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Un blog creato da narademiatunisi il 10/09/2010

Naradém’ a tùnisi

La lingua sarda di Baunei (Ogliastra)

 
 

 

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SCOMINIGARE - Se son rose......

Post n°9 pubblicato il 08 Ottobre 2010 da narademiatunisi
 

 SE SON ROSE ........

fioriranno

Tra le diverse segnalazioni ne scelgo una sola, quella abbinata ad un raccontino.


La parola segnalata è SCOMINIGARE  o  ISCOMINIGARE,

troppo simile all'italiano per non indovinarne il significato

SCOMUNICARE.


Arriviamo al simpatico commento ricevuto, senza omettere le premesse:

il racconto non fa riferimento a fatti o persone di Baunei,

bensì a fatti accaduti in un altro paese di cui non si dice il nome;


Anche l'autore è, come al solito, rigorosamente anonimo e riporta la storia

così come direttamente sentita dal racconto in sardo di una sua zia.


La storiella è lunga, ma la rendo breve cercando di non menomarla.


La scena iniziale, seppur descritta prolissamente, rende uno scenario

minimalista, tipico delle ore sei di una mattina di fine estate:

alcune donne del paese, le più devote, quasi in fila indiana, avvolte da sempre

(anche in piena estate) in sciallo scuro e “paniggeddu imbruncilau”,

si vedono scorrere sulla parete bianca della chiesa mentre vanno,

quel giorno come tutti i giorni dell'anno, a sentire la prima messa (sa primmu minsa),

e guai a perdersela!

 

La zia, evidentemente arrivata quel giorno un po' in ritardo rispetto alle altre,

racconta:

“Sono arrivata e fuori dalla chiesa, davanti al portone chiuso,

PORTONE CHIUSO

ho visto il viceparroco, senza il vestito da messa, che parlava a voce bassa

bassa alle altre donne che ascoltavano in silenzio perfetto. Io non ho capito niente.

Ho sentito solo quando ha detto che la messa quel giorno non la voleva fare,

per dispetto.

Dispetto? Per noi? e perchè?”

lo smalto del prete

Arriva la spiegazione.

Perchè:

sul portone della chiesa, durante la notte qualcuno aveva scritto

con un rossetto “Don Tottissu brosio” 

(Don Tottissu  era il parroco del paese e la parola “brosio”,

così come male udita dalla nostra zia che racconta,

sta per l'abituale insulto rivolto a certo tipo di uomini, d'uso comune

a Roma, ma, come pare evidente, talvolta abusato anche in Sardegna).

Continua la zia:

Io credevo che brosio volesse dire che non si interessava

della chiesa, che non parlava con la gente, ma poi, già me

lo hanno spiegato si quello che voleva dire!”

La spiegazione veniva da Crocetta, una insegnante

elementare di Nuoro che andava a messa tutte le mattine insieme

alle donne del paese e che conosceva il significato di questa parola.

“Che orrore!” (dopo la spiegazione)

Allora, aveva fatto bene il vice parroco a non fare la messa,

per punizione, proprio proprio bene!”


A questo punto viene il bello, il viceparroco,

evidentemente non pago del gesto punitivo maldestramente indirizzato 

contro quelle innocenti e fedeli vecchiette, in preda ad un raptus punitivo ....

...... cosa si inventa?


Continua la zia:

“Po una cosa aggosi ha deppiu faere un'iscominiga contras a “ignoti”,

'hhhmm balla!

scominigaus sianta!

ma...... s'in d'ant'a pentire mi.........

mancari non s'isciada ecchine funtis, giai ind'ant''a bessire a claru giai!

se son rose, fioriranno!!!  (questo detto in italiano)

FIORIRANNO

Sulla scelta del “dispetto intelligente ” del viceparroco,

 chi mi scrive commenta,

i casi sono due:

  1. il viceparroco forse non sapeva che prodotto si usa per togliere il rossetto dai portoni,

  2. o, più probabilmente, non aveva a portata di mano il numero di un bravo giornalista specializzato in cronaca locale scandalistica che potesse accorrere quella mattina alle sei davanti a quel portone a registrare e diramare una tale sensazionale notizia.

 

Io sul resto aggiungo di mio:

Ma se chi va a messa tutte le mattine aspetta che FIORISCA

in qualche modo una scomunica per godersi, appagato, la sua vendetta,

ma... allora,

... cosa penetra del messaggio evangelico, sparso tra incensi e candele

alle sei di ogni mattina, attraverso  tutti quegli scialli e paniggeddos?

 

 Non sarebbe più saggio spiegare sotto voce a quelle orecchie che sentono 

così bene le vendette, che la scomunica, nell'ambito del diritto canonico

cattolico, è sì la più grave delle pene che possa essere comminata a

un battezzato, ma che le sue conseguenze non sono disgrazie che

fioriscono come rose o come foruncoli purulenti sulla pelle dello scomunicato? 

la scomunica, infatti, implica:

  1. l'essere esclusi dalla comunione dei fedeli
  2. l'essere privato di diritti e benefici derivanti dall'appartenenza alla Chiesa,
  3. il non poter amministrare e ricevere i sacramenti.

Presupponendo che per chi scrive di notte coi rossetti sulla porta delle chiese 

tali pene non siano poi così pesanti, mi domando piuttosto quale possa essere

il risultato atteso da chi invece le infligge?

 Scomunica, non anatema,

Noi sardi non ci meravigliamo,

ricatto e vendetta ci appartengono al punto che ....

persino nelle nostre preghiere ai Santi siamo capaci di pregare così:

(non a Baunei ma a Lodè con la loro lingua...)

Antoni chi sos cherveddos

ti lampana che arvata

preca po sos moitheddos

chi lis facat bona annata

ca si nono sa panata

chena  mele ti l’achimos

Antoni de Paduanu

Preca pro su lodeinu

Il sant'Antonio da Padova in questione a questo punto ragionerà sul

da farsi, o farà andare le api di Lodè a tutta birra

o la panata se la dovrà ciucciare senza miele.... 

QUINDI..... 

SE SON ROSE FIORIRANNO!!

E SE INVECE SONO.......

  son cachi

??????????..................................

 

Parole da aggiungere al dizionario 

___________________________________________________

SCOMINIGARE= SCOMUNICARE

SCOMINIGA = SCOMUNICA

INDULIARE =  INGIURARE, CALUNNIARE

 
 
 
 

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