Creato da MacRaiser il 19/01/2007
Tutti gli utenti Mac pensano differente, ma alcuni pensano piu' differente degli altri
 

Messaggi di Giugno 2012

ORA MAC PRO NO BIS

Post n°1784 pubblicato il 15 Giugno 2012 da MacRaiser

"Apple ci ripensa: il Mac Pro non è più nuovo - Subito dopo il WWDC 2012, sull’Apple Store sono subito comparsi i nuovi modelli di MacBook Air, MacBook Pro e Mac Pro, e su ognuno di essi capeggiava un piccolo badge con su scritto “nuovo”; poi, dopo qualche pesante critica -compresa quella d’un ex ingegnere di Cupertino- la dicitura per il Mac Pro è letteralmente scomparsa. Il fatto è che l’ultimo aggiornamento minimalista al Mac Pro non è proprio andato giù allo zoccolo duro dei clienti della mela, da troppo tempo assetati di novità. Nessun update al design, niente porta USB 3.0 o Thunderbolt, e neppure configurazioni moderne: si è oggettivamente trattato d’un contentino in risposta al malcontento diffuso. E così, in poche ore, qualcuno a Cupertino -saggiamente- ha ritenuto fosse meglio rimuovere quel beffardo badge blu; aveva troppo l’aria della beffa dopo il danno. Già, perché molti professionisti che hanno investito in software e architetture con la mela, spesso utenti leali e di vecchio corso, si ritrovano ora con hardware datato e costosissimo." - Melablog.

Cari amici professionisti, non vi fate illusioni: non ci sara' un seguito per questa patetica storia. O se pure, sara' come al concerto: un bis giusto per chiudere in bellezza (si fa per dire) e poi il bacio dell'addio. D'altronde non serve avere occhi di falco per vedere che l'indegna farsa pluriennale dei Mac Pro scimmiotta malamente le altre gia' viste e riviste sulla Firewire, su Final Cut Studio, su (OS)XServe (ma si potrebbe andare indietro fino alla SCSI, ad Hypercard, al patto-bufala paramafioso con Intel, via verso l'infinito buco nero sterminapro jobbiano e oltre), eccetera, eccetera, eccetera. Le odierne rassicurazioni di Cook, esattamente come quelle del suo mendaCEO predecessore, hanno la funzione di zittire i clienti professionisti quel tanto per prendere tempo e non suscitare troppe proteste, in modo da tutelare cosi' il vero "core product" di Cupertino: il brand. Oltre quella, naturalmente, di accompagnare il defunto Mac Pro -l'archetipo dell'anti-aigeggio: il prodotto che si acquista esclusivamente per il suo valore tecnico (utilita', affidabilita', durata) e non per quello del marchio che sfoggia- al suo eterno riposo.


 
 
 

MINIMA iMORALIA

Post n°1783 pubblicato il 09 Giugno 2012 da MacRaiser

"Le due grandi icone della nostra industria, Bill Gates e Steve Jobs, sono state argomento di un discorso tenuto di recente da Malcolm Gladwell presso la Biblioteca Pubblica di Toronto. In discussione c'erano capitalismo e imprenditoria e Gladwell ha argomentato affermando che l'amoralità - vale a dire l'assenza di una bussola morale per prendere decisioni in ambito business - è un prerequisito fondamentale per diventare un leader di successo. Gladwell ha definito l'intero periodo di reggenza di Bill Gates alla Microsoft come "il capitalismo più spietato", giudizio non è troppo dissimile da quello nei confronti della leadership in Apple di Steve Jobs. La differenza, dice Gladwell, è che Gates si e' allontanato da quel comportamento amorale (si noti, non immorale) dopo il ritiro e ha scelto di spendere la sua ricchezza su progetti filantropici." - The Verge.

Premesso che Bill Gates e Francesco D'Assisi non sono parenti manco alla lontana, forse si tratta semplicemente di un problema linguistico. Si perche' ho notato che gli anglosassoni a volte tendono a fare confusione e usano termini come "spietato" e "criminale" -oppure altri come "successo" e "grandezza"- come fossero sinonimi. Niente di piu' sbagliato. Ad ogni modo, la questione e' piu' semplice di quanto non appaia a prima vista. In argomento "imprenditoria senza scrupoli" (o semplicemente "crescita individuale") Steve Jobs e Bill Gates hanno fatto grossomodo lo stesso percorso. Soltanto in senso inverso. 


 
 
 

BUGIARDA NON SI SCRIVE CON 4G

Post n°1782 pubblicato il 08 Giugno 2012 da MacRaiser

Come pronosticato, la staffilata e' arrivata. Apple e' costretta ad ammettere di aver spudoratamente mentito ai consumatori australiani (ma non solo) riguardo il suo nuovo iPad, millantando una connettivita' 4G LTE inesistente. Per questo accetta di pagare in totale oltre 2.500.000 dollari come sanzione per l'inganno operato (anzi tentato). La lista delle bugie di Apple sanzionate delle varie autorita' e tribunali in giro per il mondo si allunga. Continuare a percorrere questa strada -che pure fu quella maestra di Steve Jobs- cioe' quella del mendacio recidivo, non sembra portare grande fortuna al suo successore.


