Creato da Nuvola.Pasticciona il 21/11/2014

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VADEMECUM MONTESSORIANO

Post n°8 pubblicato il 03 Dicembre 2014 da Nuvola.Pasticciona
 

Molto spesso, durante le riunioni con i genitori all'asilo, l'argomento preferito e che, ahimè, li preoccupa di più è come aiutare il proprio piccolo a costruire una corretta autostima.
Al di là di tutte le più nuove teorie pedagogiche, io credo che Maria Montessori abbia individuato senza ombra di dubbio alcuni "vademecum" che reggeranno nel tempo e saranno alla base della formazione di ogni educatore.
E non si tratta di una sorta di decalogo dell'educazione, ma di semplici e limpide strategie che ci aiuteranno a comprendere meglio i nostri bambini, ma soprattutto ad aiutarli nella loro armoniosa crescita psico/fisica.

Non sostituirti al bambino in ogni minima incombenza, ma rispondi al grido silenzioso del bambino: AIUTAMI A FARE DA SOLO!

Tenere un tono di voce basso e calmo.

Coinvolgi il bambino nelle attività quotidiane (rifare il letto,apparecchiare il tavolo,riporre gli oggetti al loro posto,cucinare insieme); lo aiuterà a responsabilizzarsi e a prendere un suo ruolo all'interno del nucleo famigliare considerando i bisogni di tutti;

Non ostacolarlo quando prende un'iniziativa e lascialo libero di provare, sperimentare,offrigli l'opportunità di sbagliare e di auto correggersi, di affinare così la propria capacità valutativa

Rendilo intimamente consapevole delle sue doti compiacendoti delle sue conquiste

Fai fiorire la consapevolezza che può fare da solo,alimentando la sua curiosità e il coraggio di tentare

Fagli comprendere che l'errore è una meravigliosa opportunità

Permettigli di attuare la libera scelta, sarà un bambino libero da condizionamenti e un adulto responsabile

Tenere le nostre aspettative e aspirazioni lontane dal bambino,che deve sentirsi libero di esprimere sè stesso nell'assoluta convinzione di essere sempre e comunque amato

Bandire premi e castighi poiché non portano alla comprensione di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma creano un burattino non in grado di valutare da sè e che compie azioni con il solo scopo di essere premiato senza trarne nessun godimento.

E ancora: è importante ribadire che il metodo Montessori, per quanto aperto alla libera sperimentazione, raccomanda ai genitori  ed educatori di far rispettare le regole ai bambini.

Poche e chiare, ma non trasgredibili.

 
 
 

ANCORA SUL D.L. 1260

Post n°7 pubblicato il 03 Dicembre 2014 da Nuvola.Pasticciona
 

Come pubblicato nel post precedente, il Gruppo Nazionale Nidi Infanzia festeggia il 2 dicembre come la Giornata Nazionale dei servizi educativi per l'infanzia.

Di seguito un'intervista alla vicepresidente del Gruppo Monica Guerra, presa dalla pagina FB del gruppo.

"Inizialmente abbiamo voluto celebrare il quarantesimo anniversario della legge 1044, la prima che ha istituito il nido come servizio sociale di interesse pubblico" ci spiega Monica Guerra, vicepresidente del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia.

"Questa purtroppo è una legge vecchia, che non propone il nido come servizio educativo. Quest'ultima edizione della Giornata Nazionale dei servizi per l'infanzia si pone un obiettivo più attuale e necessario: far sì che il nuovo disegno di legge 1260 sia a tutti gli effetti convertito in legge per regolamentare in Italia i servizi destinati all'infanzia, affinché ci sia non solo una diffusione omogenea di luoghi e spazi dedicati e con operatori formati ma anche un'omogeneità degli standard qualitativi" continua.

La 1260 è dunque "Una legge da prendere al volo" come recita il claim dell'iniziativa. "I bambini sono persone con elevate capacità di socializzazione e il nido e la scuola dell'infanzia sono dei buoni "cortili", contesti pensati e curati apposta per loro, che consentono di crescere in modo completo" riflette Monica Guerra. "Per un bambino è fondamentale trascorrere del buon tempo con i propri genitori e familiari ma è altrettanto importante fare esperienze con coetanei e bambini un po' più grandi dai quali "imparare vedendo" e con adulti che non sono i genitori" conclude.

"Chilometri di firme per una legge da prendere al volo", passo dopo passo, verso una legge per sostenere la necessità di un sistema integrato, tra nido e scuola dell'infanzia, affinché ci sia continuità tra queste due esperienze così importanti per la storia educativa delle bambine e dei bambini.


A questo link è possibile firmare la petizione!


http://www.grupponidiinfanzia.it/una-legge-da-prendere-al-volo/

 

 
 
 

DISEGNO LEGGE 1260

Post n°6 pubblicato il 23 Novembre 2014 da Nuvola.Pasticciona
 
Tag: 1260, legge, nidi

(fonte www.grupponidiinfanzia.it)

Al Senato, a gennaio, è stato presentato il Disegno di Legge n. 1260 che, se approvato, regolamenterà i servizi per l'infanzia da zero a sei anni in tutta Italia.

Il gruppo Nazionale Nidi e Infanzia, con forza e determinazione, lotta per sostenere la conversione di questo disegno in legge.

Clicca qui per partecipare alla raccolta firme online: FIRMA!

