Creato da nangapan il 15/06/2012
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(AGI) Madrid - Se Madrid ricevesse il massimo importo fissato
per gli aiuti messi a disposizione dall'Eurozona per la
ristrutturazione delle banche spagnole, pari a 100 miliardi di
euro, tale cifra sarebbe gestibile dal punto di vista della
sostenibilita' del debito.
Lo scrive il Fondo Monetario Internazionale nel suo
rapporto sulla Spagna.
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(ASCA) - Roma, 15 giu - Dopo i successi contro Portogallo e
Olanda la Germania affronta la Danimarca domenica sera
nell'ultimo match del girone B di Euro 2012. I bookmaker
puntano fortemente sul tris tedesco offerto a 1.77 mentre
l'impresa danese si gioca solo a 6.50. Il pareggio a 3.60.
Mario Gomez, capocannoniere attuale del torneo, e' offerto -
riferisce Agicos -a 5.50 come probabile primo marcatore del
match mentre per gli amanti del rischio, un rotondo 3-0
tedesco si gioca a 15.00 mentre una vittoria danese di misura
per 0-1 e' quotata a 13.00.
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Francia e Austria, persa la tripla A, a causa della modifica al rating sovrano da parte di S&P, diventano due ex stelle del firmamento del massimo rating e sperimentano un allargamento degli spread che si posiziona a ridosso, o addirittura supera nel caso della Francia, il picco del 2009.
Entrambi i paesi corrono ai ripari sui rispettivi sistemi bancari. La Francia, che è più esposta alla Grecia, vede il Credit Agricole (Milano: - ) preparare scenari di spin off e simili dalle partecipazioni greche onde contenere un costo stimato oltre i 5 miliardi di euro in caso di uscita della Grecia dall’euro. Mentre l’Austria rivede le sue bad banks sul modello tedesco cercando di far confluire i debiti incagliati dalle nazionalizzazioni verso un veicolo non bancario di emanazione governativa.
Ma, soprattutto, lo scontro tra ex titani avviene sulla scena politica che vede l’Asse franco tedesco svanire dopo la sconfitta di Sarkozy a favore di un modello “galattico” con al centro la Germania e intorno la Finlandia (che rifiuta l’Unione Bancaria Europea), l’Olanda, in piena crisi di governo e, ovviamente, l’Austria che guida i filo-tedeschi con le improvvide dichiarazioni del suo Ministro delle Finanze.
Succede però, nel frattempo, che PIMCO vende titoli tedeschi governativi, secondo lo Spiegel. E non per niente l’asta di mercoledì ha visto l’emissione di soli 4 mld eur, invece di 5, e il rendimento alzarsi all’1.52%.
Il nervosismo tedesco è tale che, per la serie “alla fiera dell’Est”, la Cancelliera Merkel vede svanire l’illusione dell’inviolabilit , e si unisce al coro BCE ricordando al G20 che l’Eurozona non può essere un capro espiatorio di una crisi cominciata negli (e a causa) degli Usa nell’estate del 2007.
, La differenza sta in una Fed che ha speso 3500 miliardi di euro tra banche e salvataggi vari, mentre la BCE tra Paesi e sistema bancario, senza contare ovviamente la LTRO , ne ha spesi “solo “ 500, non potendo agire similarmente alla Fed.
Nella sostanza basta aver ascoltato l’ audizione di Dimon, CEO JP Morgan, per capire dove sta l’etica statunitense. Ne emerge infatti l’ammissione dell’incapacit palese di gestire un portafoglio diventato “sintetico“ per l’aggiunta di derivati complessi, sulla precedente posizione in titoli. Un portafoglio cresciuto nell’ammontare esponenzialmente.
E’ il tipico dilemma del prigioniero di trader e Top Manager arroganti che non accettano l’imperativo della trasparenza e dello stop loss e che addossano le colpe “al mercato” per la palese incapacit di sapere valutare appieno i rischi in situazioni di volatilit elevata.
Così, tra batti e ribatti tra UE e Usa per discutere se è nato prima l’uovo o la gallina, gli investitori attoniti assistono a un’impasse politica che ormai ha fatto più morti che feriti, ed anche le regine del merito creditizio di un tempo vedono le strategia difensive puntare lontano anche da Bund tedeschi, OAT francesi e RAGB austriaci verso Corporates e ricoperture delle posizioni corte su alcuni Financials (Euronext: - ) decisamente fuori prezzo.
Quindi attenzione allo spauracchio Grecia perché se non esce dall’euro, nessuno, neanche la Germania potr tirarsi indietro dal condividere soluzioni definitivamente convincenti per l’UE tutta. Anche perché al G20, i Paesi emergenti ora alle corde non faranno sconti a nessuno.