 
 
 

IL VELINO PIETOSO

Post n°1781 pubblicato il 07 Giugno 2012 da MacRaiser

"Foxconn @ Chengdu: arrestati dipendenti coinvolti in rissa nei dormitori maschili x problemi nn correlati al lavoro" - SetteBit.



Tra un gossipetto sul prossimo WWDC Apple e l'altro il piu' onesto fanboy del mondo, Fabio Zambelli, trova il modo di infilare questa notiziucola (peraltro al momento e' l'unico a darla) nel suo flusso Twitter. Certo, prima ha dovuto cambiare il termine "rivolta" in "rissa" (in realta' un migliaio di operai si sono ribellati attaccando in massa la polizia interna Foxconn, la quale ha dovuto chiamare quella "vera", che successivamente ha operato decine di arresti) e sottolineare -inventandoselo di sana pianta- il fatto che i motivi scatenanti non sono "correlati al lavoro". La realta' e' invece che i fattori scatenanti non sono ancora chiari (e chissa' se mai lo saranno, visto che Foxconn non e' proprio campione del mondo in carica di "politiche trasparenti").  E' comunque evidente che la ribellione non e' certo esplosa per scarsita' di schiuma nel cappuccino e che -visto che parliamo di neoschiavi, confinati 24h in fabbriche-dormitorio- le condizioni di lavoro e di vita sono tutt'uno, quindi c'entrano eccome. Cosi' com'e' lampante che Zambelli cerca semplicemente di parare il culo ad Apple ancora una volta. Non so se per mantenere questo fitto fuoco di copertura di censure, distorsioni della verita' ed eufemismi a beneficio dell'immagine della sua multinazionale multimiliardaria del cuore, Fabio Zambelli riceva qualche genere di ricompensa. Comunque dovrebbe.

P.S. A quanto pare Zambelli ha proprio scritto bugie (e vediamo se ora rettifica, altrimenti da oggi in poi siamo tutti autorizzati a chiamarlo falsario e a chiedere che si taccia per sempre), o almeno cosi' risulta leggendo M.I.C. Gadget; che non e' proprio l'ultimo inattendibile arrivato. La rivolta sarebbe scoppiata a causa di ventilati licenziamenti e diminuzione paghe (alla faccia delle promesse di Tim Cook). A occhio e croce dovrebbero essere abbastanza correlati al lavoro, voi che dire?


 
 
 

LA MELA COL BALLINO BLU

Post n°1780 pubblicato il 06 Giugno 2012 da MacRaiser

"Apple, Microsoft, Skype: scarsa attenzione alla privacy - La relazione sulla privacy 2012, creata dal team dell’Electronic Frontier Foundation, racconta in modo sintetico quali società sono seriamente impegnate sul fronte della tutela della privacy, quali fanno il minimo sindacale e quali invece nicchiano completamente. E i risultati lasciano a bocca aperta" - Melablog.




Non proprio. In realta' lasciano a bocca aperta i boccaloni, cioe' coloro che sono (stati) abituati a deglutire senza discutere le clamorose panzane di Apple e delle sue compagnie multinazionali di merende a base di ciambelle col buco di cazzi nostri. Un glu-glu via sondino lobogastrico di balle sparate in quantita' industriale che va avanti da anni praticamente indisturbato. Anche se non serve un'expertise da principe del foro per comprendere la ragione della macroscopica discrepanza tra le altisonanti affermazioni di Apple e i vergognosi risultati da poco pubblicati da EEF. Un minimo di conoscenza della lingua inglese e qualche decina di minuti di verifiche in rete sono piu' che sufficienti per scoprire come stanno le cose. Ebbene Apple, sulla sua pagina dedicata alla questione privacy, esibisce in pompa magna il bollino (chiamato pretenziosamente "sigillo" anche se non si capisce bene cosa dovrebbe "sigillare") di una societa' chiamata TRUSTe la quale, si legge: "ha esaminato la conformità della presente privacy policy e pratiche di comportamento con i requisiti del programma di TRUSTe inclusi i requisiti sulla trasparenza, responsabilità e scelta con riferimento alla raccolta e utilizzo dei tuoi dati personali". Suona bene, vero? E allora verifichiamo.



Innanzitutto leggo dal sito che "TRUSTe è un'organizzazione indipendente senza scopo di lucro". Falso. Non lo e' piu' a far data dal 2008. Lo scopo di TRUSTe e' far soldi vendendo bollini. Legittimo, per carita'; un po' meno legittimo invece e' raccontare bugie allo scopo di millantare inesistenti no-profit del piffero. Se questi sono i guardiani della nostra privacy, cominciamo maluccio.



