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"Conosceremo una grande quantità di persone sole e dolenti nei prossimi giorni, nei mesi e negli anni a venire. E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: ricordiamo".

Ray Bradbury, "Fahrenheit 451"

 

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Un uomo può perdonare
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Presto /
anche noi (…) saremo /
perduti in fondo a questo fresco /
pezzo di terra: ma non sarà una quiete /
la nostra, ché si mescola in essa /
troppo una vita che non ha avuto meta. /
Avremo un silenzio stento e povero, /
un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

Cazzarola!

 

 

 

 

IL CLOCHARD CHE MUORE MENTRE GLI ALTRI SI DIVERTONO

Post n°2189 pubblicato il 04 Gennaio 2024 da massimocoppa
 

IL CLOCHARD CHE MUORE MENTRE GLI ALTRI
SI DIVERTONO

Io ci sto pensando da giorni, ma la cosa non ha interessato particolarmente i giornali napoletani, tant’è vero che vi hanno dedicato un brevissimo trafiletto di poche righe: tutti, senza eccezione. Un trafiletto nell’ambito di almeno una paginata dedicata alla notizia principale.
La notizia principale era la cronaca del concerto di Capodanno tenutosi in Piazza Plebiscito. La notizia, a quanto pare, secondaria era che un clochard asiatico, un senzatetto, è stato trovato morto la mattina dopo, dietro il palco del concerto.
Probabilmente è morto proprio mentre i cantanti si esibivano e la gente, mezzo ubriaca, strepitava e rideva sguaiatamente di quella felicità sforzata e un po’ cretina che porta la vigilia del Capodanno.
Pensate: un asiatico vive tra i barboni di Napoli e ci muore pure. Di stenti, di malattia, di mal di vivere: forse di tutte queste cose messe insieme. Non se ne accorge nessuno, mentre accade: non importa quasi a nessuno, dopo.

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THE KOLORS COME PADRE PIO, HANNO IL DONO DELLA BILOCAZIONE?

Post n°2188 pubblicato il 04 Gennaio 2024 da massimocoppa
 

THE KOLORS COME PADRE PIO, HANNO IL DONO DELLA BILOCAZIONE?
Stranamente nessun commentatore o cronista, sui media nazionali ed anche campani, ha notato che i “The Kolors” sono stati capaci di suonare nella stessa serata della vigilia di Capodanno, nei concerti in piazza a Crotone ed a Napoli.
Sulla loro presenza in Calabria sono testimone diretto, perché li ho visti su Rai Uno, dove veniva trasmesso il concertone condotto da Amadeus.
Sulla loro quasi contemporanea presenza a Napoli so “de relato”, perché ne hanno scritto i giornali napoletani on line e cartacei (nessuna emittente televisiva campana ha ritenuto di trasmettere in diretta il concerto tenutosi in Piazza Plebiscito).
Com’è possibile che i Kolors abbiano suonato in Calabria ed a Napoli la stessa sera?! Hanno usato un elicottero o direttamente il teletrasporto? Perché non credo che godano del dono mistico della bilocazione, come Padre Pio...

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LA MELONI VIENE ACCUSATA DI ESSERE ANTI UE MA ANCHE NO: UN PO’ DI LOGICA, PER FAVORE!

Post n°2187 pubblicato il 21 Dicembre 2023 da massimocoppa
 

LA MELONI VIENE ACCUSATA DI ESSERE ANTI UE
MA ANCHE NO: UN PO’ DI LOGICA, PER FAVORE! 
  
Premesso che sono due legislature che non vado a votare (lo preciso per chi pensasse che io abbia simpatie particolari per l’attuale governo), credo che anche nel fare opposizione (in parlamento e sui giornali) ci si debba concentrare su un minimo di coerenza.
Mi spiego meglio. Tutti i giornali di oggi ci informano che in sede europea si è raggiunto un accordo sul cosiddetto “patto di stabilità”: quello strumento di politica economica basato sugli equilibri di bilancio dei vari Paesi.
Non entro nel merito perché è una materia complicata e che presta il fianco a discussioni che non possono trovare spazio in un post. Voglio però notare che la premier Meloni viene accusata, da Pd e Grillini, oltre che da “Repubblica”, di essersi piegata ai diktat di Germania e Francia.
Per dirla in estrema sintesi: l’Italia vorrebbe più flessibilità nei deficit di bilancio, la Germania (famosa per la sua severità) e la Francia no. Caso strano, quello di Parigi, perché la Francia ha problemi di bilancio notevoli ed aveva fatto sponda con l’Italia, negli ultimi anni ed in era Covid, per consentire deroghe e frapporsi ai virtuosi tedeschi. Ma non divaghiamo. Quello che voglio dire è che per un semplice fatto logico e di coerenza non possiamo, contemporaneamente, accusare il governo Meloni di non essere sufficientemente europeista o addirittura di essere antieuropeista, e poi criticarlo ugualmente perché fa come prescrive l’Europa.
Se vogliamo essere europeisti allora dobbiamo rassegnarci al fatto che la Germania comanda, da sempre, e subito dopo viene la Francia e veniva la Gran Bretagna, quando ancora era nell’UE. Se vogliamo fare la guerra alla Germania ed alla Francia allora va da sé che dobbiamo metterci ipso facto contro l’Unione Europea.
Che vogliamo fare? Prendiamo una decisione, una buona volta.

