Creato da cinereporter il 07/04/2008

Mondi di celluloide

Un piccolo blog per il grande schermo

 

 

NATALE A RIO 

Post n°25 pubblicato il 27 Dicembre 2008 da cinereporter
 

-Titolo: Natale a Rio
-Anno: Italia 2008
-Genere: Commedia  
-Durata: 110 minuti
-Rating: * *
-Migliore frase: 1) "Più che una vacanza a cinque stelle è una vacanza a cinque stalle!"
2) "Guarda cara che le tette sono come le bugie: più sono gosse e più funzionano!"

Bisogna essere sinceri: il nuovo cinepanettone di Neri Parenti fa ridere. Anzi fa scompisciare dalle risate. Ma non risparmia volgarità e parolacce, che si sprecano dall'inizio fino alla fine della storia. La trama è un collage di ovvietà in salsa brasilera che schiera in scena tre coppie di attori. Fabio De Luigi-Michelle Hunziker sono rispettivamente due colleghi di redazione, lui povero sfigato invisibile da sempre innamorato-non ricambiato di lei, bionda fidanzata del caporedattore fedifrago e donnaiolo mentre De Sica&Ghini (nel film Berni e Patani) sono due divorziati di mezzetà che approfittano delle vacanze di Natale per fuggire a far follie a Rio de Janeiro, inconsapevoli del fatto che la stessa geniale idea l'hanno avuta i loro due figli maschi Piero e Marco (Propizio e Fremont) e le loro rispettive ex mogli. Ne viene fuori una commedia degli equivoci che si distingue per alcune (poche) gag originali- come la scena del lenzuolo, da ridere a crepapelle- che contribuiscono alla riuscita della commedia natalizia. Un lavoro che sicuramente si farà molto apprezzare dal pubblico. Ad alimentarne l'attesa è stata la stampa (la scorsa settimana era sulle copertine di tutte le riviste patinate), 
coincidenza che fa sospettare un'operazione di marketing, peraltro anche ben riuscita... 
Ormai venuto meno il connubio storico con Massimo Boldi, De Sica sembra aver ricostituito l'accoppiata con Massimo Ghini, che a mio avviso risulta anche meglio assortita della precedente. Sicuramente il film, nel suo genere merita, molto di più di quella Fidanzata di papà del suo rivale, che pur ha ottenuto un grandioso riscontro al box office. Ottima l'interpretazione della Hunziker, che come lei stessa fa notare, riesce a trovare posto nei film di Natale senza dover vestire (o spogliare?) i panni della bellona di turno e quella di Fabio De Luigi, che nella parte dell'imbranato dà il suo meglio, al punto che sembra ormai essersela cucita addosso. Sottotono invece Paolo Conticini, a mio avviso più adatto per i ruoli drammatici che per il comico (ma possibile che senza De Sica proprio non riesca a spiccare il volo?) e i due giovani della pellicola Emanuele Propizio e Ludovico Fremont de I Cesaroni che non convincono. Un film da vedere per ritrovare il buonumore sotto l'albero di Natale. Due stelle solo per le cadute di stile (evitabili).

 
 
 

MADAGASCAR 2

Post n°24 pubblicato il 26 Dicembre 2008 da cinereporter
 


-Titolo: Madagascar 2 (Madagacar escape 2 Africa)
-Anno: Usa 2008
-Genere: Animazione
-Durata: 89 minuti 
-Rating: * * *
-Migliore frase: 1) "In caso di ammaraggio infilate il giubbotto dalla testa e dite: saluti e baci!";
 2) "In caso di depressurizzazione mettete la maschera sul viso per nascondere l'espressione terrorrizzata agli altri  passeggeri...."
-Sito internet
 
