CARICO A CHIACCHIERE

Rispettiamo gli animali domestici, niente botti fragorosi e saranno tranquilli con noi per festeggiare la fine di questo 2015. Non è stato un buon anno, avremmo meritato qualcosa di meglio ma il lamento non paga, mentre l'incazzatura per come sia andato, è dovuta da contratto. Siamo tutti incazzati perché più o meno implicati  in indecisioni politiche, per malanni, per furti legalizzati, per il marò che abbiamo abbandonato in India, per lo smog, per le alluvioni tragiche che hanno invaso parte del nostro paese (ora stiamo pregando perché piova), per la morte di alcuni nostri amati beniamini della canzone, del cinema e dello spettacolo, insomma, ognuno ha da lamentarsi, da crucciarsi e da imprecare contro questo 2015 che ci lascerà tra poche ore. Ognuno riponga le sue legittime speranze e aspettative nel 2016, auguriamoci che sia migliore di questo bestemmiatissimo anno che se ne va e perché sappiate che tutti, veramente tutti, non vedono l'ora della sua dipartita, vi lascio immaginare cosa e come passino queste ore che ci dividono dalla mezzanotte, alcune ragazze anziane anche loro frementi e vogliose di cambiamento. 

Ho indagato e ho capito che la rabbia maggiore sia dovuta alla notizia del concerto di fine d'anno che si terrà a Bari e in onda (in diretta) su Canale5: Gigi D'Alessio poteva risparmiarci questo prolungamento del brutto anno che ci lascia, allungherà virtualmente il nostro disappunto e aumenterà la fregola per ricevere il bello e il meglio che il nuovo anno ci porterà! Io seguirò su RAI 1 il concerto da Matera, sarà decisamente più raffinato e meno trucido! 

Posso rispettare tutti, apprezzare tutti i comportamenti più astrusi e impensabili del genere umano, posso appassionarmi all'arte che compiace gli occhi e il cuore, posso ammirare le meraviglie della natura e rimanere a bocca aperta per ore e ore, ma diecimila persone che in due ore si mobilitino per ammirare e godersi un fiore che si chiami "Titan Arum", credetemi, non lo ammetto e non riesco a mandarlo giù; no, non il fiore, ma la notizia delle diecimila anime...morte.  Ma come si fa? Ma come sia possibile avere tanto, ma tanto coraggio, farsi forza per incantarsi dinanzi ad un fiore? O meglio, davanti a quel fiore! Sapete quanto ci ha messo per spuntare quel maledetto? Dieci anni, dieci lunghi anni di attesa nel giardino botanico di Mont Lofty vicino ad Adelaide (Australia). Cioè, hanno aspettato un così lungo tempo per correre in tanti ad ammirare una ciofeca del genere? "Ma Carlè...tu non puoi dire certe cose, la natura è bella perchè ci pone di fronte ad eventi eccezionali come questo: un fiore, un bellissimo fiore, curato tanto amorevolmente dall'uomo, è una bella soddisfazione vederlo crescere  piano  piano,  non credi?". Questo mi ha detto il mio 51% quando le ho riportato la notizia; quasi mi menava per la infingarda e malevole predisposizione verso il neonato "Titan Arum". Amo la natura e amo i fiori, prego credermi, rimango estasiato davanti ai fiori in genere e se dovessi osservare un fiore raro, piangerei pure! Quello davanti al quale non piangerei è proprio il fiore che vedete in foto, anzi, non solo non piangerei ma se condotto a viva forza davanti ad esso, quanto meno mi dovrebbero consentire di porre una molletta al naso! Azz!!! "Ma come, nemmeno il profumo vorresti cogliere per allietare le tue narici?". " E no, amo', quello non profuma, quello puzza di cadavere!!! E' una sua peculiare caratteristica quella di emanare l'odore specifico di un corpo putrefatto e in totale decomposizione, questa è la verità!". E quelle diecimila presenze in due ore cosa hanno fatto? Si sono dati appuntamento proprio là per assistere alla nascita tanto attesa del fiore? Ma le avevano le maschere antigas? Erano con i fazzoletti ben premuti sul naso? Perché non è dato sapere come si siano presentati costoro davanti a un tale eccezionale avvenimento?  Perché non lo dicono e non ci informano? Qua qualcuno...bara!!!

