Creato da mila.spicola il 05/03/2008
se ognuno fa qualcosa..

addio pizzo

 

Chi Sono

mila.spicola@tiscali.it

- componente della commissione statuto del PARTITO DEMOCRATICO in Siclia, eletta nella corrente di Enrico Letta

 - fondatrice e presidente dell'associazione nazionale DONNE INVISIBILI - laureata in architettura esercito la professione libera a Roma e a Palermo - dottore di ricerca in storia dell'architettura e specialista in restauro dei monumenti, collaboro con le università di Palermo e di Roma
- autrice e conduttrice di "spicolature", pillola editoriale che va in onda su radio24-ilsole24ore, tutti i giovedì alle 8.00 e alle 21.00
- da settembre insegno nella scuola media padre puglisi a brancaccio, palermo e alla scuola media falcone, palermo. i nomi non sono stati scelti per caso...
- per le lezioni 2008 ho deciso di impegnarmi per la campagna elettorale di anna finocchiaro in sicilia, fondando con rosalba bellomare un "comitato elettorale spontaneo per anna finocchiaro".
- alle amministrative di giugno sono CANDIDATA AL CONSIGLIO PROVINCIALE DI PALERMO, AL COLLEGIO 5
 

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Perchè non credo in Obama

Post n°24 pubblicato il 26 Agosto 2008 da mila.spicola

tutti con gli occhi che gli luccicadno e le bandierine sventolate. scusate, ho un attacco di nausea, torno subito. anzi torno dopo la vittoria di mccain. non sono cassandra, è che la storia insegna che recessione va a braccetto con conservazione e obama non ha le palle limpide e forti abbastanza per sconfiggere la paura del nuovo tipico dei periodi come questo.
ci sono due figure retoriche nell'immaginario siculo. il "passapititto", detto di qualcosa che fa passare l'appetito appunto, si estende nella parlata a chi fa passare gli entusiasmi. e poi c'è, simile, lo "sconsaioco" cioè il rovina gioco. quello che tu sei nel pieno della partita e ti spariglia le carte. passo per l'una e per l'altra. Passapititto e sconsaioco nell'animo, io non credo in Obama. se rifletto bene "credo" e "non credo" sono diventate due formule che uso spessissimo ormai. vanno a sommarsi a passapititto e sconsaioco. Non credo negli i have a dream , perchè quel dream, quello là, antico, originario, scatenato come una catena a reazione nucleare dopo il gesto di rosa parks, era integro e sincero. i dream di obama mi puzzano sempre di sondaggio del giorno prima. di politicamente corretto sempre. e il nostro uoltèr sembra il pallido riflesso di quello che in grande rappresenta obama. ma in queste cose si sa, gli americani sono maestri. datemi una campagna elettorale e vi smuovo un paese con cappellini e cotillon. Da cosa nasce la mia diffidenza? forse perchè essendo una che coi gattopardi ci divide il banco li riconosce anche a oceani di distanza. la globalizzazione ha esportato anche il principe di salina. da quando nasce la mia diffidenza? da quella frase detta in un momento troppo giusto e ad un pubblico ancor più approriato. "esistono anche delle guerre giuste". ecchilo là pensai, questo non è il portatore di un sogno, questo è solo un altro che vuole diventare presidente e poi, se ci scappa d'aggiustare qualche cosa tanto megio. tanto meglio. e che dire del pensiero ancor più politicamente correttissimo in certi stati del sud che "ogni uomo deve essere messo in grado di difendersi da solo"? con buona pace della nostra Beretta, che avrà gongolato fino all'ultimo pallino. chissà cosa potrebbe arrivare a dire uno come obama in seguito a un sondaggio. chissà. e chissà se ne avrebbe di pensieri puri senza un sondaggio. adesso la mia ricerca attenta è sempre più verso persone che dicano veramente qualcosa. ma che la pensino loro e non la traggano dai miei occhi. di più, che ci credano. credere. che vuol dire credere? vuol dire qualcosa che implichi una cosa non trascurabile come la verità. scusatemi se vi ho rovinato la festa e fatto passare la fame ma...hillary ce l'avrebbe fatta. Spietata ma limpida.

