Creato da ioultimopeccato il 19/02/2011

ultimo peccato

un uomo

 

 

Le regole della felicità

Post n°28 pubblicato il 14 Dicembre 2015 da ioultimopeccato

Sarà che verso la fine dell'anno ho più tempo per meditare. Meno lavoro, meno voglia di lavorare e più tempo "perso" ma mi è venuto in mente un decalogo per raggiungere la mia personale felicità. Non pretendo d'insegnare a nessuno nè di aver magicamente trovato la panacea di tutte le anime che hanno il vomito vedendo questo mondo assolutamente in preda alle coliche.

1) Chiudere con la televisione, il computer, i mas(cazz)media che mi frantumano i coglioni dalla mattina alla sera con i problemi degli altri (a cui non posso porre soluzione) e con la pubblicità violenta (che mi tratta come un pirla se non divento un consumatore seriale con il sorriso stampato in faccia). Dopo, come un minimo un mese, la vita apparirebbe sotto un'altra veste.

2) Accontentarmi di quello che ho. Smettere di lavorare ( bruciare il mio tempo per mantenere il benessere di questo, di quello di quell'altro). Il lavoro è un obbligo sociale per sopravvivere nella civiltà del consumismo. Chi l'ha detto che, una volta nato, io debba lavorare per cose poi assurde e senza nobili intenti?

3) Allontanarmi dai centri abitati, dalle città prodotto orrido del consumismo. La mia casa sono la natura e la pace, non certo il cemento, i mendicanti, le tasse, gli autovelox. Mi toglierei il 90% del fracassamento di maroni (palle).

4) Portare con me una persona in assoluta sintonia. Emotiva, emozionale, fisica, d'intenti, celebrativa e mistica di questo tempo della fine, cerebrale. Intensa come un tramonto. Una sola persona capace di darmi il tutto.

5) Tagliare ogni ponte con la realtà. Non siamo figli di nessuno, nè parenti con alcuno. Siamo entità per strada come spermatozooi verso l'ovulo. Tutti corriamo ma molti si fermano all'involucro falso, meschino, stereotipato di questo mondo. Non basta essere entrati nella vagina per procreare.

6) Dedicarmi all'arte in tutte le sue espressioni di maggior significato. L'arte è la chiave di tutto. Un quadro, una statua, una parola possono emozionarti di più di un corpo nudo e prossimo alla condivisione erotica.

7) Cercare di assorbire l'energia dell'universo sottostante (o soprastante) ogni cosa. Vibra un'energia che ogni tanto percepisco così forte da sollevarmi dalla vita reale.

8) Alimentare l'anima con il bello e il buono presente in ogni cosa, in ogni dove. Essere "bello" in quello che sono, sempre e comunque.

9) Accettare la diversità senza condizione se non il limite della difesa del proprio io. Tutti hanno dei diritti di esistere e dei doveri di convivenza.

10) Accettare con gioia la morte che arriverà non come la fine ma come il passaggio alchemico dalla parte carnale al corpo spirituale, la gioia interiore del seme che diventa pianta, del pensiero che diventa cuore in sospensione. La vita è mutamento meraviglioso.

 
 
 

Delusione

Post n°27 pubblicato il 11 Dicembre 2015 da ioultimopeccato

Fino ad ora sono davvero molto deluso. Non trovo i miei simili.

 
 
 

