Amore cristiano

riflessioni e meditazioni sulla Parola di Dio

 
 

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ECCO, IO VI MANDO COME PECORE IN MEZZO AI LUPI

Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi.

Siate dunque prudenti come i serpenti e

semlici come le colombe.

Però guardatevi dagli uomini, perchè

vi consegneranno ai tribunali, e vi 

flagelleranno nelle loro sinagoghe,

e sarete consegnati ai governanti, per causa mia

e per rendermi testimonianza davanti a loro.

Matteo 10, 16-18.

 

 

SAPIENZA DI DIO

"O profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi, e incomprensibili le sue vie!" (Romani 11:33) La nostra conoscenza è limitata. Vediamo soltanto frammenti di verità. Siamo come fanciulli sulla riva del mare che raccolgono ciottoli e conchiglie, mentre le profondità dell'oceano rimangono nascoste. Tsofar di Naama dice: Puoi tu scandagliare le profondità di Dio? arrivare a conoscere appieno l'Onnipotente? Si tratta di cose più alte del cielo... e tu che faresti? di cose più profonde del soggiorno de' morti... come le conosceresti? (Giobbe 11:7, 8). Giobbe stesso, parlando delle opere di Dio che si manifestano nella natura e nella Sua provvidenza, aggiunge: Ecco, questi non son che gli estremi lembi dell'azione sua. Non ce ne giunge all'orecchio che un breve sussurro ma il tuono delle sue potenti opere chi lo può intendere? (26:14). Dovremmo imparare questa lezione. Il Signore non è un uomo, non è uno di noi. Se potessimo comprenderLo, Egli non sarebbe Dio. La Sua grandezza Lo pone al di fuori della nostra comprensione. Non possiamo sperare di capire le motivazioni che hanno guidato le Sue azioni. Alcuni interventi divini nella nostra vita spesso ci appaiono insoliti. A volte rimaniamo sconcertati, e pensiamo: Se Dio mi amasse permetterebbe questo? Dovremmo imparare a confidare nel Signore anche nei misteri più profondi, non aspettandoci di comprendere ogni cosa. Dobbiamo essere sicuri del Suo amore e della Sua bontà persino quando ci troviamo nelle tenebre più fitte e il volto di Dio è velato dalla nebbia più impenetrabile. I credenti nati di nuovo non sono fuoriusciti dal regno della ragione che esibiscono tristemente menti vuote, non sono anime addormentate le une sulle altre, ma persone nel cui intelletto è presente la nozione umiltà. Come anime sulla riva dell'immensità della vita, i credenti, mossi dallo Spirito di Dio, aspirano all'abbassamento di un ingombrante e dannoso io. Più la Luce avanza, più le tenebre si diradano. Ecco il motivo per cui riusciamo ad abbassare il capo di fronte alla volontà di Dio, anche quando non riusciamo a comprenderla. Stiamo in silenzio davanti al Signore, quando non riusciamo a capire. Questa è la vera fede. A cura di: Consapevoli nella Parola http://consapevolinellaparola.blogspot.it/p/una-parola-per-oggi.html

 
 
 

LA PERFETTA SOVRANITA' DI DIO!

