Ho cercato sul vocabolario il significato di queste due parole, ed ho trovato, grosso modo, la stessa definizione, qualche distinguo di poca importanza che, però, non altera il senso di questi che, a tutti gli effetti, son considerati sinonimi.
A me piace, però, attribuir ad ognuno una propria peculiarità ed una loro vita propria.
Secondo me, “mito” identifica un qualcuno o un qualcosa che, ha origine nella realtà e finisce nell'immortalità dell'immaginazione.
“Leggenda” invece, è ciò che non ha una base reale, ma è frutto della fantasia di chi ha, per primo, elaborato un fatto ideale per poi tramandarlo come vero.
In pratica, la leggenda è la seconda parte del percorso del mito.
Perché faccio questa distinzione che ha poca rilevanza nel concetto generale?
Semplicemente, perché credo che, nei miti si nascondano le verità che non possono essere prese in considerazione se si fanno passare come leggende.
Si fanno passare, o per meglio dire, il comune pensare o, chiamiamola con il suo nome: la scienza assolutistica e convinta delle proprie convinzioni, fa passare per leggende, tanto da rifiutarle con tale motivazione.
Mi chiedo perché mai, una persona vissuta millenni fa, che non conosceva l'esibizionismo che impera oggi, che non aveva i mezzi tecnologici di cui siamo dotati oggi per mostrarlo, che non poteva mandare in giro le proprie bravate in diretta, abbia sentito il desiderio, o la convenienza, di tramandare ai posteri cose totalmente inventate.
Facciamo l'esempio di un navigatore, di un marinaio, di un povero cristo che, navigando, senza strumenti per l'orientamento, fosse finito su una nuova terra, perché mai avrebbe dovuto disegnare una mappa falsa?
Perché mai avrebbe inventata una storia che poteva esser smentita da altri marinai?
Certo, le parole, le descrizioni dell'antichità appartengono ad un mondo che per noi è di difficile interpretazione.
Erano le parole semplici di persone semplici che non sapevano di tecnologie e di concetti a noi usuali, descrizioni che dovevamo, per forza, far riferimento alle poche cose conosciute ma, non per questo, devono esser ritenute false.
Secondo voi, tanto per fare un riferimento attuale:
Son più false, più incredibili, son più “bufale”, come si usa dire oggi, delle carte geografiche antiche che siano Maya o arabe o cinesi, o delle foto che voglion dimostrare che un areo, con apertura alare di quasi 40 metri si infila, giusto giusto, in un buco che può ricordare quello di un missile?
Il progresso tecnologico ha fatto si che non ci si stupisca quasi più di niente.
Adesso, un bambino di tre anni armeggia con un cellulare di ultima generazione con scontata banalità, di cosa si potrebbe meravigliare, cosa potrebbe stupirlo quando ne avrà dieci?
Pensate allo stupore, invece, di chi, agli albori della storia, avesse visto un qualcosa di mai visto o in mare o in cielo, e soprattutto, pensate al suo modo di raccontarlo a chi ne era ignaro.
Giganti, uomini con capacità sovrumane, divinità volanti o mostri marini, paradisi sconosciuti, giardini celestiali, cosa avrebbero potuto dire di più e di diverso da tutto ciò?
Tali racconti son diventati la mitologia; quel mondo, da noi ritenuto di fantasia, quel mondo che, con la massima noncuranza, pensiamo frutto di menti di geni della poesia e della scrittura.
Poeti, grandi filosofi, menti sopraffine ma, visionari, fantasticanti di professione, creativi, diremmo oggi, tanto per non definirli “attenti cronisti di storie vere”, quali essi erano davvero.
Adesso, voi penserete quanto a me possa fregare se Platone, Aristotele o Omero siano considerati dei manipolatori della realtà o dei professionisti della menzogna?
In effetti, me ne potrei fregare alla grande, se me ne fregassi del fatto che i manipolatori della realtà e i professionisti della menzogna, non sono i grandi antichi, ma quelli che hanno in mano il nostro destino.
Io son certo che, per svegliare i popoli dal torpore indotto, dall'ignavia fatta abitudine, dall'addomesticamento “volontario” al quale hanno sottoposto l'umanità, ci vogliano delle verità stravolgenti, un capovolgimento tanto scioccante da far chiaramente intendere che tutto ciò in cui ci hanno fatto credere non corrisponde alla verità.
Se ci hanno mentito su una cosa, anche su una sola cosa, una qualsiasi cosa … ci hanno mentito su tutto.
E se ci hanno mentito su tutto, tutto è da rivedere e da rifondare, i dogmi assoluti non esistono più, tutto diventa possibile anche, e soprattutto, ciò che ci han detto fosse impossibile.
Tutto da ridiscutere e da rivedere: Credi, ammaestramenti, dottrine, teorie e scienza, tutto ciò che ha incatenato il genere umano da quando è stato generato.
Liberare i popoli significa liberare il loro pensiero, è una rivoluzione culturale prima che fisica, la libertà è nel conoscere la verità, è poter ripudiare le false tesi ed i falsi luminari -illuminati.
Non sarà facile ma non è certamente impossibile; i mezzi di cui dispone il potere sono immensi, siamo tutti sotto ricatto, ognuno di noi, “tiene famiglia” si dice, ma, “tiene” anche un cervello e, se prova ad usarlo, tanto da capire che quel suo finto benessere sta per finire e la catena che lo tiene legato diventa sempre più corta, forse, la sua viltà potrà tramutarsi in un po' di orgoglioso coraggio.
Inviato da: Faitù
il 09/03/2024 alle 17:43
Inviato da: Faitù
il 09/03/2024 alle 13:22
Inviato da: lontano.lontano
il 23/01/2024 alle 11:36
Inviato da: cassetta2
il 23/01/2024 alle 09:24
Inviato da: Faitù
il 13/01/2024 alle 14:41