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Un blog creato da narademiatunisi il 10/09/2010

Naradém’ a tùnisi

La lingua sarda di Baunei (Ogliastra)

 
 

 

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SA TERRA SEGADA - S'ALGA e SA LUDURA

SA TERRA SEGADA
S'ALGA  e  SA  LUDURA

Lo so, non sembrerà a tutti il miglior argomento da trattare fra una festa e l'altra,
ma questo è un tema, purtroppo, che non perde la sua attualità in nessun
periodo dell'anno, figuriamoci nel periodo natalizio, quando si attiva
quel potente motore, acceleratore di spiriti, di animi, di cuori ,
ma anche, e soprattutto, di beni da consumo.

Giocattoli, elettronica, imballaggi, carte, cartoncini, pagliette finte e luccicchini,
sommati a tutto ciò che serve per spostarli su e giù per tutte le strade d'italia ,
fanno di questo un periodo in cui l'argomento rifiuti è di massima attualità.


Noi invece, nella nostra inconsapevolezza ci sentiamo quelli del mondo “pulito”,

Siamo tranquilli e sicuri nel nostro “piccolo mondo”, un pianeta come infeltrito 
e ristretto entro  le nostre quattro mura.
Siamo ingannati dalla nostra stessa demagogia e intrappolati tra un piccolo dire
e un piccolo fare che ci fanno accettare di tutto senza porci troppe domande.
Cosa succede dal cassonetto di “raccolta differenziata” in poi?
Che strada prende quel camion che la “separa” da noi questa "raccolta"
e come mai ha il marchio di una società siciliana anzichè sarda?

 

 

NOI, quelli di Baunei, uno dei paesi più poveri, (fino a qualche tempo fa),
della Sardegna , siamo più vicini di altri al “c'era una volta......”,
anche se c'era.... solo pochi decenni fa.

A Baunei la discarica a cielo aperto si chiamava
SA TERRA SEGADA,
tutt'altra cosa dalla discarica di Malagrotta di Roma.........

 SA TERRA SEGADA era il nome dato dai Baunesi a un luogo che era
una specie di dirupo, una frana perenne, un tereno sassoso e impervio
che si trovava in Bingiggedda, poco lontano dalla chiesa di Baunei.
Luogo, eletto a discarica forse per la comodità che offriva nel
rovesciarci dentro i rifiuti dall'alto.

Questo nome “terra segada” conteneva forse un presagio di ciò che sarebbe
successo di lì a pochi anni: l'apertura di una ferita profonda  della terra
che non smette di imputridire.

Per quanto ricordi io non esistevno limitazioni sancite dal Comune, su cosa
gettare o meno in questa discarica, il tutto era affidato alla autoregolazione
degli abitanti di Baunei, evidentemente ben integrati col proprio territorio
che offriva loro una semplice economia di sussistenza.

Cosa NON era necessario buttare nella discarica?


SA LUDURA

Certamnete a nessuno balenava l'idea di buttare i cosiddetti "rifiuti organici".

Avanzi di cibo, bucce di ortaggi, di legumi o di frutta, qualsiasi
altro avanzo di pasti veniva intelligentemente distribuito tra cani , gatti,
galline e capre, mentre al maiale veniva riservata una vera leccornia:
sa ludura

La ricetta base di questo pasto del maiale,  consisteva nel raccogliere dentro
un grande secchio la prima lavatura dei piatti, (fatta ovviamente senza
sapone e con sola acqua calda), le varianti prevedevano l'aggiunta
di
 qualsiasi altro avanzo dei pasti, di qualche  frutto di stagione malandato,
di bucce dei frutti buoni, di fichi d'india privati solo della parte  più spinosa
ma non completamente sbucciati...... insomma,  a giudicare dall'avidità con cui
il maiale se la divorava...il risultato finale doveva essere davvero eccellente!

Quasi tutte le famiglie avevano accanto alla propria casa, capre, cani, gatti
e almeno un maiale da ingrassare.
Difficile quindi che avanzasse qualcosa per la discarica....


Superato con SA LUDURA il problema dell'UMIDO, non esisteva molto
altro di cui liberarsi.

