lotta contro il razzismo, urgente necessità di combattere la violenza contro le donne sono stati i temi dominanti degli slogan, dei cartelli e degli striscioni.
 Applauditissima la partecipazione dei partigiani, come anche quella dei giornalisti del Manifesto che hanno sfilato imbavagliati … ed applauditissima una bandiera rossa enorme che ha sventolato a lungo di fronte al Parco del Celio.
Numerosi gli studenti, compresi i bambini delle scuole elementari che indossavano una maglietta con su scritto: il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini.


 ”Dopo questa giornata ci sentiamo meno soli” ha affermato una rappresentante di “No Dal Molin” nel suo intervento dal palco in Piazza della Bocca della Verità, a conclusione della mobilitazione, mentre si formavano lunghe code per sottoscrivere la richiesta di referendum contro il Lodo Alfano, quella stesso referendum per il quale contemporaneamente Di Pietro stava raccogliendo le firme in Piazza Navona.

 El pueblo unido jamás será vencido … le note di questa canzone degli Inti Illimani mi hanno accolto quando sono arrivata in Piazza della Repubblica, prima della partenza del corteo, e a questa canzone ho pensato quando ho lasciato Piazza della Bocca della Verità.
Utopia? Può darsi, ma bisogna provare a ricominciare. E mi torna in mente una frase del CHE riportata su uno striscione: “chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perduto”.


 
 
 

Post N° 88

Post n°88 pubblicato il 05 Ottobre 2008 da marea14
 

Vogliamo un mondo di tutti i colori

Nonostante la pioggia che certamente ha scoraggiato la presenza di molti alla manifestazione, ieri, a Roma, si è regolarmente svolto il corteo contro il razzismo. Sono arrivati da ogni parte dell’Italia: da Roma a Palermo.
Una manifestazione fortemente “sentita” dai partecipanti: l’emozione, la rabbia, la solidarietà aleggiavano nell’aria e si percepivano  in modo intenso. Unire le forze per lottare contro il razzismo.
Una lotta per i diritti che sempre più si configura non solo come una lotta per la dignità ma anche per la vita stessa degli stranieri e per una nuova cultura della vita. Una lotta per la vita sottolineata dai migranti di Castelvolturno e dagli amici di Abba che aprivano il corteo per ricordare che il razzismo uccide.
Una mobilitazione importante per i contenuti che esprimeva e per gli intollerabili e gravissimi episodi di xenofobia che si susseguono ogni giorno in Italia. Eppure “la politica” – se si esclude una delegazione di Rifondazione Comunista e del PCdI e la presenza di Sansonetti – era assente. Numerose, invece, erano le associazioni: da Emergency alle Donne in Nero.
Non vogliamo più essere trattati come bestie” era la frase che spesso veniva ripetuta dagli immigrati che intervenivano al microfono messo loro a disposizione lungo il percorso della manifestazione. Una frase che era un pugno allo stomaco …
Discrimination created criminalization” si leggeva su un cartello degli “statunitensi per la pace e la giustizia”: una verità che solo chi vuole essere cieco e sordo può non vedere …
Molto significativo lo slogan degli studenti del liceo Mamiani di Roma: “
Abbiamo imparato a volare come uccelli, ma non abbiamo imparato a vivere come fratelli” e sintomatico era anche il cartello portato da un bambino extracomunitario: “Voglio crescere senza paura”.

Abbiamo un sogno rivoluzionario: una comunità umana contro tutti i razzismi” era lo striscione che sintetizzava i contenuti della mobilitazione. Ma c’erano anche molti altri striscioni, cartelli e slogan alquanto significativi. Ne cito alcuni:
Costruiamo un mondo umano, la diversità è ricchezza;
La nostra patria è tutta la nostra terra;
C’è una sola identità: è la nostra umanità;
Vogliamo un mondo di tutti i colori, razzisti ed oppressori ne resteranno fuori;
Dignità e libertà;
Contro la caccia all’uomo nero;
Per una società migliore: meno razzismo, più colore;
Tanti colori, una sola umanità;
Fratellanza attiva contro ogni razzismo;
Venite a raccogliere i pomodori al posto nostro;
Lavoro per vivere;
Siamo tutti figli di Annibale;
Cittadini invisibili? No grazie;
Ammazza ammazza siamo tutti una razza;
Solidarietà e fratellanza contro tutti i razzismi;
Incazzati neri!!!;
Solidarietà e accoglienza per tutti;
Maroni non rompere i coglioni
.
Non sono mancate anche citazioni della grande Rosa Luxemburg quali, ad esempio:
Mi sento di casa nel vasto mondo, ovunque ci siano nuvole, uccelli e lacrime umane;
È bello scoprire agli angoli delle strade degli esseri umani che ci aprono il cuore.

A Piazza Venezia l’arrivo della manifestazione è stata salutata dal rullo dei tamburi di un gruppo multietnico di ragazzi che ha preceduto il corteo.
Non ho assistito al concerto. Me ne sono andata portandomi nel cuore le note dell’Internazionale, lo sguardo degli extracomunitari, le emozioni, l’esplosione di solidarietà e di voglia di lottare per un mondo diverso che si avvertiva in tutta la manifestazione.
Ma ho portato via con me anche la sensazione di sgomento data dall’assenza della “politica” … un’assenza che pesa come un macigno.

 
 
 

Post N° 87

Post n°87 pubblicato il 04 Ottobre 2008 da marea14
 

Stop al razzismo

Milano
Castelvolturno
Parma
Pianura
Roma

etc
la “criminalizzazione” generalizzata degli immigrati ha generato un clima diffuso di razzismo non più tollerabile.



