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SMALTIMENTO DEI RIFIUTI : Tutti i provvedimenti

Post n°102 pubblicato il 23 Maggio 2008 da Fareambiente0

LA NOMINA DI BERTOLASO
Il Governo ha deciso di nominare Guido Bertolaso sottosegretario con il compito di coordinare l’azione di governo in tema di rifiuti.


LE DISCARICHE COME ZONE MILITARI
Le discariche saranno vere e proprie zone militari e saranno presidiate dalle Forze Armate. Chiunque si introduca abusivamente sarà punibile e punito.

ARRESTO PER CHI CREA DISORDINI
Sono state previste pene molto severe con l’arresto fino a cinque anni per chi crea disordini e ostacola il piano straordinario della gestione dei rifiuti in Campania

ALLA DDA I REATI IN MATERIA AMBIENTALE
Sarà la direzione distrettuale antimafia di Napoli ad occuparsi dei procedimenti per i reati che interessano l’ambiente e la gestione dei rifiuti, come si legge nel decreto sull’emergenza rifiuti.

I SITI DELLE PROVINCE
Atteso il via libera del sottosegretario Guido Bertolaso all’apertura delle discariche in tutte e cinque le province campane.

CHIUSI GLI IMPIANTI DI COMBUSTIBILE
Saranno chiusi i 7 impianti di produzione di combustibile da rifiuti. Trasformati in impianti per il compostaggio di qualità, consentiranno la raccolta differenziata.

TASSE PIÙ ALTE PER CHI NON DIFFERENZIA
Entro il 20 giugno il Comune di Napoli dovrà presentare un piano per la raccolta differenziata. I comuni che non differenziano secondo gli obiettivi pagheranno di più per lo smaltimento.

INFORMAZIONE NELLE SCUOLE
Nelle scuole della Regione Campania ci saranno corsi sulla gestione dei rifiuti domestici. Per i cittadini sarà svolta una campagna d’informazione sui termovalorizzatori.

PIANO SANITARIO E NUMERO GRATUITO
Il piano sanitario prevede un investimento da dieci milioni di euro in tre anni. Inoltre è stato istituito un numero telefonico gratuito (il 1500) per chiedere informazioni.

http://www.forzaitalia.it/notizie/arc_13357.htm

 
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GM: nel 2011 auto ad emissioni ZERO

Post n°101 pubblicato il 20 Maggio 2008 da Fareambiente0

Quattroruote/ GM: nel 2011 auto a emissioni zero. Bastano solo 6 euro per un pieno
Martedí 20.05.2008 09:56

 

"Nel 2011 sarà commercializzata la vettura a zero emissioni del gruppo General  Motors". Ad affermarlo è stato Luca M. Apollonj Ghetti, direttore della comunicazione della casa automobilistica  d'oltreoceano, invitato ieri a Castel di Sangro in occasione della presentazione dell'evento sportivo Un campione per amico by Royal, sponsorizzato da Opel, marchio del gruppo GM, con testimonial atleti d'eccezione quali Adriano Panatta, Yuri Chechi, Bruno Conti e Andrea Lucchetta, che intratterranno questa mattina, con gare delle rispettive discipline, oltre  1000 studenti del comprensorio altosangrino.

"L'autovettura del futuro commercializzata da General Motors - continua Apollonj  Ghetti - si chiamerà Iflex, sarà un prodotto Opel e avrà trazione elettrica, con batterie agli ioni di litio. Dopo studi  e ricerche abbiamo rilevato che un automobilista europeo, di media, non copre più di 75 chilometri al giorno e l'autonomia dell'unità di accumulo garantirà la percorribilità di questa distanza. Tuttavia, per attraversare tragitti superiori in  tranquillità abbiamo previsto in parallelo un motore alimentato da combustibile a distribuzione garantita, per ricaricare le batterie e innalzare l'autonomia di percorribilità - aggiunge il dirigente di General Morors - fino a 175 chilometri con soli 1,5 litri di carburante. Naturalmente questo propulsore sarà ad emissione zero".

Il costo per un pieno di energia elettrica, stando alle attuali tariffe, potrebbe variare tra i 3 e i 6 euro, a seconda del Paese in cui viene commercializzata l'autovettura. Per gli 1,5 litri di combustibile necessari al morore parallelo, sia esso  gpl, metano, biodiesel, gasolio o benzina, il costo, sempre in relazione ai prezzi vigenti, oscillerebbe tra 0,45 e 1,495  euro.

"Stiamo perfezionando un motore parallelo a idrogeno e vista la tecnologia contiamo di metterlo a punto entro la data di commercializzazione della Iflex. Il problema da superare sarà solo quello di garantire la distribuzione dell'idrogeno attraverso una rete capillare, tale favorire l'approvvigionamento. Speriamo - conclude Apollonj Ghetti - che  questo avvenga per la data del lancio sul mercato della nostra autovettura".

http://canali.libero.it/affaritaliani/economia/quattroruote20052008.html?pg=1

 
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Intervista all'On. Giuseppe Gargani

Post n°100 pubblicato il 19 Maggio 2008 da Fareambiente0

INTERVISTA ALL’ON. GIUSEPPE GARGANI - PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE GIURIDICA DEL PARLAMENTO EUROPEO

 

Onorevole Gargani, innanzitutto la ringraziamo per averci permesso di registrare quest’intervista, che sarà disponibile in versione integrale sul sito http://blog.libero.it/fareambienteagro/.

La prima domanda è su Fare Ambiente, Movimento Ecologista Europeo a cui hanno aderito i maggiori esperti europei nel campo ambientale e che ha sedi non solo in Italia, ma anche in Germania, in Francia, in Romania ed oltre:  qual è la sua posizione rispetto all’ambientalismo attuale, rispetto all’ambientalismo realista proposto da Fare Ambiente e quale deve essere secondo lei il rapporto tra i tecnici e la politica?

Non farei questa distinzione così netta: i tecnici devono dare suggerimenti ragionati ai politici, a meno che il tecnico non abbia sensibilità politica, perchè la decisione è pur sempre politica. Mostro tutta la mia attenzione ed il mio plauso per Fare Ambiente. Abbiamo visto che i Verdi in Italia hanno strumentalizzato le valutazioni tecniche ed il Ministero affidato a Pecoraro Scanio è stato devastante: ecco dove il politico diventa negativo! Penso che la Prestigiacomo si circonderà di persone che potranno aiutarla a prendere le decisioni che la collettività richiede attraverso un supporto tecnico.

Fare Ambiente ha affrontato in particolare due grosse tematiche: i rifiuti ed il problema energetico. Voglio soffermarmi prima sulla seconda: mentre in Italia il disastro di Cernobyl ha portato alla chiusura delle centrali nucleari, nel resto d’Europa si è continuata una politica energetica realista e matura. Come la pensa in merito?

La scelta dei socialisti di abolire il nucleare in Italia è stata una sciagura ed una delle condizioni del mancato sviluppo. Oggi peniamo per la difficoltà di essere competitivi in Europa. Certo Cernobyl non doveva ripetersi, quindi bisognava attrezzarsi come la Francia e gli altri Paesi. L’Italia non l’ha fatto, ha la stessa esposizione al pericolo, avendo le centrali al confine, ma non ha una produzione adeguata, quindi è costretta ad acquistare energia dalla Francia. E’ sempre tardi se ci mettiamo in cammino per recuperare il nucleare: mi auguro che questo Governo lo faccia, come è nel programma.

Constatiamo dunque che lei è d’accordo con Fare Ambiente, che ha proposto una petizione popolare per il rilancio della ricerca sul nucleare e le nuove fonti di energia.

Assolutamente si: è uno di quei punti che Fare Ambiente, con grande lungimiranza, porta avanti.

Parliamo ora dei rifiuti: l’UE ha avviato in questi giorni una procedura d’infrazione per la gestione dei rifiuti in Italia. La responsabilità è dei Verdi e della Sinistra?

Certamente si, è responsabilità del Governo Regionale e del Governo Centrale ed in particolare dei dinieghi dei Verdi. Questa procedura d’infrazione viene dopo tante diffide, tanti inviti, tante circolari che l’Europa, che pure ha avuto tanta pazienza nei confronti dell’Italia, aveva fatto. Questo è il dato più negativo della Regione Campania: le altre Regioni hanno risolto il problema rifiuti, anche perché hanno seguito le direttive europee. Non avendo adempiuto a nessuna delle indicazioni dell’Europa, questo va detto e va sottolineato, ovviamente è arrivata la procedura d’infrazione, che sarà devastante per l’Italia, perché non porterà soltanto al pagamento di somme anche ingenti, ma soprattutto perché ci porterà fuori dal contesto europeo, fuori dalla collaborazione. Credo che i vari commissari che si sono succeduti abbiano aggravato la situazione ed abbiano dimostrato, insieme con la Giunta Regionale, di essere nemici del territorio.

Si spera di andare alle elezioni regionali in Campania quanto prima e lei è uno dei candidati a Governatore per il PdL. Si spera ancora che al momento delle elezioni il problema rifiuti sia già ampiamente risolto, ma i danni, in particolare al turismo, sussistono e saranno ingenti. Qual è la sua posizione e qual è l’idea che lei ha per il rilancio del turismo in Campania?

Ho intestato a me stesso un progetto di rinascita per la Campania, ho attrezzato un sito (www.rinascitacampana.it, ndr) inserendo un programma di governo per la Campania. Questo progetto prevede una discontinuità reale, mette in luce tutte le cose negative che questa Regione ha fatto: il problema dei rifiuti è solo una punta dell’iceberg! La Campania ha uno sviluppo pari a zero, una occupazione pari a zero, ha affossato il turismo: la non raccolta dei rifiuti è la premessa e la conseguenza di tutto questo. Quella che in Germania o a Brescia è fonte di ricchezza, a Napoli è solo spesa passiva, perché la Giunta Regionale è stata a rimorchio degli interessi della camorra ed è stata, ribadisco, nemica del territorio: non ha voluto risolvere il problema, non è che non ha potuto. Se non si vuole aggravare la situazione fino al renderla irrisolvibile c’è bisogno che questa Giunta vada via, ed è per questo che noi chiediamo l’azzeramento: è necessario tornare agli elettori, portando a loro conoscenza questo progetto.

La proposta di Fare Ambiente per la risoluzione del problema rifiuti sono i piccoli e medi impianti: far smaltire il rifiuto a chi lo crea, affinché ci si senta maggiormente responsabilizzati a differenziare. E’ d’accordo?

Sono assolutamente d’accordo: il problema può essere risolto solo se discariche e termovalorizzatori hanno riferimento provinciale. Napoli è troppo grande rispetto al resto del territorio e non può far riferimento ad altre zone: viene fuori anche un dissidio tra i cittadini e l’armonia sociale viene compromessa. Se ogni Provincia cura la raccolta differenziata, si ha una riduzione drastica del problema e si può arrivare ad una soluzione: questi sono i presupposti ed i canoni fondamentali, sui quali per tanti anni si è sorvolato.