Non la solita minestra

Post n°25 pubblicato il 09 Dicembre 2015 da ioultimopeccato

Oggi mi sovviene voglia di parlare dell'amore inteso in senso stretto come relazione. In realtà, con il tempo, ho capito che l'amore si compone di vari elementi, ha diverse sfaccettature o per meglio dire l'essere umano ha una serie di esigenze che finisce per far rientrare sotto il titolo di "amore". Che l'amore debba essere unico e totalitario è un "crisma" imposto dall'apparente buoncostume religioso, dalle leggi di alcuni stati (non tutti), dalla società in cui abbiamo cresciuto la nostra personalità. Dal punto di vista teorico l'incastro perfetto per le nostre esigente potrebbe anche esistere in mezzo ai sette miliardi di esseri viventi che ci circondano ma nella pratica  è evidente la difficoltà d'intercettare in una vita soltanto l'altra metà del cielo. Anzi spesso si convola a più o meno "giuste nozze" con una visione tanto più parziale delle nostre esigenze, quanto più si è giovani. Vogliamo molte cose da un compagno. L'affetto, la comprensione, quello che potremmo definire il bene familiare ma non solo. Dovrebbe essere il nostro complice nella passione, nell'intuire di volta in volta cosa vogliamo e adeguarsi costantemente al nostro cambiamento dovuto alle emozioni, all'età e dovrebbe essere così bravo da non farci mai annoiare di fare alla fine le stesse cose. Vorremmo fosse comprensivo come una madre, capace di guidarci come il padre migliore del mondo, il porto dove tornare dopo la tempesta. Qualcuno intelligente ma non troppo da farci sentire inferiori, dotato di una cultura e un atteggiamento favorevole alla vita. Dovrebbe inoltre avere i parenti migliori del mondo tali per cui trovassero con la famiglia da cui proveniamo veri legami di reciproca soddisfazione. Poi ci sono altre implicazioni derivanti dalle più svariate dinamiche psicologiche. Certe cose vengono naturali con l'amante ma difficili o impossibili con chi ci ha scaldato il letto per anni. Questioni legate all'immagine con cui abbiamo costruito il nostro rapporto. Di fatto ci vorebbe un compagno per gli affetti, quello che non avresti problemi a presentare in società, uno scatenato a letto che qualunque cosa chiederai te la darà e poi ancora quello capace di guidarti in questi tempi difficili, quello capace di uscire dalle situazioni complicate, quello che ti perdonerà tutto sempre e comunque. Anche se par brutto dirlo i nostri compagni dovrebbero essere un po' come gli abiti con il relativo cambio di stagione, uno per ogni esigenza. Sarebbe complicato, difficile ma di certo non la solita minestra.

 
 
 

Aspettative

Post n°24 pubblicato il 08 Dicembre 2015 da ioultimopeccato

Sono uomo, maschio, già stato sposato e prima ancora fidanzato.

Devo ammetterlo, poco trasgressivo, quasi mai. Ho fatto più esperienze dopo il fallimento del mio matrimonio che quando ero un ragazzino. Sì ero uno di quegli sfigati che giocava con i soldatini, che andava a far la partita all'oratorio, che si vergognava come un verme quando aveva vicino la ragazzina che gli piaceva. Ostentavo indifferenza ( ma che coglione!). Probabilmente  ho perso migliaia di trombate e opportunità di conoscere donne diversamente interessanti. Non ci pensavo all'approccio fisico pur desiderandolo come tutti i giovani della mia età. Risultava più semplice chiudersi in bagno con il mitico "postalmarket" (Chissà quanti maschietti sono diventati uomini con questo palliativo nell'intermezzo). Mi sembrava impensabile, difficile, irresponsabile l'approccio con le mie "dame" delle fete organizzate dal ragazzotto con taverna e stereo, le classiche feste a casa degli amici. Ero proprio un pirla!. Gli altri limonavano, si appartavano mentre io sudavo come se fossi ad una sauna in mezzo alla sala e respingevo pure gli approcci di alcune amiche che mi facevano capire sottilmente, molto sottilmente, che avrebbero voluto avermi come "fidanzato". Quello era il tempo giusto, quello della frutta fresca, saporita, sana, il tempo di vivere. Fare il ragazzino ora, alla mia età è assumere le sembianze del "fico secco", forse dovrei ragionare più come un vecchietto e dedicarmi al volontariato sociale, alle cene ingrassanti, alle partite a carte e lasciare l'idea dell'amante a quelli che hanno una pigna di soldi.

 
 
 

Una donna

Post n°23 pubblicato il 08 Dicembre 2015 da ioultimopeccato

Quanto vorrei incontrare una vera donna. Una di quelle capaci di farti sognare....

Forse in un'altra vita!

 
 
 
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