Il corteo sarà simbolicamente aperto dai migranti di Castelvolturno e dagli amici di Abdul Guiebre, (Abba, ucciso a sprangate a Milano).

Altri cortei sono stati organizzati a
Caserta (ore 10 stazione Garibaldi), a Parma (ore 15,30 piazza Garibaldi) e ad Ancona (concentramento ore 16 Giardinetti Piazza Ugo Bassi e partenza del corteo ore 17 corso Carlo Alberto).

 
 
 

Post N° 86

Il memoriale di Vincenzo Calcara: inquietanti e sconvolgenti rivelazioni sui rapporti della mafia con lo Stato, la massoneria ed il Vaticano …

Ci sarebbero molte cose di cui parlare: il lodo Alfano e la sua promulgazione da parte del Presidente della Repubblica (nonostante lo stesso Nicola Mancino, che certamente non è un estremista di sinistra, abbia parlato di opportunità di fare una legge costituzionale), la condanna di Luigi De Magistris (con il successivo pronunciamento della Corte di Cassazione che ha respinto il suo ricorso) ed il suo recente trasferimento, il trasferimento di Clementina Forleo, l’allarme nucleare alle porte dell’Italia, l’aumento delle esecuzioni capitali nel mondo, la “scarcerazione” di Contrada, la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per gli immigrati, etc. etc.
Ma c’è un altro argomento che in questi giorni mi ha colpito in modo particolare: il memoriale di Vincenzo Calcara.

Antonino Caponnetto, nel libro “I miei giorni a Palermo”, ha affermato che Tommaso Buscetta, nonostante avesse collaborato in modo decisivo per conoscere la complessa struttura organizzativa della mafia e avesse parlato anche del tentativo di golpe di Valerio Borghese, si sia categoricamente rifiutato di fare rivelazioni sulle relazioni esistenti tra “cosa nostra” e la politica e che abbia giustificato tale rifiuto asserendo: “ Lo Stato non sarebbe in condizione di sopportare le reazioni che deriverebbero da eventuali mie dichiarazioni su questo argomentoSo cose che potrebbero minare le istituzionise dovessi parlare di queste cose, non sarei sicuro neanche in America”.
Ho ripensato a queste parole di Buscetta quando ho letto sul sito http://www.19luglio1992.com/  il memoriale che Vincenzo Calcara ha inviato a Salvatore Borsellino (fratello di Paolo Borsellino) in cui si parla delle rivelazioni fatte al giudice Borsellino prima della sua morte: vicende annotate sulla famosa agenda rossa, vicende sulle quali Borsellino stava indagando. Le “cose che potrebbero minare le istituzioni” alle quali fa riferimento Buscetta sono le stesse di cui parla Calcara? A volte la realtà supera la fantasia. È così anche in questo caso?
Il contenuto del memoriale è sconvolgente. Calcara spiega il concetto di “Entità” (nella parte IV e V del memoriale) di cui aveva parlato Buscetta e rivela l’esistenza e l’organizzazione (Commissione Suprema e Triunvirato con capo assoluto) di cinque “Entità” strettamente legate tra di loro “come se fossero organi vitali di uno stesso corpo”: l’Entità di Cosa Nostra, l’Entità della ‘ndrangheta, l’Entità dei pezzi deviati delle Istituzioni, l’Entità dei pezzi deviati della massoneria e l’Entità dei pezzi deviati del Vaticano. Asserisce (nella parte V del memoriale) che alcuni componenti della “Commissione Suprema” hanno partecipato alla redazione della Costituzione. Parla del ruolo della ex DC, dell'attentato a Papa
Wojtyła (nella parte II), dell'avvelenamento di Papa Luciani (nella parte II), del ruolo dello IOR (nella parte II e V), di Mons. Marcinkus (nella parte II, III, IV e V), di Calvi (nella parte IV e VI), di Miceli (nella parte VI), del notaio Albano (nella parte II, III IV e V), di Vaccarino (nella parte I, II e VI), di un “potente uomo politico” (facilmente individuabile) nella parte III e IV, di uno Stato dentro lo Stato, etc.
Già cinque anni fa (nel 2003) Calcara – quando  è stato assolto dall'accusa di calunnia nei confronti del maresciallo dei carabinieri, Giorgio Donato, che compare anche nel “memoriale” (nella parte IV e VI) – aveva dichiarato: “Posso dirvi la verità sui rapporti fra Andreotti, Marcinkus e Calvi. Conosco tutta la verità su Andreotti. So tutto sul vassoio regalato alla figlia di Nino Salvo per il suo matrimonio. So dei rapporti tra Andreotti e il notaio Albano che gestiva i soldi del primo, così come buona parte di quelli di Cosa Nostra di cui curava gli interessi. Roberto Calvi aveva il compito di ''ripulire'' il denaro sporco come si deve. È una verità genuina e pura la mia che avrei voluto raccontare ai giudici di Palermo”.
Ma non è stato mai chiamato a deporre nel processo contro Andreotti. Né alcun organo di informazione (se si esclude “Antimafia 2000”) ha pubblicato il suo memoriale, nonostante sia stato reso noto ai giornalisti. Ritengo, perciò, giusto far conoscere questo documento affinchè i fatti narrati escano dal silenzio che li ha avvolti, affinchè si indaghi sulle incredibili ed inquietanti circostanze rappresentate ed affinchè Vincenzo Calcara sia ascoltato anche dai giudici di Caltanissetta, come auspicato da Salvatore Borsellino.
Paolo Borsellino stava indagando su questi fatti. Probabilmente aveva trovato alcuni riscontri e, forse, per questo è stato ucciso.
Il documento è decisamente lungo ma vale la pena leggerlo. Vorrei chiedere a chiunque riesce a reperire documentazione (in rete o altrove), anche a livello di sentenze e di procedimenti giudiziari, che riguardano i fatti riportati, di segnalarlo qui o sul sito di Salvatore Borsellino http://www.19luglio1992.com/ (sulla home page, in basso, c’è l’indirizzo e-mail) in modo da ottenere una informazione più dettagliata. Prossimamente, infatti, Salvatore Borsellino riunirà in un unico documento le varie parti del memoriale, cercando di dare un ordine logico e cronologico e corredando il testo di note e di riferimenti. È, perciò, utile l’aiuto di tutti.
Il memoriale è suddiviso in sei parti (e l’inizio di ogni parte è preceduta da una introduzione di Salvatore Borsellino). Lo riporto con alcuni omissis (pochi) per facilitare la lettura, ma su ogni parte riporterò il link della pagina originaria, in modo che chiunque potrà leggere la versione integrale.

