Creato da winnie790 il 01/06/2010

mistero2012

Il 21 dicembre 2012 è la data nel calendario gregoriano in cui, secondo aspettative e profezie diffuse attraverso siti web, libri e documentari televisivi, si dovrebbe verificare un evento, di natura imprecisata e di proporzioni planetarie, capace di produrre una significativa discontinuità storica con il passato: una qualche radicale trasformazione dell'umanità in senso spirituale oppure la fine del mondo. L'evento atteso viene collegato temporalmente alla fine di uno dei cicli (b'ak'tun) del calendario Maya. Questi scenari non hanno trovato supporto da parte della comunità scientifica internazionale e, in particolare, né da parte della comunità geofisica ed astronomica, né da parte della maggioranza degli studiosi di storia Maya.

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IO SONO IL PANE DELLA VITA

 

 

 

 

 

 

Yonaguni La Piramide Sommersa

Post n°93 pubblicato il 17 Luglio 2010 da winnie790

Roberto Giacobbo e la squadra di Voyager hanno raggiunto il Giappone per immergersi nelle acque dell'Oceano Pacifico davanti le coste della misteriosa isola di Yonaguni.
Cosa si cela in questi fondali popolati dagli squali martello?
Cosa sono le strutture che si trovano a 20 metri di profondità: rocce naturali o i resti di una civiltà sconosciuta sprofondata nel mare in tempi remoti?
E' possibile che la pietra sia tagliata perfettamente e che ci siano veri e propri vialoni, scalette e, addirittura, una statua?
E possibile, infine, che esista una piramide sommersa ?
Per rispondere a questi interrogativi Roberto Giacobbo è sceso con una squadra di sommozzatori giapponesi per mostrare le misteriose strutture di Yonaguni.
Comunque nulla ha mai ricordato dal vivo Atlantide come le strutture subacquee di Yonaguni.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

PIRAMIDE SOMMERSA DI YONAGUNI

Post n°92 pubblicato il 14 Luglio 2010 da winnie790

Sappiamo che le prime grandi culture della nostra civiltà furono quelle Egiziane e Mesopotamiche; ma se la scoperta fatta recentemente Yonaguni in Giappone, si rivelasse esattamente quello che sembra, allora dovremmo riscrivere la storia dell’intera umanità.

Una misteriosa struttura scoperta sui fondali di Yonaguni (piccola isola dell’arcipeago delle Ryukyu a Sud del Giappone), potrebbe rivelarsi la più antica costruzione fatta dall’uomo. In questo modo ci sarebbero addirittura le prove dell’esistenza del leggendario Mu, continente che secondo una leggenda si inabissò nell’Oceano Pacifico migliaia di anni fa. Fin dal 1868, quando il colonnello Jason Churchward affermò di essere in possesso di alcune tavolette di argilla, che recavano incisa in una scrittura misteriosa la storia del grande continente di Mu, si iniziò a cercare qualcosa che fosse una traccia di questa antica civiltà in tutto il Pacifico, senza però mai avere successo. Nel 1985 però, il giapponese Kikachiro Aratake, un Sub di Yonaguni, durante un’immersione a circa 150 metri al largo dell’isola, fece una sensazionale scoperta: un’enorme struttura di pietra dall’aspetto simile a una piramide, che si ergeva a una profondità di 25 metri.
Aratake, subito dopo la scoperta, descrisse il momento in cui vide per la prima volta la struttura con queste parole: “Nuotavo spinto dalla corrente quando improvvisamente mi si parò davanti una ripida parete di pietra, Dovetti aggrapparmi con le mani alla roccia per costeggiare la struttura e non essere spinto lontano. Dopo la lunga passeggiata subacquea mi ritrovai di fronte a uno spettacolo da mozzare il fiato: la facciata era percorsa da scalinate, ognuna delle quali conduceva a terrazzamenti su vari livelli, in un insieme irregolare, ma continuo fino alla cima. La costruzione era così perfetta che mi aspettavo da un momento all’altro di vedere qualcuno uscirne. Ma gli unici abitanti erano i pesci che nuotavano intorno a me, e il silenzio del luogo era rotto solo dal battito del mio cuore”.
fonte della notizia:misteridelmondo

 
 
 

Atlantide tra miti e leggende

Post n°91 pubblicato il 04 Luglio 2010 da winnie790

 
 
 

Il grande mistero d'Atlantide

Post n°90 pubblicato il 04 Luglio 2010 da winnie790

Le origini

"Al di là di quello stretto di mare chiamato Le Colonne d'Ercole, si trovava allora un'isola più grande della Libia e dell'Asia messe insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole, e da queste isole alla terraferma di fronte (...). In quell'isola chiamata Atlantide v' era un regno che dominava non solo tutta l'isola, ma anche molte altre isole nonché alcune regioni del continente al di là: il suo potere si spingeva, inoltre, al di qua delle Colonne d'Ercole; includendo la Libia, l'Egitto e altre regioni dell'Europa fino alla Tirrenia".
A parlare è Crizia, parente del filosofo Platone, il quale racconta che un secolo prima, nel 590 a.C., il legislatore Solone si era fermato nella capitale amministrativa dell' Egitto, Sais. Qui aveva cercato di impressionare i Sacerdoti di Iside illustrando le antiche tradizioni greche, ma uno di loro aveva sorriso, affermando che quello greco era un popolo fanciullo nei confronti di un altro su cui gli Egizi possedevano molta documentazione scritta. Secondo il sacerdote egiziano, una civiltà evoluta era esistita per secoli su "un'isola più grande della Libia e dell Asia messe insieme" l'isola era stata distrutta novemila anni prima da un immane cataclisma insieme a tutti i suoi abitanti. Le parole di Crizia sono riportate nei "Dialoghi" Timeo e Crizia, scritti da Platone attorno al 340 a.C.. Ecco come il filosofo greco descrive l' isola, sempre per bocca del sacerdote egiziano. "Dal mare, verso il mezzo dell'intera isola, c'era una pianura; la più bella e la più fertile di tutte le pianure, e rispetto al centro sorgeva una montagna non molto alta (...)."
La descrizione continua a lungo, inframmezzata da commenti sulla genealogia degli abitanti di Atlantide: ne emerge l'identikit di un territorio rettangolare di 540 x 360 chilometri, circondato su tre lati da montagne che lo proteggono dai venti freddi, e aperto a sud sul mare. La pianura è irrigata artificialmente da un complesso sistema di canali perpendicolari tra loro, che la dividono in seicento quadrati di terra chiamati klerossu  in cui si trovano floridi insediamenti agricoli. La città principale, Atlantide, sorge sulla costa meridionale; è circondata da una cerchia di mura la cui circonferenza misura settantun chilometri; la città vera e propria, protetta da altre cerchie d'acqua e di terra, ha un diametro di circa cinque chilometri.
In altre parole Atlantide misura quasi otto volte la Sicilia; se non proprio un continente, è pur sempre un'isola di grandezza non disprezzabile. Crizia descrive la fertilità delle sue terre popolate, tra l'altro, da elefanti giacché anche per quell' animale, il più grosso e il più vorace di tutti, c'era abbondante pastura .

