MARLA'S PHILOSOPHY

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CITAZIONE DELLA SETTIMANA

"Albert Hubbard ha scritto: nessuno ha bisogno di una vacanza quanto uno che ci è appena stato"

 
 

 

BABBO NATALE NON ESISTE

Post n°259 pubblicato il 08 Dicembre 2009 da singer_marla

...spero di non aver rovinato la sorpresa a nessuno con questa "rivelazione".
Il fatto è che io ho un brutto rapporto con Babbo Natale. Diciamo che non mi è molto simpatico, a causa di un brutto ricordo d'infanzia. Ma questo ve lo racconto dopo.
Quello che volevo dire è che mai come quest'anno mi è evidente l'affermazione del titolo: Babbo Natale non esiste. Esiste invece questo rituale forzato e pagano, per cui ogni anno bisogna calarsi nei panni dell'omone rosso-vestito e distribuire regali a destra e a manca. Per giorni e giorni occorre vagare tra i negozi alla ricerca del giusto dono, poi impacchettare, poi scrivere i biglietti, poi distribuire... insomma, una tortura.
E poi io non sono brava con i regali. Intendiamoci: mi piace comprare per amici e parenti, ma mi infastidisce l'idea dell'obbligatorietà natalizia. Il doverlo fare per forza. Ma perchè???
Quest'anno in particolare lo trovo odioso. Chissà poi perchè. Non sento nessuno spirito natalizio. Non mi va di fare spese. Vorrei che nessuno mi regalasse niente. Ho addobbato l'albero con fatica e senza entusiasmi. Vedo luci colorate in tutti i giardini e spesso mi ritrovo a chiedermi perchè le abbiano accese. Faccio proprio fatica a ricordare che siamo a soli sedici giorni dal Natale.
...e non ho comprato ancora nessun regalo. Nè ho idee. E sapere che Babbo Natale non esiste, certo non mi aiuta. Perchè se esistesse, nel 1985 mi avrebbe portato il DolceForno. Se esistesse, quest'anno troverei sotto l'albero un paio di Louboutin... ma sono quasi certa che non ci saranno.

Babbo Natale mi fa paura, a dirvela tutta. Quando ero piccola, i miei mi hanno portata fuori da un grande magazzino di Pordenone... lì c'era la casetta in legno di Babbo Natale e lui in persona distribuiva caramelle ai bambini. Ricordo una grande calca.  Moltissima gente. Ad un certo punto, una bambina vicino a noi è scoppiata in lacrime... si era persa. Cioè, aveva perso i suoi genitori nella ressa e strillava come un'aquila. Moltissime persone le si sono avvicinate per chiederle come si chiamava, per rassicurarla che avrebbero ritrovato la sua mamma. Ma lei non parlava. Strillava. Piageva come una fontana e nessuno riusciva a calmarla. Il chiasso tutto intorno era così forte, la musica natalizia era talmente alta, che due file più avanti nessuno si era accorto di nulla e il fottuto Babbo Natale continuava a distribuire caramelle. Io lo vedevo perchè ero sulle spalle di papà. Ero scioccata. Terrorizzata. Non sono mai più voluta andare alla casetta di Babbo Natale. Mai più. I miei non hanno mai capito perchè (credo di averglielo "confessato" un paio di anni fa).
Da allora ho il terrore di Babbo Natale. Lo associo all'idea di essere abbandonata. Non è una bella immagine.

 
 
 

