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Tempo perso

Post n°826 pubblicato il 14 Novembre 2016 da mullerina
 

Blog abbandonato, immensamente abbandonato.
Tristemente abbandonato.

Scrivo ora, mentre la tesi con le correzioni giallo canarino della relatrice mi aspetta qui sotto, nella finestra che ho aperto e sapientemente abbassato nella barra accanto allo Start.

Questa mattina mentre mi dirigevo a lavoro ho pensato improvvisamente ad un mio vecchio orologio; la caffeina in circolo non riusciva a sortire alcun effetto, e nemmeno il freddo pungente delle sei della mattina, è iniziata così una spirale di ricordi confusi.

Cinturino in metallo, quadrante quadrato a sfondo blu scuro.
Numeri romani, lancette sottili per ore, minuti e secondi.
È stato il primo orologio che ho iniziato ad indossare quotidianamente, prima il tempo non aveva molta importanza.
Dal primo anno delle superiori il tempo è diventato elemento fondamentale di organizzazione delle mie giornate. Tutto ero costantemente pianificato.
Il tempo per mangiare, quello per studiare, fare gli esercizi, riposare, rimettere il naso sui libri per ripetere, lo sport aveva i suoi orari, così come i pasti o lo svago. Ogni mezz'ora persa sfalsava la scaletta, mandava all'aria i piani e comportava una rettifica di tutto. Così capitava che, se la versione era troppo difficile e i 60 minuti previsti non erano sufficienti, si saltava la cena, o si faceva tardi per la palestra, con tanto di ramanzina da parte dell'allenatrice.

In questi anni terribili, se visti solo da questo punto di vista, in cui pure i respire sembrano ora essere stati sapientemente calibrati e cronometrati, quell'orologio blu è stato fondamentale. Il bello è che si ricaricava a mano, con l'unghia si doveva tirare fuori il gancetto laterale e poi pian piano ruotarlo più, più e più volte. Non so quante volte l'ho sfilato dal polto per dargli una caricatina, nel timore che si fermasse e con lui il mio mondo intero.

Questa mattina non so perchè ci ho pensato così bene, forse in questo periodo dovrei recuperare quella mia capacità di programmazione che sfiorava la psicosi. O semplicemente di punto in bianco mi è venuto in mente che quell'orologio è andato perso e non è più saltato fuori.
Che fine avrà mai fatto? 
E soprattutto, perché mai alle sei di mattina penso agli orologi? 

Commenti al Post:
lightdew
lightdew il 15/11/16 alle 12:14 via WEB
Anch'io ho lasciato il blog a languire per troppo tempo. Scrivo altrove, lo fai anche tu, sicuramente. Scrivo altre cose, e il blog lo riservo per sfogare i miei pensieri, per quando proprio stanno per scoppiare. A volte penso rileggendolo che chi si addentra pensi che sia una persona profondamente negativa. Al tempo ho anche cercato di cambiare colore dello sfondo, per donargli un tono pił allegro. Niente, credo di aver miserabilmente fallito. :-)) un abbraccio a te
 
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