Un piccolo particolare che fa riflettere: per la strage di via d’Amelio è stato usato il semtex, cioè lo stesso esplosivo usato per le stragi di Stato …

*** *** *** *** *** ***


PRIMA PARTE

Inizio con oggi, dopo averne ottenuto l'autorizzazione da parte dell'interessato, la pubblicazione di alcune lettere e di un memoriale che mi è stato consegnato da Vincenzo Calcara.
Ho conosciuto di persona Vincenzo durante la trasmissione Top Secret ma quasi mi sembrava di conoscerlo da tanto tempo. Me ne avevano parlato la moglie e i figli di Paolo che hanno continuato ad aiutarlo e stargli vicino da quando lo Stato, nella sua costante opera di scoraggiamento dei testimoni di Giustizia, dei collaboratori di Giustizia e dei (pochi) veri pentiti, lo ha abbandonato al suo destino. Me ne aveva parlato già lo stesso Paolo negli ultimi mesi della sua vita, quando stava raccogliendo le sue rivelazioni nello stesso periodo in cui ascoltava anche Gaspare Mutolo e Leonardo Messina, ma con Vincenzo Paolo aveva stabilito un rapporto particolare perché era quello che gli aveva confessato di avere avuto, dalla famiglia di Francesco Messina Denaro, la famiglia che deteneva saldamente il controllo della zona di Castelvetrano, alla quale apparteneva come uomo d'onore "riservato", l'incarico di ucciderlo con un fucile di precisione in un agguato sulla statale tra Palermo ed Agrigento.
Gli uomini d'onore "riservati" sono quelli che non rientrano nella normale gerarchia della "famiglia" mafiosa e la cui affiliazione viene decisa direttamente dal capo famiglia, spesso sul modello e con i riti "massonici", informando della sua qualità soltanto i capi dell'organizzazione e restando poi segreti all'interno dell'organizzazione segreta. Come dice Antonio Ingroja "solo i capi di Cosa Nostra possono decidere, naturalmente in maniera segreta, simili affiliazioni, che rimangono assolutamente riservate rispetto agli altri aderenti alle varie famiglie mafiose sparse nel territorio. L'uomo d'onore riservato serve anche per difendersi del fenomeno dei collaboratori di giustizia.....". Ad essi vengono affidate le operazioni più delicate, e certamente l'assassinio di Paolo Borsellino era tra questi, nel caso in cui, come spesso succede, non vengano svolte direttamente dal "capo famiglia" insieme con gli uomini più fidati ed esperti del "gruppo di fuoco" della famiglia stessa.
Come leggerete c'erano due piani alternativi per uccidere Paolo, il primo prevedeva l'uso di un fucile di precisione ed era affidato a Vincenzo Calcara, il secondo l'uso di un'autobomba ed in questo Vincenzo avrebbe svolto soltanto un lavoro di copertura. Da Palermo arrivò poi però, direttamente da Totò Riina, l'ordine che avrebbe dovuto essere ucciso prima Giovanni Falcone e così i piani furono momentaneamente accantonati.
Vincenzo Calcara è uno dei pochi collaboratori di Giustizia che possono veramente essere chiamati "pentiti".
In lui, come leggerete dalle sue parole, l'incontro con Paolo Borsellino provocò una profonda crisi e un sovvertimento dei valori ai quali era stato indotto a credere fin da bambino. Oggi per lui la "Giustizia" e il "Bene" sono al di sopra di tutto ed è tanto più da ammirare in quanto quelle Istituzioni nelle quali oggi lui crede fermamente le vede ogni giorno infangate da chi, indegnamente, le occupa e quello Stato che per lui rappresentava il nemico da combattere o nel quale infiltrarsi capisce oggi come abbia contribuito all'assassinio del "suo" Giudice e come non voglia e non possa, perché esso stesso responsabile, rendergli Giustizia.
Oggi Vincenzo Calcara, uscito volontariamente dal programma di protezione, vive con la nuova compagna e le quattro figlie avute insieme con lei, dopo che la famiglia precedente lo ha abbandonato a seguito della sua scelta.
Non ha una nuova identità, non ha un lavoro che gli permetta di vivere dignitosamente e di provvedere alla sua famiglia, lo Stato e le Istituzioni nelle quali, nonostante tutto crede fermamente, lo hanno abbandonato e rischia ogni giorno di cadere sotto la vendetta della mafia, che, diversamente dallo Stato, non dimentica mai.
Del memoriale di Vincenzo Calcara si trovano tracce nelle motivazioni delle sentenze, di diversi processi, del processo Calvi, al processo Antonov per l'attentato al Papa, al processo Aspromonte, al processo per l'omicidio Santangelo, figlioccio di Francesco Messina Denaro, ai processi Alagna+15 e Alagna+30, alla sentenza del Giudice Almerighi, nei quali tutti si è dimostrata la piena attendibilità di Calcara nonostante i numerosi tentativi di screditarlo.
Ma Calcara non è stato mai messo a confronto con altri pentiti come Leonardo Messina o Gaspare Mutolo o come Giuffrè, che, quindici anni dopo di lui, ha parlato di quelle stesse cose di cui lui aveva già parlato tanti anni prima.
Non è stato mai chiamato a deporre nel processo Andreotti anche se aveva parlato del notaio Albano quando nessuno ne conosceva neppure il nome, non è stato mai chiamato nel processo Canale, non è stato mai utilizzato nell'istruttoria sui Mandanti Occulti delle stragi del 92 o nell'istruttoria del processo, mai arrivato alla fase dibattimentale, sulla sottrazione dell'Agenda Rossa, nonostante io stesso avessi portato al tribunale di Caltanissetta le parti del memoriale dove di quell'agenda proprio si parlava.
Ho deciso allora di pubblicare su questo sito. nella loro interezza, queste lettere e questi memoriali perché almeno arrivino ad essere conosciuti dall'opinione pubblica.
Nel trascriverli ho riportato fedelmente anche tutte quelle maiuscole che spesso Vincenzo adopera quando vuole dare più risalto a certe parole, ho evidenziato invece io in grassetto i punti che ho ritenuto essere più importanti.
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La prima parte continua QUI
Le parti II III IV V e VI sono riportate ai post 85, 84, 83, 82 e 81