Il possente impero di Atlantide, che si estende sulle isole vicine, è diviso in dieci stati confederati, ognuno dei quali è retto da un re; lo stato sovrano, quello che comprende la città di Atlantide, è suddiviso a sua volta in sessantamila distretti; ogni cinque o sei anni si svolge una sorta di pubblica assemblea con la partecipazione del popolo che giudica l operato delle varie amministrazioni.
Gli Atlantidei, non paghi di dominare sulle loro isole, hanno fondato colonie nella terraferma di fronte (l'America?), in Egitto, in Libia e in Etruria. Ma non sono riusciti a sconfiggere l'impero di Atene, fondato nel 9600 a.C. dalla Dea Minerva e organizzato secondo gli stessi criteri che Platone aveva esposto nella sua opera La Repubblica. Dopo molti anni di guerra, un grande terremoto e un'inondazione devastano Atene, inghiottono il suo esercito e fanno sprofondare anche Atlantide nelle acque dell'oceano. Una giusta punizione, in quanto, con il trascorrere dei secoli, gli Atlantidei si sono corrotti:
"Quando l'elemento divino, mescolato con la natura mortale, si estinse in loro, il carattere umano prevalse, allora degenerarono, e mentre a quelli che erano in grado di vedere apparvero turpi, agli occhi di quelli che sono inetti a scorgere qual genere di vita conferisca davvero la felicità, apparvero bellissimi, gonfi come erano di avidità e potenza. E Zeus, il dio degli dei, intuito che questa stirpe degenerava miserabilmente, volle impartir loro un castigo affinché diventassero più saggi. Convocò gli dei tutti, e, convocatili, disse..."

Cosa disse Giove, possiamo solo intuirlo: infatti con queste parole si conclude il Crizia. Ma il vecchio sacerdote l'ha già spiegato in precedenza:
"Più tardi, avvenuti dei terremoti e dei cataclismi straordinari, tutta la vostra stirpe guerriera (cioè gli Ateniesi) sprofondò sotto terra, e similmente l'isola di Atlantide s'inabissò in mare e scomparve".
Di quanto ha raccontato, afferma Crizia, l'Egitto èl'unico paese che possiede molta documentazione scritta, perchè, contrariamente alle terre vicine, non fu coinvolto dalla catastrofe; e a questo proposito si scusa con i lettori per aver imposto nomi greci ai sovrani di Atlantide. Nei loro annali, infatti, gli Egiziani avevano tradotti i nomi nella propria lingua, secondo il costume dell'epoca; successivamente Solone li aveva a sua volta reinterpretati in greco, e così glieli aveva riferiti."Quando dunque udrete dei nomi simili a quelli nostri, non meravigliatevene, giacché ne conoscete il motivo"&nbsp.


Da Platone a Colombo

Probabilmente il filosofo greco non immaginava che la sua breve narrazione (più o meno una decina delle nostre pagine) avrebbe fatto scorrere più inchiostro del suo intero corpus filosofico: circa venticinquemila opere dedicate a una civiltà che, forse, non è neppure esistita. Caso più unico che raro (altri antichi luoghi misteriosi, come il Triangolo delle Bermuda, sono stati scoperti e discussi solo in tempi recentissimi), il problema dell'esistenza o meno di Atlantide scatenò subito polemiche. A parte vari accenni a terre al di là delle colonne d'Ercole (per esempio la Cymmeria citata da Omero nell'Odissea), e l'accenno al popolo degli Atalanti, "che non mangiano alcun essere animato"  e "non sognano mai"  nelle Storie di Erodoto, il tema del Timeo e Crizia costituiva (almeno per quanto ne sappiamo noi) un'assoluta novità. Aristotele, discepolo di Platone, non diede molta importanza alla narrazione del suo Maestro, e questa non-opinione ebbe un peso determinante nel Medio Evo cristiano. Aristotele, infatti, era considerato un'autorità indiscussa, e ciò che lui aveva detto ("Ipse dixit"), e che non a caso concordava con la visione geocentrica dell'universo sostenuta dalla Chiesa, non poteva essere contestato. Per di più l'esistenza di un continente distrutto novemila anni prima non coincideva con la data della creazione del mondo secondo la Genesi, calcolata nel 3760 a.C.
Ma, nel 1492, Cristoforo Colombo scoprì che, al di là dell'Atlantico, esisteva davvero una terra: e il filosofo inglese Francis Bacon suggerì che avrebbe potuto trattarsi del continente descritto nel Crizia. Molte opinioni cominciarono a modificarsi, tanto che nel XVI e XVII secolo Guillaume Postel, John Dee, Sanson, Robert de Vangoudy e molti altri cartografi chiamarono le Americhe con il nome di Atlantide.
Dopo la Conquista, si scoprì pure che un antica leggenda degli indigeni del Messico, trascritta nel Codice Aubin , iniziava con queste parole: "Gli Uexotzincas, i Xochimilacas, i Cuitlahuacas, i Matlatzincas, i Malincalas abbandonarono Aztlan e vagarono senza meta". Aztlan era un'isola dell'Atlantico, e le antiche tribù avevano dovuto lasciarla perché stava sprofondando nell'oceano. Dall'isola i superstiti avevano preso il nome: si facevano infatti chiamare Aztechi, ovvero "Abitanti di Aztlan". Per la cronaca, in Messico questa teoria non è relegata nei volumi fantastici: viene insegnata a scuola un po' come da noi la storia di Romolo e Remo; al Museo di Antropologia di Città del Messico sono esposti molti antichi disegni che descrivono la migrazione.