Ogni pagina delle Sacre Scritture rende testimonianza alla dottrina dell'assoluta sovranità di Dio su tutto e su tutti. Ciononostante, vi sono cristiani che non lo vedono o che, pur vedendolo (nei chiari termini in cui ce ne parla la Bibbia), non riescono ad accettarlo e ricorrono ad ogni sorta di sofismi pur di attribuire all'uomo almeno un poco di sovranità e di gloria, non sopportando che Dio sia Dio! L’intera Bibbia è rivelazione di Dio nella Sua suprema sovranità. Dio fa ciò che vuole, quando vuole, nel modo che vuole, senza dover chiederne il permesso ad alcuno. Egli è “colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà” (Efesini 1:11). Il Salmo 115:3 lo afferma in questo modo: “Il nostro Dio è nei cieli: egli fa tutto ciò che gli piace”. Il Salmo 135:6 dice: “Il SIGNORE fa tutto ciò che gli piace, in cielo e in terra, nei mari e in tutti gli oceani”. Dio è sovrano: Egli ha pieno controllo su ogni cosa. Se mi dovessero chiede di mostrare la sovranità di Dio citando un solo versetto della Bibbia, probabilmente indicherei Romani 11:36. Da Romani 8:28 fino alla fine del capitolo 11, l’apostolo Paolo descrive la supremazia, maestà e sovranità di Dio in termini incontrovertibili. Eppure Paolo non è solo un teologo della mente, ma anche un teologo del cuore, e quindi la sua alta teologia diventa culto, dossologia, quando, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, esclama: “Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie! Infatti «chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì da riceverne il contraccambio?». Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen”. Tutto è da Lui. Dietro tutti i piani escogitati sia da uomini che da topi, sta Jahvè, sovrano e maestoso nel Suo regale splendore. Tutto è da Lui. Come afferma la Confessione di fede di Westminster: “Dio ha ordinato dall'eternità, secondo il sapientissimo e santissimo consiglio della Sua propria volontà, in modo libero ed immutabile, tutte le cose che sarebbero avvenute. Tuttavia, ciò non implica affatto che Dio sia autore del peccato, né che in questo modo Egli forzi la volontà delle creature, o che sia tolta la libertà o contingenza delle cause secondarie. Tutto ciò, al contrario, viene stabilito” (3:1) [1]. È stato scritto molto per spiegare queste parole della Confessione, ma non c’è assolutamente alcun dubbio su ciò che dice il testo e che cosa intende quando lo dice. Tutte le cose sono da Lui. Tutto è per mezzo di Lui. Nel testo di Romani leggiamo poi che tutto è “per mezzo di Lui”. Tutte le cose esistono mediante la Sua attività ed attraverso l’efficacia della Sua potenza. Gesù rivela che: “Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro” (Matteo 10:29). Anche quando si parla di fatti apparentemente banali (come un passero che cade a terra), questo avviene solo a causa della volontà del Padre. Tutto è per Lui. Egli è lo scopo, la finalità, di ogni cosa. Tutte le cose esistono per Lui. Al di fuori da Lui non si può trovare altro scopo. Ogni cosa è DA LUI, ogni cosa è PER MEZZO DI LUI, ogni cosa è PER LUI. Anche se una sola di queste affermazioni non fosse vera, alllora non saremmo in grado di dire: “A Lui sia la gloria in eterno. Amen”. Se tutto non fosse da Lui, allora non tutta la gloria Gli dovrebbe essere data. Se non ogni cosa è attraverso di Lui, Dio non dovrebbe essere glorificato come il proposito di ogni cosa. Dato che però tutte queste cose sono vere, da Lui, per mezzo di Lui e per Lui sono tutte le cose, e a Lui va la gloria per sempre. Quando Paolo scrive queste parole di Sovranità suprema, egli conclude con la parola “Amen”, che vuol dire “Questo è vero” o “così sia”. Quando incontrate queste parole, qual è la risposta del vostro cuore e della vostra mente? Coloro che abbracciano la Bibbia come Parola di Dio, non hanno altra alternativa che prostrarsi di fronte a questo Dio sovrano ed umilmente aggiungervi il loro: Amen - questo è vero, così sia. “Dda lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen” (Romani 11:36). Appunto [1] http://riforma.info/wiki/index.php? title = Cfw/cfw03 /cfw03-1 Versione italiana in: http://effectualgrace.com/2014/05/28 /completo-sovranità-in-one-verse / di Paolo Castellina

 
 
 