Erano tempi quelli, in cui domopak, cellofan, nylon, pvc, poliuretano espanso, polistirolo,
etc.. non si spaeva cosa fossero. Anche la plastica, complice del nostro
“benessere”, all'epoca, per fortuna, circolava in dosi minime, quel poco che
si trovava veniva gelosamente custodito e utilizzato fino alla consunzione totale.

 

Gli imballaggi erano pochissimi e la spesa, chiamiamo così quel poco che si
comprava nei negozi, veniva trasportato in cesti e contenuto in buste di
carta straccia, non esistevano infatti quelle inquinanti attuali buste di plastica.

 

L'acqua, ancora scarsa, veniva raccolta e trasportata dalle fontane in brocche
di terracotta, non rimanevano quindi bottiglie di plastica sul groppone....


Le pentole vecchie, se irreparabilmente bucate, e sottolineo irreparabilmente,
venivano usate come vasi per basilico e prezzemolo, oppure per qualche fiore,
guai a mandarle  in discarica.

Qualche piatto di terracotta, se si rompeva faceva la gioia delle bambine che
utilizzavano questi cocci per giocare come se fossero dei piccoli piatti decorati,.

A buttare i vestiti poi,... non ci pensava proprio nessuno, un vestito durava quasi
una vita intera, cosa che ora ci sembra impossibile, si allargava se stretto, si
stringeva se largo, si tingeva per un lutto, si rivoltava se scolorito, si rattoppava
se bucato, proprio alla fine, quando non più utilizzabile come indumento,
lo si trasformava in pezze per rattoppi, oppure in stracci per lavare
per terra o per spolverare oppure 
lo si faceva a striscioline sottilissime e
lo si tesseva trasformandolo in quei bellissimi tappeti colorati
“de trama 'e manta”, forse l'unico tipo di tappeti che si usava tessere a Baunei,
il resto della tessitura era per tessuti da baicnheria o abbigliamento.

La creatività nel riciclaggio era notevole, certamente determinata
dalla necessità e dalla scarsità di oggetti a disposizione. Bastava fare
un giro per le case, soprattutto le case di campagna, per apprezzare
la tecnica del riutilizzo creativo di qualsiasi tipo di oggetto.
Nei miei ricordi il più vivido è quello di un pollaio e di una conigliera fatti
interamente e con una altissima perfezione, con reti da letto dismesse.

 Ma cosa rimaneva dunque da destinare
a SA TERRA SEGADA?

Io ricordo qualcosa come dei calcinacci, materiale di risulta, qualche pezzo di
ferro vecchio, insomma robe davvero inutilizzabili e sicuramente poco inquinanti.

Solo intorno alla fine degli anni 60 il boom economico cambiava i connottati
alla discarica. L'allevamento degli animali domestici veniva via via abbandonato,
i rifiuti organici iniziavano ad essere gettati in discarica, la discarica veniva allontanata
dal paese, non più a Bingiggedda, quindi, ma trasferita fuori dal centro abitato,
poco dopo il bivio per Forrola.

A questo punto quindi i rifiuti venivano trasportati da una motocarrozzella
guidata da un ragazzo di Baunei, il cui sopranome dava il nome ai gabbiani
che in paese venivano ironicamente ribattezzati “as puddas de Coranta”. 
Quessti uccelli, infatti, salivano da Forrola iverso la discarica
a beccare tutto ciò che di commestibile potevano trovare.

 

Il pretesto per nuovi spunti, apporti e riflessioni è dato,

un'ultima cosa:
lo sapevate che il reato contro l'ambiente
in Italia non esiste?
qualsiasi danno all'ambiente viene punito con una semplice sanzione
amministrativa che corrisponde ad una pena pecuniaria pari a  
poche decine di migliaia di euro!!!!!

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parole mancanti nel dizionario
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bestimenta = abbigliamento, vestiti
bottadidda= mi hai fregato (detto con esclamazione)
ganamala = nausea, brutta voglia
pappadorgiu= mangiatoia delle bestie
gabbiano = cau marinu

 
 
 
 

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