QUALCOSA DI BUFFO

Post n°258 pubblicato il 16 Novembre 2009 da singer_marla

Ho dato una veloce sfogliata (virtuale) ai miei ultimi post.
Oltre al fatto che sono parecchio radi, mi sono resa conto che sono anche parecchio tristi. Insomma, a leggerli tutti insieme sembra che la mia vita sia una schifezza!
Non so perchè su questo blog scrivo solo cose tristi. Forse perchè quelle divertenti le scrivo altrove. Forse perchè mi serve come sfogo. Chi lo sa.
Onestamente, stasera avrei voluto scrivere qualcosa di positivo. Qualcosa di rassicurante. Il problema è che temo di aver consumato tutta la riserva di positività giornaliera, scrivendo due articoli per il giornalino montano con cui collaboro.
Oltretutto, novembre non è proprio il mio mese prediletto. Anzi. A novembre il mio corpo si ribella. Sento male dappertutto. Ma sono dolori farlocchi che il mio corpo si inventa per mettermi paura. Che volete farci... il mio corpo è un burlone, si diverte così!
Quindi. Da un paio di settimane a questa parte, ecco il crepitio all'orecchio (passato), poi il mal di testa (passato), poi il mal di stomaco (ancora in atto saltuariamente), e infine il mal di schiena (in grande spolvero negli ultimi tre giorni). No, non sforzatevi di trovare collegamenti o connessioni. E' solo il mio corpo che cerca di comunicare con me. Vuole dirmi che è triste. Che gli mancano le persone che non ci sono più.
Trascorso novembre, passeranno anche i dolori. Ormai ci sono abituata.
Dunque non saprei proprio cosa raccontarvi di buffo. Facciamo così: mi porto avanti con i tempi. Avrei bisogno di un rapimento su commissione... qualcuno potrebbe gentilmente rapirmi durante le vacanze natalizie e riportarmi a casa (possibilmente ancora tutta intera) in tempo per la befana? Mi farebbe davvero comodo... perchè nell'aria si ventila di una riunione di famiglia che mi vorrei risparmiare. Leggi: NON VOGLIO ANDARCI PER NESSUNA RAGIONE AL MONDO. Le feste dovrebbero servire a riposare, no? A stare in pace. Non a discutere con i parenti. Parenti che oltretutto non sopporti... non vi pare?

H.E.L.P.

 
 
 

STAFF MEETING

Post n°257 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da singer_marla

Sono solo due parole. STAFF MEETING.
Ma sono le due parole più odiose che conosco, ultimamente.
Definiscono in modo inequivocabile la più colossale perdita di tempo che si possa immaginare. Non riesco a pensare, anche sforzandomi, ad un modo peggiore di sprecare una mattinata. Probabilmente se passassi la giornata a dare testate contro un muro, mi divertirei di più.
Il problema è che il mio cosiddetto capo ADORA quelle due parole. E di conseguenza indice un inutile staff meeting ogni due settimane. Ore buttate nel cesso. Lunghissime ore in cui devo sforzarmi di non cadere in stato catatonico. Permanente.
Ebbene, domani mattina mi tocca uno di questi adorabili staff meeting. Quindi: tempo sprecato. Bla bla bla. Sonno sonno sonno. Schifo schifo schifo. E speriamo solo che il capo non abbia le palle girate, perchè se così fosse... allora ci toccherà una delle sue scenette in cui si incazza, batte i pugni sul tavolo, tira un paio di madonne e se la prende con tutti quanti a turno. Risultato: nessuno. Perchè è proprio questo il bello dello staff meeting: non si risolve mai niente. Non si migliora. Non si semplifica.
Ma non è tutto. Non solo la situazione lavorativa resta invariata. Anzi, tende al peggioramento. Si complica. Si contorce.
Ecco perchè odio quelle due parole.

 
 
 

ODIO IL MIO LAVORO, ODIO IL MIO LAVORO, ODIO IL MIO LAVORO, ODIO IL...

Post n°256 pubblicato il 09 Settembre 2009 da singer_marla

Odio il mio lavoro, se non si fosse capito.
Da ragazzina dichiaravo con orgoglio che non avrei mai fatto un lavoro d'ufficio. Che non mi sarei mai potuta sedere ad una scrivania e restarci per tutto il giorno. Che mi sarebbe servito dinamismo, creatività.
Bè, eccomi qui. Faccio un noioso lavoro d'ufficio. Dalle 14 alle 18. Davanti a un computer. Seduta a una scrivania. Noia mortale. Atrofizzazione del cervello. Dolore ai neuroni. Degenerazione delle articolazioni. Lenta mutazione da umanoide a vegetale. Ripetitività macchinosa. Morte cerebrale. Morte.
Non so come farei se non avessi i miei blog per sfogare le migliaia di parole, frasi, metafore che mi esplodono nel cervello, ma restano bloccate. Ferme. Incastrate. Da qualche settimana ho persino ricominciato a tenere un diario. Per vomitarci sopra le parole che altrimenti sedimenterebbero a mo' di stalattiti e stalagmiti, dentro la mia scatola cranica.
Mi viene sempre in mente una scena de "Il diavolo veste Prada". Quando Emily, per autoconvincersi del fatto che i suoi sacrifici sarebbero andati a buon fine, nonostante tutto. Si ripeteva come un mantra: "Amo il mio lavoro, amo il mio lavoro, amo il mio lavoro...".
Io non riesco a fare neppure quello. Ormai sono passata alla fase di odio. Odio puro. Quintessenza di odio puro.
Distillato di odio.
Squisito.

