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QUESTO BLOG NON E' UNA TESTATA GIORNALISTICA, DATO CHE NON E' AGGIORNATO PERIODICAMENTE E NON HA FINI DI LUCRO: AI SENSI DELLA NORMATIVA VIGENTE, NON PUO' CONSIDERARSI UN PRODOTTO EDITORIALE (L.62 DEL 7/3/'01).

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NIRVANA - YOU KNOW YOU'RE RIGHT

 

DA MOLTO NON SE NE PARLA PIU', MA LA "RIFORMA GELMINI", IN REALTA' E' PASSATA. NON HA PIU' SENSO RICHIAMARE UNA RACCOLTA DI FIRME (COME AL MIO POST #160, IN CUI NE RICHIAMAVO UNO DI  elena.c.q.d) . PERO', INVITO TUTTI COLORO CHE HANNO FIGLI, TUTTI QUELLI CHE SOGNANO UN MONDO MIGLIORE, TUTTI QUELLI CHE SANNO ANCORA PENSARE CON LA PROPRIA TESTA, A NON ABBASSARE LA GUARDIA E AD ESSERE PRONTI AD ANDARE IN PIAZZA PER SALVARE LA SCUOLA ITALIANA E, CON ESSA, IL NOSTRO FUTURO.
mgf70

 

LOSING MY RELIGION

 

CREDO SIA IMPORTANTE...

Inviato da andrea7770 il 26/05/08 @ 08:41 via WEB
MESSAGGIO IMPORTANTE Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti abituali.
 

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LA STORIA DELLE COSE (VERS.21'08")

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Al mattino

Post n°722 pubblicato il 19 Agosto 2012 da mgf70

Nota: perché "Al mattino"? Questo avrebbe dovuto essere un "post di notte...", ma tra stanchezza e bisogno di riflettere, sono giunto alla luce del giorno...

L'Italia è un paese di paradossi, come quello della definizione di "matrimonio" (ovvero, la comunione materiale e spirituale, tra coniugi): essa è sancita, per la prima volta, nel nostro ordinamento, nel preambolo della legge sul...divorzio...

I lavori non sono tutti uguali: ci sono quelli più o meno pesanti, quelli con più o meno responsabilità. E poi, ci sono quelli pagati più o meno bene, quelli in cui si lavora più o meno tempo. Inoltre ci sono quelli più o meno precari, quelli con ferie più o meno lunghe, quelli con tutti i ponti pagati o meno... Però, è importante che tutti sappiano rispettare il lavoro altrui, per quanto umile, sfruttato, o di scarsi diritti; è importante soprattutto da parte di chi "sta meglio"...

La mancanza di rispetto, ha tante facce: quella di una cena non preparata, quella di una lavatrice non fatta, di una camicia non stirata, pur creando qualche disappunto, sono aspetti sicuramente sopportabili. Però, il non essere avvisato di cose importanti, l'essere denigrato per il proprio lavoro, il vedere continuamente post-poste le proprie necessità (...), sono cose che fanno male, che erodono il sentimento.

A volte penso che, se non fosse stata per la mia sensualità (...), avrei ben potutuo fare il prete. Non perché io creda nella struttura ecclesiastica (anzi, al contrario), quanto, per il mio amore per gli esseri umani: nel quotidiano, sono spesso ricercato per consigli, confidenze, "assoluzioni"... Ma non faccio il prete e vivo una vita abbastanza normale, pur nella difficile coerenza di questi tempi. E, da persona normale, la mia capacità di perdonare ha comunque un limite.

Mentre scrivo, la persona che condivide la mia vita, sta sul letto e pensa che io sia al lavoro, perché ancora ieri sera non ricordava che oggi ho un turno di sera. Mentre scrivo, attendo che la lavatrice, fatta da me dopo 13 ore di lavoro (altra "flessibilità"? cominciamo a pagare tutto il lavoro e poi ne riparliamo!), si finisca di asciugarsi, altrimenti andrò al lavoro letteralmente senza mutande. Mentre scrivo, la lavastoviglie (impostata dal figlio e da me) è in funzione, perché ieri sera non poteva essere accesa ed io ho bevuto il caffè in una tazza enorme, in cui si fredda in fretta. Mentre scrivo...

In tutto ciò che vedo, in tutto ciò che sento, continuo a ravvisare una ben scarsa "comunione materiale". In tutto ciò che vedo, in tutto ciò che penso, continuo a non trovare nemmeno un po' di "comunione spirituale". Salvo momenti facili (tipo quando tutto gira bene, in vacanza?), mi trovo a dovere ammettere che il mio non sembra più un vero matrimonio, ma (forse) una società di mutuo soccorso, in cui c'è chi dà di più e chi prende molto di più.

Nella vita ho fatto molte scelte, molti "investimenti" per questa famiglia. E sono andato molto spesso contro la mia natura, contro il mio intimo sentire, perché funzionasse. Ma, arrivano momenti (così, come una sassata al vetro) in cui cominci a voler vedere il saldo finale tra quanto hai dato e quanto hai avuto. Eppure, non è nel valore altamente negativo, che riscontri la crisi, ma nel bisogno stesso di vedere la contabilità del sentimento: quando le cose vanno bene, non si ha bisogno di prove, per saperlo...

Ieri, Lei ha avuto una brutta notizia su una sua amica (brutta ma non la definitiva che aspettiamo da quasi un anno). Mentre ero al lavoro, ha mollato i figli piccoli con quello grande (che però doveva uscire) e l'ha raggiunta. Malgrado io fossi abbondantemente nel mio "normale" orario lavorativo, che abbia avuto anche il tempo di fare la spesa, non m'ha detto nulla. Ho saputo la cosa, mentre ero di ritorno.