L’ultima domanda esula dalla tematica ambientale. Lei è un maestro di politica prima ancora che un politico e da Responsabile Giovanile Nazionale di Fare Ambiente le chiedo: come si può riavvicinare i giovani alla politica e come si deve valorizzarli?

Questa è una domanda difficile: i giovani sentono ancor più degli anziani l’aria di crisi della politica. Forse questa mia risposta la sorprenderà, ma ritengo che la soluzione sia nella cultura: sono la scuola e la cultura ad orientare la politica. Oggi la politica è scissa dalla cultura ed il pragmatismo distrugge quel valore sociale che la politica ha, o dovrebbe avere. Io credo che i giovani debbano trovare soprattutto una qualità della vita adeguata: bisogna cominciare a curare la politica da questo angolo visuale. Insomma, potenziare i giovani significa dar loro più cultura, dalla cultura poi nasce la politica.

Onorevole Gargani, la ringrazio e mi auguro che possa diventare al più presto il Presidente della Regione Campania.

Grazie.

 
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Il Presidente che piace ai Giovani Ambientalisti

Post n°99 pubblicato il 16 Maggio 2008 da Fareambiente0

IL PRESIDENTE CHE PIACE AI GIOVANI AMBIENTALISTI

 

Quinta candidatura a Primo Ministro, Quarto Governo Berlusconi, terza legislatura da Premier, eppure il Cavalier Berlusconi continua a rappresentare il nuovo e ad entusiasmare le folle come neanche i Beatles.

Odio ed amore, berlusconismo ed anti-berlusconismo, stima ed invidia sociale: il Presidente non lascia mai indifferente l’interlocutore, poco ma sicuro.

Ancora una volta ha colpito nel segno ed ha scosso le coscienze dei giovani di Fare Ambiente, di cui mi onoro di essere il rappresentante nazionale: nel discorso di replica pronunciato a Palazzo Madama per chiedere la fiducia al Senato per il suo Governo, nel rispondere al Senatore del PD Della Seta, Berlusconi sembrava avesse tra le mani e stesse leggendo il programma del nostro Movimento Ecologista Europeo.

Piovono centinaia di telefonate, sms, e-mail dei nostri giovani militanti che mi invitano a prender posizione, a far sentire pubblicamente la vicinanza del Coordinamento Nazionale Giovanile al nostro Presidente del Consiglio.

<<… siamo da sempre convinti che non ci sia contrapposizione tra sviluppo e salvaguardia ambientale ed è anche per questo che pensiamo che la politica dei no non sia quella giusta …>>.

Come darle torto, Presidente: la politica dei “NO”, quella di Pecoraro Scanio e di Legambiente, per intenderci, quella di Ermete Realacci, Ministro “ombra” dell’Ambiente, quella che l’On. Gargani definisce “nemica del territorio” è la politica che ieri contestava i termovalorizzatori, il Mose, la Tav, le centrali nucleari, il Ponte sullo Stretto! Ieri, perché oggi Fare Ambiente, Movimento realista e non fondamentalista, che fonda la sua azione sul principio di sviluppo sostenibile, rappresenta l’unico vero punto di riferimento per gli ambientalisti italiani, o almeno per quelli che voglio tutelare per davvero l’ambiente.

<<In tema di energia, per fare un esempio, nel nostro programma abbiamo indicato chiaramente le priorità, che sono gli incentivi alla diversificazione, alla cogenerazione, all’uso efficiente di energia, alle fonti rinnovabili, dal solare al geotermico, dall’eolico alle biomasse e ai rifiuti urbani, pur sapendo tuttavia che nel mondo non possono che arrivare a produrre, come massimo, intorno al 5 per cento dell’energia necessaria. Abbiamo inoltre parlato anche del nucleare, oggi una scelta indispensabile, con tutte le cautele dovute, non soltanto per garantire l’energia necessaria al nostro futuro, ma anche per tutelare meglio l’ambiente in cui viviamo e quello dell’ambiente è solo un esempio.>>

Giustissimo, Signor Presidente. Avevamo avuto modo di parlarne innanzi a Palazzo Montecitorio l’8 novembre 2007, al termine della manifestazione che vide il nostro leader, il Presidente Vincenzo Pepe, presenziare al convegno “20 anni dal referendum abrogativo sul nucleare: quali fonti energetiche per l’Italia?” a cui erano intervenuti, tra gli altri, il Presidente On. Casini, il Ministro Sen. Bondi ed il Sottosegretario On. Urso. Aveva elogiato l’iniziativa di Fare Ambiente, si era dichiarato favorevole ed aveva espresso tutto il suo compiacimento per la nascita di un Movimento Ecologista di area Democratico-Liberale.

<<… non sarebbe forse fuori luogo accostare a quella lungimirante e visionaria follia di cui Erasmo da Rotterdam ha tessuto l’elogio, che chiedo al Senato la fiducia per il Governo che ho l’onore di rappresentare.>>

Un sussulto al sentir pronunciare queste parole, perché la Follia - diversa dalla follia - elogiata da Erasmo è quella che ha permesso ai sostenitori e soprattutto ai quattro soci fondatori di Fare Ambiente, tra i quali anch’io, di avviare un progetto difficile da concretizzare, ma estremamente stimolante. E’ inoltre la stessa Follia, mi permetta, che citavo in una mia mail che le ho inviato qualche giorno fa. E’ la stessa Follia che mi fa illudere che, per la chiusura del suo intervento, lei abbia tenuto conto di quella mia mail.

E’ arrivata l’ora, dunque, di passare dalle parole ai fatti: i Giovani di Fare Ambiente sono pronti a sostenere il Presidente Berlusconi ed i Ministri Bondi, Prestigiacomo, Matteoli e Zaia, affinché anche in Italia, come nel resto d’Europa e del mondo occidentale, la parola ambientalismo equivalga non più al “NO incondizionato”, ma allo “Sviluppo Sostenibile”.

 

Alfonso Maria Fimiani (nella foto)

Responsabile Nazionale per le Politiche Giovanili e Sociali – Fare Ambiente

 
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Verdi: congresso a luglio

Post n°97 pubblicato il 11 Maggio 2008 da Fareambiente0

Verdi: congresso a luglio Approvata istituzione comitato di 12 eletti su base federale (ANSA) - ROMA, 11 MAG - I Verdi saranno a congresso a luglio. Intanto, sara' istituito un comitato di garanzia per predisporre modifiche statutarie e organizzative. Lo spiega Loredana De Petris, presidente del consiglio federale del 'Sole che ride', riunito ieri e oggi a via di Ripetta. La mozione di istituzione di un comitato composto da 12 persone elette su base federale (4 per il Nord, 4 per il Centro e 4 per il Sud) e' stata approvata con un'ampia maggioranza dal consiglio federale. Il 20% si e' espresso contro. http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/italia/news/2008-05-11_111223460.html  

 
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L'Ambiente come nuovo motore di sviluppo

Post n°96 pubblicato il 09 Maggio 2008 da Fareambiente0

Intervista al Prof. Avv. Vincenzo Pepe

Presidente di Fare Ambiente – Movimento Ecologista Europeo

L'AMBIENTE COME NUOVO MOTORE DI SVILUPPO

u  - All'indomani della creazione del nuovo governo da parte del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi come giudica la compagine governativa?

A nome di Fare Ambiente – Movimento Ecologista Europeo e a titolo personale faccio i migliori auguri al governo che si è appena insediato. Tutti noi ci aspettiamo molto da un governo che ha un forte sostegno popolare e parlamentare: l'Italia ha bisogno di riforme e di rilanciare un modello di sviluppo sostenibile. Ci auguriamo che questo governo ponga le tematiche ambientali al primo posto della sua agenda politica, ritenendo le questioni ambientali non residuali rispetto agli altri problemi, ma il problema centrale dello sviluppo e del nostro essere in Europa. In modo particolare siamo soddisfatti della nomina a ministro di Sandro Bondi a cui Fare Ambiente è sempre stato legato. Oserei dire che proprio grazie a Sandro Bondi e insieme con lui è nato il movimento.

u  - E' soddisfatto delle scelte fatte dal Cavaliere all'Ambiente e ai Beni Culturali?

Sono molto contento e approfitto dell'occasione per fare ad entrambe i migliori auguri di buon lavoro. Sono, poi, particolarmente soddisfatto per la scelta di Sandro Bondi al Ministero dei Beni Culturali, perchè Fare Ambiente è nato proprio grazie alla spinta di Bondi e dell'On. Nicola Cosentino, oggi Sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze, al Hotel Vesuvio di Napoli nel corso di un incontro. Furono loro a incitarmi a fondare un movimento ecologista che mirasse ad un ambientalismo maturo di tipo europeo. I fatti ci hanno dato ragione per diversi motivi...

u  - Che cosa si aspetta dai nuovi ministri?

Mi aspetto che abbiano, fin dall'inizio, la capacità di porre i beni culturali e le tematiche ambientali al centro del dibattito politico nazionale ed europeo. Solo attraverso una politica realista sull'ambiente si può fare sviluppo: si possono realizzare le infrastrutture, si possono migliorare i trasporti, si può fare sanità; non esiste una materia che non abbia a che fare con l'ambiente!... A tal proposito ci siamo messi a disposizione dei ministri per concorrere alla creazione di questa nuova sensibilità nel nostro Paese. Senza tale profonda sensibilità non si potrà sperare di risolvere nessun tipo di problema.

u  - Come sostiene il professore Francesco Sisinni l'aspetto dei beni culturali è strettamente connesso alla tutela dell'ambiente e del paesaggio. Ritiene che i due nuovi ministri Bondi e Prestigiacomo debbano promuovere un tavolo di programmazione comune dei loro ministeri per dare un segnale forte verso una visione sostenibile e durevole del patrimonio Italia?

Ambiente, beni culturali e paesaggio sono inscindibili. Per questo motivo proporremo sia al ministro Prestigiacomo, sia al ministro Bondi, di porre in essere in Italia - così come ha fatto Nicolas Sarkozy in Francia – la “Grenelle de Environment”, un tavolo di concertazione. Invieremo il nostro “Patto per l'Ambiente”, chiedendo di sottoscriverlo e abbiamo già chiesto un incontro con i ministri dell'Ambiente e dei Beni Culturali, per cercare di concorrere nella soluzione dei gravi e tanti problemi che attanagliano il Paese sia sulle problematiche ambientali, che sulle problematiche paesaggistiche e culturali. Auspichiamo che i due ministri aiutino Fare Ambiente al fine di far crescere una cultura diffusa ambientalista, che è alla base della risoluzione dei problemi della nostra società. I rifiuti, l'approviggionamento energetico, l'acqua, la tutela delle aree protette, la conservazione della natura, la salvaguardia delle biodiversità, il rischio idro-geologico, la tutela del suolo sono problemi che non saranno mai risolti senza la cultura diffusa di ambiente: cultura diffusa di ambiente significa: lo stile di vita che ognuno di noi in forma singola e associata deve avere. Questo mutamento si può realizzare solo attraverso la consapevolezza che l'ambiente è il problema dei problemi.

u  - Che ruolo vuole avere Fare Ambiente nell'alveo dei movimenti e delle associazioni ambientaliste alla luce della nascita del nuovo Governo Berlusconi?