 

 
 
 

Post N° 85

Il memoriale di Vincenzo Calcara:

SECONDA PARTE

Continuo a pubblicare la trascrizione del memoriale di Vincenzo Calcara. In queste pagine Vincenzo racconta della sua iniziazione alla massoneria, che era quasi un obbligo per gli uomini d'onore "riservati", della preparazione e dell'esecuzione dell'attentato al papa, della successiva uccisione ed occultamento del cadavere di uno dei due esecutori turchi, dell'avvelenamento di Papa Luciani e dei motivi per i quali è stato eliminato, della complicità con la criminalità mafiosa del Maresciallo dei Carabinieri di Paderno Dugnano, della cricca di cardinali che pilotava Mons. Marcinkus, del notaio Albano.
Tralascio qualsiasi tipo di commento, i fatti raccontati parlano da soli.
Mi chiedo quante persone, in Italia, siano al corrente di questi fatti, quanti organi di informazione li abbiano riportati.
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(1)
Dissi al Dr. Borsellino che Michele Lucchese era un imprenditore ed un uomo politico ed era un uomo di grande fiducia di Messina Denaro Francesco. Lucchese nutriva per me grande affetto e fiducia al punto di farmi chiamare la residenza a casa sua. Ed essendo il Lucchese appartenente ad una Loggia Massonica segreta, ha chiesto autorizzazione a Messina Denaro Francesco di potermi preparare a farmi conoscere le regole del RITO SCOZZESE affinché anch'io entrassi a far parte insieme a lui in questa Loggia Massonica.
U zù Cicciu ha detto di si!
E il Lucchese ha subito iniziato a insegnarmi le prime regole fondamentali della Massoneria. [omissis]

Ricordo che in una occasione quando il Vaccarino è venuto a trovare a Lucchese a Milano, questi mi disse di salutarlo con il Rito Massone. Il Vaccarino si è messo a ridere ed era contento che anch'io DIVENTASSI MASSONE.
 (2)
Su ordine di LUCCHESE MICHELE, il 12 Maggio 1981 da Milano prendo il treno per ROMA.
Mi si dice che debbo incontrarmi dentro la stazione Termini al binario n° 3 con il Capo Decina della Famiglia di Castelvetrano, del "gruppo di fuoco", SAVERIO
FURNARI
, e con SANTANGELO VINCENZO "UOMO d'ONORE" fratello di LILLO SANTANGELO, FIGLIOCCIO del Nostro Capo Assoluto FRANCESCO MESSINA DENARO.
Insieme a loro c'è
ANTONOV
, un UOMO BULGARO in stretto collegamento con la MAFIA TURCA e con "COSA NOSTRA".
Tutti insieme andiamo a far colazione e dopo di che ci si avvia nei pressi di SAN PIETRO.
Il FURNARI MI DICE: “ADESSO METTITI COMPLETAMENTE a disposizione da ANTONOV ed esegui alla perfezione tutto ciò che Lui ti dice!
Proprio quasi all'inizio che si entra in Piazza SAN PIETRO ANTONOV sceglie un punto ben preciso dicendomi che "in questo punto noi due ci dobbiamo incontrare di pomeriggio".
Il pomeriggio del 13 MAGGIO 1981, un'ora, un'ora e mezzo prima dell'attentato al Papa mi incontro sul posto dove Antonov aveva deciso. (Ricordo che la Piazza a quell'ora era quali piena di fedeli).
Mi dice: “In questo preciso posto ti porterò due persone di nazionalità TURCA e li porterai dove ti hanno ordinato”.
 (3)
Mi dice anche: “Entriamo dentro la Piazza che mi devi accompagnare per una cinquantina di metri e dopo torni al posto stabilito, ma sappi che ancora ci vuole circa 1 ora prima che mi vedi arrivare con i turchi”.
Dopo che effettivamente lo ho accompagnato dentro la piazza per una cinquantina di metri, Antonov mi dice: “Tu i due TURCHI non li conosci, ma loro in questo momento ti hanno visto insieme a me e hanno l'ordine che solo a te devono seguire”.
Mi dice ancora: “Se succede un imprevisto che io non li posso accompagnare da te, loro verranno da te nel posto dove tu ti trovi (che anche a loro ho indicato) e ti diranno queste parole: "CIAO ANTONOV" dopo di che con questo ROSARIO che adesso ti do e che fin d'ora devi tenere sempre nella mano sinistra ‘LI SALUTI CON LA MANO SINISTRA’ ”.
Antonov mi informa che i due turchi sono ARMATI.

