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Caro-benzina, le accise

Post n°26 pubblicato il 19 Giugno 2008 da mi.diresti.il.perche
 

Come tutti avrete avuto modo di constatare, negli ultimi mesi il costo del carburante (benzina o diesel che sia) è aumentato in maniera spropositata.
Siamo letteralmente bombardati dalle notizie, il petrolio aumenta sempre di più e andare in giro in auto diventa sempre più dispendioso.
Secondo il pensare comune questi aumenti derivano dal fatto che il petrolio ha dei costi per barile sempre più alti e il pensiero va a quei cattivoni dei paesi arabi che estraggono il petrolio e ce lo fanno pagare a caro prezzo.
Premesso che se il petrolio è loro ne fanno quello che vogliono, dobbiamo però fare delle considerazioni. Ho accennato al pensiero comune perché nonostante in molti sappiano che il prezzo finale non è tanto legato a quello di vendita bensì alla distribuzione e alle tasse, la maggior parte delle persone ritiene davvero che i responsabili di questi aumenti siano i paesi esportatori.
La distribuzione è quel meccanismo che porta un qualsiasi prodotto DA chi lo produce A chi lo acquista (utente finale, cioè noi) e fin qui forse va tutto bene. La distribuzione però è quella cosa per cui un prodotto che in fabbrica costa 50 centesimi arriva a costare in negozio 10 euro. Ogni intermediario carica il prodotto della sua provvigione più qualcosina... e il prezzo sale...sale...sale... fino ad arrivare nelle nostre case (o nelle nostre auto).

C'è da dire però che nel caso del carburante ci sono altri costi, non tutti pubblici. basta fare una ricerca in rete per capire la portata del problema. Sul sito della camera, ad esempio, potete leggere il seguente documento:

http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed440/pdfbt31.pdf

tratto dalla seduta del 17 marzo 2004. All'epoca, a quanto si legge nel documento, il prezzo della benzina era compreso tra 1,09 e 1,10 euro (bei tempi, nda). In quel prezzo però, c'erano (come del resto ci sono ancora) le accise, cioè le tasse che il governo ci fa pagare. Quali sono? Ve le riporto qui:

    1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935
  14,00 lire per la crisi di Suez del 1956
  10,00 lire per il disastro del Vajont del 1963
  10,00 lire per l'alluvione di Firenze del 1966
  10,00 lire per il terremoto del Belice del 1968
  99,00 lire per il terremoto del Friuli del 1976
  75,00 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980
205,00 lire per la missione in Libano del 1983
  22,00 lire per la missione in Bosnia del 1996
  39,00 lire per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004

Il tutto per un totale di 486 lire, cioè 0,25 euro. Il documento riporta un'interessente quanto sensato parere: "buon senso vorrebbe che al cessare della causa che determina una tassa, dovrebbe cessare la tassa stessa. In Italia invece non è così. Anzi, su queste accise che in sostanza sono tasse, viene applicata anche l'IVA, cioè una tassa sulla tassa".

Miei cari governanti (o dipendenti, per dirla alla Grillo): a me non ne frega niente essere di destra, di sinistra, di centro, di sopra o di sotto. Hanno ragione coloro che dicono che ci sono troppe tasse. E a giudicare da ciò che paghiamo mi sembra abbiamo ragione da vendere.

Stiamo pagando soldi per la guerra dell'Abissinia, ma vi rendete conto? Chi cavolo se ne frega. Nel 1935 nacque mio padre, che è pure morto. Era un problema che al massimo avrebbe dovuto riguardare i suoi genitori. Eppure io, il loro nipote, sto ancora pagando per loro. DOPO SETTANTATRE ANNI STO PAGANDO UNA TASSA DELLA QUALE NON ME NE FREGA NIENTE.

A questo punto che vi devo dire... in internet c'è un sacco di gente che si sta industriando, sta facendo esperimenti, per utilizzare la propria auto con i cosiddetti carburanti alternativi. Però, ovviamente, la legge dice che non si possono usare, perché evadono le accise sui carburanti (c'è una nota dell'agenzia delle entrate in merito). Ovviamente.
Unitevi al mondo degli sperimentatori. E se ci riuscite, non dite nulla a nessuno.

 
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