Dulcis in fundo o in cauda venenum a voi la scelta, letto su Wikipedia e verificato sul sito di TRUSTe: "Il bollino TRUSTe non attesta che un certo sito e' conforme ad un qualunque specifico complesso di norme sulla privacy, quale ad esempio la "Direttiva Sulla Protezione Dati" della EU. Indica solo che quel sito ha auto-certificato la propria conformita' alle sue proprie regole, riportate nel sito stesso". Sottotitolato: TRUSTe non "monitora" 'na beata minchia. Perche' non verifica se le affermazioni di Apple rispondono al vero. Perche' non accerta se Apple rispetta davvero la legge. Perche' non appura nemmeno se Apple davvero ottempera alle regole che Apple stessa si e' autoimposta: zero, nisba, nada. TRUSTe, appiccicando qui e li' i suoi lucrosi bollini ci conferma semplicemente che Apple, in quelle pagine, afferma di rispettare le regole di Apple sulla privacy. Insomma TRUSTe ci rassicura sul fatto che le pagine web sul sito Apple in materia di privacy sono scritte in modo grammaticalmente e sintatticamente corretto e magari pure in bella grafia, ma poco o nulla d'altro. Percio' se alla fine della fiera vi state chiedendo: ma qual e' il reale ed effettivo scopo di questi cacchio di bollini che Apple compra da TRUSTe?", la risposta e' di fronte a voi; non c'e' che leggerla: "la (cui) missione consiste nel creare e rafforzare la fiducia degli utenti riguardo la privacy delle informazioni presenti su Internet." Piu' chiaro di cosi'.


 
 
 

WALLET JUNGLE

Post n°1779 pubblicato il 05 Giugno 2012 da MacRaiser

"Questo è dunque il pessimo stato dell’App Store italiano quanto a effettivo controllo di ciò che viene pubblicato e ciò che soprattutto rimane pubblicato sullo Store. L’impossibilità di segnalare una frode senza comprare l’applicazione è chiaramente una situazione paradossale e la totale impunità che caratterizza gli App Store periferici come quello italiano mina alla base il concetto fondante del marketplace Apple, ovvero il filtro preventivo, sulla base delle tanto vituperate linee guida, di ciò che ci dovrebbe finire dentro." - AppleLounge.

Facile adesso rispiattellare in faccia al para-sito della mela di turno una delle fanboiate collettive piu' in voga, pappagallate urbi et orbi dalle interviste jobbiane per anni: "Non ti piace quello che decide Apple sul suo Store (e magari vuoi pure il porno, luridone che non sei altro)? Nessuno ti obbliga a comprare un iPhone. Comprati Android".  Oggi le salate lacrimucce di coccodrillo incazzato bagnano le gote al tristo Camillo Miller e non piu' Miller di AppleLounge che -alla disperata ricerca di un sorso di democrazia e di, come dire: "sicurezza partecipativa" nel deserto tartarico dell'AppStore- s'affanna, strepita, urla, strilla e sbuffa (e a sacrosanta ragione) contro le inesplicabili quanto storiche sordita' e ignavia di Apple Inc. Facile come sparare sulla croce rossa, dicevo; sebbene il mio obiettivo sia differente anche stavolta. Mi spiego: nella sua piu' recente versione della "Guida galattica per AppoStoristi", Cupertino ci spiega doviziosamente che: "Mantenere le informazioni sicure sui dispositivi mobili e' essenziale per ogni utente, che stia accedendo ai database aziendale e dei clienti oppure stia archiviando foto personali, informazioni bancarie e indirizzi". Amen. Ma a questo punto Apple dovrebbe anche spiegarmi cosa me faccio della sua sedicente supersicura sicurezza del piffero (senza malware, per caritadiddio), se basta allungarle una tangente del 30% perche' qualunque imbroglione, perfino il piu' spudorato, ottenga il permesso di turlupinarmi. L'interrogativo diventa ancora piu' pressante se si tiene conto del fatto che e' stata proprio Apple a disarmare i clienti, (niente antivirus, nessuna possibilita' di segnalare le App fraudolente, ecc) che frequentano il suo "giardino di portafogli" (ma sarebbe piu' appropriato chiamare l'App Store "giungla proprietaria" o "regno animale recintato"), rendendoli cosi' vulnerabili. Mi sbagliero', ma l'unica sicurezza che si vede da qui al momento e' quella che mamma Apple garantisce ai truffatori dell'AppStore: di potervi fottere e farla franca.

