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« iI Cattolici Comunisti, ...trasformismo politico »

riflessioni sulla resistenza

Post n°67 pubblicato il 26 Aprile 2015 da marovich

Oggi a settanta anni dalla data del 25 aprile 1945, possiamo parlare e riflettere su cosa sia stato storicamente il fenomeno della Resistenza Italiana.

Il primo aspetto della Resistenza Italiana è quello della pluralità delle forze politiche che parteciparono all'evento storico, e della azione politica unitaria di queste nella lotta di liberazione.

Fin dal 1942 quando i partiti politici rifondano le loro organizzazioni in Italia,e iniziano a mettersi d'accordo tra loro,per unirsi nell'azione di rovesciamento del fascismo, abbiamo uno spettro politico che va dai liberali ai comunisti passando per azionisti democristiani e socialisti, che vogliono tuttil'abbattimento del fascismo.

Il fine e il crollo della dittatura e questo determinerà una forte coesione del fronte antifascista e democratico, cosa che in Francia fu molto più debole.

La forza delle neonate organizzazioni politiche dei partiti viene alla luce nel marzo del 1943, con lo sciopero degli operai della FIAT a torino e delle industrie del triangolo industriale, che mette il Fascismo di fronte al crollo verticale di consenso, del regime.

A ragine gli scioperi del Marzo 1943, unici in tutta l'Europa in guerra e avvenuti in un paese dell'Asse, sono il primo atto della Resistenza in Italia.

Con la fine del ventennio fascista il 25 luglio 1943, le forze politiche e sindacali italiane, riemergono dalla clandestinità, e dalla prigionia, i leader politici, di quel momento portano alla luce le loro organizzazioni, e danno luogo alla trattativa che il 9 settembre 1943, porterà il giorno dopo l'armistizio alla formazione del CLN.

Il CLN da subito ha il controllo delle forze politiche e delle divisioni partigiane, la stessa creazione della sezione Alta Italia, deriva dalla volontà fi un forte coordinamento, cosa che sarà palese per tutta la guerra di liberazione.

La scelta di rinviare la questione istituzionale a dopo il conflitto, per convogliare tutte le forze nella lotta di liberazione e la formazione dei governi di CLN, prima Badoglio e poi i due governi Bonomi, da ai risorti paqrtiti democratici la guida del paese, e da alla Resistenza il sigillo definitivo di movimento nazionale.

La Resistenza non fu solo un movimento di una élite combattente, democratica, contro un'altra élite combattente repubblichina e neofascista, appoggiata dalle forze germaniche naziste, ma un vero e proprio movimento di Massa.

Come fin dall'inizio della lotta di iberazione si palesò nelle quattro giornate di Napoli, le masse furono protagoniste della lotta di liberazione, sia con insurrezioni, come quella napoletana sia con gli scioperi operai che dall'ottobre 1943 fino all'aprile del 1945 furono una costante della lotta di liberazione.

Gli scioperi più importanti furono quelli genovesi del marzo 1944, che determinarono la deportazione il 16 giugno dello stesso anno di 1500 operai della San Giorgio e dell'Ansaldo, al lavoro coatto in Germania.

All'interno della Resistenza ci fu anche un grosso movimento di massa per salvare gli Ebrei dal genocidio, conventi, elaici che rischiarono la propria vita per salvare i perseguitati Ebrei,questo atto era una ribellione aperta alla retorica razziale dell'ultimo fascismo e del nazismo.

Sempre di famiglie e singoloi che rischiarono la vita, noi abbiamo quella massa di contadini e cittadini che dettero rifugio e vitto ai Partigiani e a coloro che non volevano risponere alla leva di Salò

La lotta armata dei partigiani sia in montagna con le Divisioni partigiane organiozzate, sia quella dei GAP(gruppi di azione Partigiana) e SAP(squadre di azione Partigiana) nelle3 città coinvolse circa trecentomilauominiin armi che il CLN, riuscì a organizzarein un vero e prioprio esercito con a capo il generale Raffaele Cadorna e la Creazione del Corpo Volontari della Libertà (CVL) agli ordini del CLNAI e del CLN nazionale.

Nei Partigiani, non vi era una velleitaria lotta di liberazione di una Patria Morta, come afferama Ernesto Galli della Loggia, ma il risorgere della patria liberale e democratica uccisa dal Fascismo.

Fin dall'inizio che va in Montagna a combattere contro i Nazismo e il Fascimo ha forte il concetto di Patria, formatosi nel Risorgimento Italiano, che non fu un movimento autoritario, ma liberale e democratico, e la Resistenza è figlia di quella corrente democratica del Risorgimento che ha i suoi massimi esponenti in Mazzini e Garibaldi .

E' forte l'amore di Patria nella Resistenza, in tutti gli schieramenti che ne fanno parte, anche i Comunisti hanno la stessa visione della nostra Nazione, la cosa importante e far risogere lo spirito nazaionale democratico che il Fascismo aveva cercato di seppellire.

Il Fascismo con la sua retorica fu la vera morte della Patria, la Resistenza fu la sua rinascita.

Si sviluppa anche nella temperie della lotta di liberazione, una nuova visione di stato e società, che avrà il suo sigillo nella nostra Costituzione, che non è una Costituzione Liberale, ma una Costituzione Democratica.

Oggi ripensando a quel periodo storico, abbiamo come l'impressione di un'Italia migliore di quella di oggi, la quale ha voluto mettere in luce come l'italiano non era corrotto bensì migliore di come fosse rappresentato e si autorappresentasse.

Anche se oggi a causa di persone come Andreotti e Berlusconi si è esaltato lo spirito levantinmo e furbesco dell'Italiano, avvilendo i nostri pregi e quindi tornando nella consioderazione mondiale come inaffidabili, io penso che se ci rifacciamo ai valori della lotta di liberazione potremmo tornare ad essere una nazione ed un popolo affidabile.

Concludendo, la Resistenza ci ha dato questi settanta anni di democrazia, e molte volte pensiamo anche per i politici che non sia così, ma se nelle democrazie è il popolo che decide chi governa, le maggioranze e le opposizioni, bisogna anche controllare non sooo delegare, lo so è una fatica si fa prima a brontolare che ad agire politicamente,ma la democrazia è fatica non un pranzo di gala.    

 
 
 
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