Creato da monellaccio19 il 12/10/2010
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Messaggi del 11/09/2017

NOBLESSE OBLIGE

Post n°2480 pubblicato il 11 Settembre 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per principino george poveri

Ma qualcuno di voi l'ha mai visto ridere o sorridere il principino George? Ormai siamo ai primi giorni di scuola, ma in tutti questi anni non ha mai sorriso, nemmeno per sbaglio! 'Sto ragazzino è strano: o il suo aio lo educa a ben altri atteggiamenti più strettamente regali, oppure il suo DNA lo inibisce al punto tale che il sorriso nel suo sistema nervoso, non esiste. Eppure il piccolo è ormai una vittima regolarmente inserita sui social: grazie alla sua incazzatura e al suo grugno storico, lo punzecchiano o lo martorizzano con battute che ormai fanno la storia del futuro re d'Inghilterra. Lui presta il fianco e le vignette e le battute, magari anche cattivelle, sono all'ordine del giorno. Ma dico io, papà e mamma, non possono aiutarti conducendoti ad una visione di una società aperte e composta di tanti ceti? Vabbè tu sei di sangue reale, ma proprio per questo, che ti costa sorridere? La vita già ti sorride e ti sorriderà sempre, quindi caro George abbandonati, fatti aiutare e non preoccuparti, non ti mangerà nessuno! L'altro giorno il papà l'ha accompagnato a scuola: primo giorno e sembrava andasse al patibolo come qualche suo antico avo, appariva stanco e disgustato, quasi pensasse: "Ma che ci vado a fare a scuola?...". Coraggio George, speriamo che la convivenza con altri ragazzini sia d'aiuto al tuo carattere, al tuo stato d'animo e alla tua regalità: smetti quel viso e quell'atteggiamento di disprezzo verso gli altri, lascia perdere la supponenza reale, sii più aperto e più socialmente vicino a chi e umano come te, coraggio puoi farcela! 
Risultati immaginiEcco George, così va molto male!!! Devi cambiare caro.

 
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E GIA' VOLANO STRACCI

Post n°2479 pubblicato il 11 Settembre 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 Risultati immagini per anno scolastico 2017/18

Nel giro di pochi giorni tutte le scuole saranno aperte e pronte a partire con il nuovo anno scolastico 17/18. Come andrà quest'anno dopo la promessa dei 50 mila precari/supplenti destinati al famoso posto fisso e quindi pronti a passar di ruolo? Andrà come gli anni scorsi, più o meno, poiché nonostante le promesse di questa estate, non si avrà la copertura desiderata per tutto il comparto scolastico nazionale. Le accuse già si rimpallano tra governo e sindacati: i precari nelle graduatorie, 52 mila persone, sono state sorteggiate e assegnate alle loro destinazioni, mentre i sindacati sciorinano cifre e situazioni insostenibili per loro. Scontri duri e difficili da superare, il Ministero delle Finanze non autorizza quello dell'Istuzione perché non c'è copertura, molti sono stazionari nelle loro posizioni e quindi languono in altre graduatorie, ma del problema più importante, all'italiana come suol dirsi, non si fa cenno abbastanza. Dei 52 mila da sistemare e che sarebbero già fuori dalla mischia, solo 30.000 hanno accettato le destinazioni che sono a partire dalla Toscana in su. Ebbene moltissimi, una considerevole percentuale di costoro, sono tutti  del sud Italia e quindi, essendo passati di ruolo dovrebbero fare le valige e portarsi verso l'alta Italia. L'altro grosso problema e il titolo: occorrono professori di matematica e di lingue e  questi scarseggiano molto. Torniamo ai "Sudisti" che finalmente, dopo anni e anni di sacrifici con scorribande da una scuola all'altra per fare supplenze, oggi di fronte al "posto fisso" che hanno fatto? Una scelta pazzesca: hanno rifiutato il trasferimento: "Meglio rimanere in zona (vicino alla loro residenza) e fare supplenze e no andare  lontano da casa!". Beh da noi sta succedendo questo e non mi sembra una buona ragione: questi magari, se avessero il ruolo nella scuola all'angolo di casa, sarebbero felicissimi! La figlia dei miei dirimpettai, alcuni anni fa entrò in graduatoria e finalmente ebbe la cattedra dopo aver fatto la nomade in giro per il sud: destinazione Pordenone. Ebbene, con gli occhi lucidi partì lasciando a Bari, marito e due figli. Ha insegnato per diversi anni lassù a Pordenone e ogni quindici giorni scendeva per vedere la famiglia. Poi ebbe il suo incarico a Molfetta (quindi un riavvicinamento) e dall'anno scorso, è di ruolo a Bari. Una carriera voluta con coraggio e con questi chiari di luna, bene fece la signora ad accettare quella destinazione. Oggi vi sono molti insegnanti che si spaventano, non vogliono lasciare famiglia e affetti e preferiscono le supplenze pur di non allontanarsi da casa. Non mi sembra una buona ragione, se volessimo le comodità per tutti gli impegni che ci toccano, allora saremmo freschi! 22.000 persone non pronte per il posto fisso vorranno pur dire qualcosa, o no? Allora, o se ne fanno una ragione, oppure si cambi definitivamente sistema: se si può (nei limiti) mandare questa gente a lavorare nella propria regione, e vale per tutti, è bene altrimenti dal precariato non ne usciremo vivi. In più la "Statale" di Milano, ha creato un caso recentemente per il numero chiuso alle facoltà umanistiche. Infatti tutti insegnati di italiano, mentre mancano coloro che devono insegnare matematica e lingue. Insomma, mancano i soldi, mancano le persone giuste, mancano le graduatorie ben distribuite e infine manca molto la voglia di lavorare. E se vi può consolare, manca in molti settori e segmenti della nostra economia. E' finito il tempo delle scelte a caso, abbiamo tante risorse da sfruttare: il turismo è uno di quei beni che ci aiutano moltissimo: quest'estate una implosione di turisti a fare vacanze, italiani e stranieri, tutte cifre che sono schizzate in alto. Sapete cosa ci  rimproverano in  moti? Che abbiamo posti incantevoli, bellezze naturali e storiche, ma non abbiamo la cultura dell'accoglienza, specie al sud! E allora? Per forza materie umanistiche o altro? E perché no specializzazioni che aiutino anche a sviluppare le nostre immense risorse? Meditate giovani, meditate e fatevi venire la voglia di lavorare. Un imprenditore del nord cerca personale  giovane. Sapete cosa gli rispondono i giovani in cerca di lavoro: "E vabbè, ma noi la sera siamo soliti fare tardi". Questa è l'Italietta che dovremmo fare grande...e si può fare!
 
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