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RINCULI TERMONUCLEARI

Post n°1778 pubblicato il 04 Giugno 2012 da MacRaiser

"Le parole di Steve Jobs contro Android potrebbero danneggiare Apple. L’ex CEO di Apple era convinto che Eric Schmidt, attuale presidente di Google, aveva portato informazioni su iOS in Google per permettere la creazione di Android quando era nel consiglio di amministrazione di Apple. In questo furto di idee sarebbe implicato anche Andy Rubin, creatore di Android, che fu anche ingegnere in Apple. Per Steve Jobs queste due persone si allearono per costruire un sistema concorrente ad iOS osservando cosa accadeva all’interno di Apple. Questa sorta di tradimento portò a un sentimento di disprezzo verso l’OS di Google." - Melamorsicata.

Ancora nessun fanboy -men che meno gli azzeccagarbugli di Cupertino che farfugliano di non si sa bene che "emotivita' della giuria" (e infatti il giudice ha saggiamente respinto l'istanza)- e' riuscito a spiegare perche' mai le parole di Steve Jobs dovrebbero danneggiare Apple. E del resto pare impresa almeno ardua, visto che -al contrario- quelle del defunto iCEO paiono obiettivamente accuse piuttosto precise; gravi almeno quanto circostanziate, direi. Dunque perche' mai esse dovrebbero rappresentare un danno per la compagnia? Visto che nessun para-sito della mela lo spiega, cerco di farlo io. I casi sono due, naturalmente: a) Steve Jobs ha detto la verita' (ossia Google ha "rubato" Android ad Apple) oppure b) Steve Jobs ha mentito (ossia Google non ha "rubato" Android ad Apple). Ebbene solo e soltanto in uno dei due casi Apple potrebbe venir danneggiata da quelle gravi accuse (ricordo che Steve Jobs ha scelto di pronunciarle nella sua biografia autorizzata, non al bar davanti a un bicchiere o a cena tra amici): nel caso in cui venisse accertato che esse attestavano il falso. Il contraccolpo negativo certo danneggerebbe l'immagine di Jobs in modo pesante e di conseguenza colpirebbe duramente quella di Apple stessa. La multinazionale californiana infatti ormai basa gran parte del suo successo sulla propria immagine -che e' tutt'uno con quella del suo fondatore- piuttosto che su quello dei suoi prodotti. Di piu': gli uni sono divenuti ormai funzione dell'altra, e non piu' viceversa come un tempo o come dovrebbe essere (tanto e' vero che i migliori prodotti Apple -per definizione- sono sempre quelli che debbono ancora uscire, cioe' quelli che non esistono). Apple basa il suo successo esplosivo sul desiderio dell'oggetto in se', per cio' che esso rappresenta, non per quello che fa o per cio' a cui serve. A volte anzi il successo arriva a dispetto dei conclamati difetti tecnici del prodotto (es Antennagate o Siri). Esso si basa ormai quasi totalmente sul brand-appeal e sulla mitopoiesi geniofeticista del culto della personalita' jobbiana. Per questo un danno all'immagine di Jobs e' fuori discussione, per Apple. A Cupertino ovviamente si conosce da sempre la verita' -ovvero che Android e' nato prima di iOS e che Google l'ha acquistato gia' pronto nel 2005, quando iPhone era ancora neppure un rumor- Proprio per questo Apple oggi ha bisogno di zittire Steve Jobs ad ogni costo.


 
 
 

RINCLONITI

Post n°1777 pubblicato il 04 Giugno 2012 da MacRaiser

A proposito di copie: importa poco sapere chi clona chi, quando l'originale (si fa per dire) e' tanto scadente. Eppure questa e' la norma, piu' che l'eccezione, della spazzatura che la gente viene abituata a leggere oggi. Probabilmente anzi questo periodo verra' ricordato come quello d'oro nella proliferazione di siti pro-Apple. Almeno spero. 

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IL SILENZIO DEGLI IDO LATRATI