E non solo quelle!!! In verità sono partiti anche i riciclaggi dei regali, i cambi e i...rifiuti definitivi di quei regali così detti di merda!!! Insomma, dopo la tornata festiva è un classico che ricorre puntualmente in tutte le famiglie e in tutte le case. Mai visto che un regalo attizzasse subito, ovvio può capitare di ricevere qualcosa di gradito e accettabile: metti un oggetto prezioso come un diamante da 24 carati o una collana da strozzo, chi la molla più? In realtà si cerca disperatamente di carpire segreti, desideri e aspettative, si interrogano terze persone per conoscere elementi che non chiederemmo mai direttamente ai destinatari, si tenta di immischiare persone di famiglia che indaghino per carpire le notizie giuste, ma è così vecchio anche questo espediente che siamo tutti sul chi va là! La nostra acuta perspicacia ci mette subito in guardia e se intuiamo la vera intenzione del "detective", allora forniamo i dettagli che interessano con molta discrezione per non far mangiare la foglia. Spesso non serve perché quello, il detective, si mangia anche l'albero e così a volte salta tutto il progetto. Del resto un regalo ha da essere scoperto, immaginato, vissuto al momento e con sorpresa e se si conoscesse prima la sua natura, che gusto ci sarebbe? Quindi, via con il poco gradito, il troppo largo, il troppo stretto e il colore che non piace. Ci sarebbero anche tante altre ragioni per cambiare un dono, ma credo che queste siano le più diffuse e le più comuni imputate per sostenere un cambio. Noi a casa cerchiamo di limitare i danni, tra noi v'è un feeling particolare che ci porta a scoprire quali possano essere i regali utili, perciò cerchiamo di abbassare la percentuali di rischio a cifre irrisorie. Il mio 51% per ragioni professionali, riceve e ricambia con molte donne, piccolissimi doni per le festività natalizie:  si pensa più al pensierino che al valore intrinseco dell'oggetto. Quindi sono anni che questo viavai di oggettini e regalini chiusi in pacchettini deliziosi  che ti farebbero supporre chissà quali contenuti aurei, alla fine, si rilevano cazzatine vere e proprie di cui abbiamo pieni i cassetti e gli zebedei!!! Il riciclo e d'obbligo e siccome le persone sono sempre le stesse da anni e anni, chi non tiene un registro aggiornato capita che possa riportare come un cane fedele, alla proprietaria iniziale un regalino di alcuni anni prima. Volete sapere per esempio, di cosa siamo pieni a casa? Il regalino più diffuso a Natale è la presina! Abbiamo decine e decine di presine da cucina raffiguranti tutte le renne, le stelline, i fiocchi di neve e i Babbi Natale possibili ed immaginabili. Un classico, sono tutte confezionate con i nomi segnati su per non commettere gaffes. Il problema nasce quando anche le amiche riciclano, quindi si può sapere l'ultima detentrice, ma non la precedente. Una fregatura molto imbarazzante che se accadesse ad una persona piuttosto permalosa e seccata per l'imprevisto rientro del suo regalino, esclamerebbe: "Toh! Guarda, una....presina per il culo!". 

Che giornate laboriose queste ultime tre appena trascorse in un solo campo di battaglia: La cucina! E in quel vano che le donne si sono espresse: sinergie comuni per pietanze tipiche, le offerte più golose, le più ardite e le più intriganti. Ognuna, coinvolta dal "capo chef", offriva la sua "interessata" collaborazione visto che oltre a prestar opera nel regno della massaia regina, offriva anche la sua famelica partecipazione alla tavolata finale. Ebbene, ho visto cose che voi umani non immaginate nemmeno, ho visto 3/4 persone "affollarsi" ai fornelli in ordine sparso, ho visto piatti che passavano di mano in mano e ogni volta, il suddetto veniva personalizzato da una delle partecipanti alla catena alimentare. Nessuno dei maschi poteva avvicinarsi in quei giorni al centro di gravità permanente: ingresso alienato a tutti, vietato aprire anche solo per un attimo la porta che folate massicce di odori indefinibili si defilavano dalla cucina per invadere tutta la casa: con una sola annusata, vi erano persone della famiglia capaci di elencare minuziosamente cosa le loro narici avessero avvertito al volo. Le finestre di alcune camere della casa sono rimaste aperte 24/24 h. perché le stanze a gran voce reclamavano: "Aria! Aria pura!". La notte abbiamo dormito sì nelle nostre camere da letto, ma intirizziti  dal freddo come se avessimo dormito tutti all'addiaccio. Ma ad essere onesti niente di nuovo è accaduto: questo copione io lo conosco da ragazzino, son cambiati gli ambienti, son cambiati i fuochi, le cucine, gli elettrodomestici, ma le nostre donne, le vere donne non prese dalla tecnologia, sono sempre e rimarranno come noi uomini del sud le vogliamo: "Donne.1". Mentre quelle moderne, per esempio coloro che si servono di tutti gli artifici come le "friggitrici" che non fanno trapelare puzza, ossia le "donne.2" (tutte aggiornate e schizzinose), coperte fino all'osso per non sporcarsi assolutamente l'abitino pulito, beh...quelle non ci interessano. Come dicevo, la cucina è un campo di battaglia, è là che si vedono quelle che valgono e che sanno come si cucinano i manicaretti, i piatti che la nostra tradizione impone. Credetemi, queste sono le uniche occasione in cui le nostre donne, le "donne.1" appunto,  indossano tutte lo stesso, unico profumo per essere e farci felici:

Sarò breve: ho ricevuto da un vecchio amico che vive da anni in Cina, un biglietto augurale in cinese. Ha voluto premiare la mia pazienza (sic) affinché mi prendessi la briga di tradurre il messaggio augurale. Ci ho messo un po' però alla fine ci sono riuscito. Ammetto che sia stato un sincero quanto sentito scritto: le sue parole appassionate e nostalgiche tese a ricordare i momenti trascorsi qui a Bari in comitiva anni or sono, mi hanno toccato profondamente. In particolare mi  ha  fortemente colpito quando ha citato un vecchio proverbio cinese molto popolare: 

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Beh credetemi, mi sono commosso alle lacrime nel punto in cui dice: .睯攺 汦睯攺.......in quel momento ho capito che spesso ce la prendiamo per delle sciocchezze.

Buon Natale caro amico, non perdiamoci di vista e 扥楫楬敮牡.