Creato da maxevale il 19/06/2010

MAVALEPAMi

Home Sweet Home: Modernariato,vecchi mobili,vecchie cose, trasformazioni...

 

 

Arredamenti parolati: " torna la formica "

Post n°2 pubblicato il 20 Giugno 2010 da maxevale
 
Foto di maxevale

Cultura low cost.

Dedicato ai collezionisti del genere (dettaglio a fine articolo)

Per uno dei materiali più usati nell'arredamento ecco a voiiiiiiii.... 

"preatty little bright yellow formica table"

un agglomerato di storie riportate e redatte con il metodo cut-up.

 

A VOLTE RITORNANO

 

In tempi di revival, di slancio per i favolosi anni ‘50 ma anche per quei ‘60 che non tramontano mai, la formica, un materiale per anni bistrattato e caduto in disuso in ogni sua forma e declinazione, torna ora alla ribalta.



Modernità sviluppo, progresso in loro nome si sono fatte cose che poi sono tornate.

Negli anni 60/70 i contadini cercavano di smettere di fare i contadini e cercavano un lavoro altro: fabbrica, ferrovia …era l’emancipazione, si storceva il naso di fronte a chi portava al pascolo le pecore o doveva lavorare col trattore.

In casa si buttarono via tutti i mobili: madie, armadi antichi, tavoli con i gambi a cipolla…per comprare la cucina di formica! Tutti l’hanno fatto? Forse solo chi doveva far crescere la propria immagine, solo chi era debole socialmente e aveva necessità di riscattarsi, i borghesi ricchi, i signori di allora non buttarono via niente, anzi.

E a noi oggi ce li ripropongono e noi possiamo ricomprare i nostri mobili a caro prezzo. E forse ci si deve invece accontentare di quelli di Ikea, sapendo che erano meglio quelli di formica anni 60.

 

Tavolo di formica


l'abbiamo incontrato in un libro, dove c'erano dei bambini a scuola, e uno di loro "comincio a fare un buchino nel tavolo di formica". E poi, ad un'altra pagina, un bambino, con una gomma, "comincio a cancellare sul piano di formica del tavolo". Piu tardi, la maestra dice: "spostai lo sguardo e lo abbassai; studiai il finto legno del tavolo di formica..."
Vuol dire qualcosa?

 

si è un materiale che si usa per ricoprire la superficie dei tavoli o banchi scolastici. E' di poco pregio, ma resistente.

PS
L'accento è sulla prima sillaba.

 

 

LA CINA IN ZONA 4

Ogni mese, infatti, in zona 4 uno, due, cinque, botteghe cambiano di proprietà e passano dal signor Rossi al signor Yang ma senza cambiamenti traumatici, quietamente . Tutto rimane come prima: i colori, i banconi, i cornetti industriali e le bottiglie di Fernet, le sedie di formica grigia e il microonde incrostato di marmellata, con l’aggiunta, qualche volta, di un piccolo drago semovente, qualche frangia dorata e un calendario con le vedute di Shangai.

Cambia, però, lo spirito del luogo: c’è la difficoltà iniziale di capirsi e di scambiarsi ricordi comuni. Forse l’incomprensione porta a sorridersi di più ma solo per coprire il disagio.

 

 

VITA NOTTURNA

La sede di un circolo, in fondo al Corso di Provvidenti (Cb), riapre i battenti, accogliendo quello che, da subito per gli abitanti, diventa il nuovo “ombelico” del paese: “La Formica” è la “piazza”, è il centro di “raccolta” di pensieri e riflessioni, è il “motore” di opinioni, è il “luogo” (fisico e della mente) dove il concetto di vecchio bar si riappropria del suo valore. Tra i tavolini e le sedie di una volta, tornano a girare la parola, la chiacchiera, il litigio, la risata, i sogni della notte passata, le domande sul ” tempo”, i punti di vista, il “si dice”, i numeri da giocare. I “cunti” del passato improvvisamente fronteggiano una… favola del presente

 

