mistero2012
Il 21 dicembre 2012 è la data nel calendario gregoriano in cui, secondo aspettative e profezie diffuse attraverso siti web, libri e documentari televisivi, si dovrebbe verificare un evento, di natura imprecisata e di proporzioni planetarie, capace di produrre una significativa discontinuità storica con il passato: una qualche radicale trasformazione dell'umanità in senso spirituale oppure la fine del mondo. L'evento atteso viene collegato temporalmente alla fine di uno dei cicli (b'ak'tun) del calendario Maya. Questi scenari non hanno trovato supporto da parte della comunità scientifica internazionale e, in particolare, né da parte della comunità geofisica ed astronomica, né da parte della maggioranza degli studiosi di storia Maya.
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Piccola, ma c’è. Una sottilissima atmosfera composta da ossigeno e anidride carbonica è stata scoperta dalla sonda Cassini sulla seconda più grande luna di Saturno, Rhea. È la prima volta in assoluto che un veicolo spaziale osserva e cattura direttamente molecole di ossigeno che appartengono all’atmosfera di un corpo celeste diverso dalla Terra e che potrebbero essere alla base di una chimica complessa, prerequisito per l’esistenza di forme di vita. Va detto però che rispetto a quella terrestre l’atmosfera di Rhea ha una densità di 5000 miliardi di volte inferiore. L’ossigeno sembra aumentare sotto l’influenza del campo magnetico di Saturno: questo cattura il ghiaccio d’acqua abbondante sulla superficie di Rhea e lo scompone a livello molecolare rilasciando l’ossigeno. L’origine dell’anidride carbonica è invece più incerta.
Nata dalla collaborazione fra NASA, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Italiana (ASI), la sonda Cassini ha permesso così di spiegare perché l’ossigeno su Rhea è così (relativamente) abbondante. La presenza di ossigeno e anidride carbonica potrebbe essere all’origine di una chimica complessa, «comune nel Sistema Solare e nell’unverso» e «prerequisito per la vita», ha osservato uno dei ricercatori della missione Cassini, Ben Teolis, del Southwest Research Institute di San Antonio. Tuttavia, ha chiarito, «i dati raccolti da Cassini indicano che Rhea è troppo freddo e privo di acqua allo stato liquido necessaria per la vita così come la conosciamo». La situazione sarebbe diversa se all’interno di Rhea ci fosse acqua liquida: «se ossigeno e anidride carbonica fossero trasportati dalla superficie in un eventuale oceano sommerso, creando un ambiente ospitale per la formazione di composti più complessi».
Fonte: www.lastampa.it
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