Un disegno di legge che:

  •  istituisce il sistema integrato dei servizi educativi e delle scuole dell'infanzia (articolo 1, comma 2 e art. 2) e la continuità educativa tra il nido e la scuola dell'infanzia (art. 5);
  •  colloca il nido d'infanzia nel Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (art. 1, comma 5);
  • stabilisce che i servizi per l'infanzia 0-6 NON rientrino più tra i servizi a domanda individuale come i cimiteri o i macelli pubblici e siano esenti dal patto di stabilità cioè senza vincoli di assunzione di personale e di spesa (art. 2, comma 3);
  • descrive con precisione le funzioni e i compiti dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali (artt. 7, 8, 9);
  • prevede i livelli essenziali (art. 6) per i nidi e per le scuole dell'infanzia cioè il 33% di offerta dei servizi 0-3 anni su tutto il territorio nazionale, la generalizzazione della scuola dell'infanzia, la definizione di standard di qualità per tutti i servizi del sistema integrato e un adeguato piano di cofinanziamento della legge dall'anno 2014 all'anno 2020 a carico dello Stato (art. 14).

 

     

     
     
     

    GIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA

    Post n°5 pubblicato il 23 Novembre 2014 da Nuvola.Pasticciona
     

    Il 20 novembre, data nella quale non avevo ancora aperto questo blog, è stata la

    Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

    Dato gli argomenti  che per la maggior parte tratterò, mi sembrava giusto citarla, anche se a posteriori

     

     

     
     
     

    NON CI SONO SCULACCIATE BUONE

    Post n°4 pubblicato il 22 Novembre 2014 da Nuvola.Pasticciona
     

    ...di Alice Miller

    Perché le sculacciate, gli schiaffi ed anche le percosse apparentemente innocue come gli schiaffi sulle mani d’un bambino sono pericolosi?

    1. Gli insegnano la violenza, con l’esempio che ne danno.

    2. Distruggono la certezza infallibile d’essere amato, cosa di cui il bambino ha bisogno.

    3. Creano un’angoscia: quella dell’attesa delle prossime percosse.

    4. Sono portatrici d’una menzogna: pretendono di essere educative quando in realtà servono ai genitori per sfogare la loro rabbia, perché essi picchiano i loro bambini perché sono stati essi stessi picchiati nella loro infanzia.

    5. Incitano alla rabbia e ad un desiderio di vendetta che non verranno espressi nell’infanzia ma si  esprimeranno nell’età adulta.

    6. Predispongono il bambino ad accettare argomentazioni illogiche (“io ti faccio male per il tuo bene”) e le imprimono nel suo corpo.

    7. Distruggono la sensibilità e la compassione verso gli altri e verso sé e limitano così le capacità di conoscenza.

    Che cosa impara il bambino dalle sculacciate e dalle altre percosse?

    1. Che il bambino non merita il rispetto.

    2. Che si può apprendere il bene attraverso una punizione (e questo è falso, in verità insegniamo al bambino solo il desiderio di punire).

    3. Che non bisogna sentire la sofferenza, che è necessario ignorarla, e questo è pericoloso per il sistema immunitario.

    4. Che la violenza fa parte dell’amore (lezione che incita alla perversione).

    5. Che la negazione delle emozioni è salubre (ma è il corpo che paga il prezzo per quest’errore, spesso molto più tardi nella vita)

    6. Che non bisogna difendersi prima dell’età adulta.

    E’ il corpo che conserva la memoria di tutte le tracce nocive delle supposte “buone sculacciate”.
    Come scarichiamo la rabbia inascoltata?

    Durante l’infanzia e l’adolescenza:

    1. Perseguitando i più deboli.

    2. Aggredendo i propri amici e compagni.

    3. Umiliando le ragazze.

    4. Attaccando gli insegnanti.

    5. Vivendo le emozioni vietate dinanzi alla televisione o attraverso i videogiochi, identificandosi con eroi violenti. (I bambini non picchiati dimostrano meno interesse per gli spettacoli violenti e crudeli e non produrranno film atroci, una volta diventati adulti).

    Nell’età adulta:

    1. Si perpetuano le percosse, apparentemente come un mezzo educativo efficace, senza rendersi conto che in verità ci si vendica della propria sofferenza sulla generazione successiva.

    2. Ci si rifiuta (o non si è capaci) di comprendere le relazioni tra la violenza subita precedentemente e quella ripetuta attivamente oggi. Si conserva così l’ignoranza della società.

    3. Ci si impegna in attività violente.

    4. Ci si lascia influenzare facilmente dai discorsi politici che ci indicano capri espiatori alla violenza che abbiamo interiorizzato e di cui ci possiamo finalmente sbarazzare senza essere puniti: razze “impure”, etnie da “ripulire”, minoranze sociali disprezzate.

    5. Perchè chi ha obbedito alla violenza da bambino, è pronto ad obbedire nuovamente a qualsiasi autorità che gli ricordi l’autorita dei genitori, come i tedeschi hanno obbedito a Hitler, i russi a Stalin, i serbi a Milosevic.

    Per contro, si può prendere coscienza della rimozione, provare a comprendere come la violenza si trasmette dai genitori ai bambini e smettere di picchiare i bambini indipendentemente dalla loro età. Si può farlo (molti vi sono riusciti) immediatamente quando hanno capito che le sole vere ragioni per dare “botte educative” si nascondono nella storia rimossa dei genitori.

    © Alice Miller

     
     
     
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