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L’ANTISEMITISMO È VIVO E LOTTA INSIEME A NOI...

Post n°2186 pubblicato il 06 Novembre 2023 da massimocoppa
 

L’ANTISEMITISMO È VIVO E LOTTA INSIEME A NOI...
Onestamente non credevo che l’antisemitismo fosse un sentimento ancora così radicato dovunque, nel mondo, anche nei Paesi teoricamente più evoluti.
Per anni mi sono lamentato della grandissima promozione data dai media, dalle scuole e da moltissime istituzioni alla cosiddetta “Giornata della Memoria”, vale a dire al ricordo, che si celebra il 27 gennaio di ogni anno, della Shoah, lo sterminio degli ebrei ad opera dei nazisti.
In realtà è tutta la settimana intorno a quel giorno ad essere teatro di celebrazioni, iniziative, riflessioni, articoli, servizi televisivi e quant’altro.
Mi sono sempre detto: a quando una giornata per le vittime dei Gulag, i campi di lavori forzati sovietici, o dei Lao-Gai, i campi di rieducazione cinesi?
Constatando che la Russia contemporanea ha nostalgia della grandeur sovietica e che Stalin, uno dei mostri del ventesimo secolo, viene rivalutato anche a Mosca, ribadisco che, di certo, bisognerebbe varare iniziative per ricordare, o far sapere, che anche i regimi comunisti, e non solo quelli di destra, hanno imprigionato, torturato e ucciso milioni di persone per motivi politici, ideologici ed anche razziali.
Tuttavia mi rendo conto adesso che non solo dobbiamo conservare la “Giornata della Memoria”, ma dobbiamo addirittura potenziarla ulteriormente.
Nella mia ingenuità, davo per scontato che l’antisemitismo, almeno nel mondo occidentale, non esistesse più. Invece, scopriamo che è durata pochissimo la solidarietà tributata ad Israele per la brutale azione di Hamas che, il 7 ottobre, partendo dalla Striscia di Gaza ha attaccato il territorio ebraico uccidendo migliaia di civili inermi e rapendone centinaia.
I “sì, però” pelosi sono cominciati quasi subito: “sì, azione orribile, però Israele spadroneggia da anni”; “sì, atti omicidi, ma i palestinesi sono oppressi” e via discorrendo.
Razionalmente, posso capire l’antisemitismo dei palestinesi e degli arabi che vivono nei cosiddetti “territori occupati” da Israele dopo la guerra del 1967: è difficile chiedere a persone che soffrono per una situazione obiettivamente pesante di fare differenza tra lo Stato di Israele e persone di religione e cultura ebraiche. Tenderanno a confondere le cose, diventando di fatto, più che antisionisti, antisemiti tout court.
Ma è sconvolgente assistere a manifestazioni dove migliaia di persone a Roma, Parigi, Londra (Londra!) e Vienna inneggiano non ai palestinesi, ma proprio ad Hamas, un’organizzazione terroristica che si propone di cancellare Israele dalla faccia della terra; manifestazioni dove risuonano slogan dell’estremismo islamico e viene bruciata la bandiera con la stella di Davide. Nello stesso tempo, importanti università americane liberal non si schierano e moltissimi studenti inveiscono contro il popolo ebraico: e questo accade anche a Princeton, che credevamo un faro di sapienza illuminata e dove insegnò uno scienziato ebreo che non ha bisogno di presentazioni, Albert Einstein.
Di pari passo, si ha un’impennata di episodi di antisemitismo dappertutto, con la ricomparsa delle famigerate stelle di Davide usate come marchio su abitazioni ed esercizi commerciali.
Che cosa provoca questi episodi in Paesi occidentali, evoluti, democratici, alcuni dei quali hanno combattuto il nazismo?
In Francia ci sono milioni di persone di origine nordafricana: moltissimi sono cittadini francesi, le cui famiglie vengono dalle ex colonie. Francesi sulla carta, ma mai integrati: si richiamano alla cultura araba ed alla religione islamica, purtroppo scegliendone le interpretazioni più radicali, come quella salafita; e gli estremisti islamici, si sa, sono antisemiti.
Londra ha un problema analogo: milioni di immigrati vengono dalle ex colonie, con tutto quel che ne consegue a livello culturale.
Vienna, a quanto pare, è rimasta incline a quelle suggestioni filonaziste che fecero scegliere all’Austria di unirsi alla Germania con l’Anschluss.
Ma gli Stati Uniti?! Un Paese che ha combattuto Hitler e dove la comunità ebraica ha avuto sempre un punto di riferimento certo, oggi vede centri culturali progressisti schierarsi contro Israele. E l’Italia? Napoli e Roma si sono distinte per manifestazioni sostanzialmente estremistiche, schiacciate a favore di Hamas; ed anche da noi il mondo accademico simpatizza più per i terroristi, come accaduto nelle università di Bologna e di Napoli.
Si è sempre detto che gli italiani non sono antisemiti: che le leggi razziali varate dal fascismo nel 1938 erano solo un modo per accontentare Hitler e la sua fissazione anti-ebraica. Moltissimi fascisti, anche dei più accesi, erano ebrei; lo stesso Duce aveva addirittura avuto una famosa amante ebrea, Margherita Sarfatti; e, in definitiva, le leggi razziali non furono mai applicate fino in fondo, da noi, almeno nel senso che gli ebrei non furono rastrellati e sterminati, come facevano i tedeschi altrove e come fecero quando presero il potere anche in Italia dopo l’8 settembre 1943. A parte il triste caso della Risiera di San Sabba, a Trieste, non sono mai esistiti campi di concentramento per gli ebrei, in Italia; e gli episodi che hanno visto gli italiani e la Chiesa proteggere e nascondere gli ebrei sono migliaia. Lo storico Renzo De Felice, molti anni fa, dedicò uno studio in due libri (“Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo”) all’effettiva situazione degli ebrei durante il fascismo, traendone un giudizio abbastanza assolutorio verso l’indole e gli atti del popolo italiano.
Tutto ciò, evidentemente, è cambiato. Ci sono larghi settori della politica e del popolo italiano che flirtano con l’antisemitismo. Sono quegli stessi settori che parteggiano per la Russia contro l’Ucraina. L’Italia si scopre essere un Paese incivile, che non nutre grande trasporto verso valori come la democrazia ed i diritti umani, che non distingue l’aggressore dall’aggredito, che simpatizza per regimi nemici della libertà.
A me piacerebbe mandare tutti questi begli ingegni che provano trasporto per Putin e per Hamas a trasferirsi in Russia o in un territorio governato da un gruppo fondamentalista islamico: vorrei vedere se gli piacerebbe vivere sotto un regime che soffoca ogni protesta e spia il tuo modo di vivere pretendendo di regolarne ogni aspetto.
Purtroppo, le sinistre italiana ed americana, o quel che ne resta, da questo punto di vista hanno grandi responsabilità. Specialmente da noi, la sinistra ha sempre flirtato con i palestinesi, gli arabi e tutti i nemici di Israele e degli Stati Uniti, per cui queste scorie sono rimaste nel circuito culturale del Paese e, come tossine, ne hanno avvelenato il corpo politico e sociale. È questo il motivo per cui, parafrasando un celebre slogan comunista degli anni di piombo, possiamo dire che l’antisemitismo “è vivo e lotta insieme a noi”...