Dopo dieci, quindici, venti MINUTI al MASSIMO che il
Papa
è stato sparato (RICORDO UN CASINO ENORME) vedo arrivare ANTONOV CON UN TURCO, ANTONOV era agitatissimo, mi dice di andare VIA SUBITO con questo TURCO.
Porto il Turco insieme a me alla Stazione Termini dove al BINARIO TRE c'è ad aspettarmi (come concordato prima) il Furnari e il Santangelo.
 (4)
Tutti e quattro partiamo da Roma che era già sera. (Ricordo che il treno per Milano è partito con oltre 1 ora di ritardo, chi di competenza se vuole può riscontrare questo ritardo). ARRIVIAMO a Milano la mattina del 14, Furnari e il Santangelo si prendono in custodia il turco.
La sera ho un appuntamento a casa del Lucchese a Paderno DUGNANO (TERRITORIO sicuro e controllato meticolosamente dal Nostro Amico, il Maresciallo dei Carabinieri).
Gli riferisco ogni particolare di tutto ciò che ho eseguito e visto, compreso "l'agitazione" di ANTONOV.

Ricordo che prima di partire per Roma il
Lucchese
mi disse: Nella CITTA' ETERNA deve scoppiare una BOMBA che rimarrà nella STORIA!
Non mi disse che si doveva fare un attentato al
PAPA
! Ma mi disse chiaramente che il mio compito era di prendere in custodia i due TURCHI TERRORISTI, che il BULGARO persona fidata e importante mi avrebbe consegnato, e dopodichè portarli a Paderno Dugnano e fargli fare la fine di "LU SCECCU", cioè la fine dell'ASINO (Un Asino si usa fino a che serve "è nato per essere usato", dopo, quando non serve più, si uccide!

La sera del 14 Maggio, in attesa che arrivassero FURNARI e SANTANGELO che erano andati via con una macchina insieme al TURCO per ucciderlo, io rimasi con Lucchese a dialogare, ed i in quella circostanza mi disse che il Papa voleva fare la stessa cosa che voleva fare
Papa Luciani
, e cioè ROMPERE gli EQUILIBRI ALL’INTERNO del VATICANO.
 (5)
Parlandomi di Papa Luciani mi disse: Lui voleva fare una "RIVOLUZIONE" all'interno del VATICANO! Voleva che la Chiesa fosse più povera, ridimensionando la ricchezza del vaticano, e aveva studiato un piano per aiutare le famiglie povere del mondo, innanzitutto da quelle ITALIANE ovviamente, tutto ciò si doveva fare tramite e per mezzo la Banca del Vaticano, che dopo avrebbe voluto dare in mano e farla gestire a persone LAICHE con l'insegnamento di Gesù: DARE A CESARE quel che è di CESARE.
Papa Luciani non sopportava l'idea che Cardinali e Vescovi GESTISSERO tramite lo
I.O.R. queste ENORMI RICCHEZZE. La prima cosa che aveva già deciso di fare è stata quella di RIMUOVERE ALCUNI CARDINALI che GESTIVANO, USAVANO e MANIPOLAVANO il VESCOVO MARCINKUS
sfruttando non solo la capacità che aveva a GESTIRE LO I.O.R., ma anche e soprattutto i contatti e le potenti AMICIZIE a livello EUROPEO ed internazionali che il VESCOVO MARCINKUS AVEVA.
Se
Papa Luciani
non moriva da li a pochi giorni SAREBBERO STATI RIMOSSI E SOSTIRUITI IMMEDIATAMENTE sia MARCINKUS e QUATTRO CARDINALI e FORSE anche, se non penso male il SEGRETARIO.
 
(6)
(Mi sembra o il SEGRETARIO DI STATO o il SEGRETARIO del PAPA.

Chi sostituiva i quattro Cardinali e Marcinkus erano altrettanti Vescovi e Cardinali di massima fiducia che avevano "in segreto" preparato un piano ben determinato insieme a Papa Luciani affinché dopo essere stati inseriti ognuno al posto giusto dovevano attivarsi per distribuire il 90% delle ricchezze in diverse parti del mondo, costruendo case, scuole, ospedali etc. etc, dopodichè il 10% delle rimanenti ricchezze veniva affidato e fatto gestire per conto e per i bisogni della Chiesa allo Stato ITALIANO.
Insomma voleva fare una vera e propria RIVOLUZIONE e cogliere tutti di sorpresa!!!
Questo piano il Povero Papa non ha potuto portarlo a termine in quanto uno dei Cardinali di fiducia lo ha tradito andando a raccontare tutto a Marcinkus e ai quattro Cardinali!!!
Questi Cardinali che per Papa Luciani esercitavano un potere Negativo e che voleva rimuoverli, con la loro DIABOLICA INTELLIGENZA sono riusciti, e senza lasciare nessuna traccia, ad UCCIDERE CON UNA GRANDE QUANTITA' di GOCCE di CALMANTE il loro PAPA, con l'aiuto del MEDICO PERSONALE.
 (7)
Queste notizie così riservate il LUCCHESE e il Messina Denaro Francesco "questi” vero braccio destro del TRUMVIRATO della Commissione di Cosa Nostra, sono venute a saperle tramite il Notaio Albano che era di Casa nel Vaticano insieme a questi Cardinali e Marcinkus, era iscritto nell'ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro e quindi uomo di collegamento tra l'ENTITÀ di Cosa Nostra e l'ENTITÀ del Vaticano.
Il Nome di due Cardinali mi sono rimasti impressi nella mente! In quanto uno è uguale o quasi uguale al NOME di un mio compagno di infanzia! l'altro invece è un nome che mi sembra finisca senza la vocale! (questi nomi me li cita Lucchese) che a sua volta glieli aveva detto il notaio ALBANO.