Fare Ambiente già agli albori – qualche anno fa – è nato denunciando l'anacronismo dei movimenti ambientalisti tradizionali: questi ultimi, infatti, non mirano ad un ambientalismo maturo di tipo europeo e, quindi, non sono più capaci o non lo sono stati mai, di risolvere e sbrogliare il nodo di Gordio. Non utilizzano un metodo realistico, concreto e conservano in loro un vizio ideologico di fondo intrinseco. Il nuovo governo deve far crescere i nuovi movimenti ecologisti, perchè la visione di questi movimenti è una visione matura: non si tratta dell'ambientalismo del “no” apriori o del “si” apriori, stiamo parlando – invece – di quell'ambientalismo che guarda con realismo al bilanciamento dei valori.

u  - Oggi come non mai abbiamo bisogno di processi di policy efficaci per quanto riguarda i problemi legati all'ambiente: qual è la ricetta che Fare Ambiente propone per il risanamento della macchina amministrativa?

La massima partecipazione ai processi che riguardano interessi ambientali. In Francia, ad esempio, prima di scegliere un qualsiasi posto per l'ubicazione di una centrale nucleare (eppure la Francia ha sul nucleare una posizione molto spinta) o qualsiasi altro tipo di impianto che possa avere un minimo di impatto ambientale, le istituzioni danno vita ad un processo dal basso di compartecipazione e di condivisione delle scelte. Si mette, dunque, in atto un processo di responsabilizzazione della cittadinanza. In Italia questo processo ancora non esiste: spesso le decisioni vengono calate dall'alto e la gente non le condivide. D'altra parte i comitati, le associazioni, i gruppi di pressione che nascono per affrontare una questione spinosa devono dimostrare una maturità di fondo: nel senso che non devono lasciarsi prendere dalle emozioni, da deliri ideologici, questo è totalmente sbagliato, perchè si esce dal recinto della polity, per dirla con Charles Tilly, per avventurarsi nel campo dell'illegalità, passando dalla ragione al torto. Devono essere, invece, “acteurs sociales”, come sosterrebbe Alain Touraine, devono agire non essere agiti, ma agire sapendo, con coscienza e coscienziosità, agire attraverso logiche “bottom-up” innestando processi virtuosi di globalizzazione dal basso. Legarsi al proprio orticello, quel fenomeno che gli studiosi di movimenti sociali chiamano “N.I.M.B.Y.” (Not In My Back Yard – Non nel mio giardino) non è un atteggiamento che promuove lo sviluppo sostenibile, è invece un voler rimanere indietro: basti pensare alla T.A.V., al Mose, etc... Anche sull'energia nucleare, come ambientalisti, abbiamo una posizione molto forte, molto diversa dagli altri: vogliamo il massimo controllo in queste scelte, ma non possiamo dire aprioristicamente “no” a scelte che l'Europa impone. Se facessimo il bilanciamento dei valori – di fatti – vedremmo che forse il problema dei rifiuti nucleari o della sicurezza sono problemi europei. Non possiamo continuare ad immaginare di essere ancora lontani dall'Europa: gli europei siamo noi e se non ci adeguiamo in fretta pagheremo in termini di collasso socio-economico la nostra negligenza. L'adeguamento alle Direttive Comunitarie è una necessità vitale per far sì che l'Italia riprenda il passo di nazioni come la Spagna.

 

u  - La logica nichilista del non fare e dei no aprioristici ha messo in seria crisi i processi di innovazione nel campo energetico e infrastrutturale: quali sono le linee guida del suo movimento nel settore dell'approviggionamento energetico e in quello delle opere pubbliche?

Nel mese di novembre del 2007 abbiamo organizzato un convegno come Fare Ambiente, in occasione del ventennale del referendum sul nucleare. In quella sede abbiamo ribadito il nostro “si” alla ripresa della ricerca sul nucleare in Italia, perchè non è possibile dire “no” in questo caso, mi riferisco alla passata legislatura dove di fronte ad un Disegno Legislativo, che riprendeva il tema della ricerca nucleare, il Parlamento ha bocciato la proposta per pochi voti. Dire “si” al nucleare, naturalmente, non significa dire “no” alle altre fonti energetiche, soprattutto alle “rinnovabili”: ci vuole il giusto “mix energetico”, che vada a soddisfare il fabbisogno nazionale, ma che soprattutto rispetti i dettami del Protocollo di Kyoto.

u  - Nel 1950, in occasione del sessantesimo compleanno di Martin Heidegger, Ernst Junger pubblicò il saggio “Uber die line” (Oltre la linea), dedicato al tema che attraversa come una crepa non solo tutta la sua opera, ma quella di Heidegger e tutto il nostro tempo: il nichilismo. Questa parola era stata evocata da Nietzsche, come se in essa si preannunciasse un “contromovimento”, un al di là del nichilismo. Junger si domanda: è possibile “l'attraversamento della linea, il passaggio del punto zero” che è segnato dalla parola “niente”? Questa è la domanda che rivolgo a lei – Prof. Pepe – si può oggi uscire dall'impasse in cui i Verdi e l'ambientalismo tradizionale hanno fatto scivolare il pensiero ecologista, in un mondo in cui è avvenuta la perdita dei valori che davano senso alla quotidianità della vita dell'uomo? Che cosa potrà fare al riguardo Fare Ambiente?

Fare Ambiente si è ripromessa di rifondare l'ambientalismo italiano attraverso una “Costituente dell'Ambientalismo italiano”, che si dovrebbe riunire verso la fine del 2008 a Roma dove, nelle nostre intenzioni, si dovrebbe ripensare il concetto di ambientalismo. Questo non significa non essere a favore della tutela dell'ambiente, anzi riteniamo che la tutela dell'ambiente debba essere al primo posto dell'agenda politica – lo ripeto –  perchè l'ambiente è l'habitus, tutto ciò che ci circonda. Essere contro l'ambiente equivale ad essere contro l'uomo, ma l'uomo deve pur progredire, l'uomo deve pur fare tecnologia, l'uomo deve pur realizzare il soddisfacimento dei prorpi bisogni, che non sono solo bisogni strutturali, ma anche sovrastrutturali. In una visione antropocentrica l'uomo deve essere il protagonista, nel rispetto delle risorse naturali, del suo vivere. La visione che noi proponiamo è quella dello sviluppo, ma uno sviluppo equilibrato, uno sviluppo rispettoso delle risorse naturali che vanno si utilizzate, perchè non possiamo negare lo sviluppo, ma vanno utilizzate in termini razionali: in breve uno sviluppo sostenibile e durevole. L'appello che facciamo al Governo Berlusconi e ai ministri Prestigiacomo e, in particolar modo, al ministro Bondi, che ha dato una grande spinta affinchè nascesse questo movimento e che ora devono utilizzarlo al meglio: al fine di far nascere in Italia una cultura diffusa sui temi dell'ambiente, della tutela del paesaggio e dei beni culturali, ma anche dare corpo e forza a due progetti: la Costituente per un nuovo ambientalismo italiano maturo di tipo europeo e creare un gruppo parlamentare che sostenga le nostre iniziative legislative. Faccio riferimento alla campagna che stiamo per lanciare sull'idrogeno: vogliamo tentare di rimodellare, ripensare la rete dei  distributori di carburante per i mezzi di trasporto. Ciò vuol dire innestare un processo virtuoso che conduca a quella “Economia all'idrogeno” di cui parla Jeremy Rifkin, dando una forte spinta alla ricerca e creare un nuovo stile di vita. Spero che quanto prima avremo dei colloqui con i ministri: abbiamo già chiesto sia alla Prestigiacomo che a Bondi di essere ricevuti. Noi siamo a disposizione.

u  Il suo carissimo amico, il filosofo Aldo Masullo, in questo caso direbbe, che lei si spinge oltre la conflittualità che individua Emanuele Severino tra l'uomo e la “teknè”, ma soprattutto tra la “teknè” e la natura...

Certo! L'uomo deve essere il protagonista, quindi l'uomo aspira sempre, per sua natura, alla ricerca e non si può limitarlo. L'uomo aspira comunque a conquistare il progresso attraverso l'innovazione, ma questo progresso deve misurarsi con le esigenze che ha la natura in un continuo divenire, in un continuo camminare domandando. Per questo ritengo che bisogna dare sempre più forza al nostro movimento e sono sicuro che il ministro Bondi, che è stato il primo a volere questo movimento e fu lui a dirmi: “Professore l'Italia ha bisogno di un movimento come questo!”. Spero – infine – che sappia dare ancora più forza ad un ambientalismo maturo, che abbia come logica il fare, perchè solo attraverso il fare l'uomo può essere protagonista e proteggere l'ambiente, che – in fondo – non è altro che la nostra casa. Lo scopo è andare “Oltre la linea”: superare le visioni strumentali del vetero-ambientalismo per spingersi oltre!

 
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Dal NO al FARE

Post n°95 pubblicato il 05 Maggio 2008 da Fareambiente0

Edizione 86 del 05-05-2008

Nostra iniziativa


Dal “no” al “fare”
di Arturo Diaconale

Non è il frutto di una semplice casualità l’accordo tra il movimento ecologista “Fare Ambiente” e “ L’Opinione delle libertà. Il sesto numero del quotidiano dedicato alle iniziative dell’associazione guidata dal prof. Vincenzo Pepe è il logico punto di arrivo di due precorsi diversi destinati comunque ad incontrarsi. Da un lato un giornale che dall’anno della sua ormai lontanissima fondazione (1847) è sempre rimasto fedele all’impostazione voluta dal suo promotore, Camillo Benso conte di Cavour, di testimone e di propugnatore di battaglie liberali per lo stato unitario italiano. Dall’altro un movimento che con grande coraggio ha scelto di opporsi alla cultura egemone di un ecologismo ideologizzato fondato sul rifiuto della modernità e sul principio dell’opposizione pregiudiziale a qualsiasi forma di innovazione. E , proprio per marcare la diversità e la discontinuità tra i due diversi modi di battersi per la difesa dell’ambiente, ha contrapposto la cultura del ”fare“ alla cultura del ”no“.

Il punto d’incontro tra ” L’Opinione delle libertà“ e ”Fare Ambiente“ è la comune radice liberale. E, soprattutto, la consapevolezza che le particolari circostanze politiche del momento consentono di promuovere anche sul terreno della difesa della natura e dell’ambiente quella rivoluzione liberale che serve al paese per tentare di uscire dal lento declino a cui sembrava essere stato condannato da anni ed anni di egemonia della parte più antimoderna e reazionaria della sinistra. Il sesto numero del giornale dedicato in gran parte a ”Fare Ambiente“ non è, allora, solo l’espressione di due interessi diversi. Quello del movimento di Vincenzo Pepe di usufruire di uno strumento di informazione e di formazione al servizio dei propri iscritti e dei propri simpatizzanti. E quello de “L’Opinione delle Libertà” di allargare il proprio mercato di lettori ad un ambiente nuovo, stimolante e ricco di energie e di iniziative.