Il ritorno di Atlantide

Qualcuno comincia a rilevare alcune analogie tra la civiltà dell'antico Egitto e quelle dell'America Centrale: costruzioni piramidali, imbalsamazione, anno diviso in 365 giorni, leggende, affinità linguistiche. Atlantide sarebbe stata dunque una sorta di ponte naturale tra le due civiltà, esteso, probabilmente, tra le Azzorre e le Bahamas.
Nel 1815, Joseph Smith, contadino quindicenne di Manchester, nella Contea di Ontario a New York, ebbe un primo incontro con un angelo di nome Moroni che gli promise rivelazioni straordinarie. Molti anni dopo l'angelo gli mostrò il nascondiglio di alcune preziose tavole scritte in una lingua sconosciuta, che Smith, illuminato dall'ispirazione divina, si mise diligentemente a tradurre. Nel 1830 uscì Il libro di Mormon, vera e propria bibbia della setta dei Mormoni, che descrive una distruzione con caratteristiche del tutto atlantidee (anche se l' Atlantide non vi è citata) avvenuta subito dopo la crocefissione di Cristo.

"Nel trentaquattresimo anno, nel primo mese, nel quarto giorno, sorse un grande uragano, tal che non se ne era mai visto uno simile sulla terra; e vi fu pure una grande e orribile tempesta, e un orribile tuono che scosse la terra intera come se stesse per fendersi (...). E molte città grandi e importanti si inabissarono, altre furono in preda alle fiamme, parecchie furono scosse finché gli edifici crollarono, e gli abitanti furono uccisi e i luoghi ridotti in desolazione (...) Così la superficie di tutta la terra fu deformata, e scese una fitta oscurità su tutto il paese, e per l' oscurità non poterono accendere alcuna luce, né candele né fiaccole"  eccetera, eccetera. I superstiti, il popolo di Nefi, si erano rifugiati in tempo "nel paese di Abbondanza", dove avevano costruito templi e città, tra cui quello di Palenque e una grande fortezza identificata succesivamente con Machu Picchu.

Trentadue anni più tardi un eccentrico studioso francese, l' abate Charles-Etienne Brasseur, scoprì la "prova definitiva" del collegamento tra Mediterraneo, Atlantide e Centro America. Le sue teorie furono immediatamente screditate, ma ispirarono la prima opera veramente popolare sull'argomento: Atlantis, the Antediluvian World ("Atlantide, il mondo antidiluviano") dell'americano Ignatius Donnelly (1882). Secondo Donnelly, Atlantide era il biblico Paradiso Terrestre, e là si erano sviluppate le prime civiltà. I suoi abitanti si erano sparpagliati in America, Europa e Asia; i suoi re e le sue regine erano divenuti gli Dèi delle antiche religioni. Poi, circa tredicimila anni fa, l'intero continente era stato sommerso da un cataclisma di origine vulcanica. A sostegno della sua tesi, Donnelly adduceva le analogie culturali descritte sopra, e qualche prova geologica a dire il vero non troppo convincente. Dall'altra parte dell' oceano Augustus Le Plongeon, medico francese contemporaneo di Donnelly, che per primo aveva scavato tra le rovine Maya nello Yucatan, riprese indipendentemente la tematica di The Antediluvian World in Sacred Mysteries among the Mayas and Quiches 11,500 Years Ago; their Relation to the Sacred Mysteries of Egypt, Greece, Caldea and India ("Misteri sacri dei Maya e dei Quiché 11500 anni fa; loro relazione con i Misteri Sacri degli Egizi, dei Greci, dei Caldei e degli Indiani").
A parte la smisurata lunghezza del titolo, il suo libro ottenne un grande successo, e contribuì in larga misura alla diffusione al rilancio del mito.

fonte della notizia: Associazione Culturale Archeologia e Misteri

 
 
 

Viracocha

Post n°89 pubblicato il 22 Giugno 2010 da winnie790

Viracocha (o Con Tiqui Viracocha) era una delle principali divinità inca. Era considerato come lo Splendore Originario o Il signore, il Maestro del Mondo.In realtà era la prima divinità degli antichi Tiwanaku, popolazione proveniente dal Lago Titicaca. Si narra che fosse sorto dalle acque e che avesse creato il cielo e la terra.Secondo un mito, Viracocha non solo avrebbe creato gli umani, ma li avrebbe anche distrutti per poi ricrearli dalla roccia e gettarli ai quattro angoli del mondo. Dopo aver insegnato agli uomini a sopravvivere, avrebbe preso il mantello, ne avrebbe fatto una barca e sarebbe salpato per l'Oceano Pacifico.Il culto rivolto al dio creatore supponeva concetti astratti e intellettuali, per questo era destinato solo alla nobiltà. Viracocha, come altri dei, era un dio nomade ed aveva un compagno alato, l'uccello Inti, una specie di pennuto magico, conoscitore del presente e del futuro.Come viene descritto in alcuni resoconti dati ai primi conquistadores spagnoli, Viracocha aveva la pelle chiara e gli occhi azzurri, era alto di statura e aveva capigliatura e barba bionde o bianche, indossava una lunga tunica bianca con una cintura in vita.(che ne dite ci sono somiglianze?).

 
 
 

cos'è quel lampo su Giove?

Post n°88 pubblicato il 18 Giugno 2010 da winnie790
Foto di winnie790

L'istantanea che potrebbe valere un'intera carriera è stata colta da un osservatore casuale. Anthony Wesley stava osservando Giove quando ha visto un misterioso lampo. Non è la prima volta che Wesley, amatore, sorprende la comunità scientifica. Lo scatto ritrae l'istante dell'impatto di un oggetto sulla superficie di Giove. "Una palla di fuoco che è comparsa per circa due secondi, dalla luce molto intensa". Così l'ha descritta Anthony Wesley, il primo a vederla e ad allertare gli astronomi di mezzo mondo. L'avvistamento è stato confermato da un altro amatore, Christopher Go, che ha osservato il fenomeno dalle Filippine.I due hanno battuto sul tempo anche i potenti telescopi della Nasa, e ora sono al alvoro sulla scoperta. "È la prima volta che l'impatto di un corpo su un pianeta viene registrato in un video. È un milione di volte più difficile di quanto lo sia vincere alla lotteria", ha spiegato Go. "La velocità degli asteroidi è tale da rendere difficilissima una ripresa video. È quasi impossibile riprendere un asteroide che viaggia a 50 chilometri a secondo".Secondo La Nasa, il flash di luce durato circa due secondi e' stato provocato da un meteorite che impattando l'atmosfera di giove(esattamente come succede sulla terra)ha raggiunto una temperatura molto elevata e dopo pochissimi secondi raffreddandosi ancora piu velocemente si e' vaporizzato svanendo nel giro di pochi secondi.