Post n°1776 pubblicato il 03 Giugno 2012 da MacRaiser

"Secondo quanto riportato da Reuters, Posner ammetterà come parte del processo tutti i commenti di Steve Jobs verso Android, scritti nella biografia ufficiale redatta da Isaacson. I commenti di Steve Jobs verso Android potranno essere parte del processo tra Google Motorola e Apple. Steve Jobs, co-fondatore e idolo di Apple, ha espresso nel corso della propria vita una serie di pareri negativi nei confronti del sistema operativo mobile di casa Google, quale Android. La difesa dell’azienda di Cupertino ha da sempre cercato di estraniarli da un qualsiasi processo riguardante il suddetto SO, tuttavia in questi giorni il giudice Posner ha deliberato che Google Motorola potrà tranquillamente utilizzarli a proprio favore. Eccovi un breve assaggio di quanto affermato:
  • Spenderò ogni singolo instante della mia vita se sarà necessario e spenderò ogni singolo penny degli oltre 40 miliardi di dollari di Apple per dimostrare che sono stati scorretti.
  • La mia intenzione è di distruggere Android, questi è un prodotto rubato. Sono disposto ad avviare una guerra termonucleare per riuscire a distruggerlo." - iPhoneItalia.
Qualche fanboiardo mi aiuti a capire: come mai questo improvviso rinculo termonucleare? E' vero o non e' vero che Google e Motorola (ma in realta' anche Nokia, Microsoft, Samsung... in realta' tutti) hanno spudoratamente rubato i prodotti Apple? Perche' se Apple intende davvero sostenere la tesi che fu quella di Steve Jobs, allora non si comprende per quale motivo al mondo cerchi in ogni modo di zittirlo. Nemmeno si trattasse -piuttosto che della sacrosanta verita' cupertiniana- del, dico per dire, farneticante delirio paranoide d'onnipotenza di un uomo da tempo gravemente malato nel corpo e nella mente. E allora, Apple: animo! Chi, se non te, dovrebbe apertamente fare fronte e mostrare a tutto il mondo che pone la massima fiducia nella veridicita' delle idee e delle parole -cosi' come nella perfetta capacita' d'intendere e volere- del suo idolatrato genio visionario fondatore?


 
 
 

IL COOKIAIO D'ORO

Post n°1775 pubblicato il 02 Giugno 2012 da MacRaiser

"Abbiamo fatto sforzi enormi per abbassare il livello degli straordinari. E' difficile, e' complesso. Certe persone vogliono lavorare tanto. Alcune persone vogliono migrare e lavorare davvero tantissimo, cosi' da potersene tornare al villaggio, dopo un anno o due, con in tasca piu' soldi possibile." - Tim Cook.

A parte le solite dichiarazogne di Tim Cook sul fatto che in USA manchebbero le capacita' necessarie per assemblare gli aifoni e gli aipaddi, e che questa sarebbe la ragione in forza della quale essi debbono essere necessariamente assemblati in Cina -sappiamo tutti perfettamente che Apple e le sue degne compagnie di merende multinazionali costruiscono i loro prodotti in Cina perche' in Cina la manodopera si paga da fame e perche' non sono permessi reali controlli ambientali ne' di sicurezza; tantomeno esistono sindacati indipendenti- a parte questo, dicevo, la perla che vi sottopongo oggi, e che per senso di nausea suscitato sfiora quella oscena del compianto Steve Jobs a proposito di medie cinesi dei suicidi in Foxconn, e' davvero notevole. In sostanza Cook ci dice: "Che volete farci, noi ce l'abbiamo messa tutta da sempre, ma e' davvero tanto difficile e complesso diminuire un'oncia dei nostri smisurati profitti per aumentare i loro magrissimi salari. Praticamente impossibile, direi. Anzi in realta' sono proprio loro, questi strani operai cinesi, a voler per forza ammazzarsi di lavoro. Insomma, se noi Apple -la straricca compagnia piu' capitalizzata del mondo, coi manager piu' pagati tra i manager piu' pagati  e con i margini di profitto piu' alti per singolo prodotto- li sfruttiamo come schiavi, con orari da bestie e paghe vergognose, la colpa e' proprio la loro. In fondo noi facciamo solo quello che ci chiedono".


 
 
 

APPLE - PROFITTO SCHIAVI IN MANO

Post n°1774 pubblicato il 01 Giugno 2012 da MacRaiser

"Apple diventa l’azienda quotata in borsa più capitalizzata al mondo. Negli ultimi mesi il successo di Apple sta crescendo sempre più e, con la chiusura della borsa di oggi, AAPL ha raggiunto la quota di 453$ per azione diventando l’azienda quotata in borsa più capitalizzata al mondo" - AppleZein, 31 Gennaio 2012.

"Apple e' il brand piu' prezioso - Apple conferma il suo primato come marchio più prezioso del mondo raggiunto lo scorso anno, grazie alla sua funzione di guida di un gruppo di società che dominano la top 10. Secondo lo studio annuale di BrandZ, gli iPhone e gli iPad hanno incrementato il valore del marchio Apple del 19 per cento rispetto allo scorso anno" - Il Denaro, 25 Maggio 2012.