Dire che attendevo l'uscita di questo film in sala più di tutti gli altri di quest'anno, è dire cosa vera. Ricordo il primo capitolo del cartoon DreamWorks come un'esplosione di divertimento, gioia e colori sgargianti. Se i film di animazione normalmente sono una festa per gli occhi, Madagascar era stato un carnevale di Rio con battute a raffica e risate a crepapelle. Di sicuro molto del successo del primo episodio si deve al leggendario quartetto di pinguini: Skipper, Kowalski, Rico e Private.  Non a caso la casa di produzione aveva promesso una serie animata dedicata tutta a loro, c'era invece chi parlava solo di uno spin-off, ma in ogni caso ancora non se ne sa nulla.  Nel secondo capitolo si va alla ricerca delle radici del leone Alex (alias Alakey) nella terra natìa (Madagascar, manco a dirlo). Qui una serie di sfide e avventure attendono anche gli altri tre nostri eroi, ormai definitivamente lontani dallo zoo newyorkese di Central Park. Mentre Marty la zebra finisce per ridurre la sua autostima confondendosi nell'anonimato di un branco di quadrupedi bianco-neri identici a lei, Melman il giraffo darà prova di enorme coraggio e svelerà i suoi malcelati sentimenti nei confronti di Gloria l'ippopotama. 
Infine non manca Re Julien, il lemure un po' spocchioso ma esilarante. La novità 2008 è Nana, una vecchietta (tutt'altro che mansueta) che sistema i cattivi malmenandoli di brutto. Il film, campione d'incassi in Italia già in questi primi giorni, è ancora una volta un prodigio della computer grafica, le animazioni lasciano letteralmente senza fiato. I paesaggi sullo schermo rappresentano prevalentemente il tipico scenario da savana africana, quello che fa da sfondo ai documentari di Quark sui leoni, per intenderci.  Terra brulla e deserta, mandrie che corrono libere, alberi spogli e sole all'orizzonte. I colori caldi la fanno da padrona, con gialli e rossi accecanti.
 Ma per quanto riguarda il resto il soggetto è banale e priva di idee originali. Dopo lo scontro inevitabile, il bene vince sul male e tutto si conclude con l'happy end. Dopotutto con un precedente così strepitoso era facile deludere le aspettative altissime che si erano create. Anche le colonne sonore e le battute meritavano un'attenzione maggiore. Tuttavia, nonostante la débacle, questo resta comunque il migliore tra i film d'animazione visti nel 2008, superando a mio avviso il tanto celebrato Wall-E, l'eroe robotico Disney-Pixar. Promosso con riserva.


 
 
 

L'OSPITE INATTESO 

Post n°23 pubblicato il 19 Dicembre 2008 da cinereporter
 

 

-Titolo: L'ospite inatteso (The visitor)
-Anno: Usa 2007
-Genere: drammatico
-Durata: 104  minuti
-Rating: * * *
-Migliore frase: "Fingo e basta. Fingo di essere occupato, di lavorare, di scrivere, ma non faccio niente."
  
Walter è un professore di economia vedovo. Ha una cattedra nel Connecticut, ma per caso viene mandato a New York a fare da relatore ad un convegno scientifico. Decide dunque di alloggiare per una settimana nel suo vecchio appartamento nella Grande mela, in cui non mette piede da tempo. Vi troverà una coppia di inquilini abusivi: Tarek, siriano, e Zainab, la moglie senegalese di colore. Tutto comincia per un equivoco ma finisce per dar vita ad una grande amicizia tra Walter e Tarek, scandita dal tam tam del suo bongo e dal ritmo travolgente che anima le loro serate.  Il regista Tomas McCarthy porta in scena un film che affronta contemporanemente diversi temi, tutti importanti, senza perdere mai il bantolo della matassa, senza far aggrovigliare la trama, evitando di incartandosi nella retorica fine a se stessa o perdendo il ritmo del racconto, come facilmente sarebbe potuto accadere.
 L'ospite inatteso è la storia del viaggio di Walter, che da gita fuori porta si trasforma in un percorso introspettivo, alla ricerca del significato della sua esistenza. Nel viaggio verso NY si ritroverà a domandarsi dove sta andando e perché, scoprendosi ormai del tutto privo di motivazioni. 
Una serie di incontri inattesi sconvolgerà la sua vita, che è da troppo solo una forma di sopravvivenza per inerzia, scandita dal tempo che passa inesorabile. Ma The visitor è anche e soprattutto un film che parla dell'America del dopo 11 settembre,  un'America xenofoba, spaventata e timorosa. Estremamente ostile con gli extracomunitari. Il regime di tolleranza zero dell'Amministrazione Bush nei confronti degli islamici è insostenibile e porta all'estradizione anche chi ha messo piede sul continente con le migliori intenzioni. 
Risultato: l'integrazione per gli stranieri in cerca di lavoro è un miraggio. Il sogno americano per loro è off limits. Il film è uno spaccato della società americana degli ultimi anni, tracciato dal punto di vista degli immigrati. Qualcuno ci potrebbe intravedere un suggerimento politico rivolto a Barack Obama, vista la sua uscita a poco più di un mese dall' elezione del futuro presidente. Istruttivo.
 
