Creato da monellaccio19 il 12/10/2010
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Messaggi del 16/12/2017

DRIVE IN...MORTORIO

Post n°2672 pubblicato il 16 Dicembre 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per drive in funerale giappone


Allora ditelo che ci volete far morire dal ridere!!!!  Questo ci mancava e ora non vedo che altro potremmo aspettarci di così astruso e originale. Drive-in, in Giappone hanno pensato al Drive-in per stravolgere e aggiornare uno dei vecchi riti più tristi al mondo: il funerale. La compagnia Aishoden ha messo su un sistema pratico, veloce e utile per handicappati impossibilitati a muoversi e/o impediti nei movimenti:  il sistema è quello del cinema all'aperto con le auto. Si entra nella vasta aria a disposizione e invece di sistemarsi in un posto libero, con le cuffie per l'audio e godersi il film, per le esequie si arriva in auto, ci si pone davanti ad uno schermo predisposto e si procede a firmare un registro digitale mentre all'interno della casa si celebra il rito con le usanze del posto: cioè il solito ricevimento che poi non si è mai capito se si va per mangiare o per rendere omaggio al defunto. Insomma, gli interessati sapranno e vedranno chi si è fermato, chi ha firmato il registro e chi ha impiegato il tempo giusto per una preghiera. Tutto questo nasce per dare la possibilità a tutti gli ammalati, portatori di handicap e impossibilitati a muoversi, di far visita al funerale, e fin quì potremmo essere tutti d'accordo, ma la faccenda si complica e insospettisce se il servizio è consentito a tutti coloro che non vogliono perdere tempo e hanno fretta per le condoglianze, baci, abbracci e lacrime in casa. Insomma, credo si sia giunti al massimo dell'indecenza, non se ne può più di invenzioni "a pene di cane", coraggio su, come si fa a dire: "Faccio le condoglianze...sgommo e via!"???????

 
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STA CAMBIANDO L'ARIA?

Post n°2671 pubblicato il 16 Dicembre 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per le wag  con l'ombrellino in formula 1



Non tutti i mali vengono per nuocere e spesso, sollevando polveroni piuttosto fumosi e pregni di vizi, malvezzi e stupide trovate commerciali, si evidenziano casi in cui sarebbe opportuno dare una vigorosa svolta. Pare che le wag, le famose modelle, pin -up e giovani donne bellocce desiderose di farsi strada mettendosi in bella vista durante le gare internazionali  di Formula 1 e Moto GP, saranno fuori dai famosi preliminari in pista prima delle gare. Sulla scia dell'ormai sempre aperto caso Weinstein,  sono tutti a temere denunce, polemiche e dichiarazioni da parte di donne più o meno celebri che abbiano subito attenzioni di vario genere da parte di chi abbia avuto il potere di gestire il loro lavoro. Sappiamo tutti come sia andata nel passato e ancora oggi,  vi sono molte donne a rinvangare fatti e avvenimenti boccacceschi di cui siano state vittime: il tempo lontano non conta, basta denunciare (anche con forte ritardo)  e i signori di cui venga fuori nome cognome e attività, sono belli che sputtanati. Quindi via le wag e taciamo le coscienze oltre che mascherare opportunamente gli  scheletri negli armadi dei tanti che bazzicano piste e gare. Sono convinto che ci sarebbe da scrivere intere enciclopedie sulle molestie e violenze avvenute fino a ieri in quell'ambiente. La paura fa novanta e chi non è sereno nel grande circo mediatico dei circuiti, ritiene più giusto cancellare ogni elemento di discussione. In realtà, erano ben altre le ragioni per cui avrebbero dovuto eliminare già da tempo questa  poco elegante e discutibile professione. Le ragioni essenziali sono due: l'uso e l'abuso di donne destinate a fare le reggi-ombrellino e indi poscia, la strumentalizzazione della donna bella in quanto tale. Due ottime ragioni e la soluzione da prendere in tempi non sospetti, era quella di destinare a tale compito, ragazzi giovanissimi appassionati di auto e moto, che provvedessero a tener su l'ombrello per proteggere dal sole o dalla pioggia il campione pronto alla partenza. E no, il ragazzo non avrebbe attizzato gli spettatori, non poteva stare scosciato con tette e culo ben in vista. Perciò la scelta cadde sulle donne, ma no donne qualunque, donne bonazze e disposte e mostrare la mercanzia. Che spregevole atto: un mancato rispetto alla dignità di una donna, non solo strumentalizzare il corpo, ma destinarla al compito di servetta reggi ombrello. Ci mancava solo la pulizia del vetro, il pieno alle vetture e una controllata alle gomme e sarebbero state perfette addette alla stazione di servizio con lavoro dignitoso e vestite di tutto punto. Oggetti, solo "cose" da impiegare per acquisire visibilità nei loro affari. Speriamo che il caso Weinstein resti aperto per sempre, almeno i maschietti porcelloni che abusano, saranno sempre sotto schiaffo!


