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Creato da: moemo il 23/04/2006

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Signoraggio, Banche e debito pubblico

Post n°27 pubblicato il 21 Agosto 2007 da moemo
 
Tag: Notizie

Vi pongo ora alcuni quesiti...

Che cos'è il debito pubblico di cui tanto si parla nei tg e nei giornali?

Se esiste un debito allora ci deve essere anche un creditore, verso chi quindi lo Stato italiano (cioè noi) è in debito?

Cerchiamo ora di rispondere a queste domande

Lo Stato italiano chiede soldi in prestito alla Banca d'Italia per svolgere le proprie funzioni. Naturalmente la Banca d'Italia esige, allo scadere, la restituzione dei soldi prestati più gli interessi.

Già qui le cose iniziano ad essere poco chiare e ci portano ad un altro interrogativo:
Se lo Stato italiano (noi) chiede in prestito alla Banca d'Italia (un ente pubblico) i soldi necessari allo conduzione del Paese allora verso chi siamo debitori, verso noi stessi?

La risposta è tanto semplice quanto sconcertante; la Banca d'Italia non è un ente pubblico bensì una società completamente privata. Se cercate sul sito di Banca d'italia noterete con sorpresa che le quote del capitale sociale sono ripartite tra istituzioni bancarie (Sanpaolo, UniCredit ecc...) e ad alcune società di assicurazione.

 Azionisti di Bancha d'Italia

Se trasliamo il tutto in "Eurolandia" le cose non cambiano. La Banca Centrale Europea (BCE) non è altro che una società composta, con quote partecipative differenti, dalle Banche centrali dei Paesi della zona Euro e non. Infatti anche la Banca d'Inghilterra pur non avendo aderito all'Euro si ritrova inspiegabilmente a farne parte. La BCE non è una Istituzione Comunitaria ma una società privata.

Quote partecipative alla BCE

Lo Stato italiano chiede quindi i soldi che gli servono a Banchieri privata i quali naturalmente concedono il prestito in cambio di interessi che lo Stato dovrà restituiri attraverso le imposizioni fiscali (tasse) a noi cittadini e contraendo nuovi debiti nei confronti delle banche centrali.

Perchè allora lo Stato non provvede da solo a stampare il denaro che gli serve, risolvendo così il problema del debito pubblico?

Semplicemente perchè abbiamo perso la Sovranità Monetaria, o meglio perchè l'abbiamo ceduta prima a Banca d'Italia e poi con il trattato di Maastricht alla BCE.

Trattato di Maastricht (art. 105 A)

In questo modo abbiamo ceduto il diritto esclusivo di emettere banconote ai banchieri europei mantenendo solo quello relativo al conio delle monete metalliche comunque controllato in termini di quantità dalla BCE.

Se ci fate caso infatti, prendendo ad esempio una vecchia banconota degli anni '60 noterete che riporta in calce la scritta "Repubblica Italiana" e la firma del Ministro del Tesoro. Negli anni successivi la scritta è stata sostituita dalla dicitura "Banca d'Italia" e negli ultimi anni dal marchio della BCE. La proprietà delle banconote è quindi passata dalla Repubblica Italiana alla Banca d'Italia e quindi alla BCE.

Banconota da 500 lire del 1967

Banconota da 1000 lire

Si, avete capito bene: lo Stato chiede i soldi in prestito, invece che stamparseli da sè, alle banche private che essendo società per azioni fanno gli interessi dei loro azionisti e non certo dello Stato italiano.

Facciamo ora un passo avanti

La Banca d'Italia emette del denaro per poi prestarlo allo Stato; nella sua veste di tipografo essa non fa altro altro che stampare su di un pezzo di carta il valore nominale (che la società accetta) della banconota. Il signoraggio è la differenza tra il valore nominale ed il valore intrinseco della banconota. Per stampare una banconota da 100 Euro il costo in termini di carta, stampa ecc... è di circa 0,30 Euro.

Questo significa che quando la Banca d'Italia stampa una banconota da 100 Euro la sua spesa è di 0,30 Euro ma quando la stessa banconota viene prestata allo Stato Banca d'Italia esige la restituzione dei 100 Euro più l'interesse. Per ogni banconota emessa Banca d'Italia guadagna:

100 Euro + 2,50 Euro (interesse del 2,5%) - 0,30 Euro = 102,20 Euro

Come se non bastasse il maggiore guadagno da signoraggio è completamente in nero in quanto a bilancio la Banca d'Italia dichiara in uscita 100 Euro (mentre in realtà ha speso solo 0,30 Euro) che una volta restituiti porteranno a zero i conti.

Senza contare poi che oggi gran parte dei prestit alla Stato italiano viene elargito sotto forma di accrediti bancari con un semplice click di un terminale con costi ancora più irrisori (e guadagni ancora più alti) rispetto alla stampa delle banconote.