 
 
 

Misteriose onde radio emesse da galassia vicina

Post n°87 pubblicato il 18 Giugno 2010 da winnie790

Alcuni radioastronomi presso l’Università di Manchester hanno scoperto uno strano oggetto in una galassia vicina, M82 nell’ Orsa Maggiore. L’oggetto è stato “ascoltato” su lunghezze d’onde radio e sembra proprio sconosciuto alla comunità scientifica.

Uno degli scopritori, il dottor Tom Muxlow ha presentato la scoperta al Meeting nazionale di astronomia a Glasgow lo scorso Mercoledì 14 Aprile.

M82 dista da noi 10 milioni di anni luce ed è una sorta di fabbrica di stelle; ne sforna nuove a un ritmo prodigioso. Tuttavia, molte di queste stelle muoiono rapidamente in esplosioni enormi dette supernove, che si verificano ogni 20-30 anni.

Il nuovo oggetto, che è apparso nel maggio 2009, ci ha lasciato a bocca aperta. Non abbiamo mai visto niente di simile prima“, ha detto il dottor Muxlow. “L’oggetto pare si sia acceso molto rapidamente in pochi giorni e non mostra segni di decadimento della sua luminosità”.

Un accurato monitoraggio è stato predisposto da parte della rete di radiotelescopi del Regno Unito, e nei primi 50 giorni si è rilevato un cambiamento di posizione dell’oggetto. Il fatto sconvolgente è stato il suo moto apparente superluminale, pare di oltre 4 volte la velocità della luce. Tali velocità apparenti (non possibili per la fisica relativistica) normalmente si possono notare solo con i getti espulsi dal disco di accrescimento che circonda i massicci buchi neri.

Ma l’attuale esperienza insegna che i buchi neri sono quasi esclusivamente situati nel centro delle galassie. Anche il nucleo di M82, come le galassie più grandi, dovrebbe contenere un buco nero super-massiccio. Il misterioso oggetto invece si trova abbastanza lontano dal centro di M82.

Si ipotizza che l’oggetto sia un ‘micro-quasar‘, stelle binarie collassate che emettono getti relativistici di materia espulsa da un disco di accrescimento alimentato con materiale trascinato da una compagna vicina.

Tuttavia, questo oggetto sarebbe luminoso oltre ogni esempio sino ad oggi conosciuto. Inoltre, se tutto ciò è vero, sarebbe il primo micro-quasar rilevato a lunghezze d’onda radio. La luminosità molto elevata suggerisce la probabilità che sia associato ad un massiccio buco nero. Nessun simile oggetto è stato mai visto all’interno della nostra Galassia.

Abbiamo appena iniziato l’elaborazione dei dati trasmessi da 20 radiotelescopi in tutta la Terra.” ha commentato Muxlow. “Queste immagini ci consentiranno di esaminare la struttura della nuova sorgente radio in dettaglio per poter capire se si tratta di una rara forma di micro-quasar. È chiaro comunque che siamo di fronte ad una nuova scoperta abbastanza misteriosa”.

Fonte della notizia: agrigento.blogsicilia.it

 
 
 

L'arca dell'Alleanza

Post n°86 pubblicato il 14 Giugno 2010 da winnie790

L'arca dell'Alleanza

La terribile arma di Mosè. Un propiziatorio per parlare con Dio. L'arca nascosta in Etiopia. Tre italiani la trovano ad Axum. Ricomparirà nel giorno del giudizio.
La scena si svolge su un monte sacro dell'antico Egitto, nella penisola del Sinai, lungo un sentiero il cui passaggio è proibito alla gente comune. Inginocchiato davanti ad un roveto ardente, il profeta Mosè sta ascoltando gli ordini del Dio di Israele. "Farai un'arca di legno d'acacia e la rivestirai di oro puro. E dentro vi porrai la Testimonianza che io ti darò", comanda il Signore Jahweh.

E Mosè obbedisce. Aiutato dal fido Bezaleel, e seguendo alla lettera le indicazioni del suo Dio, il patriarca ebraico costruisce una cassa di 125 centimetri di lunghezza per 75 di altezza e larghezza e la riveste di oro purissimo, sia internamente che esternamente. Quindi la copre con un coperchio dorato, chiamato propiziatorio. Sopra di esso colloca poi due piccole statuine, raffiguranti dei cherubini. E ai lati della cassa incastra quattro anelli in modo che questa possa essere trasportata più agevolmente, senza toccarla, inserendovi due pali.

All'interno dell'arca della testimonianza, l'oggetto più sacro della tradizione religiosa ebraica, il profeta depone un po' della manna raccolta durante la traversata del deserto, la magica verga con cui erano state scatenate le piaghe contro l'Egitto e separate le acque del Mar Rosso, ma soprattutto le Tavole dei Dieci Comandamenti, il segno tangibile dell’alleanza con Dio.

UNA TERRIBILE ARMA DA GUERRA

Proseguendo nella lettura del libro biblico dell’Esodo, scopriamo poi che, da quel momento, Mosè impone al suo popolo, per la custodia del sacro oggetto, tutta una serie di disposizioni tanto precise ed insidacabili quanto incomprensibili. Dell’arca si occuperanno i figli di Aronne ed i leviti non vi si potranno avvicinare se non dopo che questa sia stata coperta dai sacerdoti; durante l’esodo la cassa sarà collocata all'interno della Tenda del Signore (una specie di tempio smontabile) nelle soste e portata alla testa del popolo durante le marce; nessuno dovrà mai toccarla. E soprattutto, in particolari momenti spetterà solo a Mosè servirsene per lasciarvi comparire Dio in trono nello spazio fra i due cherubini.

Le disposizioni di Mosè vennero seguite alla lettera sino alla scomparsa dell’arca, avvenuta probabilmente nel 587 a.C. In quell’anno, infatti, le armate babilonesi sconfissero gli ebrei e li depredarono di ogni bene. Prima di quella data, una volta raggiunta la Terra Promessa, i leviti collocarono l’arca nel sancta sanctorum, una segretissima cella sotterranea di venti cubiti per venti nel Tempio di Gerusalemme.

A nessuno era concesso di accedervi e l’arca stessa veniva mostrata in pubblico solo in casi eccezionali.

Ed il motivo di tanta segretezza era legato alla pericolosa ed incontrollabile potenza attribuito a questo oggetto.

Si diceva che l’arca, in particolari momenti, si aureolasse di luce e fosse in grado di scatenare la potenza divina, annientando migliaia di persone. In che modo questo avvenisse non è chiaro. Ma è certo, se prestiamo fede alle antiche cronache bibliche, che con l’arca alla loro testa gli ebrei riuscirono ad annientare le decine di tribù ostili incontrate durante l’esodo nel deserto del Sinai. Il resoconto biblico al riguardo ci presenta un vero e proprio bollettino di guerra: le folgori dell’arca avrebbero distrutto le armate degli etei e dei gergesei, dei gebusei e degli evei e di un’altra decina di popolazioni che vivevano nella fascia di Canaan nel XIIIº a.C.

