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Messaggi del 08/01/2018

BACI COME DA TRADIZIONE O NO?

Post n°2703 pubblicato il 08 Gennaio 2018 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

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Il primo a destra non è Renato Rascel che fa il corazziere, invece gli altri sulla soglia dell'Eliseo, sono Macron e signora mentre ricevono una coppia di rango. Ovviamente c'è uno scambio di baci sulla guancia. E di questi baci "made in France" che vorrei parlarvi con un certo interesse. Saprete che sia una abitudine molto diffusa, quasi obbligatoria, nel paese dei nostri cugini, scambiarsi baci sulla guancia quando ci si incontra, ci si presenta e/o ci si saluta. Non si sgarra, non è possibile sottrarsi poiché se ci fosse una parte che non sia disponibile (molto raro), l'altra si presta e quindi obbliga la persone allo scambio. E' atavica questa predisposizione al bacio, lo fanno sempre i francesi e tra loro, imbarazzo o meno, si procede senza dare segni di fastidio: ovvio che le donne siano le più pronte specie tra loro, ma anche i maschi non scherzano. Addirittura esiste una indicazione piuttosto precisa di zone della Francia, dove il bacio va dato più volte: al sud ci si scambiano tre baci, al centro addirittura quattro, al nord invece uno, basta e avanza. Ecco, trattandosi di scambi a livello provinciale, il rilievo non è poi così importante, a Parigi un paio di baci vanno più che bene. Va avanti così  da tanto tempo e non vi sono mai stati segnali di intemperanze, di sottrazioni e di dinieghi. Orbene la situazione è accettabile se avviene in caso di presentazioni, oppure di incontri casuali per strada e quindi ci si saluta, ci si scambia il baciotto e via due chiacchiere. Pensate invece a quando si entra in un bar per incontrare un nutrito gruppo di amici, oppure partecipare ad una festa con una folta presenza di persone che non si conoscono e quindi si deve procedere con le presentazioni. Una rottura di palle per la vittima destinata a sorbirsi tutti i presenti e tutti i presenti a farsi le scatole con lo scambio del noioso e classico "Piacere!", "Grazie, molto piacere" e bacio. Beh 'sta rottura di scatole finalmente ha toccato qualcuno che ha deciso di rompere l'incantesimo e di farsi avanti per richiamare tutti al "controllo" dei baci, senza offesa per nessuno. Il sindaco di Morette (comune d'Isere) la signora Aude Picard-Wolff, ha provveduto ad emettere mail per informare i 73 eletti del suo comune che dal 1 gennaio 2018 avrebbe evitato il tradizionale scambio di bacio con i suoi collaboratori e tutti coloro che incrocia durante il lavoro. Non dico che si sia scatenato il giubileo, ma pare che l'iniziativa abbia incontrato il favore di tutti. Questo dimostrerebbe anche come fosse piuttosto ricco di ipocrisia l'atto. Infatti nessuno mai ne ha parlato, tutti preoccupati di essere tacciati di sgarbo scortese; ma all'atto pratico, la signora non solo ha chiarito una situazione che a lungo andare era divenuta insostenibile, ma pare che abbia fatto scuola in altri posti. Romy Duhem Verdière, una importante dirigente appena giunta nella sua azienda a Parigi, ha scosso tutti i suoi 422 colleghi comunicando a tutti che non vi sarebbero stati baci sulle guance per salutarsi. Pertanto e concludendo, si sta dando qualche significativa spallata alla cara vecchia usanza: eliminare il bacio sarebbe per i francesi come rinunciare alla classica baghette, al Pernod e ai tanti usi e costumi, ma la situazione evidentemente richiedeva un colpo di spugna. Ora vedremo se saranno più contenti gli uomini (si baciano tra di loro), le donne, gli incroci maschio donna, e cosi via. Sembrano piuttosto felici ma aspettiamo prima di trarre conclusioni affrettate. Sicuramente ci sarà chi non sia pronto, oppure non voglia mollare la piacevole abitudine. Eppure, ci sono le strette di mano, i sorrisi, gli accenni d'inchino, insomma c'è da essere cortesi ed educati in tanti altri modi specie se si partecipa a riunioni con decine e decine di persone. E noi quassù come la vogliamo mettere?  Siamo schiavi di un rituale o abbiamo piacere a scambiarci baci, bacetti, kisses, smack ecc.ecc.???? Bella domanda vero? Vi sto mettendo in imbarazzo?