Nella Banca del Vaticano sono transitati Migliaia e Migliaia di MILIARDI appartenenti alle
CINQUE ENTITÀ OCCULTE
"compresa quella di Cosa Nostra" (LEGGASI SENTENZA di ASSOLUZIONE TRASPORTO 10 MILIARDI). Questi soldi venivano riciclati, diventavano puliti e investiti.
Al Notaio Albano, in qualità di Notaio, gli venivano affidati ingenti beni immobili sia della Chiesa che da potenti uomini delle istituzioni (Se vogliono chi di competenza può riscontrare ciò che dico!). Il Dr. Borsellino l'ha saputo riscontrare! Questi riscontri li ha scritti nella sua
AGENDA ROSSA
!!!
 
(8)
[omissis]
 
(9)
[omissis]
 (10)
[omissis] Nel frattempo
FURNARI e SANTANGELO avevano ucciso il TURCO lasciandolo steso sul CIGLIO di una stradina di campagna che dista circa 1 Km dalla CASA di Lucchese (CALDERARA, FRAZIONE DI PADERNO DUGNANO) e si presentano a CASA dicendo queste parole : TUTTO A POSTO.
Dopo di chè il LUCCHESE (che non aveva voluto che io partecipassi all'omicidio, ma di restare con lui, mi ha ordinato di andare con Furnari e Santangelo a SEPPELLIRE il TURCO.
Con i badili o pale (come si chiamano) abbiamo scavato una fossa profonda circa due metri e abbiamo buttato il Cadavere dentro, cospargendolo di benzina e mi sembra anche dell'acido e lo abbiamo seppellito!
 
(11)
A poca distanza bruciammo i vestiti e il Passaporto in quanto prima avevamo spogliato il Cadavere. Preciso che il Cadavere è stato trascinato per alcune decine di metri dal posto in cui è stato ucciso e portato in aperta campagna dove c'era un campo di Granturco.
Preciso anche che durante la giornata mi sono incontrato con Lucchese (che mi ha indicato il posto dove uccidere e seppellire il TURCO (era una zona che io conoscevo molto bene) e di indicarlo a Furnari nel frattempo che Santangelo pranzava con il Turco in un RISTORANTE (cosa che io feci!). Ricordo anche che quando il Furnari e il Santangelo si sono avviati per uccidere il Turco il Lucchese davanti a me telefona al Comandante dei Carabinieri (SI PUO' VERIFICARE CHE IL 14 MAGGIO 81 IL COMANDANTE DEI CARABINIERI ERA IN SERVIZIO!!!) e gli dice: AZIONE AVVIATA!
Non sento cosa gli risponde il Comandante ma dopo che ha chiuso il telefono il Lucchese mi dice: la zona è sotto controllo! questo Amico è troppo in gamba!

Vengo anche a conoscenza che l'altro TURCO era
ALI AGCA
che insieme all'altro TURCO ucciso sono stati preparati e addestrati da UOMINI di COSA NOSTRA in SICILIA (è stato riscontrato che AGCA ha pernottato in un Albergo di Palermo).
Se ALI AGCA sarebbe riuscito a fuggire c'era il piano preparato che doveva essere ucciso!
 
(12)
Nel mese di Maggio 1992, dopo che il Dr. Borsellino aveva fatto arrestare una quarantina di persone (compreso il Sindaco Vaccarino), esce un ARTICOLO SUL CORRIERE della SERA (che il Dr. Borsellino mi ha fatto leggere) dove si dice CHE CALCARA POTREBBE SCOPERCHIARE IL MISTERO DELL'ATTENTATO AL PAPA (CHI DI COMPETENZA PUO' e deve RISCONTRARE ciò che è scritto in questo ARTICOLO).
Nella ordinanza di Custodia Cautelare di tutti gli arrestati di tutto si parlava (dalla Associazione MAFIOSA al TRAFFICO di STUPEFACENTI) ma mai dell'ATTENTATO a PAPA nè dei 10 MILIARDI ne del TRAFFICO di ARMI con
la Calabria.

Queste cose li sapeva solamente il
Dr. BORSELLINO che indagava in segreto.
Addirittura li riteneva così delicati e pericolosi, al punto di ritenere di non mettere neanche a conoscenza sia il
Dr. Natoli che il Dr. LO VOI
per la loro incolumità.

Il Dr. Borsellino mi dice: Oltre a me a chi hai parlato del Papa?
Rispondo a NESSUNO! Come Lei sa, al
Maresciallo CANALE, oltre ad avergli ACCENNATO dei 10 Miliardi gli ho anche accennato il fatto del Papa
.
Il Dr. Borsellino ha fatto una SMORFIA DI RABBIA e occhi SCINTILLANTI mi dice: questo sono segnali che non mi piacciono!
Mi dice anche: SPERIAMO che non rubino il Cadavere del TURCO che hai seppellito. Adesso mi attivo affinché tu possa essere portato sul luogo dove si trova il Cadavere.
 