Che cosa fossero queste folgori divine non è chiaro. In alcuni passi la Bibbia sottintende la presenza di un non meglio identificato angelo sterminatore, mentre in vari versetti dell’Esodo e nel Secondo libro di Samuele si dice chiaramente che chiunque toccava l’arca moriva percosso da Dio. Come accadde ai figli di Aronne, sebbene fossero proprio loro gli esperti custodi della reliquia, e ad un certo Oza che, volendo impedire che l’arca si rovesciasse durante un trasporto, la afferrò con le mani e morì all’istante, tra la costernazione generale.

Ma la più grande vittoria dell’arca resta la distruzione della città di Gerico. Riguardo questo episodio il Libro di Giosuè è molto chiaro. Per ordine di Dio per sei giorni le armate di Israele, guidate da sette sacerdoti che recavano sette trombe di corno d'ariete e l’arca dell’alleanza, girarono attorno ai bastioni ciclopici. "E al settimo giorno, sonate le trombe, le mura crollarono", afferma la Bibbia.

UNA PILA DI LEYDA?

Ammettendo la veridicità di questi episodi, che tipo di spiegazione possiamo dare, al di là della facile supposizione dell’intervento di Dio?

Secondo lo scrittore francese Robert Charroux "l’arca non era nulla di più che un’impressionante arma capace di sviluppare energia elettrica. Non dobbiamo dimenticare che Mosè, quando ancora veniva istruito come futuro faraone, aveva ricevuto dai sacerdoti egizi profonde nozioni alchemico-esoteriche di chimica, fisica e meteorologia tali da dare ragione di alcuni dei prodigi attribuitigli. L’arca dell’alleanza poteva essere una specie di forziere elettrico capace di produrre forti scariche dell'ordine dei 5-700 volt..."

"L’arca era fatta di legno d'acacia - scrive il ricercatore - e rivestita di oro all'interno e all'esterno. Con questo stesso principio si costruiscono i condensatori elettrici, separati da un isolante che in quel caso era il legno. L’arca veniva posta in una zona secca, dove il campo magnetico naturale raggiunge normalmente i 600 volt per metro verticale, e si caricava. La sua stessa ghirlanda forse serviva a caricare il condensatore. Per spostarla i leviti passavano due stanghe dorate negli anelli, tanto che dalla ghirlanda al suolo la conduzione avveniva per presa di terra naturale, scaricandosi senza pericolo. Isolata, l'arca talvolta si aureolava di raggi di fuoco, di lampeggi, e, se toccata, dava scosse terribili. In pratica si comportava esattamente come una pila di Leyda...".

CERCANDO LA RADIO DI DIO

Secondo Charroux, dunque, l’arca altro non era che un’arma elettrica costruita sulla scorta di antiche conoscenze perdute e custodite solo dagli Iniziati egizi. Sempre grazie a queste conoscenze, che per il divulgatore svizzero Erich Von Daeniken erano invece di origine extraterrestre, Mosè avrebbe costruito un propiziatorio che funzionava come una radio a transistor. Solo in questo modo si spiegherebbe, per lo scrittore, il fatto che Mosè potesse parlare come ad un amico con il Signore Iddio.

Queste incredibili prestazioni potrebbero allora spiegare il manifesto interesse delle altre popolazioni verso l’arca santa.

Il tempio di Gerusalemme, ove veniva custodita la sacra reliquia, venne saccheggiato ripetutamente: nel 925 a.C. dagli egiziani del faraone Soshenq Iº, nel 797 da Gioas re d'Israele, nel 621 dalle armate caldee e babilonesi.

Quando l’oggetto scomparve non è sicuro. Certamente quando nel 516 a.C. il prefetto Zorobabel ricostruì il Tempio di Gerusalemme, l’arca non c’era più.

O almeno, non in maniera evidente, secondo il rabbino israeliano Shlomo Goren, convinto che l'arca si trovi attualmente ancora nel sancta sanctorum, sfuggito alle razzie degli invasori.

"Basterebbe scavare in corrispondenza della sua antica collocazione. - dichiara Goren -Purtroppo però adesso in quella zona sorge la spianata delle moschee islamiche di Gerusalemme e le autorità religiose preferiscono evitare qualsiasi scavo archeologico per evitare attriti con i musulmani..."

TRA I FALASCIA’ DI RE SALOMONE

Secondo un’altra versione, raccontata nella cronaca etiope trecentesca Kebra Nagast o Gloria dei re, l’arca dell’alleanza si troverebbe ad Axum, in Etiopia. A portarcela sarebbe stato un certo Menelik, che la tradizione vuole nato dal matrimonio di re Salomone con Makeda, la regina di Saba. Il figlio della giovane ed avvenente etiope, d’accordo con un pugno di ebrei ribelli, avrebbe rubato l’arca trasportandola segretamente ad Axum. E grazie ai poteri della stessa, i falascià di Menelik, cioè gli ebrei etiopi, avrebbero sollevato senza sforzo le centinaia di tonnellate dei giganteschi obelischi eretti ad Axum.

Questa vicenda ha affascinato le decine di ricercatori che si sono messi sulle tracce dell’arca, dall’archeologo ebreo Vendil Indiana Jones, ispiratore dell’omonimo personaggio televisivo,

allo studioso inglese Graham Hancock, un esperto di storia templare convinto che il sacro cofano sia custodito in una cappella nel lago Tana in Etiopia.

Sfortunatamente, ognuna delle circa ventimila chiese copte dell’Etiopia custodisce una copia dell’arca. Trovare quella autentica è dunque come cercare un ago in un pagliaio.

TRE ITALIANI

Ma forse tre italiani sono riusciti in questa impresa disperata.

Si tratta dei professori Vincenzo Francaviglia, direttore del CNR per le tecnologie applicate ai Beni culturali, Giuseppe Infranca dell’Università di Reggio Calabria e dell'architetto Paolo Alberto Rossi del Politecnico di Milano.

