da 'Il sole 24 ore' 02/03/2014

È un marzo meteorologicamente atipico a Pompei: piove come se fosse novembre. E come a novembre, nell'area archeologica meglio nota e peggio conservata del mondo, arrivano i crolli: stavolta è toccato al Tempio di Venere e a una porzione di mura della tomba di Lucius Publicius Syneros, situata nella cosiddetta necropoli di Porta Nocera.

Il primo crollo si è verificato nella serata di ieri nel Tempio di Venere con la caduta di alcune pietre dalla spalletta del quarto arcone sottostante la struttura antica. La muratura, interessata da alcune lesioni, era già stata puntellata. L'area è interdetta al pubblico.

L'altro crollo, più grave, a quanto risulta al Sole 24 Ore, sarebbe avvenuto questa notte. A individuarlo, in mattina, i custodi del sito archeologico impegnati nei rituali giri di perlustrazione. La tomba di Lucius Publicius Syneros è nota per l'iscrizione in marmo – per fortuna non interessata dal crollo – riportante i nomi delle persone che vi furono sepolte: oltre al «padrone di casa» Lucius Publicius Syneros, i suoi liberti Aebia Fausta, Lucius Aebius Aristo e Aebia Hilara. Gli ultimi crolli in ordine di tempo risalgono al novembre del 2013, quando abbiamo assistito a qualcosa come cinque episodi in soli 28 giorni.

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Da definire tutti gli altri ruoli della squadra che avrà il compito di velocizzare l'attuazione del Grande progetto Pompei da 105 milioni cofinanziato dall'Ue (il bando per l'individuazione dei cinque esperti previsti a supporto del dg è uscito soltanto il 21 febbraio).

Un maxi-piano d'interventi che di maggiore velocità ha assolutamente bisogno: dalla primavera del 2012 a oggi è stato consegnato un solo cantiere, quello della Domus del Criptoportico per altro non ancora fruibile dai visitatori. A breve chiuderanno poi i lavori nella Casa delle Pareti Rosse. Si prosegue a piccoli passi: sarà dura spendere tutta la dote messa a disposizione da Bruxelles entro il termine prestabilito del giugno 2015. E intanto la «falla» continua ad allargarsi, crollo dopo crollo.