Getta sull'Eterno il tuo peso, ed Egli ti sosterrà

Post n°92 pubblicato il 18 Maggio 2014 da mauroproietti1953
 

"Getta sull'Eterno il tuo peso ed Egli ti sosterrà, Egli non permetterà mai che il giusto sia smosso." (Salmo 55:22) Ci sono alcune concezioni errate riguardo ai modi con i quali Dio ci aiuta. Qualcuno pensa che quando si trova in difficoltà, davanti ad un sentiero accidentato, ad un peso di cui deve farsi carico o ad un dolore che deve sopportare, debba semplicemente invocare il Signore per ottenere una liberazione istantanea. Questo non è il modo in cui Dio desidera aiutarci. Il Suo scopo d'amore non è quello di renderci tutto facile, ma di operare tangibilmente nel nostro cuore secondo la Sua volontà, l'aspettattiva di tempi e modi. Quando preghiamo Dio affinché ci liberi dalla nostra preoccupazione, elimini i combattimenti dalla nostra vita, appiani il nostro sentiero e rimuova ogni peso, spesso ci meravigliamo perché Egli non risponde sempre a tali richieste. Ma se lo facesse, non sarebbe vero amore. Non dobbiamo, però, portare i nostri pesi di continuo, Dio promette infatti di sostenerci mentre li portiamo e se siamo stanchi e troppo carichi dobbiamo rispondere al Suo invito e gettare il nostro peso su di Lui. E' vero, Dio vuole che impariamo le lezioni della vita, e per farlo dobbiamo essere addestrati ad affrontare i problemi della vita. Infatti, ci sono benedizioni, profonde e abbondanti, che possono essere ottenute soltanto nel dolore. Sarebbe un amore limitato quello che, dopo avere accolto la nostra invocazione, ci risparmiasse il dolore ma ci privasse anche di quelle meravigliose benedizioni che possono riceversi soltanto nella sofferenza. Dio è troppo buono con noi per rispondere di riflesso come ad un impulso, alle nostre preghiere. Egli non ci priverà della benedizione racchiusa nel peso che c'è stato affidato e che possiamo ottenere soltanto portandolo, ma la lezione di fede più grande si realizza quando gettiamo fiduciosamente su di Lui ogni peso e sollecitudine, e riconoscendo che ogni cosa è per il nostro bene, soltanto allora scopriremo quanto il Signore si prenda cura di noi sostenendoci. A cura di: Consapevoli nella Parola http://consapevolinellaparola.blogspot.it/p/una-parola-per-oggi.html

 
 
 

RISPETTARE GLI ANZIANI?

E’ giusto avere considerazione per le persone anziane? La Parola del Signore sotto questo aspetto non lascia dubbi a riguardo. Nel libro del Levitico per esempio troviamo scritto: “Alzati davanti al capo canuto, onora la persona del vecchio e temi il tuo DIO. Io sono l'Eterno” (Levitico 19,32). Le persone anziane devono essere rispettate ed onorate. Si, tenute in grande considerazione. Soprattutto i giovani devono comprendere il perché hanno il dovere di onorare chi ha i capelli grigi ed è avanti negli anni. I vecchi, grazie alla lunga vita trascorsa, posseggono senza dubbio più sapere e soprattutto una maggiore esperienza di vita rispetto a chi è giovane. Il trascorrere degli anni ha reso l’anziano saggio e equilibrato. Qualità che sovente manca a chi ha molti anni di meno. Questo perché, anche se l’essere giovani ha indubbiamente i suoi vantaggi, se tale periodo della propria vita non viene affrontato con equilibro e nel giusto modo, può diventare un occasione d’inciampo. Per questo motivo il libro dell’Ecclesiaste fa riflettere il lettore mettendolo in guardia su come sia appropriato utilizzare in modo appropriato il dono della gioventù, perché altrimenti l’adolescenza si trasformerà in un qualcosa di vano e questo perché la giovinezza è un qualcosa che finisce presto (Ecclesiaste 11,10). I “vecchi” vanno rispettati. Tutta la scrittura esprime in modo unanime tale verità e non solo il vecchio testamento. Infatti lo stesso apostolo Paolo sprona il suo discepolo Timoteo ad avere sempre un grande rispetto per le persone che sono avanti negli anni (1Timoteo 5,1). Avere nei loro riguardi un occhio di riguardo, esortarli, incoraggiarli ed essere sempre pronto ad aiutarli in caso di bisogno e a sua volta imparare a chiedere loro consiglio, nel caso doveva prendere qualche decisione o compiere qualche passo in modo tale da non commettere qualche errore e/o imprudenza. Purtroppo al giorno d’oggi il rispetto per le persone anziane va sempre di più scemando. Esse tendono ad essere emarginate, derise e ci si cura ben poco di loro. Soprattutto di quello che possono ancora dare. Ciò è molto triste. Eppure si potrebbe imparare molto da essi, soprattutto tenendo conto del grande bagaglio di esperienza che hanno. Un vero tesoro, soprattutto per i giovani. Si, i cosiddetti “vecchi” possono essere e di fatto recano grande speranza soprattutto i cristiani. Il loro comportamento, la loro fedeltà al Cristo ancora viva dopo tutti gli anni trascorsi a servirlo incoraggiano molto i credenti giovani. Quante testimonianze sotto quest’aspetto! E possono veramente recare benefici durevoli a chi le ascolta, ma soprattutto le pratica nella propria vita. Non trascuriamoli quindi. E soprattutto non trascuriamo quello che hanno da dirci con le loro parole, ma soprattutto con le loro azioni. L’importanza che danno alla vita e a Dio il quale la dona. Quanti credenti in Cristo, ormai molto avanti negli anni, vorrebbero servire Iddio, annunciando l’evangelo con grande frequenza ma purtroppo non possono a causa del fisico invecchiato. Questo ovviamente provoca ad essi grande tristezza, non abbattendosi comunque, ma cercando di servire Iddio al meglio delle loro possibilità. Tutto ciò deve essere motivo di grande riflessione per i credenti giovani. Soprattutto pensando al grande privilegio che hanno e che gli stessi anziani, i quali ormai lo hanno perduto, gli ricordano nel continuo. La gioventù. Un bene prezioso che possono utilizzare per l’avanzamento del Regno di Dio. Per servire il Creatore con forza e zelo ricevendo nel contempo grandi benedizioni da parte del Padre celeste. Si, i figliuoli di Dio con età avanzata sono una grande ricchezza per il popolo di Dio. Per questo motivo è utilissimo conoscerli. Ascoltare le loro testimonianze cristiane. Attingere dalla loro esperienza cristiana con il fine di crescere nelle vie di Dio e siamo pur certi che imparando dall’esempio che ci hanno lasciato, sicuramente il credente giovane maturerà grandemente nelle vie del Signore Gesù a gloria di Dio Padre. Non trascuriamoli quindi e soprattutto non abbiamo scarsa considerazione nei loro riguardi perché ciò dispiace al Signore. Piuttosto amiamoli e preghiamo Iddio che ce li conservi il più a lungo possibile perché la loro presenza potrà solo recare beneficio al corpo di Cristo. di Gaetano Rizzo