(13)
Di li a poco il Dr. Borsellino viene ucciso!

Tutto ciò che ho detto al Dr. Borsellino e che adesso sto scrivendo l'ho anche detto al
Dr. PRIORE 14 ANNI FA.
La prima cosa che ho detto al Dr. Priore e al
Dr. MARINI
è stata quella di portarmi a CALDERARA, una frazione di Paderno DUGNANO e gli facevo trovare il CADAVERE del Complice di ALI AGCA. Purtroppo quando arriviamo sul posto si scopre ciò che il Dr. Borsellino aveva intuito "SPERIAMO CHE NON RUBANO IL CADAVERE".
HANNO FATTO SPARIRE UNA PROVA MICIDIALE!
Una persona del posto dice al Dr. Priore: Nel MESE di MARZO 1992 vedo alcune RUSPE che mettono sottosopra tutto il CAMPO CHE C'ERA STATO da sempre SEMINATO A GRANTURCO, perché dovevano fare dei lavori.

Ripeto, conoscevo bene la zona ancor prima che con le mie mani ho seppellito il TURCO. ERA UN VASTO CAMPO TUTTO PIANURA! L'HO RITROVATO SCONQUASSATO CON NONTAGNE DI TERRA e profonde BUCHE.
Si badi bene, ho iniziato a collaborare nel Dicembre 1991, il cadavere è rimasto lì per 10 ANNI, dopo pochi mesi hanno fatto sparire il Cadavere!
Il Dr. PRIORE C'È RIMASTO MALISSIMO, mi ha sempre CREDUTO, in quanto è riuscito a trovare altri riscontri di tutto ciò che gli avevo detto. Compreso la MORTE di Papa Luciani e i MILIARDI RICICLATI dalla Banca Vaticana! (non mi ha denunciato per CALUNNIA, ANZI...)

 
 
 

Post N° 84

Il memoriale di Vincenzo Calcara:


TERZA PARTE

Pubblico la terza parte del memoriale di Vincenzo Calcara. Di questo episodio, esemplificativo dell'accordo e della comunità di intenti tra entità mafiosa, Vaticano deviato, servizi segreti deviati e un uomo politico del quale in questo punto Calcara non fa ancora il nome ma che mi sembra facilmente identificabile in un senatore a vita prescritto, non avevo mai trovato notizia neppure sulla rete ma dovrebbe essere possibile trovarne traccia nella sentenza, non so se di archiviazione o meno, di un procedimento gestito dal Dr. Croce, dato che ad esso fa riferimento in un punto il Calcara.
Mi rendo conto ora però perché di questo uomo politico Paolo, che aveva raccolto le deposizioni di Calcara, diceva che aveva una intelligenza "diabolica", e Paolo non era persona da adoperare le parole a caso.
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 (14)
Circa un mese dopo l'attentato al Papa, nel mese di GIUGNO 1981, dopo aver pranzato a casa di un zu Michele LUCCHESE, insieme ci siamo diretti con la macchina "ALFA TURBO DIESEL 1600" all'AEROPORTO di LINATE, presso l'ufficio del mio DIRETTORE della DUFRITAL dove io lavoravo in qualità di Magazziniere dentro il VARCO DOGANALE per fare entrare dalla TURCHIA EROINA E QUINTALI di MORFINA BASE.
Il Montecucco che subiva moltissimo la personalità del LUCCHESE aveva avuto l'incarico da questi di prenotare due biglietti di AEREO per ROMA.
Ci imbarchiamo e arrivati a Fiumicino prendiamo un taxi che ci porta al centro di ROMA, precisamente in una stretta via dove ci sono tutti negozi di ANTIQUARIATO, mi sembra che vicino ci fosse Piazza NAVONA, se non erro questa via si chiama Via CORONA o Via CORONARIA (via dei Coronari n.d.r.).
Da una cabina il Lucchese telefona al
Notaio Albano
e gli dice che siamo arrivati e che lo aspettiamo al numero tre di questa via di Antiquariati (Ricordo che al Lucchese piaceva molto il N° 3).
Il lucchese mi dice: il notaio Albano non arriva prima di mezzora, non ti dico insieme a chi perché voglio farti una sorpresa. Nel frattempo andiamo a guardare un po' di roba antica.
Dopo 35-40 MINUTI arriva in TAXI il Notaio ALBANO insieme a
Messina Denaro
Francesco.
 (15)
Andiamo tutti in un lussuoso Hotel dove ci sono ad attenderci FURNARI SAVERIO (alcuni anni fa l'hanno trovato impiccato in carcere, con le mie dichiarazioni il Dr. Borsellino lo ha fatto condannare) e Mariano AGATE, che erano partiti insieme a Messina Denaro Francesco, e Provenzano (detto u zu BINNU) insieme a due suoi uomini di fiducia con accento Palermitano.
All'infuori del Notaio Albano noi rimaniamo tutti in HOTEL.
Verso le ore 21,00 arrivano tre TAXI e ci portano in un lussuoso RISTORANTE dove c'è una sala riservata per noi.
Trascorrono pochi minuti e arriva il Vescovo
Marcinkus
, due cardinali e quattro persone.
Dopo ancora pochi minuti arriva il Notaio Albano insieme a un
grande uomo Politico
delle Istituzioni.
PER ME FURNARI E PER I DUE PALERMITANI AVEVANO RISERVATO UN TAVOLO A PARTE, DISTANTE ALCUNI METRI DAL GRANDE TAVOLO DOVE DOVEVANO CENARE TUTTI GLI ALTRI.
Quando sta per iniziare l'ANTIPASTO VIENE LUCCHESE nel nostro tavolo e ci dice queste PAROLE: Le quattro persone che sono venute in compagnia con Marcinkus e i due Cardinali, domani dovranno essere sequestrati! Mettetevi d'accordo e sceglietevi una persona a testa.
Uno di questi quattro era un Generale dell'Esercito di un paese del Sud AMERICA, gli altri tre erano italiani tra cui uno dell'alta finanza.
 (16)
Io mi sono scelto il Generale dell'esercito.
Finito di cenare siamo ritornati in taxi in HOTEL, SAZI e CONTENTI!
Durante il viaggio che ho fatto con Lucchese questi mi ha detto che le quattro persone si dovevano sequestrare per ricattare a livello internazionale alcune potentissime persone in collegamento con il Presidente di uno stato del sud AMERICA per far confluire o indirizzare ingenti CAPITALI.
Tutte queste persone che hanno cenato insieme si dovevano riunire l'indomani alle ore 10,00 nella TENUTA con decine o centinaia di ettari di terreno con annessa una bella villa di proprietà del
grande UOMO POLITICO
che a sua volta la ha comprata tramite il Notaio Albano.
Non ricordo se questa tenuta è intestata al Politico o a un suo Prestanome, ma ricordo benissimo che si trova nella zona di Latina o nella Provincia di Latina (AVEVO DETTO AL DR. CROCE CHE ERO DISPOSTO A FARE UN SOPRALLUOGO. NIENTE!!!)
L'indomani mattina alle ore 6,30 ci vengono a prendere tre uomini con tre macchine ben vestiti e in cravatta. (Al ritorno il Lucchese mi dice che erano uomini fidatissimi del Grande Politico e inseriti nei
SERVIZI SEGRETI DEVIATI
). ARRIVIAMO nella VILLA della TENUTA di CAMPAGNA. LÌ I TRE UOMINI ci danno in mano quattro pistole 357 MAGNUM A TAMBURO NUOVISSIME!
 (17)
A una ventina di metri dalla Villa ci sono tre macchine parcheggiate custodite da una persona. Queste macchine servono per trasportare i sequestrati in una villa di campagna distante una trentina di KM dalla TENUTA.
Verso le ore 9,30-9,40 arrivano tutti ed entrano dentro la villa per riunirsi. Quelli che rimaniamo fuori siamo Io, FURNARI, i due PALERMITANI, la persona vicino alle tre macchine e i tre uomini dei SEVIZI SEGRETI che si sono messi all'entrata della porta.