 In vita mia, non ho mai avuto bisogno che mi dicessero di rimboccarmi le maniche e ho sempre saputo trovare le energie per fare ciò che era necessario, figurarsi una cena o una lavatrice! La cosa che però mi ferisce è che nei giorni scorsi, mentre non aveva nulla da fare (...), non ha mai pensato a me, a quello che avrebbe potuto servirmi; ma, la cosa che brucia di più è che, nel momento in cui è avvenuto qualcosa, non ha pensato a me, né come confidente, né come compagno. Essere dimenticati da chi ami (o, a questo punto, da chi "credi di amare"), non può far che riflettere: quali sono le mie colpe? perché Lei non riesce più a confidarsi come un tempo? perché io non riesco più a sopportare le sue piccole meschinità quotidiane?

Una volta lessi una frase, che cito spesso: "Quando amiamo, attingiamo acqua ad un pozzo. Ad un certo punto, nel secchio troviamo della terra, senza motivi e senza colpe..." Quando mandai al diavolo la mia placida esistenza di figlio di buona famiglia, non avrei mai pensato di pensarla per noi...

 Nel mentre di una crisi, in cui è sempre più a rischio anche il mio posto di lavoro, sento le critiche se lavoro di domenica (1 o 2 al mese: nel mio ambito, sono quasi un privilegiato), se debbo rinviare il riposo che mi spetta, ad altra data da definire. Però, la cosa che colpisce sgradevolmente è il tono indispettito (e non dispiaciuto: che sarebbe diverso): non è la mancanza di me come persona, ma di un accompagnatore, di uno chauffer, per superare la noia di altre settimane di ferie (poverina!).

In tutto questo, senti che tutto ciò che hai in comune (dai figli alla casa, al conto in banca), assumono una valenza diversa, antipatica: quella dell'ostacolo ad una, ragionevolissima separazione. Se la casa è così grande che posso viverci in metà, senza problemi e se il conto in banca è sempre più svuotato (e facilmente chiudibile), non è così facile per i figli.

Ripensando a tutti i compromessi, ai compromessi sui compromessi e ai compromessi dei compromessi sui compromessi...non senti più la voglia di continuare. Di certo, non senti più il legame e il vincolo che c'era prima.

Nel secchio c'è terra...

 
 
 
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Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni quando la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell'intimidazione, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola.
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ROBERTO SAVIANOLucide le sue analisi, coraggiose le sue parole, profonda la speranza che sa dare: non esiste un "Grazie" sufficientemente grande, per la luce che sa dare, in questo lungo periodo di tenebre.

Meriterebbe una vita "normale", a premio del suo coraggio.

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C O N S E G U E N Z E . . .

Alla gran maggioranza di noi si richiede un'ipocrisia costante, eretta a sistema. Ma non si può, senza conseguenze, mostrarsi ogni giorno diversi da quello che ci si sente: sacrificarsi per ciò che non si ama, rallegrarsi per ciò che ci rende infelici. (...) La nostra anima (...) Non si può impunentemente violentarla all'infinito...

(Boris Leonidovic Pasternak, Il dottor Zivago)

 

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STING -Moon over Bourbon street

 

(1989) SENTO IL ROMBO DEI BUS

Non più amici, né donne, o altro, intorno a me. Alle mie parole, solo il silenzio risponde. Lontano, sento il rombo dei bus: pur colmi di gente, a me paion vuoti. Condannato così, a restar in balìa di me stesso, nevrosi e stanchezza...           Inverno e non me ne accorgo, se non dal passo pesante: lo stesso di chi ha perso una partita; identico a quello sulla ghiaia di un cimitero.                                              E, così, non riesco più a sorridere, ad esorcizzare le mie fobìe: spezzati sono i miei ricordi (giammai felici).                                                                                                 Questo mondo di rumori cittadini, è ben distante dai miei pensieri e, mi fa sentire ancor più distante; non ho scampo, dalla mia mente, né dal mio destino...
 

L'ULTIMO SPETTACOLO (S.VECCHIONI)

...non lasciamoci "stancare" dalla prima parte: dà un senso alla (meravigliosa) seconda...

 

R E V I S I O N E

OGGI DI' 5 D'APRILE DELL'ANNO DOMINI 2012, HO DECISO DI PROCEDERE AD UNA PRIMA REALE REVISIONE DEL TEMPLATE DEL MIO BLOG, RIPRISTINANDO, CANCELLANDO, SPOSTANDO, CIO' CHE NON HA PIU' RAGIONE DI RESTARE, CIO' CHE NON ERA PIU' FRUIBILE, CIO' CHE HA PERDUTO DI ATTUALITA' IMMEDIATA: ogni tanto, occorre far pulizia !

SPERO, NESSUNO SE NE ABBIA A RISENTIRE...

 

COL TEMPO SAI (VERS. BATTIATO)

 

(1992) LA FRATTURA

Un attimo, una stupida incomprensione, un attrito ridicolo e ogni motivo di serenità è già finito: non sembra svanita la passione; ma, appare perduta ogni volontà di comprendersi. Non più la voglia di starsi accanto, ma la tentazione d’offendersi, che diviene un muto schivarsi, tra le pareti domestiche…Anche da momenti banali, stupidi, può morire un rapporto.

A che serve, far l’amore con passione, con la voglia dell’altro, se poi ne subiamo il fastidio, nelle cose di tutti i giorni? Poi, si finisce di farlo per noia, o (peggio), per quella forma di “dovere”, insita nei comportamenti consolidati... Così, si finisce per sconfessare il proprio desiderio, arrivando a fare (o farsi) male, pur di annullarne l’identità, con la cosa bella, che conoscevamo.

 

 
 

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