Vi pongo ora alcuni quesiti...
Che cos'è il debito pubblico di cui tanto si parla nei tg e nei giornali?
Se esiste un debito allora ci deve essere anche un creditore, verso chi quindi lo Stato italiano (cioè noi) è in debito?
Cerchiamo ora di rispondere a queste domande
Lo Stato italiano chiede soldi in prestito alla Banca d'Italia per svolgere le proprie funzioni. Naturalmente la Banca d'Italia esige, allo scadere, la restituzione dei soldi prestati più gli interessi.
Già qui le cose iniziano ad essere poco chiare e ci portano ad un altro interrogativo:
Se lo Stato italiano (noi) chiede in prestito alla Banca d'Italia (un ente pubblico) i soldi necessari allo conduzione del Paese allora verso chi siamo debitori, verso noi stessi?
La risposta è tanto semplice quanto sconcertante; la Banca d'Italia non è un ente pubblico bensì una società completamente privata. Se cercate sul sito di Banca d'italia noterete con sorpresa che le quote del capitale sociale sono ripartite tra istituzioni bancarie (Sanpaolo, UniCredit ecc...) e ad alcune società di assicurazione.
Azionisti di Bancha d'Italia
Se trasliamo il tutto in "Eurolandia" le cose non cambiano. La Banca Centrale Europea (BCE) non è altro che una società composta, con quote partecipative differenti, dalle Banche centrali dei Paesi della zona Euro e non. Infatti anche la Banca d'Inghilterra pur non avendo aderito all'Euro si ritrova inspiegabilmente a farne parte. La BCE non è una Istituzione Comunitaria ma una società privata.
Quote partecipative alla BCE
Lo Stato italiano chiede quindi i soldi che gli servono a Banchieri privata i quali naturalmente concedono il prestito in cambio di interessi che lo Stato dovrà restituiri attraverso le imposizioni fiscali (tasse) a noi cittadini e contraendo nuovi debiti nei confronti delle banche centrali.
Perchè allora lo Stato non provvede da solo a stampare il denaro che gli serve, risolvendo così il problema del debito pubblico?
Semplicemente perchè abbiamo perso la Sovranità Monetaria, o meglio perchè l'abbiamo ceduta prima a Banca d'Italia e poi con il trattato di Maastricht alla BCE.
Trattato di Maastricht (art. 105 A)
In questo modo abbiamo ceduto il diritto esclusivo di emettere banconote ai banchieri europei mantenendo solo quello relativo al conio delle monete metalliche comunque controllato in termini di quantità dalla BCE.
Se ci fate caso infatti, prendendo ad esempio una vecchia banconota degli anni '60 noterete che riporta in calce la scritta "Repubblica Italiana" e la firma del Ministro del Tesoro. Negli anni successivi la scritta è stata sostituita dalla dicitura "Banca d'Italia" e negli ultimi anni dal marchio della BCE. La proprietà delle banconote è quindi passata dalla Repubblica Italiana alla Banca d'Italia e quindi alla BCE.
Banconota da 500 lire del 1967
Banconota da 1000 lire
Si, avete capito bene: lo Stato chiede i soldi in prestito, invece che stamparseli da sè, alle banche private che essendo società per azioni fanno gli interessi dei loro azionisti e non certo dello Stato italiano.
Facciamo ora un passo avanti
La Banca d'Italia emette del denaro per poi prestarlo allo Stato; nella sua veste di tipografo essa non fa altro altro che stampare su di un pezzo di carta il valore nominale (che la società accetta) della banconota. Il signoraggio è la differenza tra il valore nominale ed il valore intrinseco della banconota. Per stampare una banconota da 100 Euro il costo in termini di carta, stampa ecc... è di circa 0,30 Euro.