RIMINI,RISTORANTE IOLANDA

Siete mai entrati in una trattoria romagnola negli anni '70 ? ricordate l'arredamento con tavoli e sedie in formica (tipicamente rossa o color legno), il rivestimento nella parete in simil legno ? menu tipico romagnolo a base di carne, primo obbligatorio a base di tagliatelle al ragù, secondo a scelta piccione,coniglio in porchetta da favola, piada ed affettati, salsiccia, patate la forno o insalata, e per digerire grappa rigorosamente distillata in casa...
e' all'interno di un bar senza alcuna insegna che indichi la presenza del ristorante, della serie se non sai dov'e' non lo trovi .. da sant'arcangelo prendi per poggio berni dopo un paio di km a destra per via canonica arrivi in fondo a sinistra in fondo a destra e trovi il bar con all'interno il ristorante ...
buon appetito

 

 

Non ti preoccupare, più che un topic questo è un bar. Di quelli con le sedie in formica sgangerente, il flipper dell' 84 e il gestore che si lamenta a prescindere....

 

SPONTINI

Il locale, riconoscibile grazie alle due insegne di colore rosso sovrastanti le vetrine all'ingresso, ma soprattutto grazie all'inconfondibile profumo nelle vicinanze, offre un arredamento dallo stile semplice e alquanto essenziale (lo stesso da 50 anni): tavolini in legno rustico, sedie in formica e tovagliette di carta in stile americano. Ma è stato proprio questo l'intento dei gestori: creare un'atmosfera semplice e accogliente.
E infatti Spontini è affollato a tutte le ore: soprattutto in quelle di punta potreste trovare la classica coda all'entrata, che però viene smaltita velocemente visto che la pizza viene sfornata “a getto continuo”.

 

 

Quandi vidi per la prima volta il fondo che il signor Lanza voleva arredare al Forte dei Marmi, rimasi colpito da

 quanto fosse brutto e mi entusiasmai subito. Il negozio per il quale mi veniva chiesto di realizzare l'arredamento su progetto, era stato da poco lasciato dal precedente inquilino in condizioni di abbandono. Mobili in formica bianca e arredo anni 70. Luci al neon. Non fu difficile immaginarne uno migliore, non tanto perché non vedevo l'ora di liberarlo da tutto ciò che c'era dentro, ma soprattutto per l'intenzione del signor Luca, di procedere in tempi rapidi alla sua nuova realizzazione e per la fiducia che nutriva verso il mio modo di lavorare ed il gusto per qualcosa di diverso.Trattandosi di un negozio di abbigliamento per bambini,pensai che la cosa migliore ,fosse di realizzare un locale molto accogliente e caloroso. Il senso del colore e della necessaria allegria per un negozio del genere non dipendeva dal mio lavoro,ma da cosa e come sarebbe stato esposta la merce al suo interno. Scelsi pertanto di dare importanza al contenitore mentre al contenuto avrebbe pensato Luca Lanza e sua moglie Pina persone di estremo gusto e sensibilit. Erano anni di recessione e dunque scelsi di utilizzare soltanto legno di recupero che avevo preso da una demolizione navale, e che nel risultato finale avrebbe dato più calore. Il legno vecchio ha tonalità più morbide e prende meglio il colore se trasparente. Nella mia produzione la lavorazione del legno non prevede l'uso di macchine tradizionali, pertanto ogni pezzo deve essere provato a mano prima di essere assemblato . Cosi costruii il negozio, dopo diversi aggiustamenti con la committenza ,una prima volta nel mio laboratorio e poi lo smontai di nuovo per ricostruirlo nel Peter Pan di via Barsanti al Forte dei Marmi. Il piacere di una realizzazione di questo tipo,nasce dal fatto che in pratica si concretizza , il desiderio del cliente per un qualcosa di molto particolare che altri non saprebbero fare. La sera in cui lo finimmo tra le molte persone che si fermavano a guardarlo una coppia di ragazzi mi aveva colpito. Era ormai notte e i due passeggiavano. Giunti di fronte alla vetrina si voltarono guardando il locale con la bocca aperta, non capendo se si trattava di una casa , di una camera o di una alcova. Il negozio era finito. Le luci giuste tutte accese, il calore del legno biondo lo rendevano molto accogliente anche se era completamente nudo. Io ero qualche passo più indietro a godere del piacere di chi stava osservando. Si voltarono verso di me chiedendomi se fosse una mia realizzazione. Negai immediatamente perché non desideravo dei facili complimenti e mentii dicendo di essere soltanto un operaio che stava pulendo.