"Nel 1990 ci trovavamo ad Axum per un invito ufficiale del governo etiopico - ha raccontato il professor Francaviglia alla stampa - e, dopo una serie di cerimonie, venne organizzato un incontro con l'abuna, la massima autorità religiosa. Questi ci ricevette con i paramenti solenni e ci condusse a visitare la vecchia chiesa cristiana S.Maria di Sion ad Axum, una chiesa costruita nel Seicento dall'imperatore Fasiladas...Dietro l'altare maggiore, protetta da un baldacchino di velluto rosso con ricami, c’era l'arca. L'abuna non voleva affatto mostrarcela. Ma un giovane chierico aprì la tenda e noi potemmo vedere una cassa di legno scuro, lunga un metro e alta sessanta centimetri, con il tetto a doppio spiovente. Non c’erano più le lamine d'oro e la superficie stessa appariva deteriorata. Appena l'abuna si accorse che stavano osservando l’arca, rimproverò aspramente il chierico, ordinandogli di abbassare immediatamente la tenda..."

Secondo la religione copta, difatti, non è concesso a nessuno di vedere l’arca. Si dice che persino al negus Hailè Selassiè, che ne aveva espresso il desiderio, venne opposto un secco rifiuto. E si dice che l’accesso alla stanza dell’arca sia consentito ad un solo abuna per generazione...

MESSAGGERA DELLA FINE DEI TEMPI

Curiosamente tutti queste narrazioni sembrano dimenticare quanto scrive la Bibbia nel Secondo libro dei Maccabei, allorché viene raccontato dettagliatamente di come il profeta Geremia, salito sul monte Nebo, abbia deciso di nascondere l'arca "in un antro" poi murato, probabilmente per sottrarre il prezioso reperto alla furia delle armate del sovrano babilonese Nabucodonosor, che cingevano d'assedio Gerusalemme nel 587 a.C. Lo stesso Geremia, forse pentitosi della sua decisione, non sarebbe stato poi più in grado di ritrovare il punto esatto ove l’arca era stata occultata.

La storia della sacra reliquia, quindi, nasce e muore all’interno della Bibbia stessa, senza alcun appello per le tesi appassionate dei cacciatori dell’arca perduta. Ma non è il caso di perdere le speranze. Sempre nel testo biblico, nell’Apocalisse, è scritto che l’arca riapparirà nei giorni del giudizio universale. In quel tempo "si riaprirà il tempio Dio in cielo e l’arca dell’alleanza apparirà fra le nubi". Ma forse, per l’epoca, la caccia all’arca perderà d’importanza...
Fonte della notizia: Associazione Culturale Archeologia e Misteri ~ ARCHEOLOGIA MISTERIOSA

 
 
 

L'Etiopia è il trono dell'Arca dell'Alleanza

Post n°85 pubblicato il 13 Giugno 2010 da winnie790
Foto di winnie790

(Adnkronos)"L'Etiopia è il trono dell'Arca dell'Alleanza. L'Arca dell'Alleanza è stata in Etiopia per 3.000 anni e adesso è ancora lì e con la volontà di Dio continuerà ad essere lì. E' per via del miracolo che è arrivata in Etiopia".Il Patriarca della Chiesa ortodossa d'Etiopia Abuna Pauolos conferma in una conferenza stampa tenutasi all'Hotel Aldrovandi a Roma, cui ha partecipato anche il principe Makonnen Haile Selassie, nipote dell'imperatore. "L'ho vista con senso di umiltà, non con orgoglio, come quando si va in chiesa. E' la prima volta -ha proseguito il Patriarca Pauolos- che dico questo in una conferenza stampa. Ripeto l'Arca dell'Alleanza è in Etiopia e nessuno di noi sa per quanto tempo ancora. Solo Dio lo sa"."Tutto quello che si trova nell'Arca -ha spiegato il Patriarca rispondendo alla curiosità dei cronisti- è descritto perfettamente nella Bibbia. Lo stato di conservazione è buono perché non è fatta da mano d'uomo, ma e' qualcosa che Dio ha benedetto". "Ci sono molti scritti e prove evidenti sulla presenza dell'Arca in Etiopia. Non c'è ragione perché qualcuno pretenda di affermare di avere qualcosa che non ha -ha precisato il Patriarca-. Non sono qui per dare delle prove che l'Arca sia in Etiopia, ma sono qui per dire quello che ho visto, quello che so e che posso testimoniare. Non ho detto che l'Arca sarà mostrata al mondo. E' un mistero, un oggetto di culto".Il Patriarca Pauolos ha anche parlato della costruzione di un museo ad Axum, una struttura che dovrà accogliere e conservare i tesori costruiti per secoli e secoli ad Axum. Nel museo, finanziato dalla fondazione del principe e che dovrebbe essere costruito entro due anni, potrebbe essere collocata anche l'Arca dell'Alleanza, ma per questo ha spiegato Abuna Pauolos "c'e' bisogno di una decisione che spetta al Santo Sinodo, l'istanza suprema della Chiesa ortodossa etiope". Il patriarca Pauolos, presidente del G8 delle Religioni nella sua ultima visita in Italia è stato invitato dalla comunita' di Sant'Egidio dove ha partecipato a una giornata di studio sulla storia religiosa d'Etiopia, e ha incotrato in Vaticano il Pontefice Benedetto XVI."Nell'incontro in Vaticano Benedetto XVI e il Patriarca hanno discusso di molte cose e sua Santità ha rivolto al Patriarca l'invito a tornare al piu' presto in Italia", ha precisato il principe Makonne Haile Selassie.
Fonte della notizia (Adnkronos)

 
 
 

Mistero 08/06/10 UFO il Vero e il Falso

Post n°84 pubblicato il 12 Giugno 2010 da winnie790

 

 
 
 

Profezia 2012: L'ultimo libro di Nostradamus

Post n°83 pubblicato il 08 Giugno 2010 da winnie790

Nel 1994 la giornalista Enza Massa scopre un manoscritto di Nostradamus con 80 illustrazioni. Per la prima volta un filmato le mostra al pubblico, e un team di esperti tenta di decifrarle…l’iscrizione sull’ultima pagina del libro fa pensare che si tratti di un testo proibito , vi si legge che è stato consegnato al Cardinale Barberini, direttore della Biblioteca Vaticana. La Chiesa non voleva che nessun altro possedesse il libro, Il Cardinale chiese a persone fidate di interpretarlo…alcuni credono che le ultime 7 immagini del manoscritto siano una ragione sufficiente per farlo scomparire e sostengono che questi disegni ed i possibili riferimenti all’anticristo indichino con allarmante precisione quando e come si avvererà il peggiore incubo del genere umano …la fine del mondo...“Nostradamus ci sta dicendo che abbiamo ancora una scelta poco prima della fine dei Tempi: e la scelta è diventare il nostro destino, diventare ciò che siamo veramente, se non riusciamo a farlo perderemo tutto ciò che abbiamo “La vera ragione per cui ha scritto le Profezie era fare arrivare un messaggio fino a noi, attraverso il Tempo, per avvertirci che abbiamo ancora una alternativa: il nostro potrà essere un futuro di conoscenza condivisa da ognuno oppure di distruzione,la fine di tutto. “Ci attende una rinascita o la devastazione, l’Illuminazione o l’estinzione , l’innalzamento dello spirito oppure una letale vanità? Alla fine saremo noi a scrivere l’ultimo capitolo del libro perduto...Jay Weidner (studioso di Nostradamus) autore di "Secrets of Alchemy“Il futuro è sempre il risultato del presente e noi facciamo parte del presente quindi  possiamo cambiare il futuro se vogliamo, avremo il futuro che meritiamo, Nostradamus l’ha sempre detto”Peter Lemesurier (studioso di Nostradamus)
fonte: tarocchionline.net

