CARICO A CHIACCHIERE

E' bastata la sentenza di Trento perché si riaccendesse la questione dei figli in adozione alle coppie gay. Due uomini con un figlio generato in Canada, uno dei due è il padre biologico, hanno chiesto è ottenuto l'affidamento del piccolo in quanto coppia civilmente unita. Quindi sfruttando l'onda della sentenza, tutti gli interessati sono tornati a pressare il parlamento affinché non siano i giudici a sopperire alla sua funzione legislativa. Effettivamente, se ci fate caso, è da un bel po' che la magistratura stia alzando la cresta: hanno capito che con le sentenze, le inchieste e  i processi aumentano indirettamente il loro potere e influiscono sulla vita pubblica del nostro paese, invadendo campi non a loro pertinenti. Ebbene, a prescindere dalle leggi e dalle sentenze, il nostro parlamento non sembra abbia tanta voglia di sistemare il problema delle adozioni in genere; qualunque sia l'origine, comunque sia stato concepito il piccolo, non c'è la volontà politica di passare alla definizione delle paternità e delle maternità. Riferendoci al diritto sacrosanto dei gay di essere riconosciuti come coppia civile, corrisponderebbe di contro, il diritto di un figlio di avere una madre. Un figlio tanto nasce se c'è una madre: un bambino se potesse parlare potrebbe esprimere il suo parere, una sua scelta e credo sarebbe un sacrosanto diritto se potesse farlo. Non può, quindi qualcuno dovrebbe pur fare i suoi interessi e battersi, come suol dirsi, in nome e per conto. Potrebbe anche accettare i due papà o le due mamme, non è dato saperlo, quindi non si può far altro che difenderli e assicurare loro (i bambini) il pieno diritto di accedere alla vita naturale, quella vita che da quando esiste, procede in un solo modo: una madre prima di tutto e un padre che la feconda. Sulla presenza della madre non si può transigere: non è letteratura, non è propaganda, non è posizione assoluta, è la natura che ha fatto in modo che da sempre, la mamma fecondata, generi il figlio e se ne prenda cura per tutto il tempo necessario. La legge ha l'obbligo di provvedere in tal senso. Questa tutela necessaria, provvede a cautelare il figlio che non sa nulla di ciò che gli stia accadendo: lui non sa se due padri o due madri siano all'altezza o meno; lui sa per istinto che il seno è quello della madre, lui sente il fiato della mamma che non è uguale a nessun altro fiato di donna o di uomo. Nessuna coppia maschile o femminile, può sostituire una madre, il bambino non può e non deve subire "violenze" di nessun genere e men che mai, l'egoismo di genitori gay. Io sono cattolico cristiano e scrivo di ciò in cui credo, capisco quelli contrari e non del mio stesso parere, non voglio polemizzare con loro, perché né io devo convincere loro, né loro devono convincere me. Scusatemi ma mi riesce difficile pensare ad un presepe con due San Giuseppe e un bambino. E la Madonna? La Madonna l'ha generato e poi...se ne è andata per fare la...Santa.

Una foto relativamente nuova per evitare le solite vedute aeree e i posti più celebri della mia città: Lungomare, Basilica di San Nicola, Via Sparano ecc.ecc. Questo che vedete è un ponte inaugurato da un anno circa e volendo dargli un nome, l'amministrazione comunale ha invitato i baresi perché suggeriscano qualcosa di simpatico e originale. Migliaia di segnalazioni sono arrivate nella redazione del quotidiano locale, molte su FB. Per quanto ne sappia, non credo sia stato deciso nulla al riguardo, però accadrà che un bel nome sarà affibbiato a questo bestione che serviva molto al traffico della nostra città. Circa le segnalazioni, vi segnalo alcune curiose: "Ponte Patate Riso e Cozze", "Ponte delle Orecchiette e Cime di Rape", "Ponte du' Campsante", insomma, come al solito nemmeno quando c'è da fare i seri, il barese si mostra all'altezza. Ora leggo che uno dei nomi che stia prendendo piede possa essere "Harambe". Azz! E chi/cosa sarebbe? Mi sono posto la domanda perché non è il nome di un vecchio sindaco, non è personaggio barese famoso, quindi mi sono documentato apposta. Harambe è il nome del maestoso gorilla rinchiuso nello zoo di Cincinnati (USA) che è abbattuto per salvare la vita di un bambino precipitato nella sua gabbia. Visto come siamo noi? Ad capocchiam si indica il nome di un...King Kong. A parte ciò, sull'argomento, vi voglio segnalare ancora qualcosa che riguardi la mia città:

Ecco un cartello dei nostri: un invito spiritoso, specie durante i giorni della festa del nostro patrono: bere moderatamente ed evitare annebbiamenti della vista, specie quando si guida.

Beh questo è un altro cartello che non ci gratifica ma se c'è, è meglio: un invito ai malfattori e indirettamente, ai commercianti perché denuncino sempre.

Su quanto sia eloquente questo cartello credo lo comprendiate tutti. Lo storico teatro fu avvolto da un immenso incendio doloso 26 anni fa e poi faticosamente, riportato ai suoi fasti. 

Li ho mostrati tutti e dopo essere stati visti dai baresi e dai turisti, sono stati rimossi perché non autorizzati. Infatti sono stati posti da spiritosi amici baresi ma con uno scopo preciso: "Nu' sim' barise c' uè?". "Noi siamo baresi, che vuoi?".