 
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E SE UN UFFICIALE DELL'ARMA DICE...

Post n°2702 pubblicato il 08 Gennaio 2018 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per colonnello oreste liporace

 

E' singolare, nonché molto significativo, che un ufficiale dell'Arma durante una delle solite conferenze con i giornalisti locali circa arresti e operazioni di routine, vada oltre il compito di informare sui dettagli dell'operazione eseguita.  A Padova, il colonnello Oreste Liporace Comandante Provinciale dei carabinieri, ragguaglia i presenti sull'arresto di otto persone ree di aver messo a segno una serie di furti in appartamenti della città e della provincia. Si tratta di otto uomini, di etnia albanese e immortalati da foto segnaletiche che il colonnello tiene  a far girare tra i cronisti presenti, affinché fissino nelle loro menti quei volti di ladruncoli esperti e pronti a commettere altri furti. I cronisti notano la preoccupazione sul volto del colonnello, non è una semplice riunione di routine come tante altre svolte in casi analoghi. Il comandante ci tiene molto affinché la stampa collabori con le forze dell'ordine per allertare la popolazione e invitarla ad aumentare le misure per proteggersi. Bontà sua, i carabinieri lo fanno da sempre, sanno cosa fare, si raccomandano e se possono dare consigli lo fanno con alto senso del dovere: sanno benissimo che prevenire è meglio. Tra l'altro gli otto uomini arrestati sono noti, sono persone che delinquono abitualmente e che passano la loro vita rubando e razziando negli appartamenti, facendosi arrestare e dopo un po', di nuovo al lavoro solito, riprendendo una ricorrente attività "lavorativa" come se niente fosse. Il colonnello Liporace è quasi dispiaciuto, è teso, parla e lo fa con rispetto e dignità: non intende interferire con nessun altra istituzione e se qualcosa deve far trapelare, lo fa con garbo e moderazione. La giustizia italiana è il grande cruccio del comandante, sa che i suoi uomini, ancora una volta hanno compiuto il loro dovere assicurando alla legge i ladri, ma nel contempo, l'marezza lo assale perché, come ampiamente dimostrato dai fatti, sa che quegli otto uomini torneranno alla carica, torneranno a delinquere e a nulla sarà servito l'arresto. "Vuoi per la mancata convalida di un fermo o di un arresto, vuoi perché non viene disposto il carcere preventivo o ancora perché le pene erogate sono tanto lievi da scontarsi in un battito di ciglia". I cronisti appuntano le dichiarazioni, accettano in silenzio tutti i consigli rivolti alla gente, alle misure per tener lontano i delinquenti e i trucchi per confonderli, sono l'unica arma che possiede il nostro buon colonnello e lui ha "parlato alla nuora perché  la suocera intenda". Tocchiamo un tasto delicato purtroppo, ora non siamo solo noi cittadini a lamentare situazioni sempre più diffuse di gente che dovrebbe stare a lungo in cella, ora abbiamo gente che per esperienza diretta, ammette il duro lavoro: duro per l'inutilità, per lo sprezzo e la protervia di gentaglia che sicura delle condizioni di cui gode, si può permettere di deridere anche le forze dell'ordine: "Ma che ci arrestate a fare? Lo sapete che in un lampo saremo fuori per riprendere il quotidiano lavoro". Ecco di cosa soffriva il comandante Provinciale dell'Arma: pativa il dileggio ben mascherato, l'offesa velata, il vano impegno professionale che nonostante i buoni risultati, si infrange contro un fragile e inconsistente muro di argilla. La nostra legge oggi  è questa e facciamocene una ragione. Forze dell'ordine presenti da una lato e giustizia a maglie larghe dall'altra. Molto larghe...ahinoi!

 
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