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"THE SHOAH PARTY"

Post n°3362 pubblicato il 18 Ottobre 2019 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

L'ultimo caso di un gruppo numeroso di ragazzi molto attivi su WhatsApp, ha sconvolto le cronache italiane per la larga partecipazione e la giovane età dei frequentatori più assidui, sparsi un po' ovunque sul territorio. Credo sappiate tutti della scoperta fatta e delle indagini dei carabinieri durate alcuni mesi per venire a capo dell'aberrante combriccola messa su "on line". Sapete come sia facile con WhatsApp essere collegati con il mondo intero, sapete quanto sia facile approcciarsi, scambiare notizie e video con una semplicità estrema. In quel "covo" in rete, i CC hanno smascherato 25 persone denunciate alla Procura, di cui tredici sono di età  tra i 13 e i 17 anni e nove tra i 18 e 19 anni. Operazione scattata in tutta Italia partendo da Rivoli (TO) e passata al setaccio per quanto riguarda i contenuti. Tutto è partito da una semplice scritta "The Shoah party": un coacervo di antisemitismo e di esaltanti allegorie per nazisti e islamisti, conditi da tanta pedopornografia con bambini (ebrei) e sudicio comportamento sessuale tra minori. Un grosso braciere dove bruciava odio razziale e malvezzo comune per giovanissimi ragazzi che non so nemmeno dove abbiano appreso tanto scabroso materiale sconcio e perverso. Questa in sintesi è la notizia e sapremo di più in seguito, per ora invece, richiamo la vostra attenzione su come sia partita l'inchiesta e l'indagine dei CC: se la mamma di un frequentatore (pare solo marginale e non partecipativo) non avesse ficcato il naso nel cellulare del figlio, non avrebbe mai letto su WhatsApp "The Shoah party", per cui si è insospettita e ha sbirciato abbondantemente nella applicazione del telefono. La donna è inorridita nello scorrere le testimonianze fissate sul cellulare: c'era di tutto e di più, il peggio per una donna che ha preteso di curiosare là dove non avrebbe dovuto. Ecco il punto di domanda: "In una famiglia con padre, madre e figlio o figli, è giusto, eticamente corretto, moralmente possibile, appropriatamente educato, spiare nel portatile di un componente del nucleo familiare? V'è sempre quella forma tacita e non sottoscritta di privacy che dovrebbe intercorre nel pieno rispetto dei componenti? Bella domanda, specie se la signora che ha proceduto in tal senso scoprendo gli altarini, appena ha visto lo scempio sin da marzo/aprile, ha provveduto ad avvertire altre mamme di ragazzi coinvolti. Ha riferito i dettagli e poi, non si è mosso nessuno, solo lei ha deciso in piena coscienza, di portare alla luce il caso e informare le forze dell'ordine. Quindi solo una "madre coraggio" mentre le altre, nulla da dire e da dichiarare. Ora si approfondirà e grazie alla giovane età di alcuni, non si otterrà altro che la consegna ai genitori senza poter procedere. Molti sono i minorenni, nove i maggiorenni e vedremo se verranno fuori altre persone. Quindi tornando alla domanda: "Secondo voi è possibile venir meno alle regole dell'etica, della buona educazione e del rispetto verso gli altri (specie se della famiglia), oppure sarebbe il caso di darsi una bella mossa, sgombrando il campo dalle perplessità e dalle false morali? La signora ha fatto bene a denunciare? Se non l'avesse fatto sarebbe mai venuta fuori la brutta storia? E infine, esortando i genitori a sbirciare spesso nei telefoni dei figli, oserei dire che otterremmo buoni risultati e buone speranze per tentare di correggere i ragazzi che sin dai 13/14 sono fuori di testa. Lo so, duro da accettare, verrebbe meno la fiducia basilare che intercorre tra genitori e figli, ma credo sia il momento di finirla con il considerare i figli come "piezze e' core". I risultati sono questi, fate un po' voi!

 
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