Creato da carlobattimelli il 30/06/2013
 

carlo battimelli

parlare e scrivere del "mondo"in lingua napoletana

 

 

la sirena

Post n°13 pubblicato il 09 Marzo 2017 da carlobattimelli
 

Franco sua moglie stavano facendo la solita passeggiata serale lungo i viali alberati della villa comunale 
Ci venivano quasi tutte le sere in estate
Prendevano "l’uno", un tram che partendo dal cimitero a Poggioreale traversava tutta la città dalla periferia dove appunto e situato il cimitero ,il centro cittadino passando per piazza Garibaldi,dove c’è la stazione centrale ,e costeggia il porto
S' incantavano tutte le volte dalla bellezza del golfo e tutte le volte evitavano di guardare i palazzoni alla loro destra ,che portavano ancora evidenti i segni dell’ultima guerra
“so,passati trent’anni è ancora questo schifo…e la gente ci sta pure di casa…”
Frasi diventate per loro un ritornello serale

Appena il tram arrivava nei pressi di piazza Vittoria scendevano,per non perdersi tutta la passeggiata nella villa,anche perché solo agli inizi ci stavano i venditori ambulanti che vendevano delle bibite a un buon prezzo 
Gli scialè ,aperti da poco,erano troppo cari per loro

Quella sera,come sempre si fermarono a sedere sugli scalini dell’acquario
Era per loro il posto più fresco di tutta la villa comunale.
S’era fatto tardi,stranamente contro le loro abitudini quella sera avevano deciso di prendersela comoda,godersi quella frescura fino a tarda notte;per il ritorno avrebbero preso un taxi
“Carmè vado a prendere un'altra birra e due taralli…facimmo festa stanotte”
Lui aveva quasi ottant’anni e sua moglie viaggiava verso i settantacinque.
D’improvviso un lamento misto a pianto attirò la loro attenzione.
Dietro un cespuglio,vicino all’entrata dell’acquario,cresciuto certamente per incuria,qualcosa si muoveva
Un esserino piccolo,più piccolo di un nano,cioè una nana ,visto che aveva le sembianze di una donna,si strofinava gli occhi
Per la verità Franco e Carmela non ebbero paura,troppe ne avevano viste durante la guerra e poi erano cresciuti con la cultura del “munaciello”,e “spiritelli”( che a sentire i nostri vecchi affollavano le case di Napoli soprattutto dopo la prima guerra ,ma anche dopo la seconda guerra) per aver paura di quell’esserino.
Si fecero il segno della croce solo per verificare se quello che loro battezzarono subito come “munaciello”fosse un anima buona o dannata;era per loro fortuna un anima buona.
“perché chiagne nennè ?“(perché piangi bambina,o piccola donna; è un appellativo che comunque si rivolge ad una donna indipendentemente dall’età per evidenziare un modo affettuoso di interloquire)
“torno tutti gli anni a quest’ora per raccontare a quelli che sono rimasti dopo la guerra cosa mi hanno fatto,come e perché mi hanno assassinata.
Ve lo posso raccontare….ve lo racconto :
Era appena finita la guerra,erano arrivati i liberatori...tutto il popolo in festa e pure il comando americano era in festa
Al centro della sala dell’acquario avevano preparato una tavola con non so quanti invitati...erano tanti troppi.
Ad un certo punto il capo cuoco chiamò il generale :”signor generale e qui non c’è rimasto più niente,abbiamo cucinato pure tutti i pesci dell’acquario perfino le tartarughe e il pesce cane...che dobbiamo fare…non ce la facciamo a servire altro ?”
“tutti i pesci dell’acquario e quello cos’è ?”
“signor generale ma quella è a sirena…mica ci vogliamo mangiare pure la sirena….ci sta gente ,vecchi pescatori che diceno che quella rappresenta lo spirito della città…”
“voi per questo avete perso la guerra…credenze popolari,leggende…my God…che razza di popolo …..che aspetti….al forno ..dai al forno..ci mangeranno almeno dieci persone..”

“sei...tu la sirena ?” 
“Si donna Carmè e ogni anno alla stessa ora trovo qualcuno a cui raccontare la mia storia,con la speranza che lo raccontino in giro così i napoletani sanno che non li ho abbandonati “


Nota:
L’episodio del banchetto a base di sirena fatto dagli alleati è riportato nel romanzo : “La pelle “ di C.Malaparte

L'immagine può contenere: 1 persona, cielo e spazio all'aperto

 
 