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GLI ITALIANI NON VOGLIONO I CIRCHI CON ANIMALI

Post n°2185 pubblicato il 02 Ottobre 2023 da massimocoppa
 

GLI ITALIANI NON VOGLIONO I CIRCHI
CON ANIMALI

Ogni tanto accadono cose che mi riconciliano con il prossimo, specie se italiano.
Da un sondaggio effettuato dalla prestigiosa Doxa per conto della LAV, benemerita associazione animalista nazionale, è emerso che la stragrande maggioranza degli italiani è contraria all’uso degli animali nel circo.
La cosa mi ha veramente sorpreso: non credevo fossimo così all’avanguardia come coscienza animalista. Credo di essere andato al circo una o forse due volte in tutto nella mia vita, e l’ultima ero probabilmente un ragazzino. Ne ho un appannato ricordo di elefanti e tigri malconci e tristi. Allo zoo non sono andato mai.
Purtroppo ancora accade che dalle mie parti arrivi il circo con animali: non so quanta gente ci vada, ma il fatto che ritorni (seppur non spesso) mi ha fatto sempre pensare che la mia posizione favorevole alla loro chiusura fosse minoritaria o addirittura solitaria.
Forse nel mio contesto geografico il circo con animali incontra ancora qualche affezionato, ma gli italiani a quanto pare ne sono stufi.
Secondo il sondaggio Doxa realizzato a settembre, dunque, il 76 % dei nostri connazionali è contrario all’uso degli animali nei circhi; il 79 %, inoltre, vorrebbe che i finanziamenti pubblici (pagati, quindi, con i soldi nostri) destinati ai circhi venissero riservati esclusivamente a quelli che non prevedono l’uso degli animali; e ancora, l’80% degli italiani è disposto ad andare a spettacoli circensi senza animali.
Il circo in sé, inoltre, sembra aver perso molto del suo appeal di un tempo: il 45 % degli italiani intervistati ha affermato di non andarci da oltre dieci anni ed il 6 % di non esserci addirittura andato mai.
Chi volesse approfondire la metodologia ed i risultati dell’indagine, può scaricare il rapporto conclusivo andando QUI.
Acquisita l’opinione degli italiani, speriamo che ora ci sia qualche forza politica nazionale che voglia farsi carico di reindirizzare gli aiuti per i circhi solo a quelli senza animali, o addirittura emanare una legge che vieti definitivamente questi centri di prigionia e tortura itineranti, che mortificano e ridicolizzano le bestie.

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