 
 
 

Filmati sensazionali rivelerebbero la realtà di una missione lunare segreta volta all'esplorazione di citta aliene e relitti

Post n°82 pubblicato il 05 Giugno 2010 da winnie790
Foto di winnie790

William Rutledge, il divulgatore del filmato, ha avuto modo di precisare alcuni punti inerenti questa missione segreta. L'Apollo 20 avrebbe assommato oltre che ai normali compiti di studio anche altri finalizzati al recupero di prove inerenti tracce intelligenti sul nostro satellite. Il tutto sarebbe stato scadenzato in due parte, la prima che avrebbe riguardato una supposta "città aliena" sulla Luna, la seconda finalizzata proprio all'artefatto identificato come astronave.

 

Durante le fasi di sorvolo, avvicinamento e recupero, gli astronauti avrebbero asportarono dalla nave aliena oggetti tecnici, equipaggiamento, apparecchiature e un corpo alieno. I piloti di tale velivolo sarebbero stati due, ma dato che c’erano problemi di spazio all’interno dell’Apollo-Soyuz, gli astronauti riportarono sulla Terra solo un corpo. Da quanto è stato aggiunto successivamente l’età alla quale dovrebbero risalire i presunti reperti alieni sarebbe stata valutata in 1.5 miliardi di anni. Una cifra davvero spaventosa. Questo, soprattutto in ragione del fatto che l’astronave e la città erano stati sottoposti a bombardamento di meteore. Quindi la datazione sarebbe stata eseguita in base agli effetti della polvere meteorica sull’astronave stessa, sulle colline dei crateri e sulla città. Infine, si ipotizza che che la nave aliena sia stata già esplorata prima della spedizione Apollo 20-Soyuz.





Trovate entità aliene sulla Luna? sembrerebbe che la misteriosa missione dell'Apollo 20 abbia effettuato una scoperta che l'umanità attendeva da sempre..
 
 
 

Post N° 81

Post n°81 pubblicato il 04 Giugno 2010 da winnie790
Foto di winnie790

John Titor soldato del 2036 Qualche anno fa su Internet qualcuno usando il nome di John Titor e sostenendo di essere un soldato del 2036 ha presentato una quantità considerevole di informazioni su un forum (bbs.artbell.com) con l username Timetravel_0 e successivamente con nick JohnTitor, inviato nel 1975 per recuperar...e un computer IBM 5100 portatile le cui caratteristiche particolari erano note solo alla casa costruttrice, confermate infatti da un articolo del Rochester Magazine dell agosto 2004, il qualè trovò e intervistò Bob Dubke, uno dei tecnici che progettò il computer ammettendo la caratteristica particolare del pc, cioè la possibilità di interpretare 2 linguaggi, l IBM lo tenne segreto perché temeva che la concorrenza ne approfittasse. Ma nella via del ritorno John si decise di rimanere nel 1999 per ben tre anni. Una promessa per qualcuno incontrato nel 1975? Iniziato il 2 Novembre del 2000 con un Topics "I Am From 2036" circa la sua macchina del tempo, di una missione, e di una promessa fatta a qualcuno, inoltre la sua prospettiva sulla nostra società, non è delle migliori, si concluderà in una guerra nucleare globale molto breve ma devastante nel 2015. Ora ritorno nel 2036 ha detto scrivendo il suo ultimo post il 24 Marzo, 2001. Un piccolo editore pubblica un libro per volere della madre di John (Kay Titor) e col passare del tempo l interesse nella storia di Titor si sviluppa in modo considerevole, il libro è una raccolta di immagini, dialoghi e post con utenti, ed anche progetti della macchina del tempo e del suo funzionamento. Nella foto a sinistra si può notare un modello simile a quello che John descrive, uno dei primissimi pc con funzionamento di un driver a nastro magnetico con una espansione massima di 32K, il costo si aggirava intorno ai 14000 $, era dotato di uno schermo di ridotte dimensioni, il personal computer della IBM servirebbe a quanto sostiene John a superare un bug sconosciuto sui sistemi UNIX. Titor nei suoi post ha parlato anche di se, dicendo di essere nato a Tampa in Florida nel 1998, ricorda con molta gioia quando per Natale andò a Disney World, la spiaggia di Daytona, ma ricorda anche che circa nel 2006 si è dovuto rifugiare con la famiglia presso una comunità agricola per sfuggire alla guerra civile iniziata qualche anno prima. Nel 2011 ho fatto parte anche io per 4 anni. La guerra civile si concluderà nel 2015 e proprio in questa periodo ci sarà una guerra globale termonucleare scatenata dall attacco della Russia contro le città degli USA, Europa e della Cina, i superstiti saranno pochissimi. Nel 2029 è entrato in un programma militare, nel 2033-2034 si è laureato ma non ha accennato il campo di studi, ma John dice che il morbo della mucca pazza diventerà una cosa seria, la nuova capitale degli Stati Uniti sarà Omaha, Nebraska. Titor ha portato foto, progetti, schemi della macchina del tempo. Ha dato delle spiegazioni tecniche plausibili sul suo viaggio nel tempo (per lo meno coerenti con le teorie attuali). Se si tratta di un burlone, ha sicuramente studiato molto bene la fisica relativistica, e le ultimissime teorie sui viaggi nel tempo perché il suo discorso è logico e fila bene. Ha risposto a praticamente tutte le domande che gli sono state poste nei 4 mesi che era on-line. A causa di ciò molte persone che non avevano letto i post precedenti hanno rivolto spesso le stesse domande a John, con sua comprensibile irritazione (e senza che cadesse mai in contraddizione). Certamente gli scettici avranno molto materiale su cui lavorare, anche per chi crede a questa straordinaria storia, ma una cosa è certa che ha lasciato un monito a tutta l umanità per cambiare il corso degli eventi. Il libro pubblicato nel 2003 con il titolo "John Titor: a time traveler s tale" raccoglie tutti i suoi dialoghi completi di foto e tanto altro, curato da una fantomatica "John Titor foundation" la cui sede si trova a Celebration in Florida i recapiti non sono propriamente attendibili in quanto fanno capo anche ad altre società guarda caso in questa storia fa la sua comparsa un legale della famiglia, tale Larry Haber il quale cura e detiene i diritti della famiglia e di John Titor, Haber inoltre sostiene di avere un video con la partenza di Titor ma non l ha mai pubblicato.