 
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SOLDI E FELICITA'

Post n°2670 pubblicato il 16 Dicembre 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per comprare la felicità



Associare soldi e felicità, è un chiaro invito a rispondere alla più classica delle domande: "I soldi possono comprare la felicità?". Vecchia come il mondo, è la domanda retorica più sciocca che sia stata posta ad un umano; tuttavia, le risposte con il tempo si sono arricchite di ironia e satira proprio per evidenziare come non sia poi tanto facile rispondere. "E' vero, i soldi non possono comprare la felicità. Però i soldi possono...comprare una Ferrari!". E con battute come queste mi sembra evidente come siamo messi sul probelma della felicità. Il tempo tra l'altro, non trascorre invano e non depone a  nostro favore; cioè, il contesto che viviamo, questo rapporto soldi vs felicità, diventa sempre più insostenibile, spesso basato sul livore e il cattivo scontro: quando ci sentiamo felici? In fondo questa è la felicità, il momento in cui siamo soddisfatti di ciò che facciamo, per come viviamo e soprattutto, per cosa possediamo. E sticalzi! E qui che inciampa alla grande la nostra disturbata umanità incapace, come il laerziade Ulisse, di farsi legare all'albero maestro della sua nave per non sentire quel maledettissimo canto delle sirene che conosciamo tutti!  Non dimentichiamo che c'è chi produce e c'è chi consuma: se chi produce non vende il minimo sindacale, se non di più, non potrà campare; di contro se il consumatore abbagliato, provocato, invitato e affabulato dai tantissimi messaggi sublimali, non consumasse ciò che gli consigliano i produttori, non solo non accontenterebbe il suo egoismo e la sua voglia sfrenata di possedere ciò che gli martella testa e zebedei, ma allo stesso  tempo, andrebbe in crisi per il lavoro che mancherebbe: infatti lui è lo schiavo consumatore di ciò che produce per il padrone che comunque ha un solo scopo, arricchirsi!!! Il cane si morde la coda e nel rapporto c'è sempre e solo un vincente: chi produce. Mentre chi consuma ha problemi che magari potrebbe evitare e/o contenere, ma da come vadano le cose, sappiamo bene quanto sia difficile non cedere alle sirene. Steve Cutts, un cartoonista molto bravo e satirico, ha realizzato un piccolo corto per illustrare la situazione attuale: ci immagina tutti come topi il bravo Steve, topi laboriosi e incapaci di contenersi, ci vede tutti immolati sull'altare del consumismo estremo, prolifico e impazziti tanto da farci paura per gli effetti e i danni che il nostro tempo esondante di consumi e sperpero insostenibile per molti, ci conduca verso una omologazione uniformata e pericolosa. Il video "Happiness" è gustoso, è un cartone animato e credo sia meritevole per il messaggio chiaro  e  netto riflettente la nostra società. Buon divertimento.


 
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