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Presto /
anche noi (…) saremo /
perduti in fondo a questo fresco /
pezzo di terra: ma non sarà una quiete /
la nostra, ché si mescola in essa /
troppo una vita che non ha avuto meta. /
Avremo un silenzio stento e povero, /
un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

Cazzarola!

 

 

Messaggi del 10/09/2014

 

Tornare a Keynes: Renzi, vai così!

Post n°1968 pubblicato il 10 Settembre 2014 da massimocoppa
 

Toh, col suo “no” all’austerity a tutti i costi, il premier mi sta piacendo!
TORNARE A KEYNES: RENZI, VAI COSI'!

Mi rendo conto che questo post potrà sconcertare chi mi segue da tempo. Si sa che sono fortemente critico sulla figura di Renzi, sulle sue capacità, sulle sue intenzioni, sul modo con cui è arrivato al governo, su quanto sta facendo.
Però, in tutta onestà, devo dire che concordo totalmente con la sua presa di posizione contro l’austerity a tutti i costi, contro un’Europa prona ai voleri della Germania, contro il feticcio del bilancio in pareggio a cui tutti ci stiamo impiccando: in Italia siamo arrivati addirittura a metterlo nella Costituzione, un’assurdità clamorosa!
Nonostante alcuni provvedimenti turbocapitalistici, tra i quali la riforma del mercato del lavoro con l’introduzione della totale libertà di licenziamento (perché si vuol far credere che la Spagna, così facendo, sta risolvendo i suoi problemi economici), Renzi sorprende per una battaglia che, nell’Europa delle istituzioni, dopo la breve accondiscendenza della Francia, lo vede solo: no al diktat del bilancio, sì alla spesa pubblica volta a sostenere la domanda.
E’ Keynes, bellezza!
Per formazione universitaria sono keynesiano: credo, cioè, nel pensiero dell’economista britannico John Maynard Keynes, le cui ricette consentirono agli Stati Uniti (e quindi al mondo intero) di uscire dalla “Grande Depressione”, la spaventosa crisi economica del 1929 che, a quanto pare, resta insuperata ancora oggi.
L’economia non è una scienza esatta, per cui la bontà di una teoria si valuta solo se ha successo: le teorie keynesiane sono state testate nel fuoco della crisi ed hanno dimostrato la loro validità.
Nonostante la recessione che attanaglia l’Occidente dal 2008, in Europa gli Stati più forti vogliono continuare ad insistere sulla teoria economica contrapposta: quella secondo cui aumentando le tasse, abolendo lo Stato sociale, tagliando la spesa pubblica e pareggiando infine il bilancio tutto andrà magicamente a posto, l’economia ripartirà, si avrà la piena occupazione e tutti vivremo felici.
Questo mondo perfetto, diceva il mio professore all’università, esiste solo nella fantasia di alcuni economisti, quelli della scuola liberale; aggiungo che questa filosofia, contro tutte le evidenze storiche ed attuali, è al potere in Europa.
Se non si sostiene la domanda per beni ed investimenti, se non si consente l’aumento del potere di spesa delle persone, se non si persegue la piena occupazione, potremo avere i bilanci in ordine, va bene, ma saremo disoccupati, ci trascineremo nell’indigenza, saremo lasciati soli dallo Stato ed i servizi pubblici spariranno: questa è l’Europa che vuole la Germania? Questo è il mondo sognato dai burocrati dell’Unione Europea? Le esigenze degli esseri umani calpestate dalla dittatura dei bilanci?

Spero che Renzi continui a combattere per un’idea di economia che riporti il denaro al servizio dell’uomo, e non il contrario, contro gli interessi e l’ottusità di alcuni poteri for
ti e della Germania.

 
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