 
 

LA CONIGLIETTA DI CASA

Post n°22 pubblicato il 10 Dicembre 2008 da cinereporter
 

-Titolo: La coniglietta di casa (The house bunny)
-Anno: Usa 2008
-Genere: Commedia
-Durata: 97 minuti
-Rating: * * * 
-Migliore frase: "Gli occhi sono i capezzoli della faccia!"
-Sito internet: Italia: http://laconigliettadicasa.it/

Shelley è un'oca giuliva di 27 anni. Orfana, con un fisico da pin up e un visino perfetto si ritrova niente popodimenoche a fare la coniglietta per la famosa rivista Playboy con tutti i privilegi del caso, tra cui vivere nel lusso nella Playboy Mansion con il fondatore Hugh Efner e le sue tre fidanzate. Ma una rivale senza scrupoli la fa cacciare dalla rivista, e lei resta disoccupata e senza tetto. Alla ricerca di un alloggio ma anche di una nuova collocazione nel mondo si imbatterà così in un gruppo di sette povere universitarie sfigate. Le giovani componenti della confraternita femminile Zeta Alpha Zeta (che sfiorano il grottesco) sono completamente allo scuro delle buone maniere e digiune dei minimi rudimenti indispensabili in fatto di moda e femmilità (ma guarda caso!). Spetterà così a Shelley l'ingrato compito di trasformare il bruco in farfalla e operare la trasformazione in cigno degli anatroccoli, che più sgraziati non potrebbero essere. "La pupa&il secchione" tutto in versione femminile però. Il film è una commedia piuttosto leggera, divertente e ben girata che segue una tendenza a mio avviso molto comune nelle produzioni Usa, quella della metamorfosi, soprattutto di immagine e di look, del protagonista nel corso della trama. Un film sulle apparenze la cui morale sembrerebbe essere " bisogna essere se stessi e non badare all'immagine esteriore". Ma che è invece tutto un inno all'estetica e alla cura per la propria persona. Morale ampiamente smentita anche dalle curve sempre in mostra della bella Anna Faris di Scary Movie (credibilissima nella parte di Shelley), dalle riprese a culi e tette e dagli atteggiamenti ammiccanti delle attrici. 
Notevole la somiglianza dellaFaris con la Britney Spears dei tempi d'oro in cui vendeva dischi a palate riuscendo a mantenersi ancora sobria e lontana dalle rehab. Per il resto è tutta una celebrazione del mito di Playboy, di Hugh Hefner e del suo bord...(pardon), della sua sfarzosa residenza. La sua fama è ormai nota ai più a livello planetario, al punto da arrivare ad essere ispirazione anche per il cinema. Una pellicola per nulla impegnativa, leggera, prevedibile, che a momenti riporta alla mente "La rivincita delle bionde" (che nel 2001 fece una star di Reese Witherspoon) e tutti i luoghi comuni sulla stupidità presunta delle belle donne, meglio se dalla testa platinata. Consigliato per una serata da pigiama party tra amiche (tardo-adolescenti).