 

 

 
 
 

Considerazioni: tra un commento e l'altro... sulla formica

Foto di maxevale

strane vendite mobili

Salve vorrei sapere se c'è qualcuno che mi può spiegare come funzionano le vendite di antiquariato (o simili) qui, su questo sito!
Io faccio il rigattiere dal 94 con negozio,e pensavo almeno di conoscere in parte come funziona il mercato, mentre, mi sono accorto vendendo qualche cosina sul sito che non esiste una vera e propria regola:
a volte un mobile cosi',cosi' riesce aspuntare una discreta cifra(anche se giovane) mentre altre volte un mobile di valore molto superiore fatica a decollare... ma perchè tutto questo? a volte noto da altri venditori oggetti molto carini che vanno via a poche decine di euro,non riesco ancora bene a capire... potreste aiutarmi a fare un po' di chiarezza?
grazie a tutti quelli che vorranno rispondere! un saluto Max!

 

la miglior vendita è l'acquisto.
poi i gusti ono gusti se ana cosa piace a te può non piacere ad altri.
Resta il fatto che non si capisce più o quasi nulla .
Non si sa che comperare. x vendere.

 

i pochi che comprano ancora mobili vanno dal resuscitato Aiazzone o all'Ikea

E fanno bene se devono comprarsi un letto su cui dormire una cucina per cucinare e un armadio per custodire i vestiti... parliamoci chiaro: il mobile di antiquariato (vero) è un lusso per chi possiede denaro e metri quadri di tetto coperto. Credo che il problema risieda proprio nella fine di una moda, quella di mettersi in casa inutili cassapanche o di sedersi su scricchiolanti sedie, tenute in vita dal restauratore come una sorta di accanimento terapeutico. Posso capire che coloro che hanno fatto di questa moda la propria attività lavorativa non gioiscano, ma purtroppo le mode nascono e trapassano, non esistono mode migliori o peggiori, esistono mode e basta. Differente è il discorso per il mobile di pregio, parlo di quelli importanti e costruiti per la nobiltà fino ai primi decenni del XIX secolo. Quel tipo di mobili, al di fuori delle mode di ogni tempo, ritorneranno ad essere esclusivo appannaggio di una elite fatta di collezionisti appassionati, facoltosi e un po' stravaganti... così come erano le persone che fino agli anni '50 del secolo scorso acquistavano antiquariato. Dimentichiamo la parentesi modaiola e un po' fanatica del recente passato e riportiamo i mobili vecchi dove li abbiamo trovati... Se la bisnonna aveva deciso di relegarli in soffitta avrà avuto i suoi buoni motivi o no???

 

Credo che dipenda anche da cosa oggi ci si attende dall'arredamento della casa.
Penso che si voglia la praticità, l'essenzialità, la funzionalità e la...libertà di buttare tutto in discarica una volta che ci si stufa.
Insomma, io non credo che oggi i mobili tipo IKEA, dai quali ormai siamo sommersi, diano alla casa quel tono e quel calore che danno i nostri mobili antichi.
Non lo danno, quel calore, ma nemmeno i nostri giovani lo capiscono o lo cercano.
Quind credo che non abbiano l'opportunità di "godersi" le sfumature, gli stili e la storia che i mobili di una volta possono dare.
Credo sia un impoverimento; se non altro culturale.

 