"Da marzo a maggio 2012 SACOM ha verificato nuovamente gli stabilimenti Foxconn a Zhengzhou nella provincia di Henan -nell'entroterra cinese- e a Shenzhen, dove la maggior parte degli intervistati lavora alle linee di produzione Apple. La ricerca dimostra che le violazioni dei diritti dei lavoratori all'interno delle fabbriche restano la norma. Ecco i principali risultati delle indagini di SACOM:
  • Nessuna liberta' di parola: durante l'orientamento, ai lavoratori viene ingiunto di non parlare con giornalisti o ricercatori senza il permesso dalla direzione.
  • Nessuna liberta' di associazione: ai lavoratori viene ordinato di iscriversi al sindacato controllato dalla compagnia, in totale assenza di informazioni sulla funzione dei sindacati.
  • Nessuna trasparenza sulle ispezioni della FLA: i lavoratori non hanno accesso alla relazione della FLA e alle relative azioni correttive richieste.
  • Retribuzione complessiva decresciuta: Il salario base dei lavoratori aumenta ma, nel complesso, esso decresce dato che il lavoro straordinario viene tagliato.
  • Lavoro straordinario non retribuito e obiettivi di produzione più alti: dopo gli aumenti di stipendio le ore di straordinario sono state ridotte, ma per i lavoratori sono stati fissati obiettivi di produzione più elevati e talvolta essi sono stati costretti ad eseguire lavoro straordinario non pagato.
  • Straordinari eccessivi per i lavoratori Apple iPad: nel periodo precedente al lancio del nuovo iPad i lavoratori non hanno potuto godere delle ferie per festeggiare il Capodanno cinese con le loro famiglie. In piu', in Aprile, il lavoro straordinario per i lavoratori di Apple iPad e' rimasto invariato a 80 ore al mese.
  • Trattamenti disumani: La gestione dei supervisori di primo livello continua ad imporre ai lavoratori umilianti misure disciplinari, fino a costringerli a scrivere lettere-confessione da leggere in pubblico, oppure alla pulizia dei servizi igienici e a lavori pesanti.
  • Test psicologici per i candidati al lavoro: la prova scritta per i candidati di lavoro comprende una sezione progettata per individuare i lavoratori che hanno -o possono sviluppare- problemi di salute mentale.
  • Ambiente di lavoro non sicuro: nessuna formazione adeguata per i lavoratori e per la sicurezza sul lavoro. I lavoratori non sanno che genere di sostanze chimiche stanno utilizzando. Soltanto presso gli impianti di produzione di Foxconn a Shenzhen sono stati registrati almeno 728 casi di infortuni sul lavoro" - SACOM, 31 Maggio 2012. 

 
 
 

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ANTONELLA ANEDDA

Vedo dal buio
come dal più radioso
dei balconi.
Il corpo è la scure:
si abbatte sulla luce
scostandola in silenzio
fino al varco più nudo -al nero
di un tempo che compone
nello spazio battuto
dai miei piedi
una terra lentissima
- promessa

---

Perfino adesso vedo
un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo
attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori
senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.


---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.


---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

 
Questa felicità promessa o data
m'è dolore, dolore senza causa
o la causa se esiste è questo brivido
che sommuove
il molteplice nell'unico
come il liquido scosso nella sfera
di vetro che interpreta il fachiro.
Eppure dico: salva anche per oggi.
Torno torno le fanno guerra cose
e immagini su cui cala o si leva
o la notte o la neve
uniforme del ricordo.

Mario Luzi

---

Venite pensieri
vi penseremo a fondo
ora che e' mattino.
La luce vi fa sembrare tanto forti
da raschiare il buio
come se avessimo un coccio
e la notte fosse cuoio.
C'e' un geco sul granito.
Il suo ventre oscilla
come acqua di fonte.
E' spaventato. E' attento.
Aspetta senza capire.
Come succede a noi
quando un saluto di colpo
si trasforma in addio

---


Che speri,
che ti riprometti, amica,
se torni per così cupo viaggio
fin qua
dove nel sole le burrasche
hanno una voce
altissima abbrunata,
di gelsomino odorano e di frane?
Mi trovo qui
a questa età che sai,
né giovane né vecchio,
attendo, guardo
questa vicissitudine sospesa;
non so più quel che volli
o mi fu imposto,
entri nei miei pensieri
e n'esci illesa.
Tutto l'altro che deve essere
è ancora,
il fiume scorre,
la campagna varia,
grandina, spiove,
qualche cane latra
esce la luna, niente si riscuote,
niente
dal lungo sonno avventuroso.

Mario Luzi

---

il vento
è un'aspra voce che ammonisce
per noi stuolo
che a volte trova pace
e asilo sopra questi rami secchi.
E la schiera
ripiglia il triste volo,
migra nel cuore dei monti,
viola scavato
nel viola inesauribile,
miniera senza fondo
dello spazio.
Il volo è lento, penetra a fatica
nell'azzurro che s'apre
oltre l'azzurro,
nel tempo ch'è di là dal tempo;
alcuni mandano grida acute
che precipitano
e nessuna parete ripercuote.
Che ci somiglia
è il moto delle cime nell'ora
- quasi non si può pensare
né dire -
quando su steli invisibili
tutt'intorno
una primavera strana
fiorisce in nuvole rade
che il vento
pasce in un cielo
o umido o bruciato
e la sorte della giornata è varia,
la grandine, la pioggia,
la schiarita.

Mario Luzi

---

Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo,
chi quasi in catene.
Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita,
figge un punto.
Raramente
qualche gabbiano appare.