 
 
 

UN QUESITO FACEBOOKIANO

Post n°255 pubblicato il 01 Settembre 2009 da singer_marla

Ho un quesito da sottoporre.
Un quesito idiota. Un quesito da bar, da serata tra amici. Un quesito per chi, come la sottoscritta, se le inventa tutte pur di non lavorare...
Un quesito, dicevo. Moderno, al passo con i tempi. Un quesito "facebookiano", se mi concedete il neologismo.
Ogni tanto (diciamo pure spesso e volentieri) mi capita di fare una piccola ricerca nei meandri del social network, a caccia di nomi noti. Compagni di scuola, ex amici, ex fidanzati, parenti, conoscenti e via dicendo. Così, tanto per curiosare. Tanto per fare qualcosa.
Ebbene. L'altro giorno mi imbatto "casualmente" in un nome noto. Molto noto. Il fratello minore del mio ex fidanzato storico. Un giovinastro che io ho sempre adulato e coccolato (per ingraziarmi il fratello maggiore, ovvio). Ad ogni modo, siamo sempre stati buoni amici... diciamo così. Nel momento in cui l'ho scovato, ho anche scoperto che il suddetto giovanotto è "amico-di-facebook" di mia cugina e di una mia vicina di casa dei monti... entrambe mie amiche facebookiane.
Ora mi domando: come mai noi due non siamo amici?! Voglio dire, se lui ha trovato mia cugina (che porta il mio stesso cognome), allora per quale motivo non "trova" anche me? E vale anche il viceversa, ovvero se fosse stata mia cugina a trovare lui...
Insomma, quando si stipula una nuova amicizia "social", la prima cosa che si fa è andare a vedere le info e la lista di amici del nuovo contatto. Giusto? Almeno, io faccio in questo modo.
Quindi mi resta il dubbio feroce. Sospeso come una spada di Damocle. Chissà. Forse anche lui ha deciso di troncare ogni rapporto con me.

PS: a scanso di equivoci... so benissimo che potrei inviare io la richiesta di amicizia al giovanotto, ma... la mia policy facebookiana prevede che io non chieda amicizia a nessuno. L'ho deciso tempo fa e non me ne sono mai pentita. Evito un sacco di ansie da prestazione e una marea di notti insonni...

 
 
 

UNA PROTESTA ASSORDANTE

Post n°254 pubblicato il 25 Agosto 2009 da singer_marla

Ormai mi conosco.
Conosco ogni maledetta cellula di me stessa e so come interpretare ogni singolo segnale che ognuna di loro decide di inviarmi.
Quindi, ecco i fatti.
Sono tornata a casa da soli due giorni, dopo aver trascorso tre settimane di vacanze meravigliose. La prima settimana a New York (bella da togliere il fiato), poi altre due settimane sui monti. Sono stata bene in ogni momento di ognuno di quei 20 giorni.
Ebbene. Domenica pomeriggio ho preso il treno per tornare a Milano. Lunedì sono andata in ufficio e... come per magia... mi è scoppiata un'emicrania perforante da panico! Sono due giorni che vado avanti a Moment. E nonostante tutto ho la testa che mi scoppia, gli occhi che mi lacrimano e un dolore infernale alla tempia destra. Dormo male, mi viene da vomitare e mi dà fastidio ogni forma di luce.
E' fin troppo chiaro: il mio corpo sta protestando sonoramente. Protesta perchè non vuole stare chiuso in ufficio. Protesta perchè non vuole fare un lavoro noioso e inutile. Protesta perchè non ne può più di questa città. Protesta mandandomi segnali assordanti e invalidanti.
Resta solo da capire cosa fare. Ascoltarlo oppure abbatterlo a furia di ibuprofene.