Una volta tanto... avete ragione tutti
Tenete presente che "antiquariato" è tante cose. Il termine non si riferisce a nulla di specifico, ma ad un enorme insieme di oggetti, mobili e accessori vari che hanno in comune solo una cosa, in fondo, cioè il fatto di avere una certa età (fregature escluse). Per la legge, è antiquariato ciò che ha più di 50 anni. Fortunatamente, non ci rientra materiale organico vivente, altrimenti il sottoscritto sarebbe sotto le cure della Soprintendenza
Fattori contingenti influiscono sicuramente nel settore. Le nostre nonne, è vero, mettevano i mobili vecchi in cantina e in soffitta, ma in molti casi solo perché il "vecchiume" era visto come status di povertà. Molta di quella roba fu barattata con cucine di formica. Questo baratto fece la fortuna degli antiquari di qui, che andavano in giro per campagne a scambiare tavoli di ciliegio con tavoli di formica.... Materiale che allora era il simbolo del nuovo benessere e dell'agiatezza raggiunta. Però, è evidente che anche allora c'era chi "mirava" all'antiquariato, moda della formica o meno.
Bisogna semplicemente vedere cosa uno cerca, e perché. E dove deve metterlo. C'è roba che ha solo valore estetico e nessuna funzione pratica. C'è roba che ha una certa funzionalità, e così via. Gli armadi vecchi, si smontino bene o meno, hanno una funzionalità ridotta, se riferita alle case di oggi. Ingombrano più di quel che riescano a contenere, se paragonati agli armadi moderni ben disegnati. Erano destinati ad un guardaroba particolare e limitato, che prevedeva anche l'uso di cassettoni, settimini, cassapanche e comodini vari. Oggi, tutto questo insieme di cose riempie il miniappartamento e non avete dove mettere altro. Non è solo questione di mode, è questione di necessità e funzionalità. La "moda", nell'antiquariato, si ha quando tonnellate di cianfrusaglie improvvisamente vedono il loro valore salire alle stelle. C'è stato un periodo in cui i bicchierini di vetro soffiato di ieri l'altro facevano furore. Ora sono tornati al valore simbolico di un euro. Ma i bicchieri di vetro soffiato veneziani antichi costano sempre parecchio.
Quello che casomai è davvero preoccupante non è tanto il fatto che, a causa dei limiti di funzionalità, certe cose d'uso siano oggi sacrificate, quanto il fatto che non ci sia più amore per ciò che non ha alcuna rilevanza se non estetica e storica, cioè culturale. E' sintomo di abbrutimento ed indica la perdita anche di quella componente di orgoglio che è propria della "memoria storica". Viviamo in un mondo dove si preferisce che al tg della sera non si ricordi quanto detto al tg del pomeriggio, e dove "bello" è qualcosa di fruizione immediata, tipo le chiappe delle veline,e tutto è rapidamente sostibuile e dimenticato. Come le chiappe di cui sopra, sostituite velocemente da altre. Figuriamoci cosa può fregare ai giovani che sono nati in questo mondo di certe cose che per loro sono preistoria senza significato. L'ignoranza appiattisce, riduce a due dimensioni, e crea un vuoto che pochi furbi possono riempire a piacimento. Non a caso, ormai per promuovere la bellezza di qualcosa e renderla appetibile, si deve ricorrere alla formula del quanto-vale e quanto-varrà. E' l'unico argomento che può convincere qualcuno a prendere in considerazione un oggetto. Il collezionista classico non era (e non è, perché ce ne sono ancora) così. Per lui, prima viene l'interesse per l'oggetto, poi si parla del prezzo.
_______________________________________

il vostro amichevole libraio di quartiere

 

 

"era visto come status di povertà. Molta di quella roba fu barattata con cucine di formica. Questo baratto fece la fortuna degli antiquari di qui, che andavano in giro per campagne a scambiare tavoli di ciliegio con tavoli di formica.... Materiale che allora era il simbolo del nuovo benessere e dell'agiatezza raggiunta. Però, è evidente che anche allora c'era chi "mirava" all'antiquariato, moda della formica o meno."

 

Anche se siamo andati fuori tema è venuta su una bella discussione che come al solito è stata sintetizzata da roby in tutte le sue sfumature. Siccome sono stato lontano dal forum per impegni personali, volevo solo precisare il mio intervento provocatorio.
1) il mobile antico di pregio non andrà mai in soffitta perchè in soffitta non ci è mai stato, quindi il discorso sul "vecchiume" riguarda proprio quel tipo di mobili che nel primo dopoguerra venivano sbolognati in cambio di oggetti moderni in formica.
2) il mobile economico in kit di montaggio, così come tutto l'arredamento moderno dozzinale, seguirà la medesima sorte del "vecchiume" di cui sopra, diversa sorte toccherà ai mobili moderni di alto design; quelli costano di più di un mobile antico e continueranno a costare nei secoli, perchè gli oggetti di pregio superano le mode per entrare nella storia dell'arte e del costume.
Detto questo non escludo che tra cento anni, un ritorno di moda induca gli "antiquari" a recuperare dalle cantine i pregiati truciolati prodotti ai giorni nostri perchè "vuoi mettere il truciolato che si produceva nel 2000 con quello del 2100?? quello si che era truciolato!!!".
Per quanto riguarda i miei francobolli... preciso che io acquisto quelli degli stati preunitari e non quelli del regno o quelli della repubblica italiana, per gli stessi motivi che ho espresso... quei pezzetti di carta non sono soggetti a mode e non conosceranno mai la crisi, a differenza delle emissioni successive tirate in in decine di milioni di esemplari

