stagioni

vivendo la vita

Creato da asia_doro il 10/05/2008

Ritorna sarai il ben venuto!

 grazie per la vista

 

 
 

Vivamus, mea Lesbia, atque amemus
Rumoresque senum severiorum
Omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mi basìa mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum
deinde usque altera mille, deinde centum.
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut nequis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.
________________________________

 
FREE TIBET

 
Questo sognar da solo.. Se improvvisa
la tua vita sorgesse sull`attesa!
Ma dove sto cadendo? Primavera,
nel frattempo, dilapida il suo aroma
intorno a me e nella caduta sfugge.
Quanto si affretta solitariamente
- e c`e`la notte lì,, mutando fuori -
la gravità di un'inerme brama!
Ma un tale soffocare dentro il vuoto
terminerà. Godrò di apparizioni
che freneranno il vergognoso intento
di colmar la tua assenza col delirio.
Realtà, realtà, non mi lasciare
per sognare meglio il profondo sogno.
 
 

A volte le parole servono a poco
per esprimere ciò che vorremmo dire.
Restiamo in silenzio,
sperando che qualcuno riesca a cogliere
ciò che non diciamo.
Ma solo un
cuore attento riesce a leggere
negli occhi.

 

 

 

--------------------------------

la mia casa continuerà
a viaggiare su due gambe
e i miei sogni non avranno
frontiere.

E. CHE GUEVARA

 
 

===========

grazie orso!

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Gioco letterario INCIPIT

Post n°112 pubblicato il 07 Febbraio 2009 da asia_doro
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Una rovinosa vacanza

 

Era una magnifica giornata, tiepida e trasparente.

Le montagne formavano un semicerchio di vette innevate e sembravano così vicine da poterle toccare allungando un braccio.

Le otto del mattino.

Pareva impossibile che avesse potuto rovinarsi in quel modo la sera prima, quando dopo cena, ci ritirammo in camera stanchi della lunga giornata, fatta di risate, di neve, di silenzi e di sole, e improvvisamente mi dicesti che c’era una cosa importante che volevi dirmi.

Avevi ragione era molto importante, era una scelta per la vita.

E come tutte le scelte importanti che dobbiamo annunciare al nostro prossimo è bene coronarle di grazia, ad esempio con una sontuosa cena e irrorarle con un vino ricercato, così quando porterai alle labbra un calice del medesimo nettare, potrai spolverare tra i ricordi lo stesso sapore, un sapore deciso anche se delicato, che ti lascia in bocca un non so che di amaro, ma che amaro non è, perché ha un retrogusto profumato come lo era quella magnifica giornata di sole, con le montagne che sembravano toccassero il cielo. O era il cielo che toccava le montagne?

Forse era l’attrazione che entrambi provavano, a farle sembrare così vicine, le vette si innalzavano per posarvi un bacio e, il cielo che da lassù si era prodigato ad innevarle per renderle più alte, sembrava avvolgerle del suo colore perché si avvicinassero di più a lui.

Davano la sensazione di un morbido abbraccio tra due elementi completamente diversi, come noi, due anime completamente dissimili, che per qualche decennio erano riuscite a vivere con gioia e in armonia, per poi una sera scegliere di camminare ognuno per la propria strada, lentamente in silenzio ciascuno con il suo dolore, per non sciupare quel tempo sereno e trasparente delle tante giornate affrontate insieme.

Lontano, un campana batteva le ore, erano le otto di un mattino ancora dormiente, una nebbiolina leggera offuscava la valle, i primi raggi di sole inondavano le vette e la terrazza, dove, seduta ad un tavolo una donna con mano tremante sorseggiava un caffè, pensando come nella vita sia tutto relativo, tutto sospeso ad un filo, in balia del vento, basta un attimo un soffio e una splendida giornata di sole si tramuta in una giornata di rovinosa bufera e, per un momento che sembra infinito, non vediamo più il cielo baciare le vette.

 

 
 
 
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