 
 
 

ELOGIO DELLA GENTILEZZA

Post n°253 pubblicato il 14 Agosto 2009 da singer_marla

Non volevo parlare di questo argomento. Ma ci sono costretta.
Se c'è una cosa che davvero non tollero, che mi manda su tutte le furie, è la scortesia. La maleducazione. L'assenza di quella che un tempo si chiamava buona creanza.

Stamattina sono uscita per andare a comprare il pane nel minuscolo negozio che c'è qui nel paesello. Arrivo davanti alla porta e con una mano scosto la tendina per entrare... ma vedo un tizio che contemporaneamente sta uscendo.
Purtroppo io ho la buona educazione iscritta nel dna, mi viene spontanea, istintiva... come respirare. Quindi mi fermo all'esterno e tengo la tenda scostata con la mano per farlo passare. Lui non fa nemmeno il gesto di tenersi da solo la tendina. No, no. Esce bello giulivo con le braccia lungo i fianchi e non dice una parola. Io lo seguo con lo sguardo, per intuire almeno un suo mezzo sorriso di ringraziamento. Niente. Se ne va senza neppure guardarmi in faccia. E io lì, con il lembo della tenda ancora in mano. A quel punto gli grido dietro: "Prego!". Ma niente. Lui non si scompone, non si volta, non reagisce. Niente. Se ne va via e basta.
Ecco, da quel momento sono incazzata come una furia. Giuro che se avessi avuto qualcosa di contundente per le mani glielo avrei volentieri spezzato sulle rotule. Che stronzo! Un tizio giovane, peraltro. Sui quaranta. Mica un vecchio o un ragazzino.
Mamma mia! Sono furiosa!
Soprattutto se ripenso alla settimana scorsa, trascorsa a New York. Lì le persone sono gentili... tutti ti danno volentieri una mano, ti aiutano, si fermano a chiederti se hai bisogno. Nei locali o nei negozi, tutti ti chiedono come stai, se possono esserti utili, ti ringraziano mille volte, si danno da fare per farti sentire a tuo agio.
Ecco, dopo una settimana così... torno nel mio paese e mi ritrovo circondata da idioti maleducati.
Tanto per dirne qualcuna. A Malpensa ho rischiato di non trovare il mio bagaglio e poi di prendermi qualche brutta infezione nei bagni, alla Stazione Centrale almeno 200 persone mi hanno chiesto dei soldi, sul treno c'era un tizio seduto al mio posto che si è incazzato quando gli ho chiesto di andarsene, il controllore non ha saputo darmi un'informazione che gli avevo chiesto... mi ha detto che tornava più tardi a darmela ma lo sto ancora aspettando. E oggi questo.
Io non ce la faccio più. E' davvero così difficile essere cortesi? Mi sento sempre più attratta dall'idea di emigrare. Altrove. Dove se tieni la porta a qualcuno, quello come minimo ti dice grazie. Come minimo.

 
 
 

IL TEMPO VOLA, QUANDO CI SI ROMPE

Post n°252 pubblicato il 19 Luglio 2009 da singer_marla

No, non sono morta.
E nonostante le parole di Marla, qui accanto, non lo considero una tragedia. Non proprio.
Il fatto è che mi sono persa. Ho cominciato a saltare qualche appuntamento con i miei post e... quasi senza che me ne accorgessi, era già passato un mese.
Avete presente? Quando lasci scorrere le cose, le giornate, le ore... lasci che i minuti ti attraversino senza protestare... lasci che il calendario proceda imperterrito... lasci che la vita proceda senza il tuo contributo. Poi ti svegli una mattina e ti rendi conto che ti sei persa delle settimane.
Ecco. Mi è capitato questo. Più o meno.
Riprendermi dal viaggio a Londra è stato più faticoso del solito. Perchè questo è un periodo in cui "tornare a casa" mi pesa moltissimo. Preferisco stare altrove. Ho la smania di viaggiare. Vorrei spendere tutti i (pochi) soldi che possiedo in viaggi. Adesso. Domani. Subito.
In realtà ho già un nuovo viaggio bello che pronto. Tutto prenotato e predisposto. Parto tra due settimane. Ve ne parlerò. Ma non è questo il punto. Il punto è che appena torno vorrei già andarmene un'altra volta. Perchè se resto, finisce che mi perdo ancora le settimane. I mesi. Se resto troppo a lungo, finisce che il tempo mi vola via e non so più come riacchiapparlo.
No, non sono morta. Non fisicamente. Ma di noia sicuramente sì.

