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LA TV CHE COMANDA!

Post n°1340 pubblicato il 26 Marzo 2015 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

Quel 3 gennaio del 1954 partì la grande avventura della nostra TV! Un emozione che ricordo come fosse ieri: uno stare seduti osservando un religioso silenzio per la rivoluzione del secolo che avrebbe cambiato la nostra vita. Ho visto tanto con quel solo canale a disposizione RAI1: dai film in bianco e nero (italiani e americani) alla prosa, tanta di quella prosa che alla fine ho imparato tutti i nomi del grandi attori, tutti i titoli e tutti i grandi autori.Troppo grande il fascino di quello schermo, troppo curioso il ragazzino imbelle che si fa prendere subito dalla prosa. Perché vi racconto questo particolare della mia vita al tempo del risorgimento? Perché voglio parlarvi di costume.....no quello da bagno signora Clotilde, parlo di costume inteso come tradizioni, abitudini e usi che ricorrono nel passato e che si conservano nel tempo se sono serviti a insegnarci qualcosa. E' passata la buriana di lunedì scorso, trascorsa la grande emozione, il grande brivido del grande spettacolo offerto con un share bulgaro del 40%: 6.500.000 di gente che ha seguito "L'Isola dei Famosi", vorrà pur dire qualcosa, o no? Ecco il dato che mette le scuole di pensiero a confronto, da una parte i sostenitori di cotanto demenziale e deplorevole spettacolo ottenuto con pianti, litigi, doppi sensi, frivolezze, abbigliamenti succinti, amorazzi presunti e tanto trash ancora. Non ho visto una puntata di  tutto ciò, ho i miei "informatori" giornalisti dei quali mi fido, grandi firme di grandi quotidiani, e sono certo di non aver inquadrato male la trasmissione. Ma capisco che un share così alto ha indotto qualche amico di parte a definire tutto ciò: "Un sonoro ceffone ai salotti buoni della TV". Ecco l'altra scuola di pensiero, magari radical chic e con la puzza sotto il naso che si pone delle domande sulla scorta di cotanto successo. Beh, una risposta è che il tempo non ha deposto a favore di una televisione di qualità: imbarbarimento e meri interessi commerciali hanno prostituito nel tempo la qualità a scapito degli ascolti. Poi un conto è dover vedere solo un canale come sessanta anni fa, e un altro conto è farsi abbindolare da una certa tv ruffiana e plagiatrice. Comunque, non voglio assolutamente entrare nel merito, ognuno guarda ciò che gli pare e recepisce i messaggi sublimali che gli interessano. Una cosa però è certa: conseguire un alto share non significa affatto essere maggioranza italiana mentre tutti i  rimanenti,  sono minoranza e teste di pirla! Io, parlo per me, dopo essere stato plasmato al cloroformio della prosa, vivo con i miei ricordi ma no perché voglia fermare il tempo. Di buona e discreta TV se ne fa tanta, di offerte ve ne sono tantissime e conseguire ascolti stratosferici non dimostra che quello è l'ottimale, dimostra altresì come il costume sia cambiato moltissimo in...peggio se 6.500.000 persone seguono la pessima offerta. In verità, è cambiato l'approccio, siamo ad una deriva calcolata e mirata, dobbiamo accettare inconsciamente le loro scelte per "abitudine", siamo soliti allo sbirciare, il "buco" è là che ci aspetta dovunque, è legge imperiosa di costume e di mercato. "Un'abitudine, se non contrastata, presto diventa una necessità". Sant'Agostino sapeva bene di cosa parlasse.

 
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