woodenship il 22/05/15 alle 17:37 via WEB
Vedi mio caro amico,penso che la cosa peggiore che sia accaduta nel mondo in questo ultimo trentennio,sia stata la quasi totalità di perdità di responsabilità sociale delle imprese.Ci sono imprese come la Lux o altre che sembra che ce l'abbiano ancora presente e lavorino in questa direzione,coinvolgendo non solo i dipendenti,ma anche l'intero tessuto sociale e ambientale del luogo in cui si trovano ad operare.Ma la maggior parte delle imprese agisce in regime di rapina vera e propria.Ricordi la Thyssen Krupp?L'amianto dell'indiastriale svizzero a Casale Monferrato,L'Ilva di Taranto?Non si sono fatti scrupolo di succhiare finanziamenti e facilitazioni dalla stato,con la disponibilità di sindacati e maestranze,il tutto,al momento opportuno,quando la mucca è ben spremuta,di lasciare perdere ogni prudenza ed investimento,per lasciare precipitare tutto,non solo nella tragedia,ma anche nella dismissione...Come ho già scritto da qualche altra parte:che diritto abbiamo noi di pretendere una paga più alta rispetto ad un cinese o un vietnamita?Il lavoro viene svolto a parità di conoscenza ed abilità.Il problema casomai,come detto in principio,è la responsabilità sociale dell'impresa.Ovvero la sua capacità di fare profitti,aumentando il valore tecnologico e di specializzazione del prodotto.Certo che se si vuole competere sui prezzi la guerra è già persa e la convenienza sta tutta nell'andare a produrre in India,per non dire in Bangla Desh,ma se si vuole competere con la ricercatezza,con la tecnica,con l'innovazione,con la specializzazione,allora la ditta deve investire sul territorio,come capita con alcune imprese che sono il fiore all'occhiello della nostra imprenditoria.E questi non sono marziani.Mi viene al proposito in mente una ditta ligure che ha fatto di questi temi il suo punto forte,solo che non ne ricordo il nome.Quando c'è stata l'alluvione i suoi operai erano anch'essi in strada a sgombrare il fango.A differenza di certi imprenditori che invece tirano il collo con paghe da fame,dicendo di dovere competere con mercati arrembanti.Anche se poi scopri che il suo prodotto è rivenduto in Italia ed a prezzi altissimi con ritorni di utile da capogiro.Altro che redistribuzione del nobile imprenditore.Questa è solo una vulgata che in Italia,a partire da Olivetti Adriano,ha preso campo.Ma forse tu ricorderai che,Olivetti,l'imprenditore illuminato,fu contrastato con ogni mezzo dalla stessa confindustria e non dai sindacati.Perchè,ci saranno molti sindacalisti collusi,corrotti o altro,però ce ne sono anche tantissimi che fanno decorosamente il loro lavoro.Anzi,più è corretto e sociale l'imprenditore,più ci terrà ad avere una controparte valida e ragionante.Proprio come dimostrano questi esempi di imprenditoria.Il sindacato alla fin fine è come se lo scegliessero gli stessi imprenditori e a secondo delle loro esigenze........Un salutone.......W.....
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