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Il mondo di Chia

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Soffiando briciole di tempo

Post n°672 pubblicato il 29 Marzo 2012 da mullerina
 

Manca ciò che si aveva e ora si ha perso.
Manca ancor di più ciò che non si ha mai avuto.


Vorrei scrivere la tua storia. In questo pomeriggio di sole, caldo.
Per far sì che anche qualcun altro possa leggendo incontrarti tra queste parole... e ricordarti, anche solo per poco.

La tua storia me l'hai lasciata goccia a goccia, in queste ultime settimane.
A volte eri un fiume in piena, le frasi ti sgorgavano dalle labbra sottili e da quegli occhi miele così copiose che era difficile seguirti, altre volte rimanevano appese a sospiri mozzati, tra i singhiozzi e le lacrime, che non riuscivi a frenare.

Ti ricorderò sorridente, dietro alle canuline dell'ossigeno, che ti trovavamo sempre in testa.

Ti ho immaginata da ragazza, con i capelli corti, di quel color carota, che pochi possono vantare dalla nascita. Le gote rosse, sotto il sole d'agosto, quando insegnavi tra le spighe i primi passi a tuo fratello.
Ti ho vista crescere ed indossare gonne colorate e legare i capelli con foulard a fiori.

Sono trascorsi davanti ai miei occhi gli anni, in cui stavi china lavorando alle tue scarpe.
Ti ho sbirciato a tagliare il cuoio su misura ,per piedi grandi tre volte il tuo. Modellando piano la gomma delle suole.
Quanti lacci alle scarpe hai infilato e nessuna cosa ti ha mai reso più fiera.

Poi è arrivata quella mano, che ti ha fatto sollevare dalle scarpe per un attimo.
Quel che è bastato per farti credere all'amore.

Anni di violenza sono passati lentamente, ricoperta di lividi, lasciati da botte senza perchè.
Anni di lacrime amare, nascoste dalla stoffa e dalla penombra delle stanze.

Poi la goccia che fatto scoppiare il vaso. Il tuo cuore.
E ha spazzato via per sempre la possibilità di vivere una gioia immensa.

16 scalini. Quella mano ti ha scaraventato giù. 16 gradini.
Erano passate 21 settimane, da quando avevi la speranza di non essere più sola.
16 gradini hanno spento il tuo cuore.

Gli anni seguenti sono difficili da ricostruire, scappata dalla bestia sei tornata sui tuoi passi, hai ritrovato tuo fratello minore, quello che avevi accudito da ragazza, un po' cambiato, ma fiero di quell'orecchino, che gli occhi ignoranti giudicavano e giudicano tutt'ora a bocca storta.
Lui che ti piaceva chiamare Signorino, ti guardavo sorridente mentre lo comandavi a bacchetta, dal tuo trono di gomma e aria. Da questa prigione, che è diventata il tuo corpo. Lui che ti è rimasto sempre accanto.

"Forse riuscirò a fare Pasqua con le mie cugine."
Questa mattina il tuo nome non c'era più. Ti abbiamo salutato in silenzio, era strano non sentire in corridoio la tua voce che ci chiamava.

"Non lasciatemi sola, non spegnete la luce."
Abbiamo chiuso la porta, di quella stanza riordinata, che ora appare così vuota, da bruciare la gola.

"Ti piacciono le ciliege? Te ne regalerò un cesto, appena maturano. Vieni a prenderle se mi dimentico."
Terrò con me quel ritratto che ho fatto di te.
Gentile e semplice ragazza dai capelli rossi, circondata da ciliegi in fiore.
Pulita dalla crudeltà del mondo, che ti ha avvolta per troppo tempo e che non meritavi.

 

 

Ciao, Meravigliosa Donna.

 
 
 
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