E’ la dimostrazione che c’è una grande trasformazione in atto nella società italiana per quanto riguarda l’ambientalismo. Che i vecchi schematismi secondo cui grattando il verde trovavi inevitabilmente il rosso e la filosofia del “no” sono ormai superati. E che esiste e trova consensi progressivamente crescenti un ambientalismo di estrazione liberale convinto che il suo motivo d’essere non sia quello di bloccare ogni forma di innovazione ma quello di coniugare la necessità e l’inevitabilità della modernità con la difesa della natura. Portare avanti con continuità ed impegno questo processo di trasformazione non è un compito facile. Le resistenze da superare, frutto delle vecchie concezioni, sono numerose. Ma quando la volontà s’incontra con il favore delle mutate condizioni storiche ogni ostacolo può essere superato.

 
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Fare Ambiente alla Giornata dell'Arte

Post n°94 pubblicato il 22 Aprile 2008 da Fareambiente0

 

Prosegue a ritmo forsennato il cammino del Coordinamento giovanile Campano di Fare Ambiente. Tante le iniziative destinate ad andare in porto ed innumerevoli gli appuntamenti con il mondo giovanile, che rappresenta la sostanza verso cui si dirige la volontà dell’intero Movimento.

In particolare occorre ricordare la manifestazione patrocinata dal Liceo Scientifico B. Rescigno di Roccapiemonte, cui i Laboratori dell’Agro Nocerino Sarnese e della Valle dell’Irno prenderanno parte e che avrà luogo mercoledì 23 aprile:”La Giornata dell’Arte”. Tema nevralgico della festa sarà il binomio giovani-cultura.

“Sin dall’inizio i Laboratori hanno ritenuto fondamentale favorire la sensibilizzazione giovanile alle tematiche ambientali ed alla cultura della sostenibilità attraverso iniziative sociali. Ringrazio a nome del Coordinamento i ragazzi del Liceo B. Rescigno per averci invitato a partecipare mercoledì alla manifestazione, che per noi sarà nuova occasione di divulgazione e confronto con il mondo giovanile” dichiara Antonio Siniscalco, Coordinatore Giovanile Regionale nonché  Presidente del Laboratorio della Valle dell’Irno.

Tra le iniziative realizzate il Laboratorio annovera  l’incontro con i ragazzi del liceo Publio Virgilio Marone di Mercato S. Severino, segnato non solo dall’osmosi locale ma altresì da un legame elettorale che ha preso vita in seguito all’elezione nelle liste di Fare Ambiente del Rappresentante d’Istituto Giuseppe Comodino, già Responsabile degli Studenti di Fare Ambiente. Sintomatico l’impegno profuso anche per la festa realizzata in occasione dell’inaugurazione del Laboratorio di Montoro presso l’ITC Ronca, segnata dalla concreta partecipazione di tanti giovani amanti dell’ambiente.

“Il Movimento Ecologista Europeo Fare Ambiente -dichiara Alfonso Maria Fimiani, Socio Fondatore, Presidente del Laboratorio dell’Agro Nocerino Sarnese e Responsabile delle Politiche Giovanili di Fare Ambiente– ringrazia il Dott. Antonio Pagano, Sindaco di Roccapiemonte, l’Avv. Assunta Torino, Consigliere Comunale, il Prof. Basilio Fimiani, Preside dell’Istituto, ma soprattutto i giovani studenti del liceo B. Rescigno, augurando loro di avvicinarsi maggiormente alle questioni ambientali che allarmano giorno dopo giorno la nostra Regione Campania”.

 

Antonio Migliorino

 
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Fare Ambiente - Elezioni 2008

Post n°93 pubblicato il 15 Aprile 2008 da Fareambiente0



"Fare Ambiente è pienamente soddisfatto del risultato
elettorale" - sostiene il Presidente di Fare Ambiente -
Movimento Ecologista Europeo, Vincenzo Pepe - "adesso
cambieranno molte cose: a partire dalla situazione rifiuti
in Campania". Rincuorato dalla netta vittoria del Pdl,
Pepe vede un futuro diverso per l'ambientalismo in Italia:
"Mai più "no" senza senso, mai più battaglie
ideologiche per spirito di contraddizione o interessi
personali; finalmente potremo occuparci di ambiente come
tecnici e risolvere i nodi spinosi, che rendono il nostro
Paese il fanalino di coda in Europa nella corsa alle
rinnovabili, ma ultima anche nell'autonomia energetica,
nella raccolta differenziata e nella ricerca nucleare".
Per questo, in occasione della vittoria del Pdl, Pepe ha
coniato un nuovo slogan:
"Mai più ultimi! Per un ambientalismo del Fare: per le
aziende, per i cittadini, per l'Italia". "Oggi -
continua Pepe -  scomparsi I Verdi e ridimensionato il PD,
Fare Ambiente, rappresenta la più grande realtà
ambientalista organizzata di una certa area, punto di
riferimento certo per il lancio di una nuova Costituente
davvero Ambientalista, che possa ricucire lo strappo e la
confusione createsi in tutti questi anni di monopolio
ideologico della cultura di sinistra sul pensiero
ecologista". Il Presidente di Fare Ambiente - infine -
ha invitato tutte le forze vicine alle idee del movimento e
I fuoriusciti delusi dalla demagogia di un certo
ambientalismo di facciata a convenire presto ad un incontro
a Roma sulla nascita della Costituente Ambientalista
Italiana. Invito già colto da molte organizzazioni e
singoli, che hanno dato la loro adesione all'iniziativa.
"Perchè in questa maniera porteremo avanti la nostra
opera - ha concluso Pepe - con il realismo del fare e
l'ottimismo della ragione.

 
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I Verdi fanno ridere

Post n°92 pubblicato il 20 Marzo 2008 da Fareambiente0

Ecco perché i nostri Verdi fanno ridere
Giovedí 20.03.2008 10:51

http://canali.libero.it/affaritaliani/poli...tori190308.html

Lettera del Prof. Vincenzo Pepe, Docente di Diritto dell'Ambiente alla Seconda Università degli Studi di Napoli, Presidente di Fare Ambiente - Movimento Ecologista Europeo; in riferimento all'editoriale del Prof. Giovanni Sartori pubblicato sul Corriere della Sera giovedì 13 marzo.


Caro Prof. Sartori,

accolgo con gioia e sollievo il suo sfogo dalle pagine del Corriere di giovedì 13 marzo scorso, contro quella forma di ambientalismo snaturato nella sua essenza del Partito dei Verdi italiano. È proprio come dice Lei - professore - "i nostri Verdi fanno ridere o fanno danno"! Anche se di danni, credo, ne abbiano fatti di più e belli grossi: a partire proprio da quel travisamento del pensiero ambientalista e da quella deriva negazionista tramandataci da un'immagine della natura come qualcosa di contrapposto alla società degli uomini. Senza dubbio è vero che dobbiamo salvaguardare il creato dagli attacchi indiscriminati di individui non tanto avvezzi a rispettarlo, ma ciò non toglie che la natura e l'uomo sono un tutt'uno e l'uomo non fa altro che "abitare, costruire, pensare" - come direbbe Heidegger - lo spazio e il tempo adattandosi al suo habitat e modificandolo a seconda delle sue esigenze.

Come Lei afferma con veemenza nel suo editoriale "il brutto non piace a nessuno, ma è irresponsabile" contrapporsi a qualsiasi cosa pur di tener duro su una linea, che non tiene conto delle esigenze del Paese e della popolazione. È evidente che la formazione politica dei Verdi, ma in generale tutto il mondo dell'associazionismo ambientalista che fa capo alla sinistra ha fallito nei suoi intenti: in primis non hanno saputo veicolare il consenso sulle stesse tematiche su cui Al Gore negli Stati Uniti ha vinto un premio Oscar e nel mondo ha vinto un Premio Nobel, facendo inserire di prepotenza in tutte le agende setting degli organismi internazionali e delle nazioni del mondo le tematiche salienti dell'ambientalismo: dal surriscaldamento del pianeta e, quindi, dai cambiamenti climatici allo sviluppo sostenibile. In Italia i Verdi hanno avuto circa vent'anni per far emergere questi temi, ma non ci sono riusciti finendo, addirittura, prima etichettati come formazione di estrema sinistra e, successivamente, liquefatti nella Sinistra L'Arcobaleno.

Dico liquefatti, prendendo in prestito il concetto da Zygmunt Baumann: i Verdi italiani hanno rappresentato il prodotto di quella "modernità liquida", di cui parla Baumann, dove si amalgamano le identità perdute o mai create. Quella dei Verdi fa parte della seconda categoria: dopo l'atto costitutivo del Partito non sono riusciti a creare un'identità forte, caratterizzante e si sono persi per i meandri cupi e scuri della retorica clownesca degli episodi e nel presenzialismo di facciata. In sé i Verdi italiani portavano un coacervo di tendenze, pur rappresentando uno scarso 2%. Cosa vuol dire ciò: che oggi non rappresentano più niente e nessuno e per la prima volta dopo quasi due lustri andiamo a votare senza una vera forza partitica che si ispiri, per lo meno, agli ideali dell'ambientalismo. Alcuni ne saranno ben contenti, ma non credo che dall'aldilà personaggi come Gregory Bateson o, per restare in casa nostra, Alexander Langer sarebbero tanto felici della notizia. Soprattutto non sarebbero lieti di sapere che l'ambiente venga utilizzato a fini ideologici e venga considerato di sinistra o di destra.

L'ostruzionismo dei Verdi e dei movimenti ambientalisti in questi ultimi anni è stato deleterio per il Paese e per la stessa tutela e conservazione dei nostri beni culturali e dell'ambiente. Opere necessarie per far sì che l'Italia diventasse finalmente un solo Paese anche nelle infrastrutture sono state bloccate; è stata negata all'Italia di essere e diventare competitiva con le altre nazioni europee e di contribuire alla costruzione fattiva dell'Unione Europea; i grandi temi dell'ambiente sono stati trattati in termini puramente demagogici senza fornire approfondimenti all'opinione pubblica, che è stata strumentalizzata da facinorosi scalpitanti, che non aspettavano altro che creare ancor più confusione e allontanare il popolo dalla strada della riflessione; è stato precluso ogni tentativo di operare in settori energetici differenti da quello dei combustibili fossili, determinando una situazione senza precedenti negli altri Paesi europei, che vede l'Italia come un'affamata elemosinare un tozzo di pane una volta all'uno una volta all'altro; è stata negata, infine, la possibilità di far nascere e prosperare una vera cultura ambientalista dedita al rispetto e alla conservazione dell'esistente con lo sguardo rivolto al futuro e alle nuove tecnologie.

A fronte - perciò - di una forma mentis delle attuali formazioni politiche lontana dall'affrontare con serietà e competenza i gravosi e imperscrutabili dilemmi del futuro del nostro pianeta ho deciso di fondare un nuovo movimento: Fare Ambiente - Movimento Ecologista Europeo, che non partendo da posizioni precostituite e preconfezionate, si pone al di fuori dell'agorà politica per assurgere ad un ruolo di garante e di guardiano dei valori dell'ambientalismo in Italia. Già nell'infinito indicativo "FARE" ci sono tutti i presupposti del nostro pensiero, che si sostanzia nell'azione diretta al miglioramento delle condizioni umane nel rispetto e nella tutela dell'ambiente. Dinnanzi alla staticità e allo stagnamento di - ormai - desuete formazioni politiche e associazionistiche ci vogliamo distinguere con la fattività e fattibilità delle nostre proposte, contravvenendo ad una pratica di immobilismo, che ha caratterizzato gli ultimi anni.