 

nun tengo abbisogno e denari

Post n°12 pubblicato il 12 Gennaio 2015 da carlobattimelli
 
Foto di carlobattimelli


Nun tengo bisogno e denari.
Tengo bisogno e sentimenti,
e parole, e parole scevete cu lu sapere
e sciuri che sò penzieri,
e rose che sò presenze,
e suonni che stanno e casa dint'a l'arberi ,
e canzoni che fanno aballare li statue,
e stelle che murmoleano alli'recchie delli ammanti.
Tengo bisogno e poesia,
chesta maggia che abbrucia la pesantezza delli parole,
ca riscetano l' emozzioni e dà culori nuovi.
Io non ho bisogno di denaro
Io non ho bisogno di denaro
ho bisogno di sentimenti
di parole
di parole scelte sapientemente
di fiori detti pensieri
di rose dette presenze
di sogni che abitino gli alberi
di canzoni che facciano danzare le statue
di stelle che mormorino
all'orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia
questa magia che brucia
la pesantezza delle parole
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

 
 
 

Risveglio

Post n°11 pubblicato il 12 Gennaio 2015 da carlobattimelli
 
Foto di carlobattimelli

"Si chillo è proprio ò castiello e Baia..."
Da quanti anni non ammirava quel panorama
Dietro le colline Flegreie..nuvole minacciose.
Si poteva aspettare di tutto quel giorno dal tempo.
Gli metteva un po' tristezza vedere quelle nuvole venirgli
contro da dietro le colline.
" può darsi che il vento li porti lontano" si disse guardando
lo specchietto retrovisore.
Il benzinaio lo guardò con un sorriso ironico.
Certo doveva sembrare ridicolo con i sandali ,canottiera ,e
pantaloncini corti con quel tempo che si annunciava
burrascoso
"questo tempo,non sai mai come devi vestirti. Fino a pochi
attimi fa un sole che non si stava nei panni....e adesso?
Sembra che voglia venire di nuovo il freddo.
Quanto? ......a ventimila non le avevo viste."
"il mare è sempre il mare e anche se dovesse diluviare che
importanza può avere? Acqua sopra e acqua, sotto."
Rispose Carlo in segno di sfida,ma soprattutto per
esorcizzare le previsioni del benzinaio
Il mare!
Il suo amico mare, sempre disponibile ad accoglierlo a
braccia aperte,
Lo lasciava fluttuare fresco e invitante ogni volta che ne
aveva voglia , ne sentiva l'esigenza
Spesso si trovava a parlargli,a confidargli i suoi più
reconditi segreti;solo a lui conoscendone la complicità
Quante notti lo aveva accolto,ascoltato con paziente
discrezione ,raramente si era spazientito gridandogli contro
la sua disapprovazione .
Stava ai margini degli scogli
La guardò distrattamente,poi sempre con maggiore
insistenza
Come evitarlo?
Pensò in quel momento al mare quando si innalza fino a
toccare il cielo dopo essersi infranto sugli scogli
C'è tutta la volontà di ritornare acqua dopo essere stato per
un istante nuvola.
Non poteva evitare di guardarla."non poteva!"
La ragazza si svegliò di soprassalto ,come se chiamata da
qualcuno o infastidita da qualcosa,un po' come ci succede a
prima mattina quando veniamo svegliati dall'urlo della
sveglia.
Si guardò intorno con aria indispettita e assente ,come per
realizzare dov'era
Si alzò e corse incontro al mare
S'inginocchiò e comincio con il palmo della mano ad
accarezzarlo,accarezzarsi
Volse lo sguardo verso la spiaggia e incontrò lo sguardo di
Carlo che si girò di scatto fingendo di guardare il mare per
nascondere l' imbarazzo.
Forse fu il vento ,o i ragazzi con la palla a svegliarlo,o
qualcosa che non riusciva a distinguere.
"non c'è tempo,non c'è tempo" sentiva gridare
"è partito a razzo ..senza guardare ..il camion l'ha preso in
pieno...."
Ripeteva il benzinaio
Carlo guardò quegli occhi verdi come il mare,
dov'era stato in tutto quel tempo?
L'urlo di una sirena
La ricordava distintamente e le grida :
"finalmente....quanto ci avete messo !"
"finalmente...finalmente..."
Singhiozzavano lacrime che gli cadevano sul petto
"quant'anni t'aggiu aspettato!!!"
Intorno pareti bianche e una serie infinita di monitor e
camici bianchi che ..sembravano felici di qualcosa
Ma cosa?

 
 
 

a cosa chiu bella

Post n°10 pubblicato il 11 Gennaio 2015 da carlobattimelli
Foto di carlobattimelli

 

Quarcuno và dicenno

che la cosa chiù bella 'ncoppe a la nera terra

è n' esercito e cavalieri,autri li fanti

autri ancora li navi,

je n'vece chello ca uno è nammurato.

È semplicissimo fà capì

chello ca ogniuno: n'fatti chella c'avvence e paricchio

l'uommeni n'bellezza,

Elena, doppo c' ha lassato

lu marito valuroso,

se n'è ghiuta a Troia p'ammare

e nun s'arricorda dda figlia, né delli genituri,

ma Cipride l'arravugliaia

n'ammurata.