 
 
 

John Titor e il futuro dell’umanità.

Post n°80 pubblicato il 04 Giugno 2010 da winnie790
Foto di winnie790

John Titor è un sedicente crononauta che si è fatto conoscere
pubblicamente attraverso alcuni forum di Internet ad accesso libero. Il suo primo post, con nickname TimeTravel_0, è del 2 novembre 2000 sul forum del sito web del Time Travel Institute[1], che, diversamente da quanto suggerisce il nome, è un semplice grupp...o di appassionati sulla tematica del viaggio nel tempo e non un istituto di ricerca scientifica sul viaggio nel tempo. Il suo ultimo post, dopo aver annunciato il rientro nel proprio tempo, è invece del 24 marzo 2001.Ciò che ha reso popolare John Titor a livello internazionale
attraverso il tam-tam di Internet, tanto da attirare l’attenzione dei
media tradizionali, a partire dal 2004 anche italiani (come le riviste
Nexus – New times e Focus e il programma televisivo Voyager – Ai confini della conoscenza), sono state le sue dichiarazioni su come è possibile realizzare il viaggio nel tempo e soprattutto sui futuri avvenimenti mondiali in quanto crononauta proveniente dal futuro. A prescindere infatti dalla veridicità o falsità di quanto affermato dall’utente di Internet presentatosi come John Titor, il suo passaggio su Internet ha alimentato molte discussioni su di lui e sul futuro dell’umanità.

 
 
 

Chi ha progettato questi aerei

Post n°79 pubblicato il 04 Giugno 2010 da winnie790
Foto di winnie790

 
 
 

Post N° 78

Post n°78 pubblicato il 04 Giugno 2010 da winnie790
Foto di winnie790

In un secondo telegramma della Direzione affari speciali, trasmesso alle 17.07, si precisa l'ora in cui l'Ufo si è schiantato "D'ordine personale del Duce disponesi immediato dicesi immediato arresto diffusione notizia relativa at aeromobile natura et provenienza sconosciuta di cui at dispaccio Stefani data odierna hor...e 7 et 30 Stop Disponesi istantanea rifusione eventuali piombi giornalistici recanti detta notizia Stop Previste max pene per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello Stato Stop dare immediata conferma del ricevimento Stop".Pinotti e Lissoni dispongono di ulteriori documenti, al vaglio di esperti per confermare la correttezza della datazione. Alcune indicazioni di massima: del caso milanese fu informato anche Galeazzo Ciano; il disco volante recuperato dai fascisti all'alba del 13 giugno del '33 sarebbe stato nascosto negli stabilimenti della Siai Marchetti di Vergiate o Sesto Calende (VA), che presero misteriosamente fuoco nel '43; la censura fu potente e immediata e trascinò nelle pesti chi tentava di fare luce (tale Moretti, relegato in manicomio, un funzionario che il regime aveva incaricato di trasmettere i risultati di ricerche segrete sull'Ufo ai nazisti); infine, lo stesso Guglielmo Marconi indago' sul fatto, sempre su indicazione di alte gerarchie fasciste.Un autentico Roswell all'italiana.

 
 
 

Esistono gli xfile fascisti?

Post n°77 pubblicato il 04 Giugno 2010 da winnie790
Foto di winnie790

La notizia risale all'aprile 2000, ma su stampa e tv non ha ottenuto il riscontro che meritava. Sono stati il presidente e il segretario del Centro Ufologico Nazionale, Roberto Pinotti e Alfredo Lissoni, a divulgare l'incredibile scoperta: risulta da documenti attendibili che nel giugno 1933, a Milano, un oggetto non i...dentificato piombato dal cielo, schiantandosi a terra. Un autentico caso di UFO-crash, in pieno regime fascista. Dai documenti emerge che i resti della navicella distruttasi al suolo vennero occultati, mentre le alte sfere del governo di Mussolini si mettevano in moto per impedire che la notizia venisse diramata dall'Agenzia Stefani (l'Ansa dei tempi).Pinotti ha divulgato il testo di un telegramma datato 13 giugno 1933, ore 16, che reca l'intestazione "Ufficio telegrafico di Milano" e la dicitura "Riservatissimo - lampo - priorità su tutte le priorità ". Come mittente reca la voce prestampata "Agenzia Stefani". Ecco il testo: "D'ordine personale del Duce disponesi assoluto silenzio su presunto atterraggio su suolo nazionale at opera aeromobile sconosciuto Stop Confermasi versione pubblicanda diffusa dispaccio Stefani odierno stop Idem versione anche at personale e giornalisti Stop Previste max pene per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello Stato stop Per immediata conferma ricevimento stop Direzione affari speciali".

 
 
 

Ufo Falsi oppure Ufo veri?

Post n°76 pubblicato il 04 Giugno 2010 da winnie790

 
 
 

SDO determinera' la natura del campo magnetico solare

Post n°75 pubblicato il 04 Giugno 2010 da winnie790
Foto di winnie790

SDO determinerà come il campo magnetico del sole è generato, strutturato e trasformato in violenti eventi solari, come il turbolento vento solare,che diretta verso la Terra, può causare grandi tempeste magnetiche nella magnetosfera del nostro pianeta e l'atmosfera superiore.

 
 
 

SDO cambierà la nostra comprensione del sole

Post n°74 pubblicato il 04 Giugno 2010 da winnie790
Foto di winnie790

Queste immagini iniziali mostrano un sole dinamico che non avevo mai visto in oltre 40 anni di ricerca solare", ha detto Richard Fisher, direttore della divisione heliophysics della NASA a Washington ". SDO cambierà la nostra comprensione del sole e dei suoi processi , che influenzano la nostra vita e della società. Qu...esta missione avrà un enorme impatto sulla scienza, simile a l'impatto del telescopio spaziale Hubble in astrofisica moderna ".

 
 
 

 

 

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