 

Di sicuro fra cent'anni rivaluteranno anche il mobile Ikea come oggetto d'epoca, e i nostri posteri rimpiangeranno la cucina Faktum come uno degli ultimi esempi di design svedese, estintosi insieme a tutto il popolo svedese (nel 2110 la Svezia sarà popolata esclusivamente da cinesi della Manciuria).
L'antiquariato è presbite.
Qualsiasi oggetto deve passare quella fase in cui non è più avvertito come novità e non ha ancora conquistato lo status di "antico", ma prima o poi ciò capita a quasi tutti i manufatti umani, e i tavoli in fòrmica sono nella fase di transizione.
Un pò come me, anch'io mi sento abbastanza tavolo di fòrmica.
.
Voi scherzate... ma nei mercatini si vedono già le tavole in formica(l'inseto che camina )con piedi di ferro e sedie in vero sky similissimo alla plastica vendute ad un centinaio di euro... e una volta mi capito' di ascoltare una signora che parlandone con il venditore diceva:<< Che bellaaa,ma dove la trova tutta questa roba cosi' carina???>> la risposta fu semplice ed onesta... nell'immondizia!!!

 

Tempo fa mi raccontarono di un certo collezionista di oggetti di design che impazziva per una serie di pupazzi di gomma prodotti negli anni 60 (mi sembra di ricordare che si chiamassero "gommolo") per alcuni dei quali era disposto a sborsare migliaia di euro.
Il problema è che quel tipo di gomma tende a degradarsi completamente dopo qualche decennio e il "gommolo" (o comunque si chiami) si sarà trasformato ormai in una informe massa appiccicosa...

 

Beh, il costo di un oggetto antico é dovuto:

-alle sue qualità intrinseche (bellezza, preziosità dei materiali, fattura...)

-alla sua reperibilità sul mercato (per la legge della domanda e dell'offerta)

-alle sue caratteristiche storiche (appartenenza a personaggi importanti...)

-al qulo (voglia smodata delle persone di possederlo ad ogni costo...)
.
.
.
.
OroProVobis!

 
 
 

SPAGHETTI CHAIR DESIGN di Alias

Seduta simbolo nella storia del design Alias, è la più imitata e la prima delle sedie Alias entrate nella collezione del MoMA di New York. Oggi è sempre più attuale, declinata in numerose tipologie, con e senza braccioli, o impilabile. La sua caratteristica tessitura in tondino di PVC oggi ha un’ampia cartella colori, uguali per lafinitura verniciata della struttura in acciaio, che è disponibile anche nella versione cromata. Seduta e schienale sono realizzati anche in cuoio o in“soft”. La collezione PALUDIS, nata dall'evoluzione del concept della SPAGHETTI, ha seduta e schienale realizzati in paglia.

SCHEDA PRODOTTO

· Categoria:Sedie                                       

· Azienda:Alias

· Stile:Design

· Nome: Spaghetti Chair

· Designer: Giandomenico Belotti

· Anno:1979

· Materiali: Struttura in acciaio
Seduta e schienale in tondino di PVC

· Varianti: Disponibile in acciaio verniciato ocromato

· Misure: 51x40x H 84 cm
H seduta 46 cm

Colori disponibili: vedi foto e cartella




 
 
 

Mavalepami mercatino: Lampada da tavolo modello PALA design di Aroldi modernariato vintage anni '70

Post n°5 pubblicato il 18 Ottobre 2012 da maxevale
 
Foto di maxevale

è con orgoglio che introduco nella collezione questo meraviglioso oggetto curioso nella forma:

la lampada da tavolo modello PALA di LUCI disegnata dai fratelli Aroldi.

Un pezzo di vero design conservato con una tale cura che la cromatura è splendente, è originale in ogni sua parte e perfettamente funzionante.

 

 

 
 
 

Mercatino delle pulci

Foto di maxevale

MAVALEPAMI CONSIGLIA...

di andare a visitare il mercatino "RAVIZZINO ARTI E MSTIERI" che si svolge la prima e terza domenica di ogni mese all'interno del parco Ravizza di Milano.

BELLO ANCHE PERCHè....

è immerso nel parco e male che va uno si fa un bel giro all'aria aperta in un bel pezzo di verde milanese che non fa mai male!

 

 

 
 
 
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