 
 
 

OGGI HO LA CAROGNA

Post n°251 pubblicato il 03 Giugno 2009 da singer_marla

No, niente. Oggi ho la carogna addosso.
Un carognone da quintale che mi preme sulle spalle e mi impedisce di respirare. Mi sento soffocare. Senza parole. Senza sorrisi. Oppressa da un senso di disgusto per tutto e tutti.
Niente di grave, tra pochi giorni si attenuerà, fino a scomparire. Mi è già capitato. Il motivo? Sono appena tornata da un viaggio a Londra.
Eh, Londra mi fa questo effetto. Quando la lascio per tornare a Milano, improvvisamente mi fa schifo tutto. Mi pare tutto così... banale. Ovvio. Grigio. Insignificante.
Mentre ero là non mi sono mai rosicchiata le unghie... sono qui da meno di 24 ore e già ho le dita sanguinanti. Mentre ero là mi sono abbronzata, stavo sempre fuori, al sole... nei parchi, per le strade, lungo il Tamigi... ora sono in ufficio da poco più di tre ore e già mi sento morire. Sempre seduta, sempre davanti al computer, a fare uno schifo di lavoro. Spenta. Svuotata.
A Londra ho visto mostre, luoghi, persone. Ho assaggiato sapori diversi. Ho respirato atmosfere più rilassate. Qui a Milano c'è solo gente che mi spintona, orribili mezzi pubblici e panorami grigi.
...e non funziona neppure la cazzo di macchinetta del caffè!!!

 
 
 

POST ONIRICO

Post n°250 pubblicato il 18 Maggio 2009 da singer_marla

Io e il lunedì non andiamo d'accordo. Questo ormai si sa.
Quindi me le invento tutte pur di non lavorare. Compreso scrivere post. Mentre bevo un orribile caffè della macchinetta. E mangiucchio biscotti (preparati da me e portati in ufficio).
Questo per me è tempo di sogni. Infatti. Da qualche notte a questa parte faccio dei sogni stranissimi (ma in fondo piacevoli). Come ieri.
Ieri ho sognato la mia nonna. Ora, dovete sapere che la mia nonna materna non c'è più da quasi dieci anni, purtroppo. E quando mi capita di sognarla è sempre una gioia.
Dunque, dicevo. Ho sognato la mia nonna. Ero nella sua casa dei monti. C'eravamo solo io e lei. Una sera ero affaccendata a leggere non so cosa e mi sono addormentata sul divano al piano terra. La mattina dopo mia nonna è scesa in soggiorno, ha aperto le finestre e quando mi ha vista si è preoccupata che avessi dormito male. Continuava a ripetermi che non avrei dovuto dormire sul divano e che lei mi aveva preparato il mio letto al piano di sopra, con le lenzuola pulite e profumate. Io cercavo di spiegarle che mi ero addormentata lì e che avevo dormito comunque bene. Ma lei non sentiva ragioni e mi ripeteva che avrei dovuto salire. Poi mi ha detto una cosa strana: "Come faccio a proteggerti se non dormi dove ti ho preparato il letto?"
Mi sono svegliata felice di averla rivista e sollevata al pensiero di qualcuno che mi protegge mentre dormo. Ce ne vorrebbero di più di sogni come questo.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: singer_marla
Data di creazione: 20/08/2006
 

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LA FILOSOFIA DI MARLA

Fu così che conobbi MARLA SINGER. La sua filosofia di vita era che poteva morire da un momento all'altro. La tragedia, diceva, era che non succedeva
 

THIS IS MY LIFE...

 

DIALOGO DELLA SETTIMANA

-"Da quant'è che non ti prendi una vacanza?"
-"Non lo so, c'era ancora Clinton...
"

 

FILM DELLA SETTIMANA

 

 

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