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"Il Condottiero" su una tesi di laurea. Ringrazio sentitamente la mia lettrice.

Post n°179 pubblicato il 26 Ottobre 2011 da Nezumina
 

Monica Valentini èautrice de Il Condottiero, l’ultimaopera presa in esame all’interno di questa trattazione. Come si è avuto modo divedere, questa biografia romanzata intraprende una via che potrebbe esseredefinita anti-mitica, nel senso che si pone nella direzione opposta al filoneche ha creato e alimentato il mito borgiano.

L’autrice affronta l’osticotema della vita del Valentino dal punto di vista storico, cercando ditralasciare tutte le vicende inventate o romanzate nel corso del tempo suCesare Borgia; dunque sarà opportuno ed interessante scoprire fino a che puntoella ha raggiunto il suo obiettivo, conoscere le difficoltà incontrate duranteil percorso e sapere il motivo che l’ha spinta a scrivere ancora una volta,dopo tanta produzione letteraria diffusasi nel corso dei secoli, di questopersonaggio così misterioso. Per far ciò, dopo aver letto il libro edanalizzato il testo, uno strumento privilegiato è senza dubbio l’intervistadiretta all’autrice. Monica Valentini si è prestata molto gentilmente arispondere ad alcune domande, che verranno qui riproposte fedelmente,ringraziandola per la sua disponibilità.

Come le è venutal’idea di scrivere un romanzo su Cesare Borgia?

A dire il vero, all’inizio non pensavo affatto di scrivereun romanzo su Cesare Borgia; mi limitavo a leggere. Ma quanto più leggevo,tanto più prendevo coscienza delle varie interpretazioni che ogni autore davaal singolo personaggio di casa Borgia e a quel punto mi sono detta che, forse,bisognava fare un po’ di luce basandosi sui documenti arrivati sino ai nostri giorni.

In che modo haconosciuto il Valentino?

In un modo “moderno”: uno sceneggiato TV intitolato “IBorgia”. All’epoca ero ancora adolescente e rimasi folgoratadall’interpretazione di Oliver Cotton, tanto che iniziai immediatamente acollezionare libri e romanzi sui Borgia.

Cosa l’ha colpita diquesto personaggio storico?

All’inizio sicuramente l’alone di mistero, che tuttora loavvolge. In seguito la scoperta che, precursore dei tempi, desiderava creareuno stato unito per contrapporlo alla crescente potenza di regni come laFrancia e la Spagna.

Cosa l’ha spinta adintitolare il suo romanzo “Il Condottiero”?

Il semplice fatto che Cesare Borgia, in fin dei conti, èstato un principe condottiero, uno di quelli che, come si direbbe oggi,combatteva in prima linea. E, nondimeno, perché l’aiuto concessogli dal re diFrancia era l’equivalente di una condotta, seppur personale.

Che studi haaffrontato per la stesura del libro?

Ho letto molti testi, a partire dalla “Lucrezia Borgia” delGregorovius e della Bellonci, al “Cesare Borgia” del Fusero e del Sacerdote,alla “Roma dei Borgia” di Apollinaire, al “Principe” di Machiavelli e viadicendo.

C’è un particolareche ha trovato di frequente nelle sue fonti che l’ha colpita maggiormente?

Sì, che si passa dall’adulazione alla maldicenza, secondo isentimenti di chi scrive, senza tentare una minima interpretazione deidocumenti.

Che spiegazione si èdata dell’esistenza di un così diffuso mito nero sul Borgia?

L’unica spiegazione plausibile, a mio avviso, sta nella mancanzadi fonti, ossia, i documenti ci sono, ma in numero così esiguo che si fa faticaa cercare di ricostruire la realtà. Del resto, se i Borgia fossero riusciti nelloro intento, oggi apparirebbero sotto una luce aurea. Ma tant’è: guai aivinti, perché la Storia la scrive chi vince e in questo caso ha vinto GiulioII, osteggiando prima e poi abbracciando e proseguendo la politica diAlessandro VI e del Valentino.

Sente di averricostruito una biografia piuttosto fedele? Ritiene di aver restituito giustiziaalla realtà storica, oppure teme diessere caduta in una delle intricate maglie che costituiscono la leggenda deiBorgia?

Sui Borgia esiste tutto e il contrario di tutto; nonostanteciò spero, onestamente, di essere riuscita a riportare solo i fatti, sebbenedebbo ammettere che la figura di Cesare Borgia eserciti su di me un certofascino.

A differenza di altriromanzieri, lei non fornisce nessuna risposta, ma preferisce insinuare deidubbi riguardo ad alcune vicende controverse. Come mai ha fatto questa scelta?

Quando si decide di scrivere una biografia, sebbeneromanzata per renderla più accessibile al grande pubblico, non si dovrebberoscrivere falsità, bensì attenersi a quello che si sa per certo, senza scenderenel sensazionale. Ho volutamente lasciato in sospeso alcuni lati oscuri dellafamiglia Borgia, proprio per mancanza di fonti certe.

Che rapporto immaginaci sia stato tra i vari membri della famiglia Borgia?

Un immenso amore familiare.

Chi ritiene esserel’assassino di Juan di Gandía?

Probabilmente non lo sapremo mai con certezza e fintanto chenon salterà fuori un documento vero, preferisco pensarla come Alessandro VI:gli Orsini.

Chi pensa sia statoil colpevole dell’omicidio di Alfonso d’Aragona?

Considerato il momento politico che stava attraversando laChiesa, le varie alleanze suggellate in quel periodo verso la Francia, ritengoplausibile che il mandante fosse Cesare Borgia. Non dimentichiamo che Lucreziaera stata data in sposa al principe spagnolo prima che la scelta politica delValentino e del papa ricadesse sulla Francia; pertanto il legame con la Spagnaandava reciso. Nulla di personale come si vuol far credere, bensì solo unfreddo calcolo delle circostanze.

A suo parere cosarappresenta Cesare Borgia nel quadro della storia rinascimentale italiana? Enella letteratura italiana estraniera?

Nel quadro del Rinascimento ha rappresentato una meteora, unsogno che, se avverato, avrebbe forse cambiato il nostro paese: da terra diconquista perché lacerato in tanti potentati che si facevano guerra tra loro, astato forte e autonomo. Non ci sarebbero state invasioni né dominazioni e nonci sarebbe stato un Risorgimento per liberarci dagli austriaci. Nellaletteratura, a mio avviso, ha contribuito a creare il fascino del “bello edannato”.

Quanto influito ilmito nero di Cesare Borgia nel suo interessamento a questo personaggio storico?

Molto. Ma è un nero che si sta schiarendo e di questo nonposso che esserne felice.

... Ringrazio infineMonica per aver scritto un libro sincero sul Valentino, per aver risposto allatimida mail di una sua lettrice, per aver voluto instaurare un rapporto serenoe splendido con la sottoscritta, per l’infinità di consigli che mi ha dato, peressere sempre arrivata al momento giusto con l’aiuto giusto, per essere cosìtanto disponibile e gentile da volere, ancora una volta, condividere con me lagioia di questa tesi. A lei devo molto: ha letto tutti i miei dubbi ed i miei pensieriarzigogolati su Cesare ha risposto a tutte le mie domande ed alle miecuriosità, ha parlato a lungo con me di una passione che ci accomunariempiendomi di splendidi doni.

25 ottobre 2011,Chieti. Università degli studi “G. D’Annunzio”, facoltà di Lettere e Filosofia.Corso di Laurea magistrale in Linguistica, Filologia e traduzioni letterarie.

Maria Iezzi.

 
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