Per quanto riguarda le monete coniate dalla Repubblica Italiana il guadagno da signoraggio è esclusivo dello Stato. Una ben magra consolazione se pensiamo che per la produzione di moneta lo Stato ci guadagna solo con le monete da 1 e 2 euro, cosa comunque ben misera rispetto alle banconote da 100 Euro.

Ma non è ancora finita.

Tutti sappiamo che inizialmente le banconote non erano altro che ricevute che i banchieri davano come garanzia dell'oro depositato presso le loro banche e che piano piano vennero accettate da tutti come moneta di scambio decisamente più pratica che portarsi appresso sacchi di monete d'oro. Quindi a mano a mano che le società progredivano la produzione di banconote aumentò notevolmente così come l'oro nelle banche a garanzia del denaro emesso.

Probabilmente però non tutti sanno che progressivamente il dollaro americano fu l'unica moneta convertibile in oro e che quindi esso stesso costituiva la copertura (riserva) delle banconote emesse dagli altri Stati.

Ma nel 1971, con l'accordo di Bretton Woods, il presidente Nixon abolì la convertibilità in oro del dollaro. Da quel momento la banconota non è più "pagabile a vista al portatore" (come recitava la dicitura impressa sulle Lire di cui ora infatti non c'è traccia). Non avendo più la convertibilità in oro la banconota divenne soltanto carta.

In pratica oggi alcune società private (le Banche Centrali) prestano denaro allo Stato senza la minima copertura, semplicemente dal nulla e con costi irrisori che noi siamo chiamati a risarcire attraverso la tasse con i soldi frutto del duro lavoro quotidiano.

Ma c'è ancora un meccanismo più perverso messo in atto dalle Banche che prende il nome di riserva frazionata.

Il modo migliore di comprendere la questione è farlo con un semplice esempio.
Se io deposito in Banca 100 Euro la banca può prestare a terzi il mio deposito a patto di mantenere in cassa una riserva pari al 2% (fino al 1997 era del 15%). Questo significa che la Banca può prestare 98 Euro. A questo punto i 98 euro altro non sono che nuovi bit in un altro conto corrente che costituiscono quindi un nuovo fondo dal quale attingere per nuovi prestiti tolto il 2% di riserva. La banca può ora prestare 96,04 Euro e così via. Questo meccanismo perverso permette con un deposito di 100 Euro di creare dal nulla quasi 5000 euro da concedere in prestito.

Ricapitolando:

Il diritto di creare denaro è prerogativa esclusiva di alcune società private

Lo Stato, invece di creare il denaro da se, lo chiede in prestito ai Banchieri e viene restituito ad essi in parte attraverso la tassazione ed in parte attraverso nuovo debito pubblico

Le Banconote non sono altro che carta creata dal nulla senza nessun corrispettivo in oro a copertura delle emissioni

RIFLETTETE ED INFORMATEVI SULLA PIU' GRANDE TRUFFA DEL SECOLO MESSA IN ATTO IN TUTTO IL MONDO AI NOSTRI DANNI E A FAVORE DEI POTENTI BANCHIERI.

Per una lettura più esauriente sulla questione cercate su youtube e google: Signoraggio

 
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Gli strumenti dei MicroMusicisti: GameBoy Camera

Post n°26 pubblicato il 12 Gennaio 2007 da moemo
 

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Esistono molti strumenti per creare micromusic, ognuno con i propri pregi e difetti, ma tutti ugualmente adatti allo scopo.

Ma cominciamo la carrellata con la serie di cartucce che, usate insieme al vecchio GameBoy, consentono di creare tracce dalle sonorità marcatamente videogiocose.

GAMEBOY CAMERA
Forse è lo strumento più semplice ed intuitivo per creare micromusic, ma sicuramente è il più divertente. Fra l'altro è ancora in vendita presso i negozi di videogame ad un costo che si aggira intorno ai 15 euro. Fra le altre cose divertenti che si possono fare con questo semplice strumento (foto, video, fotomontaggi ecc...) esiste anche un piccolo e semplice programma per fare musica.

immagineSchermata iniziale

Ah già, non vi ho detto che per accedere a questa schermata è necessario giocare a ...sparando a...Insomma non posso fare tutto io!!! =:D

 
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MicroMusic?

Post n°25 pubblicato il 11 Gennaio 2007 da moemo
 

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Beh, cercare di dare una definizione alla MicroMusic è cosa alquanto ardua, come daltronde per qualsiasi altro genere musicale. Comunque la mia idea di fondo è che esso sia una sorta di enorme contenitore entro cui confluiscono i più disparati generi, più o meno influenzati da altri generi musicali, accomunati però da una medesima idea di base: l'amore per un suono "sporco" è una inguaribile nostalgia per i vecchi videogiochi. Mi rendo conto che la cosa, detta così, risulta un pò oscura e l'unico modo per schiarire le idee e comprendere meglio questa realtà è di ascoltare qualche traccia di MicroMusic. Vi consiglio quindi di fare un salto su:

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Allora cosa ve ne pare?

 
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