 
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SCUOLE DEL SUD

Post n°23 pubblicato il 25 Agosto 2008 da mila.spicola

è da ieri che penso di scrivere qualcosa contro le dichiarazioni di maria stella gelmini a proposito degli insegnanti del sud.
c'è mi ha rotto il cazzo la parola sud, così come me l'ha rotto la parola nord. detto fuori tra i denti. perchè da quando insegno brancaccio, perchè io cara stella è lì che insegno, dopo essere fuggita da un anno di tribolazione con dei petualnti ragazzini di prati a roma, dicevo, da quando insegno a brancaccio, mi da nausea ogni tipo di retorica, perchè ne sono sommersa e mi trasuda da ogni poro.
non lo so se anche noi insegnanti di scuoe da gomorra siamo compresi nella sua attenta analisi, caro ministro gelmini, non lo so. a volte mi è capitato di mandar maledizioni contro qualche collega che definire deficiente era un complimento. ma mi è successo a roma come a palermo. accade sa? come accade che altri deficienti occupino uno scranno in parlamento e vorrei prevedesse anche per loro dei seminari intensivi.
essere in una classe è difficile, ragazzi, cavolo se lo è. non voglio neanche raccontarvi quanto lo sia dove sono io. mi limito ai miei ricordi della "normalità" romana. significa remare contro. contro la superficialità di genitori assenti o presenti in modo sbagliato. significa ricominciare da zero con le regole dell'educazione e del rispetto perchè oggi abbiamo trasformato i nostri figli in piccoli tiranni. significa dovere avere cura di 27 , anche 33 ragazzi per classe e spesso ne hai di diverse classi.
significa ricordare l'ovvietà che i ragazzi di oggi sono altri e che dichiara le cose che ha dichiarato la maria stella dimostra ancora una volta di non saperne nulla: nè di scuola, nè di ragazzi, nè di italia.

il fatto è che poi non riesco a prescindere dal ricordarmi dove sto. dai vetri rotti che spesso troviamo la mattina nelle classi. non iresco a prescindere dalle sedie lanciate, dai coltelli che girano, dai nervi tesi del collo che ti fanno male quando ti costringi a sorridere e invece vorresti scappare via perchè spesso è così dura ma così dura che non hai risposte. scappare non per paura, che quella l'hai sconfitta, ma perchè non trovi più una cavolo di risposta nemmeno a scrostare il fondo del barile.

ok..ok..tu non pensavi a me cara maria stella, ma le scuole del sud spesso sono così e tu devi saperlo prima di parlare. devi saperlo delle minacce, delle ruote segate, dei motorini rubati. delle porte divelte, dei topi morti trovati sopra le cattedre.
forse parleresti di meno.

anche io non vogLio più parlare con gente come te, vorrei sono fare il mio lavoro in pace.
Vorrei pensare solo e soltanto a una cosa meravigliosa: che il vero motore della mia vita sono quei bambini, questi straordinari bambini di Palermo. nei ragazzini di questi quartieri c’è un’intelligenza straordinaria. Bambini che lavorano, che portano fardelli di responsabilità enormi e che si muovono in ambienti, anche familiari, difficilissimi. A volte penso che dovremmo mandare i ragazzini di milano o di Roma, abituati a certi agi, a fare un corso di una settimana da questi bambini. Ma anche lei. perchè non vede di farsi un'oretta di supplenza alla scuola media padre pino puglisi del quartiere brancaccio di palermo.
così si renderà conto che l'unico corso che ci dovete regalare, se le cose rimangono così, è quello di sopravvivenza.

 
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Caro Segretario,

Post n°22 pubblicato il 18 Agosto 2008 da mila.spicola

Caro Walter,

bella la tua lettera di oggi su Repubblica. Bellissima. Struggente nel suo essere evocativa, programmatica nel suo essere propositiva, oppurtuna, nelle scuse a chiamparino. Insomma una bella lettera alla Walter Veltroni, un pò Mulino Bianco e un pò Kennedy. Vien quasi da crederci. Se solo l'avesse scritta qualcun'altro. C'è che mi vengono i brividi, per non dir peggio, nel continuare a leggere ramanzine da libro Cuore scritte da chi non è più credibile. Senza nulla avere contro il libro Cuore, che anzi apprezzo sempre di più, in maniera inversamente proporzionale a molti dirigenti del mio partito. Tutto dalle tue parole trasuda moralità, pacatezza, paternalità, onestà, richiamo ai valori morali e a ogni cosa bella e nobile che rappresenta l'Italia per me. Eppure quelle parole si scollano completamente con le azioni. Come la mettiamo? COme la mettiamo, caro segretario, con le azioni assolutamente immorali, sciagurate, mediocri, di cui si è reso complice, quando non colpevole, il partito che tu guidi e di cui io stessa faccio parte nei suoi pochi mesi di vita? Come la mettiamo con il disinteresse totale a favore dei balletti di poltrone - qua ci metto la cardinale, e qua ci metto la moglie di piero e qua ci metto il braccio destro di dario, con cui hai riconsegnato la Sicilia al saccheggio del centro destra? E via via, giù, con lo stesso metodo, fino ad arrivare anche ai coordinatori di circolo. L'amico dell'amico, o l'opportuno e fastidioso riconoscimento del nemico. Ma pensi davvero che la gente sia stupida? O cosa? Come la mettiamo con la falsità della litanìa della politica nuova e sana se ancora oggi ci dibattiamo ovunque, e sottolineo ovunque, in litigi di potere, in cricche denominate "associazioni", in "questo no lo faccio io", guerre inutili, e , almeno dalle mie parti, guerre dei poveri. C'era un bellissimo film di luc besson, le dernier combat. l'umanità era stata debellata da un disastro, sono rimasti solo due uomini, finalmente si incontrano e, avendo perso anche la parola, l'unica cosa che gli viene in testa di fare è combattersi. Ne rimarrà uno e solo. Visto da dentro il pd è così, mi spiace, non ho idea di come sembri visto da fuori e che pensino quelli che vanno speranzosi a firmare proclami di salvezza. Ok, apro ufficialmente la gara a smentirmi. Ne sarei sollevata. Come la mettiamo insomma walter? Mi chiedo e ti chiedo: ma ci sei o ci fai?

