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NIRVANA - YOU KNOW YOU'RE RIGHT

 

DA MOLTO NON SE NE PARLA PIU', MA LA "RIFORMA GELMINI", IN REALTA' E' PASSATA. NON HA PIU' SENSO RICHIAMARE UNA RACCOLTA DI FIRME (COME AL MIO POST #160, IN CUI NE RICHIAMAVO UNO DI  elena.c.q.d) . PERO', INVITO TUTTI COLORO CHE HANNO FIGLI, TUTTI QUELLI CHE SOGNANO UN MONDO MIGLIORE, TUTTI QUELLI CHE SANNO ANCORA PENSARE CON LA PROPRIA TESTA, A NON ABBASSARE LA GUARDIA E AD ESSERE PRONTI AD ANDARE IN PIAZZA PER SALVARE LA SCUOLA ITALIANA E, CON ESSA, IL NOSTRO FUTURO.
mgf70

 

LOSING MY RELIGION

 

CREDO SIA IMPORTANTE...

Inviato da andrea7770 il 26/05/08 @ 08:41 via WEB
MESSAGGIO IMPORTANTE Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti abituali.
 

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E mentre... (a ferragosto)

Post n°721 pubblicato il 16 Agosto 2012 da mgf70
 
Tag: anima

[...e_mentre...]

E mentre mi lamento del mio lavoro, così stancante e assurdo... E mentre cerco un senso a tutti i miei gesti quotidiani... E mentre cerco un motivo per non sentirmi una scheggia delle stelle, persa nell'universo... E mentre m'accorgo che mi prostituirei per un sorriso sincero... E mentre fa troppo caldo, la bibita non è abbastanza fresca... E mentre cerco di capire se il mio stipendio basta a pagare tutte le mie mollezze inutili... E mentre, come un cane, mendico una carezza...

Sotto l'ombrellone di ferragosto, si parla (quasi sempre di lavoro, di soldi o di figli) e si cerca di sfogare qualche tensione. Dietro una mangiata inutile, dietro una nuotata fintamente spensierata, dietro un sole che ci abbaglia, col suo riflesso sul mare...

Ti accorgi di quanto sia vuoto il tuo piccolo mondo, di come sappia riempirsi di nulla, di meschinità.

- Begli occhiali, vuoi?

- No - infastidito - Grazie NO!

Eppure, senti che proprio quel inconsistente contatto, è più vero di tutti quelli vissuti nella giornata: fratello di un altro paese, dalla pelle così scura di fame e di sete, sei l'unica cosa vera di tutta questa spiaggia.

E i discorsi proseguono, tra malattie che ci ricordano quanto stiamo invecchiando, tra malumori per il nostro fallimentare quotidiano.

L'occhio vaga tra corpi troppo nutriti e gadgets tecnologici inutili, per arrivare all'orizzonte, la retina offesa dallo scintillio del sole sul mare. Col suo pesante carretto, "quel negro fastidioso" (ma perché, cosa c'ha fatto?), attraversa faticosamente il bagnasciuga, per chilometri, con la semplice determinazione di chi sopravvive, di chi non vuole rinunciare a vivere, per fisime del cazzo...

E mentre senti che l'esistenza ti sfugge di mano... E mentre senti il nodo alla gola, rivedendoti attaccato anche tu - bestia da soma - ad un pesante carretto, trascinando pesandemente i piedi nella sabbia... E mentre avresti voglia di piangere per tutti coloro che muoiono, nello sforzo... E mentre pensi a chi non c'è più, a chi è stato portato via, senza troppo clamore... E mentre domini gli impulsi, controllando il respiro, per la tua "immagine esteriore"... E mentre senti il bisogno di abbracciare un corpo per l'anima che ha dietro...

Bruciano gli occhi, forse per il riverbero del sole, forse per qualche traccia del sale marino, forse per la stanchezza che hai accumulato in pochi giorni, forse per la consapevolezza di quella che ti aspetterà domani. Ti getti sotto la doccia gelida (sì, ufficialmente per togliere il sale e la sabbia, ma solo per quello?), incurante dei brividi e, anzi, quasi godendo della sferzata che la sua temperatura ti dà: resteresti là sotto, per delle ore.

- Stasera, pizza a domicilio o spaghettata al volo?

Fossero questi i grandi dilemmi della vita... A te va bene tutto, purché finisca presto: ma non sai più se è perché domani ti alzerai che ancora è notte fonda, o perché vorresti solo giungere all'oblìo del sonno, quanto prima.

Non hanno colpe i tuoi interlocutori (beati loro che sanno vivere molto più facilmente di te: decisamente li invidi) e quasi ti senti in colpa per la loro gentilezza, talvolta ricambiata solo di facciata, anche se vuoi loro bene.

Ti senti come il protagonista de The Truman Show, perché ti sembra che il mondo intorno sia un po' troppo strano, per essere effettivamente così: seduto sul bordo del ponte mai terminato, con lo sguardo cerchi di arrivare dall'altra parte, cerchi di trovare la risposta a tutto, di afferrare il tassello che ti manca, perché il puzzle dell'esistenza, abbia finalmente un senso.

Ripensi ad un abbraccio, intenso eppure immotivato, con una persona che sembra avere i tuoi stessi occhi e la tua stessa maliconica determinazione a "non mollare" nonostante tutto: quasi ti ecciti all'idea e ti senti altamente stupido...