I punti imprescindibili del nostro programma sono:

- una legislazione ambientale per principi superando l'attuale inquinamento da norme, rivisitando in quest'ottica il Testo Unico ambientale del 2006;
- campagne di sensibilizzazione sul FARE LO SVILUPPO SOSTENIBILE;
- campagne nazionali sul riutilizzo dei rifiuti: chiedere alle imprese di collaborare eliminando alla fonte i rifiuti superflui;
- più incisività sull'uso delle energie alternative, obbligando i Comuni al bilancio energetico stabilendo dei tetti di risparmio e una pianificazione della produzione di energia eco-compatibile;
- noi siamo per tutte le forme di energia rinnovabile e per la valutazione d'impatto ambientale;
- la diffusione del concetto di sviluppo sostenibile nelle scuole è la base su cui fondare uno stile di vita eco-sostenibile;
- rivisitare la legislazione sulle aree protette, ritenendo pericoloso il proliferare di Parchi e di vincoli perché ciò potrebbe omologare l'intero territorio svilendo il fondamento, ovvero la conservazione di biodiversità di alcune aree di particolare pregio;

- valorizzare l'esistente: quasi il 20% del territorio nazionale italiano è protetto sulla carta, ma la realtà è cosa ben diversa;
- avviare la riforma contenuta nel Testo Unico Ambiente sulla Autorità di bacino per la Tutela del suolo. In questo momento è tutto fermo;
- un'attenzione particolare al problema del mercato e dell'ambiente sulla scia dei principi comunitari: l'acqua è pubblica, ma la gestione può essere pubblica e privata, con realismo e senza fondamentalismi per realizzare uno sviluppo sostenibile;
- maggiore attenzione ai Paesi in via di sviluppo e all'equità ponderata che è il fondamento della sostenibilità;
- la sostenibilità non è solo razionale utilizzo delle risorse energetiche ma è anche immaterialità, tutela dei beni culturali e paesaggistici in una visione non fondamentalista della conservazione e valorizzazione della natura, ovvero, i beni culturali e ambientali devono avere una funzione sociale;
- il tema del riscaldamento del Pianeta è spesso usato in chiave strumentale e superficiale, mentre si potrebbero avere maggiori benefici rispetto alla politica delle quote di abbattimento di emissioni di carbonio in atmosfera aumentando progressivamente gli investimenti per accelerare la sostituzione dei combustibili fossili con energie eco-compatibili, rinnovabili, a basso impatto ambientale;
- avviamo la rivoluzione dell'idrogeno come stanno già facendo diversi Paesi e poniamoci tra gli innovatori e precursori in questo campo;

Il problema ambientale è un problema di sensibilità, solidarietà e di buon governo. L'ambiente è la vita dell'uomo sul Pianeta, è la nostra qualità della vita. Vogliamo tutti respirare aria pulita, avere acqua sufficiente e potabile, avere trasporti efficienti e poco inquinanti, non avere rifiuti sotto casa, mangiare cibi genuini, avere meno emissioni di carbonio in atmosfera, meno disastri ecologici, meno inquinamento acustico. Tutto questo nell'ottica che il progresso e la modernità con tutto ciò che comporta e ha comportato non può fermarsi: nessuno vuole tornare al mondo bucolico di Lucrezio, ma tutti vogliamo capire i veri limiti dello sviluppo senza isterismi e catastrofismi che, di certo, non aiutano la causa della tutela ambientale. Abbiamo iniziato un nuovo ed esaltante percorso insieme a tanti il cui obiettivo è contribuire alla tutela dell'ambiente per una migliore qualità della vita, salvaguardare il diritto delle
generazioni future e ritrovare il gusto di affermare ideali senza estremismi, con il realismo del FARE e l'ottimismo della ragione: spero infinitamente che Lei risponda al nostro appello e partecipi con noi al progetto di costruire una società migliore basata sui fondamenti della sostenibilità e della durevolezza.

Sono lieto - perciò - di invitarLa il 2 aprile p.v. alle ore 11:00 a Roma, presso il Coordinamento Nazionale di Fare Ambiente, in Via Nazionale, 243, dove si terrà il Coordinamento Nazionale del movimento.
La saluto con affetto,

lì, Roma, 17/03/2008

Prof. Vincenzo Pepe,
Docente di Diritto dell'Ambiente
Seconda Università degli Studi di Napoli
www.fareambiente.it
v.pepe@fareambiente.it

 
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Forum per l'Ambiente - Mercato San Severino

Post n°91 pubblicato il 20 Marzo 2008 da Fareambiente0

19/03/2008

PIANO ENERGETICO AMBIENTALE COMUNALE

Insediamento ufficiale ieri mattina, presso il Palazzo Vanvitelliano, dei componenti del Forum Comunale per l’Energia, l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile, organo previsto dal PEAC (Piano Energetico Ambientale Comunale).

Parte, dunque, l’iniziativa presentata due settimane fa dal vicesindaco Giovanni Romano e dal Professor Lucio Ippolito (Ingegneria dell'Informazione e Ingegneria Elettrica dell’Università degli Studi di Salerno).

Erano presenti Renato Fusco, rappresentante della “Terna” s.p.a., Pietro Trombetti per il CNA – Mercato S. Severino, Carmine Battipaglia per il CNA- Salerno, Antonio Ferrigno per “Fare Ambiente”, Alberto Gentile per il WWF – Salerno, Giovanni ROMANO, Vice sindaco del Comune di Mercato S. Severino, Giancarlo De Tullio per ARPA-Campania, Mariarosaria Zappile e Pierpaolo Ventura per Confindustria- Salerno.

"E' stato un primo incontro di conoscenza - precisa il Vice Sindaco Giovanni Romano - tra i componenti designati dagli Enti e dalle Istituzioni che la Giunta Municipale ha individuato come rappresentanti permanenti del Forum. Il Piano è stato consegnato a tutti i presenti ed è stato illustrato dal professore Luicio Ippolito".

Al termine della discussione, dopo la presentazione, i componenti del Forum hanno stabilito di riunire nuovamente il Forum entro 30 giorni per la valutazione delle prime osservazioni e di procedere con la pubblicazione dell'intero Piano sul sito web del Comune.

In considerazione della rilevanza del PEAC ai fini del nuovo Regolamento Edilizio in fase di redazione, si è stabilito di integrare il Forum con i rappresentanti dell'ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), dell'Ordine degli Ingegneri, dell'Ordine degli Architetti, del Collegio dei geometri, del Collegio dei Periti Industriali, di un'Associazione dei Consumatori e del soggetto gestore del servizio idrico integrato G.O.R.I. Spa.

“Si avvia in tal modo la procedura amministrativa – ha dichiarato il Vice Sindaco Giovanni Romano – che porterà alla definitiva approvazione del Piano e alla realizzazione degli interventi concreti delineati delle azioni contenute nel PEAC. La Ge.Se.Ma. Spa ha già provveduto ad installare un primo impianto regolatore dei flussi elettrici su di un tratto di illuminazione pubblica in modo da testare la validità del dispositivo che consentirà di ridurre consumi e costi. Inoltre sono già state avviate le procedure amministrative per la realizzazione degli impianti di energia elettrica fotovoltaica su tutti gli edifici pubblici".

Il PEAC si pone l’obiettivo di analizzare e definire le condizioni idonee per lo sviluppo di un sistema energetico comunale sempre più rivolto all’utilizzo delle fonti rinnovabili e all’uso efficiente dell’energia come strumenti centrali per una maggiore tutela ambientale.

Il nesso tra energia e cambiamenti climatici ormai non è più messo in discussione. Per frenare lo sfruttamento delle risorse naturali e il conseguente inquinamento prodotto dai sistemi industriali, dai trasporti e dagli usi civili è necessario procedere all'adozione di politiche efficaci, alla diffusione di una nuova cultura della sostenibilità, ad una rivisitazione degli stili di vita e dei modi di produzione. Il PAEC contiene le indicazioni utili per l'adozione di provvedimenti che consentono di raggiungere gradualmente questi obiettivi.

"Una delle iniziative più significative - prosegue Romano - riguarderà l'attivazione dello Sportello Energia, un ufficio a disposizione dei cittadini per assisterli nelle operazioni di installazione degli impianti solari fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e di acqua calda e per fornire le corrette informazioni per accedere ai benefici stabiliti dalle vigenti normative. In tal senso, il Forum svolgerà un ruolo determinante. Infatti c'è bisogno del concorso di tutti i cittadini per promuovere una diversa cultura dello sviluppo economico e della sostenibilità ambientale, sull'esempio di quanto già realizzato nella nostra Città con la raccolta differenziata. Solo promuovendo questo diverso approccio culturale la nostra Comunità potrà contribuire a ridurre il carico inquinante di emissioni di anidride carbonica (Co2) in atmosfera realizzando in concreto quanto stabilito nel Protocollo di Kyoto“.

 
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Circolare - 13.03.2008

Post n°90 pubblicato il 18 Marzo 2008 da Fareambiente0

Cari amici,

 

il 2 aprile p.v. alle ore 11:00 si terrà presso la sede di Roma in Via Nazionale, 243 la prima riunione del Coordinamento Nazionale di Fare Ambiente.

Sarà l’occasione per fare il punto della situazione dopo la chiusura del tesseramento e alla vigilia della tornata elettorale.

Vi invitiamo a non mancare, perché sarà un appuntamento importante per decidere le strategie da adottare nell’immediato futuro.

 

È necessario, inoltre, che entro il 30 marzo, data inderogabile, tutti i Coordinatori Regionali comunichino i nomi dei giovani soci per la composizione del rispettivo Coordinamento Giovanile Regionale e per i vari Coordinamenti Giovanili Provinciali, che rappresenteranno ogni singola regione e provincia in quello che sarà il Coordinamento Nazionale dei Giovani di Fare Ambiente. Prossimamente il responsabile nazionale dei giovani di Fare Ambiente, Alfonso Fimiani convocherà una riunione a Roma, presso il Coordinamento Nazionale, di tutti i Coordinatori Regionali e Provinciali Giovanili per delineare le linee programmatiche del Movimento Giovanile e del Movimento Universitario e Studentesco.

 

Bisogna comunicare, ancorché, al Coordinamento Nazionale il nome di un addetto stampa per ogni regione e provincia, che si relazioni continuamente con l’Uff. Stampa del Coordinamento Nazionale. Questa persona sarà anche l’interfaccia per le collaborazioni con la stampa nazionale e locale di riferimento.

 

Ricordiamo, infine, ai responsabili nazionali e ai coordinatori regionali e provinciali di inviarci i loro curricula e le loro foto da inserire nel nostro sito internet per completare le pagine dell’organigramma.

