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San Gennaro e il suo miracolo.

Post n°11 pubblicato il 04 Novembre 2008 da napoli.cult
 
Foto di napoli.cult

Voglio cogliere l'occasione offertaci dal post precedente, per proporre la storia del santo napoletano per eccellenza, il suo santo patrono, il San Gennaro del miracolo e del sangue che si liquefa. Lo ritengo giusto perché, al di la' della fede o del puro ateismo come quello del sottoscritto, San Gennaro resta comunque qualcosa di affascinante che non può lasciare indifferenti.

Sono tanti i riferimenti, i simboli, le caratteristiche, le parole, le espressioni, le usanze che non appena vengono citate, immediatamente portano con la mente a Napoli.

Se pronuncio la parola "sfizio", mi viene in mente qualcosa che mi porta a pensare ad una piacevole soddisfazione che si può ottenere con il minimo sforzo e in piena economia, ed è, contemporaneamente, una parola ed una filosofia napoletana; se dico "mozzarella" non posso non pensare alla delicatezza di un formaggio fra i più apprezzati al mondo e, anche questa è una parola napoletana di cui, semmai in un altro post, avremo modo di parlare affrontando gli argomenti connessi alla lavorazione di questo rinomato prodotto; se penso alla "sfogliatella" come faccio a non pensare a Napoli e alla sua scuola di pasticceria?

Succede la stessa cosa se dico "miracolo". Eliminati per ovvi motivi tutti i riferimenti che conducono agli scritti evangelici, non ci resta che pensare ad un solo esempio, quello che per due volte l'anno convoca migliaia di fedeli nel Duomo di Napoli nell'attesa del verificarsi di un evento che, ormai da secoli, si ripete con una puntualità che può definirsi svizzera: il miracolo di San Gennaro.

Sul patrono di Napoli è forse il caso di spendere due parole.

Il suo vero nome era Ianuario in quanto discendeva dalla famiglia gentilizia Gens Januaria pertanto, la corruzione napoletana "Gennaro" proviene dal cognome e non dal nome. Comunque Gennaro è una delle "icone" napoletane più famose nel mondo.

Gennaro, ai tempi dell'imperatore Diocleziano era vescovo di Benevento e, un giorno, recatosi a Pozzuoli per fare visita ai fedeli, saputo dell'arresto di un suo amico, Sessio, il diacono di Miseno, da parte di un giudice locale, decise di andarlo a trovare. Questo comportamento, però, costò l'arresto anche a lui e la condanna alla adorazione forzata degli idoli presso gli altari pagani.

Naturalmente, Gennaro si rifiutò. Il giudice Dragonzio lo condannò, quindi, ad essere divorato dalle belve nell'anfiteatro di Pozzuoli durante una di quelle esibizioni di violenza feroce e crudele cui i romani e i popoli ad essi assoggettati erano abituati.

Il popolo, a questa decisione, si ribellò ma tutto quello che ottenne fu la conversione della pena in decapitazione. Cosicché, il religioso fu giustiziato su di un ceppo che viene ancora conservato nella chiesa di San Gennaro fondata su una delle alture della odierna Pozzuoli; il suo sangue, invece fu raccolto e conservato da alcuni fedeli rito, questo, molto usuale all'epoca dei fatti; il corpo del martire venne sistemato prima a Fuorigrotta e poi a Capodimonte presso le catacombe di San Gennaro nell'aprile di circa un secolo dopo la sua morte.

E fu proprio in questo periodo che, per la prima volta, si notò come, in vicinanza delle ossa del santo, il contenuto delle ampolle contenenti il sangue, da solido, si trasformò in liquido. La data ufficiale della prima liquefazione è il 1389.

Il "miracolo" ai nostri giorni si verifica due volte l'anno: la prima domenica di maggio e il 19 settembre, giorno di San Gennaro.

immagine

In moltissimi credono nel prodigio, in molti altri, ovviamente, no. Esperimenti in laboratorio utilizzando sistemi ed elementi già presenti finanche in periodi molto remoti, dimostrano che la liquefazione è solo una reazione chimica.

Fatto sta, che l'evento, ogni qualvolta si svolge, spinge migliaia di individui a riempire il Duomo come un uovo e molte altre persone restano fuori in attesa che il vescovo annunci l'avvenuto miracolo.

Per quanto mi riguarda, pur restando molto scettico su questi avvenimenti, non posso esimermi dal descrivere il fascino e il mistero che accompagnano tutta la vicenda attraverso i secoli, le spoglie di Gennaro, gli spostamenti continui cui sono state sottoposte e tutto il resto delle leggende che avvolgono quella principale. Ve n'è una  che vuole che le gocce di sangue sul ceppo, conservato a Pozzuoli, sul quale, secondo la tradizione, fu decapitato il santo, brillano vividamente mentre, a distanza di chilometri, nel Duomo di Napoli, avviene il miracolo. Bisogna, per onor di cronaca, ricordare che nel 300 d.C. non si usava il ceppo per le decapitazioni e il marmo conservato a Pozzuoli viene datato in un'epoca nettamente più tarda rispetto al periodo dello svolgimento dei fatti.

Tornando alle spoglie di Gennaro, queste ora sono conservate fin dal 1492 nel Duomo intitolato a lui, in una cappella tra le più ammirate per la bellezza delle decorazioni.

Il mondo di cui facciamo parte, questo mondo ormai a volte così disumano, così violento come, forse, non ci saremmo mai aspettati di vivere, questo mondo così spietato ed egoista, finto e contraffatto, alterato dall'ingordigia di pochi che mette in condizioni di estrema povertà tantissimi, questo mondo, oggi più che mai, ha bisogno di qualcosa in cui credere e se questo può aiutare le persone più esposte a risolvere i propri problemi esistenziali, ben vengano i miracoli e i santi come Gennaro, che riescono, con i misteri che avvolgono le loro vicende, a regalare un sorriso e una speranza a chi ne ha più bisogno.

 
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