 
 
 

LA STANCHEZZA

Post n°90 pubblicato il 29 Aprile 2014 da mauroproietti1953
 

"Gesù dunque, stanco del cammino, stava così a sedere presso la fonte." (Giovanni 4:6) Fra tutte le immagini dell'Evangelo, poche offrono un quadro di Cristo più dolce di quello che traspare da queste parole. Egli aveva viaggiato sotto il sole per tutto il giorno e giunto presso una fonte si sedette. Era stanco, affamato e assetato. Questa immagine di Gesù parla soprattutto alle persone stanche. In altri brani troviamo l'immagine del Signore utile per colui che è tentato, per chi è nel lutto ed è triste, per chi si ravvede, per la madre e il bambino, per il cieco, il sordo, lo zoppo, il perseguitato. Questa, comunque, è l'immagine di un uomo stanco. Questa è una delle Sue esperienze che possiamo comprendere meglio. Men­tre Lo vediamo guarire, insegnare, risuscitare i morti, essere trasfigurato, Egli è molto al sopra di noi, e non possiamo entrare nei Suoi sentimenti. Ma nella Sua stanchezza, dopo un lungo viaggio, Egli è affaticato proprio come noi, e possiamo immedesimarci nella Sua condizione. Ci conforta il fatto che Egli è ora in grado di simpatizzare con noi quando siamo stanchi, perché quel giorno, anche Lui conobbe la stanchezza. Quando abbiamo lavorato duramente per tutto il giorno, e siamo stanchi e deboli, ricordiamoci di quest'immagine: Gesù, con i piedi indolenziti e pieno di polvere, che si siede esausto su una pietra. Persino nella Sua gloria non si è dimenticato di come si sentì quel giorno, e quando ci vede nella nostra stanchezza, il Suo cuore si fa tenero. Ci guarda con compassione, e ci benedice dandoci forza e gioia. Tutte le persone il cui lavoro è duro, e che spesso si ritrovano stanche, incornicino questa immagine nella loro mente, e la tengano sempre appesa alla parete del proprio cuore. A cura di: Consapevoli nella Parola http://consapevolinellaparola.blogspot.it/p/una-parola-per-oggi.html

 
 
 
 
 

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Un blog di: mauroproietti1953
Data di creazione: 30/10/2011
 

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