 

Distinti saluti,

 

lì, Roma, 13/03/2008

 
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Lettera Aperta al Futuro Premier

Post n°89 pubblicato il 19 Febbraio 2008 da Fareambiente0

 

FAREAMBIENTE  - Movimento Ecologista  Europeo

 

 

LETTERA  APERTA  AL  FUTURO  PREMIER

 

UN  PATTO  PER  L’AMBIENTE

 

 

 

Da tempo le problematiche ambientali sono al centro delle politiche internazionali, comunitarie e nazionali, perché la pace, lo sviluppo, la protezione dell’ambiente  e la qualità della vita sono interdipendenti e indivisibili.

     Uno sviluppo può dirsi sostenibile quando riguarda non solo gli aspetti ambientali dal punto di vista ecologico, ma anche quelli sociali ed etici.

         Lo sviluppo sostenibile è un processo di evoluzione che coinvolge non solo l’uso razionale delle risorse naturali, le scelte economiche, l’orientamento dei progressi tecnologici ma anche i mutamenti istituzionali e sociali.

    Una società è sostenibile quando i bisogni primari  di tutti sono soddisfatti, perché  povertà e ineguaglianze rappresentano  causa di ogni crisi sociale ed ambientale.

     Il riconoscimento delle culture altrui costituisce un contributo fondamentale allo sviluppo equilibrato e pacifico delle generazioni presenti e future.  La sostenibilità come solidarietà e tolleranza diminuisce l’aggressività umana e delle Nazioni ed è la premessa della coesistenza pacifica delle genti.

    La sostenibilità, quindi, deve diventare cultura diffusa e stile di vita dei popoli, al pari di altri principi come  democrazia e  libertà.

    Occorre l’impegno di tutti per  contribuire alla diffusione della cultura della sostenibilità e porre in essere adeguate azioni tese alla creazione di una coscienza individuale e collettiva informata alla sostenibilità come modus vivendi senza estremismi o  fondamentalismi.

 

NOI  DI  FAREAMBIENTE – Movimento Ecologista Europeo

 

CHIEDIAMO

 

AL FUTURO  PREMIER  UN PATTO  PER L’AMBIENTE

 

-                    Considerare la tutela dell’ambiente una priorità  e fare dell’Italia un Paese modello di sviluppo sostenibile;

 

-                    Considerare la lotta contro il cambiamento del clima e la qualità dell’aria una priorità dell’azione politica;

-                   

 

-                    Considerare la tutela della biodiversità naturale e culturale un momento qualificante dell’azione politica;

­

- Considerare il principio di sussidiarietà come assunzione di responsabilità ambientale al fine di una maggiore democrazia e libertà del cittadino;

 

-Considerare la tutela e la valorizzazione dell’ambiente – inteso questo nella sua più ampia accezione e perciò comprensivo di beni e valori afferenti all’ecosistema, al Patrimonio culturale e del paesaggio- un obbligo individuale e sociale di valenza universale;

 

- Considerare l’uso razionale dell’acqua, la gestione del territorio, la tutela del mare, il trasporto e l’agricoltura aspetti fondamentali dello sviluppo sostenibile;

 

- Considerare la riqualificazione delle periferie urbane come priorità per la qualità della vita;

 

- Considerare prioritario nell’azione politica la risoluzione del problema del ciclo integrato dei rifiuti con una politica di riduzione alla fonte e impianti di innovazione tecnologica;

 

- Considerare  una politica di sostegno delle grandi opere compatibilmente con le valutazioni ambientali;

 

- Considerare la ricerca energetica un pilastro fondamentale per uno sviluppo sostenibile determinante per un valido Piano energetico nazionale che non escluda l’energia nucleare, il risparmio energetico e tutte le fonti energetiche eco-compatibili;

 

-Considerare l’equità ponderata come strumento necessario per l’accesso alle risorse naturali e per contribuire ad arginare le disuguaglianze in Italia e nel  mondo al fine di tutela i diritti infragenerazionali e intergenerazionali;

 

-Considerare la democrazia e la libertà di mercato come valori fondanti dello sviluppo sostenibile.

 

NOI  VOGLIAMO LA  POLITICA DEL  FAREAMBIENTE  CONSIDERANDO CHE LO SVILUPPO ECONOMICO  E SOCIALE  DEVE NECESSARIAMENTE CONIUGARSI CON LA TUTELA DELL’AMBIENTE SENZA ISTERISMI E CATASTROFISMI   CON IL REALISMO .DEL FARE E L’OTTIMISMO DELLA RAGIONE.

 

Chiediamo al futuro premier di sottoscrivere questo patto nel programma di governo

 
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I Giovani ad Amalfi - 24 febbraio 2008

Post n°88 pubblicato il 18 Febbraio 2008 da Fareambiente0

 

FARE AMBIENTE

MOVIMENTO ECOLOGISTA EUROPEO

 

Inaugurazione Laboratorio Costiera Amalfitana

 

LA COSTA D’AMALFI TRA TUTELA       AMBIENTALE E SVILUPPO TURISTICO

AMALFI  -  SALONE  MORELLI

DOMENICA 24  FEBBRAIO  2008  ORE  10.30

Saluti:

MARIO MUOIO (Presidente Laboratorio Costiera Amalfitana Fare Ambiente)

BERTO ANTONICELLI (Coordinatore cittadino F.I.)

Modera:

GIOVANNI TORRE (Capogruppo consiliare Amalfi)

Interverranno:

Rosario Bisogno

Coordinatore Giovanile di Salerno Fare Ambiente



Antonio Siniscalco

Coordinatore Giovanile della Campania Fare Ambiente

 

Avv. Francesco Della Corte

Coordinatore della Campania Fare Ambiente



Alfonso Maria Fimiani

Socio fondatore Fare Ambiente




On. MARIO PEPE (Commissario provinciale Forza Italia)

 

On. SALVATORE GAGLIANO (Consigliere regionale Alleanza Nazionale)

 

On. GIUSEPPE GARGANI (Eurodeputato Forza Italia)

 

On. NICOLA COSENTINO (Coordinatore regionale Forza Italia)
Conclude
PROF. VINCENZO PEPE
Presidente Nazionale Fare Ambiente

LA CITTADINANZA E’ INVITATA A PARTECIPARE

 
 
 
 
 
------------------------------------------
Fare Ambiente
Movimento Ecologista Europeo
Sede: Via Nazionale, 243 - Roma

 
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Il Coordinamento giovanile continua il suo percorso

Post n°87 pubblicato il 04 Febbraio 2008 da Fareambiente0

Comunicato Stampa
Il Coordinamento giovanile continua il suo percorso 
Il Coordinatore  Siniscalco : “ C’è bisogno del realismo di Fare Ambiente ”

Il Coordinamento Regionale giovanile di Fare Ambiente ha iniziato il suo percorso il 5 settembre 2007, giorno dell’inaugurazione del primo Laboratorio nazionale, nella Valle dell’Irno. Ad oggi, solo in Campania, si annoverano migliaia di ragazzi che partecipano con passione ed impegno alle iniziative indette dal Movimento. Un gruppo di giovani che col tempo è cresciuto nel numero e nella qualità organizzativa, nelle idee e nelle azioni, cercando di dar voce alle proprie ragioni nel rispetto della legalità e del buon senso, e che attraverso la cooperazione desidera contribuire, vivamente, al mutamento degli scenari politici che da troppo tempo stanno deturpando il Bel Paese. I vertici di Fare Ambiente, con il prof. Vincenzo Pepe in testa, vera e propria anima del Movimento, e con Alfonso Maria Fimiani, Segretario Nazionale, da tanto, forse troppo denunciano la precarietà della vicenda partenopea. “Va detto che se oggi, si parla di disastro ecologico le cause vanno ricercate nella politica ambientale. La proposta del nostro Movimento- dichiara Fimiani - è di diffondere in Campania la cultura della raccolta differenziata attraverso il principio di sussidiarietà, affidando la gestione dei rifiuti ai Comuni e creando impianti per l’intero ciclo, fino ad arrivare al termovalorizzatore. C’è bisogno di realismo, non di fondamentalismo: il realismo di Fare Ambiente. E’ giusto che i giovani prendano coscienza del problema e contribuiscano a difendere il loro territorio: il nostro Movimento vuole valorizzare le intelligenze, non costringerle, terrorizzandole, a prostrarsi ad un’ideologia. A tal pro, sono particolarmente soddisfatto del lavoro del Gruppo Giovanile Campano e del Coordinatore Giovanile Antonio Siniscalco, che ha avuto il grande merito di aggregare migliaia di ragazzi che, alle soglie della catastrofe, hanno fatto propria l’idea realista e, con umiltà e convinzione, hanno deciso di agire per garantirsi un futuro”. Dalla sua nascita, il Coordinamento Regionale Giovanile ha lavorato incessantemente realizzando e promuovendo innumerevoli iniziative giovanili presentate con annesse conferenze sull’ambiente, attraverso la partecipazione alle maggiori manifestazioni organizzate dalla Casa delle Libertà tra cui Roma, Montecatini e Napoli , con rubriche su giornali locali e sul quotidiano nazionale l’Opinione e tante altre iniziative tra le quali spicca senza ombra di dubbio l’apertura di vari Laboratori, dislocati su tutto il territorio regionale. I Laboratori nascono con il preciso intento di far riscoprire i valori essenziali del vivere civile; luoghi in cui lo sviluppo economico e sociale si devono coniugare con la tutela dell’ambiente. ”E’ importante ricordare il successo della Manifestazione di Marcianise, organizzata la scorsa settimana da Fare Ambiente con il fondamentale contributo del Coordinamento Regionale Giovanile. La mia gratitudine va al Presidente per avermi affidato l’onore di concludere i lavori. Ritengo di dover ringraziare anche tutti coloro i quali hanno collaborato, in particolare Valerio Mazzone per il contributo organizzativo. Ringrazio anche i Coordinatori Provinciali di Salerno, Rosario Bisogno, e  di Avellino Regina Guarino, per il lavoro svolto finora e per l’attivismo presente e futuro: è grazie a loro se possiamo già ufficializzare la nascita prossima dei Laboratori di Avellino e della Costiera Amalfitana” dichiara Antonio Siniscalco, Coordinatore Regionale Giovanile per la Campania. Va ricordato, inoltre, il progetto della sensibilizzazione, già sperimentato al liceo di Mercato S. Severino, teso a rafforzare nella scuola la cultura ecologista del fare, diretta alla realizzazione di un ponte tra realismo e problematiche ambientali. Le parole di Kennedy “Non chiedetevi cosa può fare il vostro paese per voi, chiedetevi che cosa potete fare voi per il vostro paese” rappresentano, in qualche modo lo spirito d’iniziativa del Coordinamento.

