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UN LIBRO NON ERA PER SEMPRE?

Post n°1373 pubblicato il 27 Aprile 2015 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

Convinciamoci, i dati, gli elementi e le conclusioni tratte da recenti manifestazioni, la dicono lunga sulla nostra cultura letteraria: non legge più nessuno, o meglio, sempre in pochi si dedicano alla lettura. Si indaga, si cercano motivi, cause, ragioni e probabili colpevoli, ma alla fine, il dato che più interessa è quello negativo purtroppo. Avevamo nutrito già buoni sospetti, eravamo convinti che la soluzione e-book non fosse poi che una panacea insufficiente e gli editori sono sempre più disperati. Alla fine si ottengono buoni risultati solo con i "classici" della letteratura mondiale che sorreggono ancora il mercato. Orbene, su Rai Tre, l'altra sera è andato in onda un programma "Io leggo perché": doveva essere la celebrazione mediatica della lettura,  è risultato essere uno strampalato programma con una sfilata narcisistica di autori o pseudo tali, personaggi che dovrebbero dedicarsi più alla lettura che alla scrittura e infine, a detta di critici ben scafati, un giubileo di sciocche esondazioni parolaie che fanno mal sperare per il futuro. A Milano è stato tentato un esperimento concreto nei pressi della Stazione Cadorna: han tentato di regalare libri ai passanti: per offrire dieci libri, sono serviti 25 minuti con un bilancio di 10 sì e 28 "no grazie, io non leggo!". L'eta di coloro a cui si è tentato di offrire un libro recente, è sotto i quarant'anni! Siamo messi male e costa dirlo; nemmeno gratis siamo disposti a leggere un nuovo libro. Concludo proponendovi come lo scrittore Davide Brullo spiega a modo suo le ragioni per cui non legge: 

Io non leggo perché vogliono farmi leggere quello che vogliono loro, gli scrittori allevati nel pollaio per essere cucinati in casseruola, ma io in Feltrinelli e in Mondadori non metto piede perché chiunque legga davvero sa che lì dentro c’è di tutto. Tranne i libri.

Io non leggo perché se a dirmi che devo leggere è Pierfrancesco Favino, che non è Franz Kafka né Rainer Maria Rilke ma neppure Cormac McCarthy, perché dovrei leggere? Meglio evitare di leggere per evitare di diventare come lui.

Io non leggo perché non voglio diventare come Fabio Volo, come Antonio Scurati, come Marco Missiroli. Ma questi, cosa hanno letto?

Io non leggo perché preferisco scrivere. E nulla di quello che ho letto è pari a quello che desidero scrivere.

Io non leggo perché leggo troppe str***ate in giro.

Io non leggo perché quelli che mi spiegano perché dovrei leggere dicono un mucchio di str***ate. Mi hanno convinto che è meglio non leggere.

Io non leggo perché leggere fa male alla salute, non rende più buoni, divora. Se leggo Omero penso che sia onesto coltivare la vendetta; se leggo Sade penso sia lecito ostinarsi nella lussuria; se leggo Shakespeare penso sia giusto riconoscere che il mondo è retto dal caso; se leggo Leopardi penso che solo un cretino non riconosce che è il male il motore dell’universo; se leggo la Bibbia riconosco che è un atto necessario uccidere Dio, di certo non in suo nome.

Beh, vi sembrano buone ragioni quelle di Brullo per non leggere?

 
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