Mario Luzi
 
E’ pur nostro il disfarsi delle sere.
E per noi è la stria che dal mare
sale al parco e ferisce gli aloè.
Puoi condurmi per mano,
se tu fingi di crederti con me,
se ho la follia di seguirti lontano
e ciò che stringi, ciò che dici,
m’appare in tuo potere.
Fosse tua vita quella
che mi tiene sulle soglie
e potrei prestarti un volto,
vaneggiarti figura. Ma non è,
non è così. Il polipo che insinua
tentacoli d’inchiostro tra gli scogli
può servirsi di te.
Tu gli appartieni e non lo sai.
Sei lui, ti credi te.

Eugenio Montale

---

Sempre di nuovo,
benchè sappiamo
il paesaggio d'amore
e il breve cimitero
con i suoi tristi nomi
e il pauroso abisso silente,
dove per gli altri è la fine:
torniamo a coppie tuttavia
di nuovo tra gli antichi alberi,
ci posiamo sempre, di nuovo,
con i fiori contro il cielo.

Rainer Maria Rilke

---

Felicita’ raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede,
teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi
chi piu’ t’ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari,
il tuo mattino
e’ dolce e turbatore
come i nidi delle cimase.
Ma nulla
paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.

Eugenio Montale

---

Il suo sguardo,
dopo tanto fissare,
e’ divenuto cosi’ stanco
che non puo’ accettare null’altro.
Per lei
e’ come se le sbarre
fossero migliaia,
e oltre le migliaia di sbarre:
nessun mondo.
Nel suo girare
in quel cerchio ristretto,
senza soste,
la sua potente falcata
diviene una danza rituale
attorno ad un centro,
dove una grande volonta’
si trova come paralizzata.
A volte,
le palpebre si sollevano in silenzio
ed una forma entra,
scivola attraverso
l’angusto silenzio tra le spalle,
raggiunge il cuore,
e muore.

Rainer Maria Rilke – La pantera

---

Gettava pesci vivi
a pellicani famelici.
Sono vita anche i pesci fu rilevato,
ma di gerararchia inferiore.
A quale gerarchia
apparteniamo noi
e in quali fauci…?
Qui tacque il teologo
e si asciugo’ il sudore.

Eugenio Montale
 

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MARIA LUISA SPAZIANI

Quelle labbra
ch'era peccato mordere
tanto infantili e tenere s'aprivano
(neve di sogno
non può il tempo sciogliere)
chiude un sigillo di divina cera.
Ma avete flauti eterni
come il mare,
o labbra più profonde della sera.

 

ANTONELLA ANEDDA

Dell'incedere a scatti di quell'uomo
che nella strada per Venaco
gridava dentro il sole
non s'e' mai detto nulla
nulla della camicia
strappata sulle ascelle
e dei piedi circondati di paglia
ne' della voce bruciata di francese.
Lo aspetto' l'inverno,
lo strinse nel ramo di una scala
lo spinse piano
col volto tra i vasi di gerani

---

Per trovare la ragione di un verbo
perché ancora
davvero non é tempo
e non sappiamo
se accorrere o fuggire.
Fai sera come fosse dicembre
sulle casse innalzate
sul cuneo del trasloco
dai forma al buio
mentre il cibo
s'infiamma alla parete.
Queste sono le notti
di pace occidentale
nei loro raggi vola
l'angustia delle biografie
gli acini scuri dei ritratti,
i cartigli dei nomi.
Ci difende di lato un'altra quiete
come un peso marino nella iuta
piegato a lungo, con disperazione.

---

Non esiste innocenza
in questa lingua
ascolta come si spezzano i discorsi
come anche qui sia guerra
diversa guerra
ma guerra - in un tempo assetato.
Per questo scrivo con riluttanza
con pochi sterpi di frase
stretti a una lingua usuale
quella di cui dispongo
per chiamare
laggiù perfino il buio
che scuote le campane.

 

PEDRO SALINAS

Non voglio che ti allontani,
dolore, ultima forma
di amare. Io mi sento vivere
quando tu mi fai male
non in te, né qui, più oltre:
sulla terra, nell'anno
da dove vieni
nell'amore con lei
e tutto ciò che fu.
In quella realtà
sommersa che nega se stessa
ed ostinatamente afferma
di non essere esistita mai,
d'essere stata nient'altro
che un mio pretesto per vivere.
Se tu non mi restassi,
dolore, irrefutabile,
io potrei anche crederlo;
ma mi rimani tu.
La tua verità mi assicura
che niente fu menzogna.
E fino a quando ti potrò sentire,
sarai per me, dolore,
la prova di un'altra vita
in cui non mi dolevi.
La grande prova, lontano,
che è esistita, che esiste,
che mi ha amato, sì,
che la sto amando ancora.

