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Governabilità ed Etica

Post n°2 pubblicato il 06 Aprile 2019 da nicomedia

Ho letto e apprezzato questo articolo https://www.politicainsieme.com/la-politica-la-governabilita-e-i-patteggiamenti-sulla-bioetica-di-domenico-galbiati/

Per dare degli spunti di ragionamenti su proposte conseguenti vi ripropongo il mio primo post che trovate in questo blog

 
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§ 1 - La separazione dei poteri e opportunità del sistema elettorale proporzionale per l’organo legislativo.

Post n°1 pubblicato il 12 Marzo 2008 da nicomedia
 

Dall’inizio del Novecento l’Italia ha avuto dei sitemi di governo complessi; questo perché la classica impostazione dei governi democratici occidentali (basata sulla separazione dei 3 principali poteri --- Legislativo, Esecutivo e Giurisdizionale--) ha avuto una applicazione molto parziale per situazioni storiche contingenti e via via differenti.
In particolare alla fine della seconda guerra mondiale i Padri della Costituente avevano voluto limitare i poteri del governo, mediante il controllo del Parlamento, per evitare la rinascita di governi di tipo autoritario (fascismi).
D’altra parte, in mancanza di modelli alternativi alla separazione dei poteri, le esigenze di governabilità del Paese hanno spinto i politici ad individuare nel Governo stesso l’unico soggetto capace di motivare aggregazioni --- e quindi maggioranze ---- divenendo così il soggetto guida dell’attività politica.

Il sistema elettorale e le articolate procedure richiedenti un eccessivo passaggio parlamentare hanno contribuito non poco al crearsi di questa realtà.

Oltre alla abnorme generazione di nuove leggi questa anomalia ha portato a confusione ed ad una situazione paradossale :

 I Governi fanno le leggi (esercitano il potere legislativo), cosa ancor più paradossale oggi che la maggioranza dispone di circa il sessanta per cento dei seggi.
 Il Parlamento emana leggi che nella realtà sono atti amministrativi (tipici cioè dell’attività esecutiva --- per esempio oggi sono soggetti all’approvazione del Parlamento (leggi): indizione di concorsi pubblici, la legge Finaziaria negli aspetti amministrativi, la nomina di pubblici amministratori etc)


Bisognerebbe quindi ben analizzare, quando si parla di sistemi elettorali, qual è lo scopo della riforma proposta.

Si scoprirebbe allora che tante proposte (spesso motivate dal fatto che in altre nazioni funzionano) vengono portate avanti da gruppi/individui con motivazioni puramente strumentali finalizzate principalmente a trarre vantaggio dalle riforme stesse.

Anche se banali le conclusioni di questa breve nalisi sono:

1. Il Parlamento può e deve ritornare ad essere il soggetto Legislativo, ed in quanto tale il suo corpo può solo essere in base proporzionale
2. Il Governo deve avere la certezza del suo potere in termini di tempo e mezzi a disposizione. I sistemi i per garantire questo possono essere tanti e, primo ma non unico, il sistema elettorale per l’elezione del Capo del Governo (# a) La disponibilità di mezzi adeguati (in particolare la distinzione tra cosa è compito del Governo e cosa è compito del Parlamento) è cosa sicuramente non semplice per l’attuale condizione italiana (#b)
3. Va preservata in modo assoluto l’indipendenza della Magistratura. Contestualmente vigono dei principi di cautela, e primo fra tutti l’immunità parlamentare, che hanno una ragione d’essere assolutamente generale che vanno trattati con la necessaria prudenza.


Note a complemento:
#a) Per quanto riguarda la certezza del potere (legittimazione e garanzia della durata in carica) si illustra di seguito una lista non esaustiva di esempi di possibile applicazione:
 Elezione diretta del premier con ballottaggio (per avere l’assenso di almeno il 50% dell’elettorato)
 Elezione del premier da parte di una assemblea di Grandi Elettori (eletti solo per questa occasione)
 Nomina del Capo del Governo da parte del Parlamento in seduta comune con le stesse modalità della elezione del Presidente della Repubblica o del Presidente del Senato.

Conseguentemente la caduta del Governo può ancora avvenire ma con norme più rigide rispetto ad oggi e paragonabili a quelle della caduta del Presidente della Repubblica (quindi con procedure ad hoc e richiesta di maggioranze qualificate per esempio dei 2/3 o 3/4 )

#b) La più complessa questione dei mezzi riguarda la definizione di cosa è atto legislativo (valido per tutti e sempre) e cosa è atto dell’esecutivo ( con carratteristiche di libera determinazione o valido solo in determinati contesti storico/territoriali etc.).

Una stesura completa di ciò che è proprio del Parlamento e ciò che è proprio del Governo è compito oggi difficile da realizzare e solo anni di lavoro di studiosi o della Corte Costituzionale potrebbero bastare a portarlo a termine.
Una possibile soluzione potrebbe essere quella di destinare una delle due Camere (preferibilmente il Senato) a questo scopo. Non sarebbe questa una limitazione in quanto questo compito è di assoluta responsabilità.

Parimenti l’altro ramo del Parlamento potrà procedere focalizzato sulla stesura di leggi, che hanno caratteristiche di riforma, libero dai vincoli generati dallo stretto legame con il governo in carica che può pesantemente condizionano oggi i lavoro parlamentare.

Nicomedia marzo 2003

 
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