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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Messaggi del 28/04/2017
Ieri sera abbiamo mangiato una pizza io e il mio 51%. Consegnata in tempi accettabili, devo riconoscere che la mia pizzeria di fiducia non mi delude per i tempi di consegna e per la bontà della pizza. Ci sono pizzerie che ti promettono una consegna in 15/20 minuti e aspettando, ti addormenti col capo chino sulla tavola già apparecchiata per la cena. Ammetto che la mia preferita non sia poi troppo distante da casa, quindi a suo tempo, seppi coniugare ottimamente distanza, qualità del servizio e bontà del manufatto. I soliti due cartoni tra le mani del boy e il fiero pasto è stato servito in tempi apprezzabili. Il contenitore della pizza da asporto ha la sua importanza, molti si servono di una comune scatola in cartone e durante il tragitto, nonostante la velocità del garzone, spesso si perde qualche caloria. Invece la mia banca...ops....pardon, la mia pizzeria è differente: si serve di quelle confezioni che vedete in foto: esse sono di cartone fuori e all'interno sono rivestite in pet metallizzato. In tal modo si otterranno due buoni risultati. La pizza non avrà il sapore cartone e indi poscia, rimarrà bella calda grazie alla protezione interna che tratterrà solo il calore e non il gusto tipico del cartone. Non sto facendo l'apologia della pizza, né reclamizzo il mio fornitore oppure il produttore della scatola/contenitore, è che sono esigente e mi piace dare un senso anche a ciò che mangio. E a proposito di senso, mentre gustavamo la nostra pizza ho posto una domanda al mio azionista di maggioranza: "Amo' secondo te, in questo paese la nostra amata Italia, c'è qualcosa che funzioni ancora, che vada come previsto e abbia un senso reale?". "Carle', perché mi fai questa domanda proprio ora sul più bello mentre siamo assorti nel gustare boccone dopo boccone, la nostra buona pizza?". L'ho guardata, ho taciuto e ho continuato a mangiare senza dire altro. Dopo cena, con calma e con opportuna tempestività, ho preso uno dei cartoni della pizza, l'ho guardato attentamente e l'ho mostrato alla prima dirigente. "Che senso ha porre in un cartone quadrato una pizza circolare per poi mangiarla tagliandola a fette triangolari?". E lei satolla e fatalista: "A' Carle', non so se paragonarti a Bonolis per il suo programma "Il senso della vita" o a Costanzo dei vecchi tempi che chiedeva a tutti i suoi ospiti: "Che cosa c'è dietro l'angolo?". Non avrò mai pace se non otterrò le risposte giuste!
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Caro vecchio "Bignami" compagno inseparabile e utile in tante avventure scolastiche. Chi non si è mai servito del piccolo ma ricco libretto contenente tutto ciò che poteva servire in occasione di un compito in classe? Non ebbe una cattiva idea il professor Ernesto Bignami (professore di lettere) quando nel 1931 ideò con grande genialità il "riassunto" per antonomasia, breve conciso e compendioso di ciò che ogni studente dovrebbe sapere a menadito su ogni materia. Eppure i vuoti, le lacune erano ricorrenti, un nome, una data, un avvenimento storico potevano sfuggire proprio quando si era lì impegnati a svolgere un compito. Oggi i "bigini" sono editi anche da editori diversi e se moltissimi anni fa le materie riportate erano poche, oggi c'è un bigino per tutti. I grillini hanno recentemente sostenuto la proposta di uno studente e del suo prof che chiedono di ammettere il bigino scientifico per l'esame di maturità allo scientifico. Una proposta che potrebbe aiutare molto gli studenti in seno alla prova scritta di matematica, ma subito il buon editorialista del Corsera Gramellini ha contestato l'uso del bigino poiché abbia rivisto attraverso il suo uso, un ritorno al '68, al livellamento omogeneo degli studenti e ancor di più, rievoca il tanto discusso 6 politico. Gramellini pensa alla meritocrazia, pensa al valore degli studenti e non accetta che si mettano tutti sullo stesso piano. Mi sembra una argomentazione giusta e oggi, lontani dal quel famoso contesto degli anni sessanta, dovremmo puntare a qualcosa di più pregante per quanto riguarda la preparazione degli studenti. Non dimentichiamo gli strafalcioni che si sentono in giro, in tv e addirittura in sede di esami universitari quando su normali e basilari regole di sintassi, caschino giovanotti pronti alla laurea...certo no in italiano. C'è chi invece, non sia d'accordo con Gramellini e perora l'uso generale del bigino: uno studente sottoposto all'esame di maturità, vive un periodo drammatico e stressante, studia molto, dorme poco ed è fatale che al momento opportuno in sede d'esame, sia poco lucido, mente confusa, una formula che si conosce bene ma in quel momento non sovviene; un annebbiamento della memoria è possibile e quindi perché non aiutarlo concedendogli l'uso del bigino scientifico? Inoltre, se vi fosse veramente tutta questa perfezione esasperata, si dovrebbero eliminare i vocabolari di greco e latino, anzi si eliminino tutti, anche quello di Italiano e così chi avrà più cartucce da sparare, avrà vita facile. Mah, credo che la funzione sia diversa: per le lingue (italiano, greco e latino) la ricerca è circoscritta alla parola, all'etimo e al significato, pertanto un uso meno invasivo e più selettivo, mentre il formulario scientifico, è bacino molto più ricco di formule e tanto utile da poter consentire una risoluzione di un problema magari avendo studiato poco e/o lo stretto necessario. Una formula o la si conosce perché studiata molto profondamente, oppure non la si ricorderà mai. Per cui cari amici, che facciamo diamo torto ai grillini e a coloro che sostengono l'uso del libretto malandrino, oppure come sostiene Gramellini i ragazzi ne devono fare a meno per capire chi sia bravo e chi no? Chi merita o meno? Io usavo il bigino solo per cercare la famosa prova del nove! Kakkio non mi è mai entrata in testa, non l'ho mai usata come credo la maggior parte di voi. La prova del nove...tsè!
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