Questo significa che quando la Banca d'Italia stampa una banconota da 100 Euro la sua spesa è di 0,30 Euro ma quando la stessa banconota viene prestata allo Stato Banca d'Italia esige la restituzione dei 100 Euro più l'interesse. Per ogni banconota emessa Banca d'Italia guadagna:
100 Euro + 2,50 Euro (interesse del 2,5%) - 0,30 Euro = 102,20 Euro
Come se non bastasse il maggiore guadagno da signoraggio è completamente in nero in quanto a bilancio la Banca d'Italia dichiara in uscita 100 Euro (mentre in realtà ha speso solo 0,30 Euro) che una volta restituiti porteranno a zero i conti.
Senza contare poi che oggi gran parte dei prestit alla Stato italiano viene elargito sotto forma di accrediti bancari con un semplice click di un terminale con costi ancora più irrisori (e guadagni ancora più alti) rispetto alla stampa delle banconote.
Per quanto riguarda le monete coniate dalla Repubblica Italiana il guadagno da signoraggio è esclusivo dello Stato. Una ben magra consolazione se pensiamo che per la produzione di moneta lo Stato ci guadagna solo con le monete da 1 e 2 euro, cosa comunque ben misera rispetto alle banconote da 100 Euro.
Ma non è ancora finita.
Tutti sappiamo che inizialmente le banconote non erano altro che ricevute che i banchieri davano come garanzia dell'oro depositato presso le loro banche e che piano piano vennero accettate da tutti come moneta di scambio decisamente più pratica che portarsi appresso sacchi di monete d'oro. Quindi a mano a mano che le società progredivano la produzione di banconote aumentò notevolmente così come l'oro nelle banche a garanzia del denaro emesso.
Probabilmente però non tutti sanno che progressivamente il dollaro americano fu l'unica moneta convertibile in oro e che quindi esso stesso costituiva la copertura (riserva) delle banconote emesse dagli altri Stati.
Ma nel 1971, con l'accordo di Bretton Woods, il presidente Nixon abolì la convertibilità in oro del dollaro. Da quel momento la banconota non è più "pagabile a vista al portatore" (come recitava la dicitura impressa sulle Lire di cui ora infatti non c'è traccia). Non avendo più la convertibilità in oro la banconota divenne soltanto carta.
In pratica oggi alcune società private (le Banche Centrali) prestano denaro allo Stato senza la minima copertura, semplicemente dal nulla e con costi irrisori che noi siamo chiamati a risarcire attraverso la tasse con i soldi frutto del duro lavoro quotidiano.
Ma c'è ancora un meccanismo più perverso messo in atto dalle Banche che prende il nome di riserva frazionata.
Il modo migliore di comprendere la questione è farlo con un semplice esempio.
Se io deposito in Banca 100 Euro la banca può prestare a terzi il mio deposito a patto di mantenere in cassa una riserva pari al 2% (fino al 1997 era del 15%). Questo significa che la Banca può prestare 98 Euro. A questo punto i 98 euro altro non sono che nuovi bit in un altro conto corrente che costituiscono quindi un nuovo fondo dal quale attingere per nuovi prestiti tolto il 2% di riserva. La banca può ora prestare 96,04 Euro e così via. Questo meccanismo perverso permette con un deposito di 100 Euro di creare dal nulla quasi 5000 euro da concedere in prestito.
Ricapitolando:
Il diritto di creare denaro è prerogativa esclusiva di alcune società private
Lo Stato, invece di creare il denaro da se, lo chiede in prestito ai Banchieri e viene restituito ad essi in parte attraverso la tassazione ed in parte attraverso nuovo debito pubblico
Le Banconote non sono altro che carta creata dal nulla senza nessun corrispettivo in oro a copertura delle emissioni
RIFLETTETE ED INFORMATEVI SULLA PIU' GRANDE TRUFFA DEL SECOLO MESSA IN ATTO IN TUTTO IL MONDO AI NOSTRI DANNI E A FAVORE DEI POTENTI BANCHIERI.
Per una lettura più esauriente sulla questione cercate su youtube e google: Signoraggio