nessunoescluso

Per chi crede nella scuola

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 
AWARD BRILLANTE

Premio ricevuto da ioxamicizia

che ringrazio

 
AWARD BRILLANTE

ricevuto da LorenaBianconi

che ringrazio

 

AWARD BRILLANTE

Premio ricevuto da vitaxme

che ringrazio

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 15
 

ULTIME VISITE AL BLOG

ioxamiciziaPROF.PIERPaoloPortocassetta2http99robbyb2antonio1951accatenazzocatapoScorpioncina71Vgwin1196christie_malryFanny_WilmotSoloDaisyStolen_words
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
 

 

L'importanza dell'uso delle mani

Post n°629 pubblicato il 29 Dicembre 2019 da PROF.PIER

 

Importanza della manipolazione per lo sviluppo psicomotorio dell'individuo

"Un bambino che dopo i 3 anni presenta un basso livello di psicomotricità è candidato non soltanto alla debilità manuale, ma anche a difetti intellettivi e caratteriologici, mentre un bambino che a 3 anni presenta una normale evoluzione psicomotoria lascia presumere un normale sviluppo mentale".

Se si osservano i fanciulli durante i momenti dedicati alle attività di manipolazione, si noterà che essi esternano attraverso il linguaggio le esperienze che compiono, le emozioni che provano. Talvolta il loro raccontare è rivolto a se stessi, appartiene ad una sfera fantastica tutta individuale ed il manipolare diviene un mezzo per immaginare situazioni e per dare significati diversi al materiale adoperato. Si capisce perciò che l'uso della fantasia e dell'immaginazione ha un risvolto terapeutico, nel senso che esse consentono una fuga dalla realtà, in situazioni difficili. Questo non significa estranearsi dalla realtà, ma avere degli ambiti, degli spazi mentali e psicologici dove è possibile rassicurarsi e in cui si entra, ma da cui si può uscire in qualsiasi momento.

 
 
 

IL MITO DELLA CAVERNA

Post n°628 pubblicato il 15 Gennaio 2018 da PROF.PIER

Il tema dell’educazione per Platone è assolutamente centrale per la vita dell’uomo nella società.

Partiamo dal  Mito della caverna come sintesi della filosofia di Platone e in genere si dimentica che l’allegoria della caverna  è preceduta da due righe che dicono: adesso ci occupiamo della natura umana, della nostra natura, collocata tra le tensioni della paideia (l’educazione) e la paideikia, cioè l’assenza di educazione.

Queste righe sono importanti soprattutto per la nostra natura perché quando Platone parla di educazione sembra dimenticarsi per un attimo che sta parlando di un’educazione elitaria, aristocratica, e pare parlare  invece di tutti gli esseri umani.

La condizione umana è descritta nell’allegoria della caverna.

Ci sono degli esseri umani incatenati ai piedi (non possono muoversi) e al collo (non possono girarsi) ciò che possono vedere, quindi tutto il loro mondo  è un gioco d’ombre sulla parete di fronte uno di loro riesce a liberarsi e inizia un percorso ascendente che tra mille difficoltà lo porterà dalle ombre alla luce al sole. E’ un percorso in salita tagliata da una strada in cui si innalza un muro. Questo muro assomiglia alla ribalta dei palcoscenici per le rappresentazioni delle marionette.

Sopra il muro passano delle persone che trasportano oggetti e alle loro spalle c’è una lampada appesa che proietta luce che a sua volte proietta ombre sulla parete. Il liberato, andrà oltre a questa strada e a fatica  uscirà dalla caverna raggiungendo una condizione contradditoria: alla luce vede male, e deve addestrare di nuovo lo sguardo, all’interno vede male perché abituato alla luce, e non riesce a decifrare le ombre come riusciva in passato. Questo uomo si interroga sul da farsi: Ora che sa come stanno le cose e ha visto il mondo com’è, il mondo che prima non risultava visibile,  nascosto, e ora invece è visibile, ora che ha visto la verità  che cosa deve fare?  Se torna di sotto rischia non solo di essere deriso per le cose che dice, a di finire  ammazzato. D’altra parte godersi la verità da solo è un atto che Platone e in genere la parte buona della nostra umanità non condivide.

 
 
 

LA CLASSE CAPOVOLTA

Post n°626 pubblicato il 05 Gennaio 2017 da PROF.PIER

Con Classe Capovolta, in inglese Flipped Classroom, si intende un metodo di apprendimento che capovolge il tradizionale sistema educativo.
Nella Classe Capovolta, infatti, le classiche lezioni frontali e gli esercizi a casa lasciano il posto a un lavoro, svolto a casa, di ricerca e studio, sfruttando materiali condivisi dall’insegnante o scovati nel web dai ragazzi, e un successivo momento di applicazione, in classe, di quanto appreso tra le mura domestiche.
In questo modo anche il ruolo del docente e il rapporto gerarchico con gli studenti cambia, non è più un rapporto rigido, bensì l’insegnante diventa una guida che affianca i ragazzi e li aiuta nella risoluzione dei problemi.

