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Messaggi del 20/03/2018

E IL CARROZZONE VA...

Post n°2812 pubblicato il 20 Marzo 2018 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

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Se una volta per sempre si abbattesse questo baraccone, forse qualche vantaggio si otterrebbe a prescindere da quanto ci costi in termini di canone. Non ci serve una radio/tv pubblica e men che mai, ci serve alle condizioni attuali. Una televisione fortemente politicizzata,  pagata da noi, con stipendi e compensi fuori controllo, non è certo il modo migliore per contare su libertà d'informazione e scelte scevre da ogni colorazione politica. Lo sappiamo da sempre e la politica come sempre, nonostante se ne parli puntualmente, fa orecchio da mercante e con il passare degli anni conditi dalle chiacchiere di tutti coloro che ci abbiano governato, il baraccone va e va oltre ogni aspettativa. La Rai è un po' comparabile alle priorità, ai benefici e ai danari che competono la politica: avete mai visto camere con senatori e deputati, affrontare e risolvere il problema dei vitalizi e affini che spettano a questi signori? Ossia, uno che goda di una certa cifra, potrà mai votare contro se stesso? Cioè potrà tagliarsi mai qualcosa che arricchisca le sue entrate? La Rai, detenuta e amministrata tacitamente dalla politica, è una stiva bella ricca in cui affondare le mani voraci e prensili della politica per ottenere tutto ciò che serve e interessi! Secondo voi, i politici, sopprimerebbero una fontana sempre sgorgante acqua fresca per la loro esclusiva disponibilità? Certo che no, e se oggi Di Maio ha ancora una volta ricordato che i vitalizi da sopprimere ed eliminare, sarà una delle prime operazioni del nuovo governo, Salvini ha già detto no, non è da parlarne per ora. Credo che non vi siano dubbi sul destino di queste fonti certe e correnti: Rai e vitalizi in genere, difficilmente spariranno dalla nostra vista di...osservatori attenti e oculati. Ora vi racconto l'ultima "bravata" di questa Rai che vorrebbe passare come ente che provvede e sia a disposizione dei cittadini e tale dovrebbe essere visto che trattasi di ente pubblico. Nel rinnovare il contratto collettivo dei lavoratori RAI e che interessi operai, dipendenti, impiegati e quadri, si prevede che alla morte di uno di costoro, si possa procedere all'assunzione diretta di moglie e/o figli. E' tuttavia necessario che vi siano particolari condizioni di indigenza, di effettivo bisogno e particolari scenari di sopravvivenza limitata. Questa discutibile clausola, non è certo democratica e pluralista, ovvero, a prescindere da oggettivi problemi di vita ai limiti della sopravvivenza, orfani e vedove in difficoltà, cozza con la meritocrazia che dovrebbe consentire a tutti di aspirare e ambire a quel posto reso vacante. Tutto ciò deciso da un referendum interno che abbia prevaricato ogni sensibilità e racconta di un "nepotismo" ben forte e definito: se chiedi ad un dipendente RAI se sia d'accordo su questa scelta, pensereste che avrebbe risposto di no al referendum? Andiamo su facciamo i seri: poiché la regola potrebbe valere anche per i giornalisti, L'Usigrai, il forte sindacato in seno alla Rai, ha replicato che in fondo è una scelta che tiene conto delle difficoltà, della povertà, della alienazione di familiari che potrebbero entrare nel novero dei tanti in attesa di lavoro e che nel frattempo vengono a perdere il cespite da cui tutta la famiglia dipende. Vero, ma sapete quante famiglie, donne, uomini e figli oggi siano in queste condizioni? Si può essere d'accordo sulla teorica scelta del bisogno, anche questo potrebbe essere welfare aziendale, carità cristiana, ma sotto il profilo comportamentale e rispettoso di tutti, non è accettabile. Anni fa, non so se continua ancora oggi questo modo di fare, quasi tutte le banche, assicuravano ai dipendenti, l'inserimento dei figli al posto del genitore. Ma le banche sono entità private e allora potevano anche permetterselo, oggi se accadesse ancora sarebbe più per forte e pesante raccomandazione che avvicendamento naturale voluto per scelta direzionale. Una brutta storia ancora che ci mette in difficoltà: parliamo di scelte a bordo del carrozzone che avremmo e vorremmo da tempo smobilitare proprio perché centro di potere e fucina di posti a disposizione per bende e prebende di qualunque natura. Ancora un brutto colpo alla nostra illusione per un futuro migliore.

 
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