......

e mmo me fa arricurdare Anattoria

ca cà nun ce stà,

e vulesse vedere lu suojo ammabile camminare

e lu raggiante splendore della faccia

chiù che li carri dei Lidi e li fanti

che cumbatteno armati.

La cosa più bella

Alcuni dicono che la cosa più bella sulla nera terra sia-un esercito di cavalieri, altri di fanti

altri di navi, io invece quello di cui-uno è innamorato.-È semplicissimo rendere

comprensibile-ciò a ognuno: infatti colei che superò di molto-gli uomini in bellezza, Elena,

dopo aver abbandonato-il marito valoroso,-se ne andò a Troia per mare-e non si ricordò

affatto della figlia, né dei cari genitori,-ma Cipride la travolse-innamorata.

......

ed ora mi fa ricordare Anattoria-che non è qui,e vorrei vedere il suo amabile incedere

e il raggiante splendore del volto-più che i carri dei Lidi e i fanti-che combattono in armi.

 

saffo

 

 

 
 
 

Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 11 Gennaio 2015 da carlobattimelli
Foto di carlobattimelli

Il balcone."dove vai.....quando tu resti sola....."Continuava ad ascoltareBattisti era da sempre il suo cantautore preferito;questacanzone poi!Gli occhiali penzoloni sul naso che ogni tanto tirava su conl'indice,perdendo momentaneamente la riga del cruciverba.Il suo cruciverba,il suo disco preferito,la sua poltrona divimini e lo spettacolo chegli poneva davanti l'orizzonte :" il suo nuovo regno."amava ripetere agli amici da quando era andato in pensione.Certo che era bello starsene fuori al balcone e guardare ilpanorama,respirare a pieni polmoni,quando non aveva unasigaretta in bocca e godersi lo spettacolo del mareSentire quella voce a volte suadente,a volte minacciosaCome sa essere la voce di una donna quando èsuadente,quando è minacciosaLa sua ribellione,la sua inquietudine ad un destino che lovuole eternamente infrangersisugli scogli; vani i tentativi di fuga che speso si realizza perun momento innalzandosi nell'aria sotto forma sievanescente schiumaGuardandolo sembrava volesse diventare nuvola,quandoalzandosi per quell'attimo al cielo...il suo bianco sembravaunirsi all'infinito,per ricadere giù urlando di rabbiaAltre volte sereno, come la rassegnazione bisbigliarelentamenteCome faceva sua madre , le zie e sua nonna le sere diMaggio dedicate alla MadonnaUn Rosario cadenzato,lento,senza fretta, quasi per paura difinire troppo presto quell'attimo di pace."...il ricordo come sai non consola..."Il formicolio ai piedi era arrivato alle ginocchiaForse la sabbia o il troppo sole,o qualcheanimaletto;continuava a dimenarle,mandando via qualcosache non riusciva a capire,a vedereAveva,nel fare questi movimenti lasciato cadere il libro ,nelraccoglierlo alzò gli occhi e la vide quasi luminosa tra gliscogliIl suo corpo disteso seguiva la linea sinuosa dei massi,dovesono chiari;dove non battono le ondeDio!se era bellaPensò a quella pelle così chiara.....quasi bianca in contrastocon il velluto nero dei capelli,che visti di lontanosembravano un manto...una specie di cappuccio comequello delle madonne rinascementaliIl volto a malapena si distingueva...il suo candoresembrava riflettere la luce del sole e accecarlo."io la morte abbracciai....ho paura......"Spruzzi d'acqua dovevano averla svegliata perché si guardòintorno come per realizzare dov'era;durò un istante lLo guardò fisso SorrisePoi i lunghi capelli le coprirono il voltoSentiva che il formicolio aveva invaso tutto il corpoSe era gelata l'acquaSentì quel freddo penetrargli fin dentro le ossa,ma qualcosalo spingeva ad andare contro quella barriera di pietreAveva la sensazione che altre volte aveva visto quelladonna,ma non era mai riuscito ad incontrarlaEra sempre fuggita via;o forse inconsapevolmente lui avevafatto di tutto per non incontrarlaNon aveva più il fiato di una volta;faticava a respirare"su nel cielo aperto..e poi gių il desertoe poi ancora in alto...con un grande salto."Anna uscì fuori al balcone e poggiò sul tavolino latazzina di caffèLo guardò "dio se è ancora bello" si disseGuardò il suo sorriso,gli occhiali pendenti sul naso,lasigaretta come al solitoconsumarsi da sola nel posacenereNon volle svegliarloSolo qualche ora dopo capì che non poteva distrarlopiù dai suoi sogni.

 
 
 
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