Un blog creato da hscic il 26/02/2009

Memorie di una colf

Contorsionismi mentali e funambolismi lessicali

 
 
 
 
 
 

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Memorie di una colf. ...ma guarda un pò?

Post n°587 pubblicato il 07 Luglio 2014 da hscic

..ma guarda un pò? Oggi si può entrare qui dentro. In effetti tutta questa assenza è solo in parte dovuta alla mia poca voglia di scrivere. In realtà, da dove scrivevo, non si può scrivere più.....ma stamattina si. Quindi...un saluto a tutti viandanti.

 
 
 

Memorie di una colf. Delle isole e dei sogni.

Post n°586 pubblicato il 04 Marzo 2014 da hscic

Il cielo sopra di me è limpido. Una splendida giornata di luce. I colori si stagliano nitidi e le onde nel laghetto rimandano spicchi di sole. Mi concentro sul mio respiro, come ad evitare di allargarmi troppo. Come a tenere sotto controllo me stesso perché se qualche pezzo si allontanasse troppo mi costerebbe una gran fatica riportarlo all’ovile. Osservo le persone che mi circondano e mi chiedo come sia possibile che così tante vite s’intreccino, vivano in fondo le stesse esperienze ma riescano però a rimanere “isole”. A pensare che siamo su questo pianeta da milioni di anni ma, alla fine, rimaniamo scogli tra le onde di un mare spesso ostile. Non siamo ancora riusciti ad elaborare una vera strategia di comunione. Un qualcosa che, servendo un individuo, serva pure tutti gli altri. C’è in tutto ciò un’aria di tragedia. Condannati a cercare qualcosa che non esiste. Ho letto spesso che tutto ciò che possiamo sognare lo possiamo anche realizzare. In questo caso sembra non funzionare…ed allora qualcosa mi sfugge. Forse sono io che non vedo…o non posso vedere…o non posso capire.  

 
 
 

Memorie di una colf. Chaussée de Charleroi 17

Post n°585 pubblicato il 26 Febbraio 2014 da hscic

La strada sale lentamente sotto la luce gialla dei lampioni. Le rotaie del tram risplendono nella notte e le vetrine sono ormai pozze di nero. Sto qui dietro ai vetri, al quinto piano, con il viso nascosto dietro un paralume spento ed osservo….Dall’altra parte della via, nel palazzo di fronte, una lama di luce taglia un angolo della finestra. Li dietro c’è qualcuno, seduto dietro un tavolo, silenzioso, immobile. Ci osserviamo come gatti nel buio, annusandoci più che vedendoci. Entrambi acquattati nell’ombra. Siamo come due creature sedute sul limitare di un sogno. Spettatori assorti nei loro pensieri. Vicini e lontani ad un tempo. Posati li, come un ombrello su un tavolo. Come un bicchiere orfano di vino. Come un mazzo di chiavi vicino agli occhiali. Cose in attesa che si risvegli il giorno. E in fondo è così. Un po’ di polvere ha fatto il nido tra gli arabeschi che popolano la mia mente. Aspetta un soffio di vento che la trascini via e la confonda con quella della creatura che vive nel buio, dietro finestra, di la della strada.   

 
 
 

Memorie di una colf. Questa è casa mia.

Post n°584 pubblicato il 25 Febbraio 2014 da hscic

Non so...quando arrivo in una casa faccio due cose davanti al portone d'ingresso. Prima guardo lo zerbino. Lo guardo un pò ed anche se fuori non c'è fango e tutto è pulito strofino le suole per non portare dentro niente.....nulla; perchè nulla entri senza la benedizione del padrone di casa. E poi chiedo permesso...sempre...sempre. E per chiedere permesso a volta non serve nemmeno chiedere permesso, basta un sorriso, un inclinare lievemente il capo, un piccolo garbo. Chi non ha questa abitudine, chi entra dentro e si guarda attorno con fare sprezzante, magari criticando l'arredamento o storcendo il naso perchè non approva il colore della tappezzeria ...beh..può starsene tranquillamente fuori, non è il benvenuto. Se poi questo qualcuno si mette anche la maschera beh....di persone così non ne ho mai avuto bisogno...ne prima....ne ora. Che se ne torni da dove è venuto e li rimanga. Si rotoli in ciò che ha prodotto...in ciò che produce. Sinceramente, sto bene dove sto.

 
 
 

Memorie di una colf. Tanto stanco.

Post n°583 pubblicato il 24 Febbraio 2014 da hscic

Ho un terribile mal di testa. Mi sembra scoppiare. Non riesco nemmeno a scrivere bene. E’ come vivere un incubo. Non riesco a spiegarmi. Non riesco a farmi capire. Tutto è fermo alle prove portate in aula dal Pubblico Ministero. Schiaccianti, incontrovertibili, inconfutabili. Anche in questo caso nessun tribunale mi assolverebbe. E allora perché sto così male? Perché non accetto di non essere innocente? No…no…non per quello. Posso essere stanco e posso avere dei comportamenti che generano dubbio ma, alla fine, io sono la persona più affidabile del mondo. Basta veramente poco per tenermi stretto. Mi accontento proprio di poco. Non cerco niente perché quello che ho mi basta.

 
 
 
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