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(ASCA) - Venezia, 15 giu - Alla Safilo, stabilimento di Santa
Maria di Sala, e' stato raggiunta una ipotesi di accordo tra
sindacati, RSU e azienda sulla vertenza avviatasi dopo la
drammatica dichiarazione (11 maggio) di 1.000 esuberi (995
per la precisione) conseguenti alla perdita del marchio
Armani passato a Luxottica. Tre le mosse concordate da
sindacati ed azienda: un piano di potenziamento industriale e
di rilancio commerciale, un maxi contratto di solidarieta',
percorsi di riqualificazione per una parte dei lavoratori.
''Senza un piano industriale e commerciale - sottolinea
Mario Siviero della Femca Cisl regionale'' che dimostrasse
l'impegno dell'azienda a ricostruire gli spazi di mercato
persi negli ultimi 2 anni (Armani e' stato solo l'ultimo dei
marchi persi, anche se indubbiamente il piu' consistente sia
per fatturato che per quantita' di lavoro) non avrebbe avuto
alcun senso andare a discutere di organico e quindi dell'uso
di eventuali ammortizzatori sociali. Ora questo piano c'e' e
ci permette di risolvere subito una parte del problema e di
guardare con maggior ottimismo al prossimo futuro''.
Safilo si e' infatti impegnata a cancellare ogni progetto di
esternalizzazione di alcune produzioni che rimarranno quindi
interne. Gia' questo comporta la riduzione di circa 114
esuberi. Per fare un esempio: la galvanizzazione rimane a
Longarone e non viene trasferita nello stabilimento di Suzhou
in Cina dove si producono i semilavorati. 100 esuberi saranno
poi cancellati riportando in aziende altre lavorazioni oggi
affidate a terzi.
Accanto a cio' l'azienda prevede una riorganizzazione della
rete di vendita (gia' annunciata ed avviata) e la ricerca di
nuovi marchi da produrre valorizzando anche le capacita' e le
professionalita' presenti nei processi di industrializzazione
dei prodotti.
Naturalmente queste scelte non sono sufficienti nel breve
termine a garantire lavoro a tempo pieno per tutti i 3.500
lavoratori occupati tra Padova, Santa Maria di Sala e
Longarone.
L'esubero lavorativo, non piu' di personale, ridotto ad un
equivalente di circa 670 occupati (non verranno tra l'altro
rinnovati 114 contratti a termine in scadenza), sara'
distribuito tra i lavoratori dei tre siti produttivi italiani
(Longarone, Santa Maria di Sala e Martignacco) e della sede
di Padova con una riduzione dell'orario di lavoro coperta,
per l'aspetto salariale e contributivo, dal ricorso ad una
cassa integrazione straordinaria nell'ambito di un contratto
di solidarieta' della durata di 24 mesi.
''Il Contratto di Solidarieta' - chiarisce Siviero -
riguardera' la quasi totalita' dei 660 lavoratori di Santa
Maria di Sala, dei 1.160 di Longarone e di tutti quelli di
Martignacco mentre a Padova ne saranno partecipi una buona
parte. E' il piu' grande contratto di solidarieta' mai fatto
in Veneto. Uno strumento questo che permette grande
flessibilita' negli orari di lavoro e riduce al minimo la
perdita di salario. Questi due elementi ci permetteranno di
gestire anche la formazione professionale conseguente alla
riorganizzazione produttiva''. L'accordo prevede che
l'azienda, anche tramite societa' specializzate, offra corsi
di riqualificazione per lo svolgimento di nuove mansioni
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(ASCA) - Roma, 15 giu - ''Mercoledi', 20 giugno, dalle ore
10.00, l'Ugl Pensionati sara' in piazza, a Roma, davanti alla
Camera dei Deputati, per protestare contro le drammatiche
condizioni in cui versano i pensionati e per chiedere seri
provvedimenti a sostegno di una larga fascia di cittadini che
vive una situazione ormai insopportabile''.
Lo annuncia in una nota il segretario nazionale dell'Ugl
Pensionati, Geremia Mancini, aggiungendo che ''se non
verranno messe in campo immediate misure di sostegno al
reddito e provvedimenti orientati alla diminuzione della
pressione fiscale, corriamo il serio rischio di trovarci di
fronte l'inaccettabile e colpevole situazione di un popolo di
pensionati costretti ad umilianti condizioni di vita. Senza
dimenticare chi si trova a vivere l'ancor piu' fragile
condizione della non autosufficienza''.
''E' necessario - conclude il sindacalista - che governo,
Parlamento e istituzioni regionali trovino il coraggio e la
determinazione per scrivere una nuova pagina di reale, nuovo
''umanesimo sociale', riducendo i prezzi di beni e servizi e
le tasse che pesano sulle pensioni, Imu compresa''.
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