Antonio Migliorino

 
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“La soluzione? Via verdi Bassolino e la camorra”

Post n°85 pubblicato il 01 Febbraio 2008 da Fareambiente0

Intervista a Vincenzo Pepe / “La soluzione? Via verdi Bassolino e la camorra”
di Elisa Borghi


Ben lontana dal trovare una soluzione, l’emergenza rifiuti in Campania sembra aggravarsi ogni giorno che passa. Dopo l’assalto di mercoledì contro polizia e carabinieri a suon di sassi e petardi, ieri i manifestanti si sono diretti in parte verso l’autostrada A30 Caserta-Salerno, che è stata bloccata fino al tardo pomeriggio, in parte verso l’ingresso della discarica di Marigliano e il lungomare di Pozzuoli per protestare contro l’utilizzo dei siti provvisori di stoccaggio e la mancata raccolta dell’immondizia. Sul versante istituzionale intanto continuavano gli incontri. De Gennaro ha ricevuto i sindaci del Nolano, giunti in rappresentanza dei cittadini che da giorni si oppongono all’apertura di un sito di trasferta in località Boscofangone. E questo mentre l’Unione Europea annunciava che l’Italia ha soltanto un mese di tempo per trovare una soluzione al problema rifiuti o partiranno le sanzioni.

“La situazione in Campania è intollerabile - ha detto il commissario all’Ambiente Stravros Dimas – è necessario che le autorità italiane non solo prendano le misure efficaci per risolvere l’attuale emergenza ma anche che realizzino l’infrastruttura di gestione dei rifiuti necessaria per prevedere una soluzione durabile ai problemi che risalgono già a più di 10 anni”. Ciliegina sulla torta, in serata è arrivato anche il rapporto di “Save the children”, una nota organizzazione internazionale che tutela i minori, che nel “Decalogo dei diritti negati” cita la Campania dicendo che sotto i cumuli di spazzatura sono finiti anche i diritti dei bambini, discriminati perché “hanno un trattamento differente rispetto ai coetanei del resto d’Italia”. Ne Parliamo con Vincenzo Pepe, presidente del movimento ecologista Fareambiente, docente di diritto dell’ambiente all’Università di Napoli ed ex presidente di un Consorzio rifiuti campano, il Geo Eco.

Professore, la situazione in Campania pare essere fuori controllo, la popolazione è esasperata. Che sta succedendo?
La gente non ha più fiducia. Non ha fiducia nei tecnici che si contraddicono e prima individuano siti adatti allo stoccaggio poi cambiano parere. Non ha fiducia nei tanto ripetuti concetti di “temporaneo” e “provvisorio” e nelle promesse: Pianura doveva essere bonificata ma non lo è mai stata. Non ha fiducia nelle istituzioni, perché manca un referente credibile. A chi dovrebbero chiedere aiuto i napoletani, a Bassolino che governa il territorio da 14 anni con questi risultati? O forse ai verdi, che hanno bocciato la costruzione di tutti gli impianti di termovalorizzazione? Oggi qualunque nuovo progetto di smaltimento venga proposto, anche se perfetto, solleva le proteste dei cittadini perché le istituzioni che lo promuovono non sono credibili.

La soluzione dunque qual è, mandare tutti a casa?
Se i responsabili si dimettessero sarebbe più facile risolvere la crisi, perché si potrebbero recuperare la credibilità delle istituzioni e convincere i cittadini a fare un sacrificio. Oggi nessuno vuole la spazzatura vicino a casa propria ma è necessario che questo atteggiamento cambi. Ogni comune deve smaltire i propri rifiuti e avere un impianto di stoccaggio e discarica.

Cosa pensa della proposta di commissariare i comuni che non fanno raccolta differenziata?
Penso che sia giusto. Quando ero presidente del Consorzio dei rifiuti io ho introdotto nell’unione dei comuni di cui ero presidente la raccolta differenziata. Ma per arrivare a questo risultato ho fronteggiato enormi difficoltà. A ostacolare il mio progetto erano i comuni stessi, che non intendevano sostenere le spese del servizio. Non capivano che il costo sociale del non fare era molto più alto del costo materiale degli impianti. A quei comuni, ai loro sindaci, mancava la cultura. E oggi bisogna investire molto sulla crescita culturale.

Ma la crescita culturale si ottiene nel lungo periodo. Nell’emergenza bisogna produrre i risultati in fretta. Lei come affronterebbe l’emergenza?
Primo, come ho già detto, pretenderei la testa dei responsabili di questo sfacelo. Secondo, chiederei alla popolazione un sacrificio. Occorre utilizzare temporaneamente le discariche individuate da De Gennaro in attesa che vengano fatti gli impianti di smaltimento definitivi. In alternativa si può ricorrere anche a un’altra soluzione, la più facile, quella di mandare l’immondizia all’estero. Ma oltre ad avere dei costi proibitivi quest’ultima misura non risolve il problema bensì lo aggrava. Infine bisogna fare gli impianti. Da quattordici anni non si fanno impianti. E non riesco a capire perché. Vedo molta superficialità, e soprattutto mi disarma il fatto che per cercare una soluzione a questi problemi devo andare a parlare con chi li ha causati. Mi riferisco a Bassolino, al governo campano.

Perché non si fanno gli impianti?
Per lentezze burocratiche, perché manca la volontà politica e poi per l’opposizione di chi dice che gli impianti di termovalorizzazione fanno male alla salute. Come Pecoraro Scanio, Legambiente, il Wwf.

Non ci sono motivi più profondi?
Può esserci una connessione con l’illegalità, il business dei rifiuti. Ma resta i fatto che chi ha la responsabilità di fare gli impianti non li fa. Dunque occorre combattere e noi lo facciamo. Quindici giorni Fareambiente ha portato 30mila persone davanti a palazzo Santa Lucia per chiedere di voltare pagina. C’è troppa superficialità e troppo “tirare a campare” come si dice qua. Nessuno è responsabile di niente. In Sicilia Cuffaro si è messo da parte, in Campania nessuno sente questa esigenza.

Il vostro movimento ha iniziato anche un’azione legale.
Una una “class action” per tutelare i cittadini onesti che pagano il servizio di igiene urbana ma vivono in mezzo ai rifiuti. Abbiamo raccolto più di mille firme a Caserta e Napoli. Il nostro movimento nasce proprio per veicolare questo disagio, che è anche il mio disagio personale, di campano, quando vado in giro per il Paese a parlare di ambientalismo.

Da L'Opinione

 
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Quei Fondi Negati alla Cultura Campana

Post n°84 pubblicato il 31 Gennaio 2008 da Fareambiente0

La Denuncia


Quei fondi negati alla cultura campana


di Vincenzo Pepe*


Anche quest’anno, con vivo rammarico, prendiamo atto che la politica culturale della Regione Campania opera scelte che penalizzano fortemente i tanti musei e le biblioteche che rappresentano il grande tesoro della Regione Campania. Più volte anche pubblicamente il presidente Antonio Bassolino che è anche assessore regionale alla cultura, musei e biblioteche ha affermato che il ruolo dei musei e delle biblioteche è fondamentale non solo per lo sviluppo sociale e culturale di un popolo ma anche per lo sviluppo del turismo e, quindi, economico. Il recente bilancio annuale programmatico della Regione Campania 2008 relativo ai musei e alle biblioteche prevede per l’anno 2008, per le spese correnti, Euro 378.750 e per le spese di investimento Euro 5.262.500.

Di questi ultimi, nel collegato al bilancio è previsto che la somma di Euro 5.000.000 è finalizzata al funzionamento del museo regionale per l’Arte contemporanea “Madre”. Com’è evidente per la gestione dei musei e delle biblioteche è stata riservata solo, fra spese correnti e spese d’investimento, la somma di Euro 641.250. Con tali risorse finanziarie si dovrebbe provvedere al sostegno e alla promozione delle oltre 1.000 strutture museali e bibliotecarie della Regione Campania. Questi numeri si commentano da soli. Ancora una volta la politica culturale della Regione Campania penalizza i “figli di un dio minore”, i tanti musei e le biblioteche che rappresentano i veri valori culturali del popolo campano e che, purtroppo, sono costretti a chiudere o sopravvivere solo grazie alla passione di chi crede che la democrazia è fatta di cultura diffusa e non elitaria.

I musei e le biblioteche rappresentano un servizio pubblico essenziale finalizzato non solo alla conservazione dei beni culturali e del patrimonio librario ma hanno una funzione essenziale di promozione della cultura, dell’educazione e del turismo.
In tal senso, sono strumenti indispensabili rispetto agli obiettivi sanciti dall’articolo 9 della Costituzione il quale statuisce non solo la tutela del patrimonio storico-artistico della nazione ma anche la promozione della cultura al fine di arricchire e migliorare socialmente la persona umana e la collettività. Un Paese che non sa promuovere una cultura diffusa di tutela del proprio patrimonio culturale è destinato a non avere futuro. Speriamo che la politica culturale della Regione Campania ritrovi presto i motivi profondi, il vigore e lo slancio utile ad un nuovo fervore culturale che nasce proprio nella rete delle biblioteche e nei musei locali. Addà passà a nuttata


*Presidente Nazionale Fareambiente

da L'Opinione

 
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Francesco Della Corte - Coordinatore Regionale Campania