 
 
 

TWILIGHT

Post n°21 pubblicato il 29 Novembre 2008 da cinereporter
 

-Titolo: Twilight
-Anno: Usa 2008
-Genere: Thriller
-Durata: 121 minuti
-Rating: * * * 
-Migliore frase: "Bella: Quello che sto vivendo non è reale! - Edward: Nel mio mondo si..."

E' difficile riuscire a valutare con obiettività un film come questo. Perché è oramai un tormentone, è dovunque, la sua popolarità anche in Italia si sta allargando a macchia d'olio e si corre il rischio di essere influenzati, vedendo tutti lì intenti ad osannarlo. Loro, i Twilighter o Twi-nager che dir si voglia. Navigando su internet ci si perde tra la foresta di portali ufficiali e non, tra i tanti blog e forum dedicati a questa saga. Credo che sia l'ultimo simbolo di questa generazione di adolescenti cosiddetta "emo",  (che viene da emozione e non da sangue, nonostante la trama vampiresca di questo film) che si pettinano col ciuffo e hanno in camera i poster di Bll Kaulitz, il front man dei Tokio Hotel la cui virilità resta un mistero tuttoggi irrisolto. Altrettanto sconosciute sono le ragioni per le quali attirerebbe stuoli di fan impazzite, o meglio, di certo lo sono a me! Resta sempre il dubbio che non si tratti di bimbeminkia (categoria non meglio identificata i cui membri devono avere tutti un fastidiosissimo tic al dito che li porta a cliccare sul caps lock a lettere alternate, visto il modo in cui scrivono). 
Al di là di tutto ciò, la storia, ormai arcinota, narra dell'amore di Bella Swann (Kristen Stewart, figlia di un produttore di Hollywood e appena 18enne ma ormai lanciatissima nello show biz, già vista ne "Il bacio che aspettavo" con M.Ryan) e Edward Cullen (Robert Pattinson), ovvero la ragazza e il vampiro. Lei si trasferisce dall'Arizona a Forks per vivere con il padre e nella nuova città conoscerà il giovane. Una storia d'amore travolgente, estremamente intensa, che raggiunge profondità straordinarie, 
così come fuori dall'ordinario sono i due protagonisti. Un film fortemente romantico con qualche scena d'azione, senza interpreti noti ma ben girato e con un finale giustamente aperto (si resta in attesa del seguito che si mormora sarà girato anche in Italia). Ma dall'inizio alla fine aleggia una sensazione inquietante, difficile da spiegare, che percorre tutta la durata, probabilmente dovuta alle scene spesso girate con una luce volutamente cupa o alla colonna sonora fatta di pezzi malinconici (sopratutto Muse). Non a caso il film si chiama Twilight, ovvero crepuscolo. Il tratto distintivo del racconto è comunque l'amore, il forte coinvolgimento emotivo dei protagonisti, attratti uno dall'altra da una forza incredibile. Da un lato Edward, il ragazzo dagli occhi cangianti e i poteri soprannaturali che vive lacerato tra l'amore e i suoi istinti naturali di vampiro e Bella, che soffre di una sorta di sindrome di Stoccolma, per cui finisce per innamorarsi del suo carnefice (potenziale). 
Sicuramente il film porterà molta fortuna al neodivo Pattinson, bellezza dalle guance scavate e lo sguardo sempre un po' distante, erede di due bellissimi di Hollywood come Pitt e Cruise che 14 anni orsono si fecero immortalare in un'altra nota pellicola a tema, il celebre "Intervista col vampiro". Senza dubbio il successo più stellare è quello di Stephenie Meyer, la casalinga mormona autrice del romanzo, a tutti gli effetti la nuova J. K. Rowling, vista la fortuna mondiale del libro e il passaparola che sta facendo ancora crescere il fenomeno. Un film per chi crede nella forza irresistibile dell'amore e ha voglia di conoscerne uno mozzafiato, anche solo attraverso il grande schermo.

 
 
 
 

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In questo I-pod ho raccolto alcuni di quelli che secondo me sono i piu bei temi di tutta la storia del cinema. Spero che l'idea vi piaccia!


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