Il segnale convenuto era questo: Quando tutti sarebbero usciti, e dopo che si erano salutati, si doveva aspettare Provenzano che diceva queste parole: "OGGI È UNA BELLA GIORNATA" dopo di che dovevamo entrare in azione puntando la pistola ognuno al suo UOMO PREFISSATO e sbatterli anche con la violenza dentro la Macchina!
Però se Provenzano stava zitto, allora significava che le quattro persone non si dovevano più sequestrare.
Quella riunione è stata fatta per VALUTARE se era il CASO di SEQUESTRARLI.
Alle 11,30 la riunione è finita e quando tutti si sono salutati ecco che il Sig. Provenzano rivolto a noi dice: OGGI È UNA BELLA GIORNATA!
 (18)
In un baleno entriamo in azione con le pistole spianate, il mio Generale è stato bravissimo, alza subito le mani.
A un paio di metri di distanza da me c'è FURNARI con il suo UOMO e sento che dice queste parole: dai girati e vai LENTAMENTE verso quelle macchine!
Quello fa finta di girarsi e in un attimo prende una piccola pistola (6,35) che teneva nascosta (non si è capito dove), si mette a gridare dicendo: BASTARDI e sta per sparare.
In quell'attimo il FURNARI, uomo spietato che non manca di ESPERIENZA gli spara! (In seguito si è accertato che la sua pistola si è inceppata).
Il Furnari con un salto gli si butta addosso e sento che mi dice: ENZO SPARACI! e in quel preciso momento il sequestrato spara il primo colpo in direzione del Politico.

Sono frazioni di attimi, lascio il buon Generale e con tre colpì in rapida successione uccido quell'uomo che prima di morire è riuscito a sparare ancora un altro colpo di pistola andato a vuoto.
Nell'attimo che sparavo a quell'uomo sono stato sostituito da uno dei tre uomini dei servizi segreti deviati che si è preso in consegna il buon GENERALE.
(19)
Dopo di che prendo la pistola semiautomatica del morto e la consegno nelle mani del mio Capo Assoluto MESSINA Denaro Francesco. Che mi fa una carezza e mi dice BRAVO.
Sono anche testimone di una scena che mi è rimasta impressa. Sento con le mie orecchie che l'
UOMO POLITICO dice al CARDINALE: MA NON GLI DAI L'ESTREMA UNZIONE A QUESTO POVERO CADAVERE! Il Cardinale si fa il segno di CROCE e dice: ANDIAMO VIA CHE si è fatto TARDI.
In seguito ho saputo da Lucchese che il cadavere è stato fatto scomparire da FURNARI e i due palermitani e le tre persone SEQUESTRATE sono state liberate dopo circa un mese in cambio della sistemazione degli ingenti Capitali di denaro. Sono contento che il Bravo GENERALE si è salvato.

 
 
 

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