Post n°83 pubblicato il 27 Gennaio 2008 da Fareambiente0

Caserta – “Spero che il nuovo anno sia decisivo per la crescita del nostro movimento, che fortunatamente già copre 16 regioni e che quindi il realismo prenda il posto del fondamentalismo ambientale che si annida in molti altre associazioni e movimenti ambientali, ma soprattutto che gli amministratori campani capiscano che questa situazione di perenne emergenza non porta a nessuna soluzione se non si costruiscono, in tempi brevi, gli impianti per il ciclo dei rifiuti, quindi capiscano, una volta per tutte, che bisogna realmente fare qualcosa per l’ambiente, che come viene definito dai Masai, popolo, da noi occidentali, considerato indigeno, non è un’eredità dei nostri padri ma un lascito per i nostri figli”. A parlare è Francesco Della Corte, presidente del neo costituito Movimento Ecologista Europeo “Fare Ambiente” che in un momento molto delicato per la nostra regione vuole tentare di scuotere le coscienze : “L’ ambientalismo tradizionale e i movimenti verdi – esordisce subito Della Corte - sono i grandi assenti di questa tragedia nazionale che colpisce non solo Napoli e la Campania ma i valori del vivere civile. Fare Ambiente ha chiesto ai deputati e senatori iscritti al movimento di formalizzare la proposta di commissione d’ inchiesta sui rifiuti in Campania”. Il poco più che trentenne presidente di “Fare Ambiente” Campania, Francesco Della Corte, risiede in provincia di Caserta e già da tempo si occupa di problematiche ambientali essendo specializzato in Diritto e Gestione dell’Ambiente e dottore di Ricerca in Diritto dell’Ambiente europeo e comparato presso la II Università di Napoli, e da giugno scorso ha voluto concretizzare assieme al Prof. Pepe, suo maestro, “un’idea che mi aveva “contaminato” , cioè quella di dimostrare in modo concreto e tangibile che vi è un modo di fare ambiente aldilà di logiche fondamentaliste e preclusive ad un serio sviluppo socio-economico che tenga conto anche della tutela dell’ambiente, così è nato il movimento Fare Ambiente-Movimento Ecologista Europeo , di cui sono anche socio Fondatore”.
L’idea portante di questo movimento sono “La concretezza ed il realismo, parametri – spiega ancora l’avvocato Della Corte - da cui sono lontani anni luce gli attuali movimenti ambientalisti, che professano aprioristicamente solo ed esclusivamente la politica del “non fare” , senza neanche motivare il perché delle loro scelte, dandole in modo dogmatico per scontate. Noi diciamo ad alta voce basta al non fare, anzi per tutelare in modo concreto e dinamico l’ambiente, e quando dico ambiente non mi limito alla flora ed alla fauna ma a tutto ciò che ci circonda, per esempio anche questa stanza in cui procediamo all’intervista è da intendere come ambiente, basta alle inerzie ed alle soccombente che non fanno altro che danneggiare e peggiorare l’attuale crisi ambientale in cui versa il nostro paese”.
“Proprio per questo motivo – aggiunge ancora Della Corte - in modo provocatorio lo scorso novembre abbiamo indetto una petizione a favore del nucleare, ed inaspettatamente abbiamo ricevuto la solidarietà di molti big dello scenario politico nazionale, i quali ci hanno esortato a continuare con veemenza le nostre battaglie in campo ambientale, affinché tutti sappiano anche che l’80% dell’energia utilizzata dalla nostra nazione è energia acquistata, perlopiù, dai paesi d’oltralpe che producono principalmente energia nucleare, questo sinceramente è un palese e direi ridicolo “non senso!”. Dicevo prima in modo provocatorio, nel senso che, per essere coerenti, chiediamo che vengano fatti da esperti maggiori studi e ricerche in campo nucleare, visto che molti stati, da noi considerati paesi poveri ed arretrati si stanno impegnando nella ricerca sul nucleare di quarta generazione, che a detta degli esperti è sicuro, pulito ma soprattutto meno inquinante di qualsiasi altro impianto di produzione energetica”. Ma il “Fare Ambiente” nasce soprattutto per dare un contributo forte alla risoluzione del drammatico disastro rifiuti che attanaglia la nostra regione ormai da anni. “Credo – evidenzia Della Corte - che una soluzione possa trovarsi solo con la costruzione di impianti, infatti tutti i comuni o i consorzi di comuni debbono realizzare piccoli e medi impianti necessari per il ciclo integrato dei propri rifiuti. E’sicuramente importante procedere alla raccolta differenziata ma tutti devono sapere che la sola non può essere indicata come unica soluzione del problema, essa serve a mitigare i costi dello smaltimento ed al recupero del rifiuto riutilizzabile con consequenziale risparmio delle risorse naturali”.
“In sintesi – conclude il presidente Della Corte - ritengo opportuno una continua sinergia tra esperti in campo ambientale e mass-media, infatti i primi devono suggerire, in base ai recenti studi, quale sia l’impianto con meno impatto ambientale per il cittadino, in base alla migliore tecnologia disponibile, ed i secondi devono impegnarsi affinché tutti i cittadini siano informati, senza alcuna demagogia, sulla situazione ambientale attuale, affinchè nasca in tutti loro una coscienza ambientale, che permetta il concreto rispetto per tutto ciò che ci circonda, e forse solo così potremo tornare a chiamare la nostra terra Campania Felix, suo nome di battesimo”.

 
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Sommersi dalla MONNEZZA !!!

Post n°82 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da Fareambiente0

di Alfonso Maria Fimiani

Responsabile Segreteria Nazionale Fare Ambiente – Movimento Ecologista Europeo

www.fareambiente.it

a.fimiani@fareambiente.it

 

Una tragedia annunciata, di cui nessuno vuol prendersi il merito di essere il protagonista principale, in cui ci sono tanti indiziati, ma nessun colpevole: l’emergenza rifiuti ha messo in ginocchio, per l’ennesima volta in 14 anni, la Regione Campania, la sua economia, la sua società civile, la salute dei suoi cittadini.

I vertici di Fare Ambiente, Movimento Ecologista Europeo, a partire dal Leader del Movimento, Professor Vincenzo Pepe, Docente di Diritto Ambientale alla Seconda Università degli Studi di Napoli, per anni, profeti inascoltati al pari di Cassandra, hanno denunciato la pericolosità della situazione, mentre i politici che hanno governato e che governano ancora oggi non hanno ritenuto degne di essere nemmeno ascoltate le proposte di risoluzione attuabili ed attuate non solo all’estero, ma anche in altre Regioni d’Italia.

<< Vergognatevi di non vergognarvi! >>. Questo slogan, recitato da quanti manifestano e protestano da settimane ormai contro l’amministrazione scellerata della loro Regione, racchiude in sé lo stato d’animo dei Campani per bene, di tutti coloro i quali, tacciati di essere una frangia della Camorra, non fanno altro che reclamare ciò lo stesso articolo 32 della Costituzione impone alla Repubblica di tutelare: la salute, la loro salute, quella dei loro familiari, dei loro amici, dei loro figli.

Quasi 2 milioni di voti, il 62 per cento delle preferenze, ben 8 punti percentuali in più rispetto a 5 anni prima: questi i dati che hanno portato, nel 2005, alla rielezione del Governatore Antonio Bassolino, già protagonista del dramma di una Napoli resa invivibile dalla micro e dalla macro-criminalità ed ancora oggi despota di una Regione Campania pronta ad implodere. Ma il Presidente non si dimette, vuole dare ancora il suo contributo: probabilmente non ritiene ancora completata l’opera, non gli è bastato distruggere, vuol spargere anche il sale su quel che resta di una Terra devastata dal passaggio di Attila-Bassolino!

Oltre 100.000 voti ed il 3 per cento per assegnare il seggio in Parlamento anche al co-protagonista della vicenda: l’attuale Ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, è colpevole forse ancor più di Bassolino, per aver monopolizzato l’ambientalismo campano ed italiano, per aver preso decisioni scriteriate basandosi solo su di un ragionamento politico e non su basi tecnico-scientifiche, nonostante i milioni di euro bruciati in consulenze, servite a nient’altro che ad alimentare la politica clientelare in cui la classe dirigente dei Partiti della sinistra campana, dal Sindaco, dall’Assessore del più piccolo Comune si è dimostrata maestra.

Le decisioni populiste e totalmente contraddittorie del Leader dei Verdi, che prima si dichiarava contrario ai termovalorizzatori, sostenendo insieme a Beppe Grillo che la soluzione dello smaltimento dei rifiuti sta tutta nella differenziazione, ed ora ritiene necessaria la loro costruzione, che prima esalta e contribuisce alla proliferazione dei Parchi Nazionali - altro serbatoio di voti e clientele -  e poi firma il provvedimento per l’apertura della discarica di Serre e spinge per l’apertura della discarica di Terzigno, che prima dichiara il fallimento totale del Commissariamento per l’emergenza rifiuti e poi approva la nomina di De Gennaro, hanno portato al superamento della soglia del disastro ambientale. Sfruttando la paura delle popolazioni locali, Pecoraro Scanio è riuscito a far tremare l’Italia intera, che oggi viene invasa dai rifiuti indifferenziati che la Campania non riesce a smaltire, nascondendo dietro il velo della solidarietà l’unica via di salvezza per un Governo Regionale e per un altro Nazionale fallimentari. Così è stato per i rifiuti, così sarà per il nucleare, il Mose, la TAV, il Ponte sullo Stretto e via discorrendo.

E’ necessario, infine, ricordare anche le colpe degli amministratori locali ed in particolare di quei Sindaci che hanno contribuito all’elezione dell’attuale Giunta Regionale con serrate campagne di santificazione, salvo poi voltarle le spalle ed attaccarla per giustificarsi con i loro elettori. Ancor di più vanno evidenziate le colpe di chi, per beghe interne al Partito Democratico, si dichiara disposto ad accogliere un termovalorizzatore sul suo territorio e viene attaccato dai Verdi stessi, che ricordano come chi oggi si atteggia a paladino progressista-ambientalista si era reso protagonista ed era intervenuto in prima fila nelle battaglie demagogiche contro gli impianti tenutesi su tutto il territorio.

4 mila o forse 16 mila miliardi delle vecchie lire bruciati per essere punto e a capo, anzi, peggio! Cifre astronomiche che la Regione Campania avrebbe speso, secondo la Commissione Rifiuti, per costruire il nulla e per alimentare la politica clientelare: non si spiega altrimenti l’assunzione di 1400 operai che avrebbero dovuto operare nel settore rifiuti e che oggi sono stipendiati e non lavorano, perché i loro incarichi sono stati assunti da ditte private. NO alle discariche, NO ai piccoli e medi impianti, NO allo smaltimento dei propri rifiuti, NO ai termovalorizzatori! A quale altro risultato può portare la politica del NO se non alla distruzione dell’ambiente? Ed intanto in Campania sorgono, dati ufficiali, 1.400 discariche abusive a cielo aperto, mentre in Lombardia si costruiscono tredici termovalorizzatori!

Realismo, il realismo di Fare Ambiente, vuol dire intervenire sulla situazione attuale, non vuol dire turbare l’equilibrio del mondo bucolico di Lucrezio, ma porre rimedio allo scompenso naturale causato dall’intervento dell’uomo. La scelta alternativa non è tra l’idillio e l’impianto, ma tra l’impianto e la discarica abusiva, in cui i rifiuti incendiati producono in una settimana più diossina di quanta ne produca un termovalorizzatore in un anno.

Ma la proposta del nostro Movimento va oltre: non basta la costruzione di tre termovalorizzatori per tutta la Campania a risolvere – tra almeno tre anni – il problema rifiuti, perché il termovalorizzatore è solo l’ultimo stadio del ciclo integrato dei rifiuti. Bruciare il rifiuto senza differenziare vuol dire avvelenare le popolazioni che respirano i gas di scarico degli impianti, ragion per cui mai si potrà raggiungere l’accordo tanto sbandierato e si dovranno imporre le decisioni con atti di forza. Alla radice del problema c’è la mancanza, in Campania, degli impianti di compostaggio ed, a priori, la mancanza di una cultura della raccolta differenziata. La soluzione, semplice, ma politicamente scomoda, è una sola: la gestione del rifiuto va affidata ai Comuni, i quali vanno commissariati laddove non siano in grado di arrivare ad un’alta percentuale di differenziata (Napoli arriva appena all’8,9 per cento) ed a ciò vanno affiancati da subito gli impianti per l’intero ciclo dei rifiuti, fino al termovalorizzatore.

Intanto la popolazione continua ad esser presa per i fondelli da quei Sindaci di sinistra che, con pubblici manifesti, si dichiarano “Orgogliosi” di amministrare un “Comune Riciclone” e di non avere cumuli di immondizia nei loro territori, attaccano Bassolino e chiedono pazienza: questo “Orgoglio” non è nient’altro che la conseguenza delle loro campagne elettorali a favore del Governatore, delle loro ordinanze che vietano il deposito dei rifiuti in strada e del senso civico dei loro cittadini.

Il fallimento va pagato politicamente con la sfiducia e le dimissioni. E’ quello che chiede Fare Ambiente: le dimissioni di Bassolino od il commissariamento della Regione.

 
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