E mentre guidi per strade mal-consigliate, con la spaccatura interiore tra il tirar dritto ad una curva e la paura che i tuoi passeggeri rischino qualcosa per colpa tua... E mentre le banali luci dei fari, ti feriscono gli occhi, ben più dell'atomica fornace del sole... E mentre parcheggi, già in posizione per uscire comodamente domattina... E mentre ti spogli, liberi la vescica, sfreghi con lo spazzolino, i denti... E mentre cerchi d'inseguire volti distanti, intravisti in dati informatici e idealizzati nei tuoi sogni... E mentre cerchi di svuotare la mente da qualsiasi pensiero... E mentre ti giunge la prima avvisaglia del sonno, della conquista dell'oblìo...

Succede, succede, succede...

Mentre la vita per tutti scorre con un'infinita seri di connessioni logiche causa-effetto, tu resti il pirla che eri, l'adolescente con troppe domande e troppa sensibilità. Sai solo che sei più forte di tutti "loro", di tutti coloro che invidi, perché sai che TU vai avanti nonostante la tua natura, nonostante i tuoi dubbi, i pesi sulla tua anima. Il sognatore che sei, è il principale nemico che hai: per vederlo, però, non basta quasi mai, uno specchio...

 
 
 
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Un blog di: mgf70
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Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni quando la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell'intimidazione, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola.
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ROBERTO SAVIANOLucide le sue analisi, coraggiose le sue parole, profonda la speranza che sa dare: non esiste un "Grazie" sufficientemente grande, per la luce che sa dare, in questo lungo periodo di tenebre.

Meriterebbe una vita "normale", a premio del suo coraggio.

Il suo esempio, riscatta la sua terra e l'umanità intera...

 

C O N S E G U E N Z E . . .

Alla gran maggioranza di noi si richiede un'ipocrisia costante, eretta a sistema. Ma non si può, senza conseguenze, mostrarsi ogni giorno diversi da quello che ci si sente: sacrificarsi per ciò che non si ama, rallegrarsi per ciò che ci rende infelici. (...) La nostra anima (...) Non si può impunentemente violentarla all'infinito...

(Boris Leonidovic Pasternak, Il dottor Zivago)

 

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L'ENCRE DE TES YEUX... (F.CABREL)

Qualcosa resta sempre in noi, quando s'incontra qualcuno di speciale: i suoi sorrisi, i suoi sguardi, il bene che ha portato alla nostra anima e, infine, i rimpianti...

L'importante è che tutto ciò che da questa persona abbiamo attinto, resti scritto indelebilmente nelle nostre anime, affinché il tempo assieme, non sia stato inutile

 

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STING -Moon over Bourbon street

 

(1989) SENTO IL ROMBO DEI BUS

Non più amici, né donne, o altro, intorno a me. Alle mie parole, solo il silenzio risponde. Lontano, sento il rombo dei bus: pur colmi di gente, a me paion vuoti. Condannato così, a restar in balìa di me stesso, nevrosi e stanchezza...           Inverno e non me ne accorgo, se non dal passo pesante: lo stesso di chi ha perso una partita; identico a quello sulla ghiaia di un cimitero.                                              E, così, non riesco più a sorridere, ad esorcizzare le mie fobìe: spezzati sono i miei ricordi (giammai felici).                                                                                                 Questo mondo di rumori cittadini, è ben distante dai miei pensieri e, mi fa sentire ancor più distante; non ho scampo, dalla mia mente, né dal mio destino...
 

L'ULTIMO SPETTACOLO (S.VECCHIONI)

...non lasciamoci "stancare" dalla prima parte: dà un senso alla (meravigliosa) seconda...

 

R E V I S I O N E

OGGI DI' 5 D'APRILE DELL'ANNO DOMINI 2012, HO DECISO DI PROCEDERE AD UNA PRIMA REALE REVISIONE DEL TEMPLATE DEL MIO BLOG, RIPRISTINANDO, CANCELLANDO, SPOSTANDO, CIO' CHE NON HA PIU' RAGIONE DI RESTARE, CIO' CHE NON ERA PIU' FRUIBILE, CIO' CHE HA PERDUTO DI ATTUALITA' IMMEDIATA: ogni tanto, occorre far pulizia !

SPERO, NESSUNO SE NE ABBIA A RISENTIRE...

 

COL TEMPO SAI (VERS. BATTIATO)

 

(1992) LA FRATTURA

Un attimo, una stupida incomprensione, un attrito ridicolo e ogni motivo di serenità è già finito: non sembra svanita la passione; ma, appare perduta ogni volontà di comprendersi. Non più la voglia di starsi accanto, ma la tentazione d’offendersi, che diviene un muto schivarsi, tra le pareti domestiche…Anche da momenti banali, stupidi, può morire un rapporto.

A che serve, far l’amore con passione, con la voglia dell’altro, se poi ne subiamo il fastidio, nelle cose di tutti i giorni? Poi, si finisce di farlo per noia, o (peggio), per quella forma di “dovere”, insita nei comportamenti consolidati... Così, si finisce per sconfessare il proprio desiderio, arrivando a fare (o farsi) male, pur di annullarne l’identità, con la cosa bella, che conoscevamo.

 

 
 

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