 

Nella Flipped Classroom l’aula non è più il luogo in cui il docente trasmette le informazioni e gli studenti apprendono le stesse, ma diventa la sede in cui gli studenti lavorano, discutono e si confrontano sugli argomenti che hanno studiato precedentemente a casa, ognuno con i propri tempi e seguendo i propri bisogni.
In questo modo, oltre che in ambito educativo e culturale, i ragazzi possono crescere anche personalmente, imparando a sostenere le proprie idee e i propri pensieri.
Questa parte importante della crescita, purtroppo, nelle classiche lezioni frontali è poco valorizzata, poiché la maggior parte del tempo in classe viene sfruttato per le spiegazioni del docente e non c’è, così, lo spazio per l’interazione con gli altri, fattore, invece, molto rilevante nella società.

 

La metodologia della Classe Capovolta muta il ruolo dell’insegnante.
Egli diventa un sostegno per gli allievi, i quali saranno responsabilizzati nella gestione di materiali e di contenuti da lui proposti, e una guida, anche trasmettendo la sua esperienza personale. Il docente non è più il dispensatore del sapere, ma l’elemento catalizzatore che, con la sua esperienza, è capace di stimolare e guidare i ragazzi.
In questo modo il docente può creare un’empatia generale con la classe, e soprattutto un rapporto esclusivo con ogni ragazzo, grazie al tempo che potrà dedicare ad ognuno di loro singolarmente.

 

 
 
 

DURA LEX, SED LEX

Post n°625 pubblicato il 21 Febbraio 2016 da PROF.PIER

Questa è una di quelle notizie che - da sole - danno il senso della distanza abissale tra vecchio e nuovo mondo. Si tratta di qualcosa che in Europa – e nella maggior parte del mondo civile – sarebbe assolutamente impensabile, mentre oltreoceano non solo è pensabile, ma diviene addirittura legge dello Stato. Mi riferisco alla legge del Texas, denominata “campus carry”, approvata il 1 agosto 2015 - che gli atenei statali sono obbligati ad applicare - secondo cui è consentito a studenti, genitori in visita e professori portare con sé armi da fuoco nelle aule scolastiche.

La legge è stata approvata in occasione del 50° anniversario di uno dei peggiori massacri in un campus universitario degli USA, quando uno studente, Charles Whitman, massacrò 16 persone sparando dalla torre dell’orologio della University of Texas di Austin. E ieri, 17 febbraio, il presidente dell’Università del Texas, Greg Fenves, ha approvato lo statuto secondo cui i frequentatori del campus con età superiore ai 21 anni e in possesso di regolare porto d’armi possono andare a lezione debitamente muniti di pistola o fucile. Il tutto naturalmente – c’è da dubitarne? – a buon fine, per difendersi da terroristi, mentecatti, maniaci o assassini di passaggio, che da qualche anno hanno eletto a proprio poligono di tiro scuole e università.

Ne è convinto il governatore dello Stato, Greg Abbott, secondo il quale questa legge potrà prevenire massacri e sparatorie visto che gli assassini di turno si troveranno di fronte una scolaresca armata fino ai denti e in grado di reagire. Una sorta di "sfida all'OK Corral", insomma... In realtà il nostro Greg Fenves non è mai stato d’accordo con questa brillante idea sponsorizzata dallo stato del Texas, ma dopo aver lungamente resistito, ieri ha dovuto capitolare.

Dura lex, sed lex.

Così, un po' abbattuto ha affermato: “questa decisione e stata per me la sfida più grande della mia presidenza, dato che non credo che le armi da fuoco siano adatte ad un campus universitario”.

Oddio, veramente? Ma tranquilli, ci saranno zone di esclusione e…degli obiettori di coscienza, come in ogni ambito democratico che si rispetti. Per esempio se nelle classi sarà tranquillamente permesso portare con sé la propria arma, nelle infermerie, nei dormitori o in certi laboratori bisognerà, ahimé, lasciare colt, pistole, fucili e mitragliette all’ingresso.

Bisogna dire che qualche professore, per la verità, ha manifestato qualche perplessità sul dover discutere il piano di studi o l’andamento scolastico con studenti armati come Rambo, come dargli torto? Ma la soluzione c'è: essere altrettanto ben equipaggiati, no?

