Creato da monellaccio19 il 12/10/2010
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Messaggi del 24/01/2017

I TEMPI CAMBIANO E I MILLENIALS INSEGNANO

Post n°2031 pubblicato il 24 Gennaio 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per millennials

 

Un tempo molto lontano, un paio di griffes erano necessarie e importanti per noi giovani: i jeans delle Levi Strauss e una maglietta Lacoste con tanto di coccodrillo verde ben in vista sulla sinistra del petto. Indumenti originali (allora niente cinesi) e tali da inorgoglirci solo indossandoli: eravamo moderni, esibivamo marchi importanti e quindi ci sentivamo qualificati, etichettati e moderni. Ne è passato di tempo da allora e come giusto che sia, l'evoluzione della gioventù è stata tale che confrontare i periodi, comparare mode, usi e consumi non è possibile. Oggi è il momento dei "millenials" (non mi ricordo nemmeno se noi avessimo un nome), i giovani compresi tra i 15 e i 35 anni, la generazione nata nell'ultimo ventennio del secolo scorso. Ebbene, proprio da loro arriva un segnale importante e rivoluzionario: basta con l'inseguire le griffes, i marchi e le etichette di tendenza. Ma come? Ci si dannava per avere il capo firmato, il capo alla moda? Da Abercrombie & Fitch si facevano le file in tutte le città del mondo per acquistare i capi che non dovevano mancare nel guardaroba per essere "Up to the date" e ora? Niente più file, niente follie e una grossa percentuale di questi giovani ricorrono spesso a piccole modifiche personali sui capi firmati quasi a voler personalizzare ciò che indossano a prescindere dal nome prestigioso. Una grande rivoluzione sociale se vogliamo: la qualità è essenziale ma la firma no! Questo è il concetto basilare e proprio per questo nuovo indirizzo manifestato dai millenials, i grandi marchi hanno iniziato la loro controrivoluzione: Kors, Abercrombies, Coach, Ralph Laurent e altri importanti e noti marchi, si sono predisposti a ridurre le dimensioni delle classiche etichette e i luoghi dove apporle: non più grandi e meno esposte. Insomma, i giovani oggi non badano più allo stato apparente ma puntano al sodo, niente marchi famosi a suffragare il loro status, a loro del passato dei loro genitori, dei loro nonni, non frega più niente. La loro unicità, la loro personalità non è più rappresentata da una inutile etichetta, loro sanno quel che vogliono e i social sono i migliori vettori per trasmettere le aspettative, i loro sogni, i loro desideri. E infine, non ultima necessità, i soldi per pagare i marchi scarseggiano e loro devono fare i conti anche con le esigue risorse specie se il lavoro latita. Un capo di buona qualità senza il marchio noto, costa meno e garantisce loro un status accettabile e più casual di quanto non lo fosse prima. Non dimentichiamo che da stime rilevate, nel 2025 il 44% del mercato sarà costituito proprio dai millenials e i grandi marchi lo sanno. Perciò sono in movimento, si stanno attrezzando per non perdere una fascia di consumatori molto importante. 

 
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C'E' PONTE E PONTE: IL NOSTRO E' SOLO VIRTUALE

Post n°2030 pubblicato il 24 Gennaio 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per progetto ponte di messina

 

Se ne parla sin dalle guerre puniche, le prime (264-241 A.C.) e io portavo i calzoni alla zuava: si accennò alla grande idea di un ponte che collegasse i due lembi ormai noti: Reggio Calabria per il continente e Messina per la Trinacria. All'epoca se ne parlò e non se ne fece niente, poi man mano che si andava "indietro" nel tempo (Avanti Cristo non so se mi spiego), si giunse all'anno Domini e da allora procedendo in avanti (appunto Avanti Cristo), le cose cambiarono: se ne parlava più a lungo! Azz! Un buon segno finalmente, parlarne, discuterne più a lungo significa che c'è la volontà politica di concretizzare i progetti e procedere di buona lena. Seeeeeee!!! Erano gli arbori della politica italiana, si parlava più a lungo è vero, ma era solo politichese incomprensibile per un progetto immenso e impegnativo anche finanziariamente. Quante proposte, quanti progetti, quanto cammino hanno macinato sul ponte della salvezza, quello che avrebbe consentito ai Siciliani di non sentirsi isolati e distaccati dalla nazione. Di acqua ne è passata sotto il ponte virtuale, se ne parla ogni volta che arriva un nuovo presidente del consiglio, anzi, non fa a tempo ad avvertire gli italiani che i lavori stiano per iniziare, che già cade il suo governo. Punto e a capo, si ricomincia ogni volta. Noi ormai ci siamo abituati e senza entrare nel merito dell'utilità della maestosa opera, non ce ne frega una beneamata mazza!!! Loro parlano e a noi non importa, tanto sappiamo che si parla e non si procede. Però ora, c'è un bella novità, ora c'è forse un aspetto che ci fotte e sarebbe anche il caso che qualcuno decida di battere qualche pugno sul tavolo. Sta per realizzarsi (no il ponte, magari) il più grande colpo che si possa mettere a segno in Italia: la società a suo tempo istituita per gestire il grande progetto, nonostante il ponte non si faccia, è sempre in essere, vive, lavora (???), agisce e resta ufficialmente l'organo istituzionale che bada alla...alla....booh!!!!! Vabbè, l'Anas (buona quella) che è la società a maggior capitale insieme ad altre grosse società italiane, ha messo subito in atto un mossa che spiazzerà tutti: chiede allo stato italiano 325.750.660 euro per indennizzo a causa dei lavori rallentati, bloccati, mai iniziati ecc.ecc. Insomma, una causa da parte dello stato contro lo stato. Una sceneggiata che Mario Merola, oltre all'attacco di orticaria,  si sta rivoltando nella tomba. Trattasi di una lunga serie di contenziosi da dipanare e tra questi, v'è appunto il risarcimento milionario. Ancora un inciucio tipico italiano, un fraseggio politichese che solo un popolo come il nostro può subire. Non aggiungo altro perché già sono incazzato come una bestia, non so come la pensiate e intanto per badare alla nostra buona salute, non dovremmo nemmeno fare cenno alla ennesima boutade che ci stanno spiattellando. Ma dico io, non facevamo prima a chiamare qualche prezzolato terrorista che ci minava il ponte nei punti più strategici, lo faceva saltare a regola d'arte e così non se ne parlava più nei secoli dei secoli? Ponte virtuale merita esplosione virtuale: BOOOOOM!!!

 
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