---

Quello che sei
mi distrae da quello che dici:
Lanci parole veloci,
pavesate di risa,
invitandomi
ad andare dove mi porteranno.
Non ti presto attenzione,
non le seguo: sto guardando
le labbra da cui sono nate.
Intanto guardi lontano.
Fissi lo sguardo laggiù,
non so in cosa, e già si precipita
a cercarlo la tua anima
affilata, come saetta.
Io non guardo dove guardi:
io ti vedo guardare.
E quando desideri qualcosa
non penso a quello che vuoi
nè lo invidio: è il meno.
Ciò che ami oggi, lo desideri;
domani lo dimenticherai
per un nuovo amore.
No. Ti aspetto
oltre qualsiasi fine o termine
in ciò che non deve succedere.
Io resto nel puro atto
del tuo desiderio, amandoti.
E non voglio altro
che vederti amare.

 

REINER MARIA RILKE

Niente è paragonabile.
Esiste forse cosa
che non sia tutta sola
con se stessa e indicibile?
Invano diamo nomi,
solo è dato accettare
e accordarci
che forse qua un lampo,
là uno sguardo ci abbia sfiorato,
come se proprio in questo
consistesse vivere la nostra vita.
Chi si oppone
perde la sua parte di mondo.
E chi troppo comprende
manca l’incontro con l’eterno.
A volte
in notti grandi come questa
siamo quasi fuori pericolo,
in leggere parti uguali
spartiti fra le stelle.
Immensa moltitudine

---

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore
e cerca di amare le domande,
che sono simili
a stanze chiuse a chiave
e a libri scritti in lingua straniera.
Non cercare ora le risposte
che non ti possone essere date
poichè non saresti capace
di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa.
Vivi le domande ora.
Forse ti sarà dato,
senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano giorno,
in cui avrai la risposta.

 
Che io debba ricevere il castigo
neppure si discute. Resta oscuro
se cio’ accada in futuro oppure ora
o se sia gia’ avvenuto
prima che io fossi.
Non ch’io intenda evocare
l’esecrabile fantasma
del peccato originale.
Il disastro fu prima dell’origine
se un prima e un dopo
hanno ancora un senso.

Eugenio Montale

---

Perfino adesso vedo un gesto nuziale
dopo l'immensa distanza
di questa estate lenta
nell'arco dei suoi steli amari
dopo gli anni che in avanti
hanno sbarrato l'amore
perche' non si perdesse
fino a perderlo attutito contro l'erba.
Oggi e' una notte di pioggia
possiamo traversarla
in due diversi bagliori senza luce
dire, toccando il gelido bordo
di un bicchiere,
che tanta lontananza
non e' stata un errore
se ha cinto e sciolto segretamente
ogni irreale desiderio.

Antonella Anedda


---

Mia vita,
a te non chiedo lineamenti
fissi, volti plausibili o possessi.
Nel tuo giro inquieto
ormai lo stesso sapore
han miele e assenzio.
Il cuore che ogni moto tiene a vile
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile.

Eugenio Montale

---

Volevo che
il mio amore non finisse
che resistesse intero
in disaccordo
perfino col ricordo
e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse
distanza e indifferenza
e fosse cosa mia
doppiamente intrecciata
cesta di giunco e aria,
cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando
– così di rado
per questo raramente sacra –
salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte
fanno canestri i pazzi
per il silenzio – credo –
che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno
di aria e di materia.

Antonella Anedda

---

Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo
crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta
a una ringhiera
per l'attesa marina
- senza grido - infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare
più sola nell'enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi,
mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso
e la parola bosco
trema più fragile del bosco,
senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.

Antonella Anedda
 
Questo tetto che affiora dalla notte
ci protegge piu' di una croce o un santo.
Ora che improvvisamente piove
e' benedetto.
In un'abside di plastica bagnata
splende una pianta di ortensie azzurro-fuoco

Antonella Anedda

---

...
Soffiero' su quel viso
mischiando i suoi gesti
a quelli di amori passati,
prendendo i ricordi migliori
le poche frasi di ognuno
fino a costruire il mio Golem
il mio amore brucera' altissimo e ignoto
lungo la cappa del camino.
...

Antonella Anedda


---

Vergine altera, mia compagna
t'arde un mistero negli occhi.
Non so se odio o amore
e' questa luce eterna
della tua nera faretra.
Con me verrai
finche' proietti un'ombra il corpo
e resti ai miei sandali arena.
La sete o l'acqua sei
sul mio cammino?
Dimmi, vergine altera,
mia compagna.

- Antonio Machado -

---

...
Pensi davvero che basti non avere colpe
per non essere puniti,
ma tu hai colpe.
L'aria e' piena di grida.
Sono attaccate ai muri,
basta sfregare leggermente.
Dai mattoni salgono respiri,
brandelli di parole.
...

Antonella Anedda
 

 

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