Se vuoi bocciare lo studente e quello mette mano alla pistola, non hai che da sparargli prima tu, questo sì che sarebbe un confronto, come dire…ad armi pari…

 

Piero Cammerinesi

 
 
 

NON È UNO SCHERZO

Post n°624 pubblicato il 16 Febbraio 2016 da PROF.PIER

Se genitori e insegnanti si impegnano a far mangiare ai loro figli panini con hamburger e patatine fritte, magari annaffiati da  una bella bibita dolce gassata,   in cambio la loro scuola potrà ottenere attrezzature scolastiche. Sogno o son desto? No  sta accadendo davvero. Una  multinazionale   ha promosso un concorso in cui ha  invitato gli studenti a consumare i propri prodotti per accumulare punti  per poi sperare di essere estratti  per far guadagnare al proprio istituto il premio finale in attrezzature  per la didattica e voilà molti insegnanti e genitori hanno aderito,  direi abboccato,  salvo piangere poi insieme lacrime da coccodrillo e raffazzonare in fretta un progetto che parli di sana alimentazione e di lotta contro l’obesità infantile.   Il  ministero informato  cade dalle nuvole e minimizza: “ La polemica è ridicola e stanca”.  Intanto L’ultimo rapporto Unicef, in collaborazione con L’Istat, non lascia dubbi: l’Italia è pienamente contagiata da quella che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito “silente epidemia globale”. L'Italia è ai primi posti in Europa per obesità, con il 20,9% di bimbi in sovrappeso e il 9,8% obeso. L’obesità è associata a una forte riduzione dell’aspettativa di vita e a un incremento di anni di vita passati in malattia. Sono peraltro noti sia i legami fra obesità e diabete mellito (altra epidemia già dilagante), sia con altre patologie, fra cui il rischio cardiovascolare: che aumenta anche per chi è stato obeso anche solamente durante il periodo adolescenziale. Meno noto è che in 2 casi su 3 un bambino in sovrappeso diverrà un adulto obeso: con conseguenze anche per il sistema sanitario. Penso sinceramente che non  siano soltanto i figli a necessitare di una corretta educazione alimentare.  

 
 
 

Buon 2016

Post n°623 pubblicato il 30 Dicembre 2015 da PROF.PIER

 

Scuola

BUON ANNO A TUTTI

 
 
 

La "Dichiarazione di Cambridge sulla Coscienza".

Post n°622 pubblicato il 24 Novembre 2015 da PROF.PIER

GLI ANIMALI NON SONO MACCHINE BIOLOGICHE ED ISTINTIVE MA CREATURE INTELLIGENTI E SENSIBILI NON DISSIMILI DALL'UOMO


Fino a che punto si può affermare che gli animali abbiano una coscienza simile alla nostra?  fino a poco tempo fa la linea scientifica ufficiale sentenziava che gli animali sono delle macchine biologiche, mosse da puri istinti e quindi senza nessuna libertà di decisione, ora questa linea di tendenza cozza contro i dati oggettivi e le osservazioni dei biologi, degli etologi e dei neuropsicologi più avanzati.

DICHIARAZIONE DI CAMBRIDGE SULLA COSCIENZA DEGLI ANIMALI

A questa nuova tendenza che considera gli animali come esseri dotati di una loro mente, sensibilità ed intelligenza, si sono pure affiancati fisici, cibernetici, psicanalisti e filosofi che sono giunti a simili considerazioni. E la riprova di tutto ciò è che eminenti scienziati internazionali (ricercatori cognitivi, neurofarmacologi, neurofisiologi, neuroanatomisti e neuroscienziati) hanno sottoscritto il 7 giugno 2012, un atto ufficiale,
un evento di grande portata storico-culturale, anche se i media non ne hanno parlato, la "Dichiarazione di Cambridge sulla Coscienza".

 

 



 
 
 

Una scuola grande come il mondo

Post n°621 pubblicato il 21 Novembre 2015 da PROF.PIER

Una scuola grande come il mondo

C’è una scuola grande come il mondo.
Ci insegnano maestri e professori,
avvocati, muratori,
televisori, giornali,
cartelli stradali,
il sole, i temporali, le stelle.
Ci sono lezioni facili
e lezioni difficili,
brutte, belle e così così…
Si impara a parlare, a giocare,
a dormire, a svegliarsi,
a voler bene e perfino
ad arrabbiarsi.

Ci sono esami tutti i momenti,
ma non ci sono ripetenti:
nessuno puo’ fermarsi a dieci anni,
a quindici, a venti,
e riposare un pochino.
Di imparare non si finisce mai,
e quel che non si sa
è sempre più importante
di quel che si sa già.

Questa scuola è il mondo intero
quanto è grosso:
apri gli occhi e anche tu sarai promosso!

 
 
 

AUGURI

Post n°620 pubblicato il 31 Dicembre 2014 da PROF.PIER
Foto di PROF.PIER

 

 
 
 

BUON 2015

Post n°619 pubblicato il 31 Dicembre 2014 da PROF.PIER

"OGNI VOLTA CHE TI TROVI DALLA PARTE DELLA MAGGIORANZA

E' TEMPO DI FERMARTI E RIFLETTERE"

Mark Twain

 

 

Auguri a tutti gli amici del blog di un buon 2015

 
 
 
Successivi »
 
 
 

INFO


Un blog di: PROF.PIER
Data di creazione: 02/01/2008
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963