 
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"ò mirracolo continua"

Post n°21 pubblicato il 17 Agosto 2008 da mila.spicola

E’ il 14 agosto, Roma, sono le 17.00, sto aspettando un’amica seduta sui gradini di santa maria della vittoria a via XX settembre, come tante altre volte. Sono vestita normale, come tante altre volte. Sono una studentessa della sapienza, come tante altre della mia età. E sono contenta, come può esserlo una di 28 anni che aspetta un’amica in un bellissimo pomeriggio d’agosto nella città più bella del mondo, Roma, nel paese più bello del mondo, l’Italia. Si avvicina una volante della polizia. E’ confortante, sapere che saresti difesa in caso di bisogno, ti fa sentire…come dicono tutti: “sicura”. “Bella, da qua te ne devi andare, non puoi mica lavorare sui gradini di una chiesa”. Cosa? Ci metto più di un minuto a capire. Bella? Un uomo delle forze dell’ordine che si rivolge ad una ragazza qualunque, in un pomeriggio qualunque, in una città non esattamente qualunque in questo modo? “Devi venire con noi”. ????????????????? E ci passo tutta la notte in una cella a tentare di capire che sta succedendo, al come e al perché. E appena riesco a uscire via da quell’incubo lo capisco il come e il perché. Sono una peruviana, nella città più schifosa del mondo, del paese diventato uno dei più merdosi della terra.

 
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Lunga vita alla regina d'Italia, lunga vita alla mafia

Post n°20 pubblicato il 16 Agosto 2008 da mila.spicola

Io sono la mafia. Ieri mi hanno sferrato un duro attacco, si dice così. hanno preso i due fratelli lo cicero. che è come se fossero un capello. uno dei miei capelli biondi tinti di una folta chioma. che non sono più nero corvino. perchè si sà: io mi trasformo. attimo dopo attimo. da neri corvini i miei capelli si son fatti biondi. del resto bionda è gran parte della mia famiglia. dunque mi trasformo. ingrasso, dimagrisco. scompaio, ricompaio. a seconda del tempo e delle stagioni. se c'è troppo rumore me ne vado a svernare ai caraibi. poi ritorno, con abiti nuovi fiammanti e fiammante sono io. da dar fuoco a tutto. sferrano duri colpi contro di me? ma contro chi? io sono sempre qua. bella in carne, alta, ben piantata. ammirata, omaggiata, cercata, nutrita.una sorta di sofia loren nazionale. e chi mi ammazza a me? rimango inossidabile. poi qualcuno dichiara: incredibile come si degeneri, come si ricrei. ma di che parlano? io sono sempre qui. non mi colpiscono gli arresti, le pallottole, le indagini. no no. non mi avvelenano affatto. anzi. direi che quasi ci godo. io mi nutro d'altro. mi nutro di favori. ogni volta che qualcuno chiede un favore mette un piccolo gettone nella mia banca etica. e sai come vanno i miei affari? a meraviglia. sei andato alla pretura di agrigento per fare il passaporto e c'era una fila infinita? hai chiesto un favore al cugino di tua cognata. lo so. lo so perfettamente, perchè mi è arrivato intero e scintillante un bel gettone. e tu attorucolo senza speranza..sei andato a quella cena dove sapevi di incontrare il capostruttura legato a quel partito che sai bene? ecchilo lì un altro gettone. e io ingrasso, ingrasso. ma sono sempre bella, appetibile, irresistibile. pensa quelli poi che cercano favori per fame. quelli in realtà sono poca roba, un quarto di gettone. anche se poi son quelli che acchiappano per primi. ladruncoli, tossici, piccoli pusher dello zen, carrozzieri che riciclano macchine rubate. quelli li piagliano subito, ma poco mi frega, e anche il grosso, come un lo cicero. sì, è un bel sacchetto pieno.e appena lo acchiappano pensano di avermi farto un torto smisurato. ma anche lì è poca cosa. io campo d'altro e camperò sempre. la vera valanga della slot machine mi arriva da te e da tutti quelli come te. che ve ne andate in giro anche a parlar male di me, ma io non mi arrabbio..perchè poi siete i primi a comprar favori per un gettone di mancata dignità. a saltare le file. a pensare di essere migliori degli altri credendo che tutto vi sia concesso. lunga vita ai favori. lunga vita a me. regina d'italia, che mi ingrasso alla tavola del bisogno e della malafede.

 
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