Creato da nobileateniese7 il 15/02/2013

nomizo

"....direbbero, io penso, che quell'uomo è fuori di sè, e che, per aver sentito qualcosa da qualche libro, o per aver usato casualmente dei modesti farmaci, ritiene di essere diventato medico, senza avere alcuna competenza dell'arte..." (PLATONE-"Fedro")

 

« il culto dovuto agli deidel vendere e del comprare »

oro e legno

Post n°13 pubblicato il 19 Maggio 2013 da nobileateniese7

il mestolo d'oro e il mestolo di legno

Platone

da IPPIA MAGGIORE (290 D - 291 E)

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.....SOCRATE: «E allora? L'avorio e l'oro», dirà, «tu che sei sapiente, quando sono usati in modo appropriato, fanno apparire belle le cose e, quando non lo sono, le fanno apparire brutte?».

Negheremo o ammetteremo con lui che parla correttamente?

IPPIA: Ammetteremo questo, che ciò che a ogni cosa si trovi a essere appropriato, la rende bella.

SOCRATE: «Dunque», dirà, «quando uno mette sul fuoco la pentola di cui parlavamo poco fa, quella bella, piena di buon passato, è appropriato a essa un mestolo d'oro o uno di legno di fico?».

IPPIA: Per Eracle, di che razza di uomo parli, Socrate? Non vuoi dirmi chi è?

SOCRATE: Anche se ti dicessi il nome, comunque non sapresti chi è.

IPPIA: Ma ora io so che è un ignorante.

SOCRATE: Ippia, è assai molesto: comunque, che gli diremo? Quale dei due mestoli è adatto al passato e alla pentola? Non è forse chiaro che è quello di legno? Infatti, credo, rende più saporito il passato e nel contempo, amico mio, verserebbe il passato non facendoci rompere la pentola, non spegnerebbe il fuoco e non farebbe restare i banchettanti privi dì un ottimo cibo. Invece quello d'oro causerebbe tutti questi disastri, sicché a me sembra che noi dobbiamo ammettere che è più appropriato il mestolo di legno rispetto a quello d'oro, se non hai nulla da aggiungere.

IPPIA: No, infatti, Socrate, mi sembra appropriato: io certo però non discuterei con un uomo che fa simili domande.

SOCRATE: Dici bene, caro mio: infatti per te non sarebbe conveniente sporcarti con simili parole, poiché sei così ben vestito, hai bei calzari, godi di una buona fama per la tua sapienza presso tutti i Greci. A me, invece, non dà assolutamente fastidio avere a che fare con lui: pertanto istruiscimi prima e rispondi per me: «Se dunque il mestolo di legno è più appropriato di quello d'oro», egli dirà, «non sarebbe forse anche più bello, dal momento che, Socrate, hai ammesso che ciò che è appropriato è più bello di ciò che non è appropriato?». Ippia, non dobbiamo forse ammettere cheil mestolo di legno e più bello di quello d'oro?

IPPIA: Vuoi che io ti dica, Socrate, che cosa devi dire che è il bello per liberarti dai troppi discorsi?

SOCRATE: Certo, tuttavia non prima di avermi detto quale dei due mestoli di cui testé parlavamo io devo rispondere essere appropriato e più bello.

IPPIA: Ma se vuoi, rispondigli che è quello fatto di legno di fico.

SOCRATE: Ora di' quello che poco fa stavi per dire. Infatti con questa risposta, se dico che il bello è l'oro, mi sembra che l'oro non risulterà assolutamente più bello del legno di fico; ma ora, cosa dici essere il bello?

IPPIA: Io te lo dirò. A me sembra che tu cerchi di trovare come risposta a cos'è il bello una cosa tale che a nessuno mai in nessun caso sembrerà brutta.

SOCRATE: Certo Ippia, ora tu comprendi.

IPPIA: Ascolta, dunque, e dopo sappi che, se qualcuno ha qualcosa da obiettare, puoi dire che io non ho alcuna competenza.

SOCRATE: Dillo il più in fretta possibile, per gli dèi.

IPPIA: Io appunto dico che sempre, per ognuno e in ogni dove, la cosa più bella per un uomo è essere ricco, in salute, onorato dagli Elleni, arrivare alla vecchiaia dopo aver dato onorata sepoltura ai propri genitori ed essere sepolto bene e con magnificenza dai propri discendenti.

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 Se ne deduce che adornare il fango con l'oro, non lo rende bello.

Ci vuole coerenza nell'uso del bello.

Non si può suonare Bach in una discoteca

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