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« femminicidio terzigno ma...per cacciare degli stran... »

migranti sequestro della open arms ong pronta con altra nave

Post n°112 pubblicato il 21 Marzo 2018 da nostalgea
 

Se il disposto dal procuratore Carmelo Zuccaro dovesse essere convalidato la flotta delle navi umanitarie rimasta ad operare nel Mediterraneo si ridurrebbe di un'altra unità lasciando ai minimi termini il dispositivo dei soccorsi che, a luglio scorso, ha già perso la Iuventa della tedesca Jugend Rettet, sequestrata ormai nove mesi fa dalla Procura di Trapani in una inchiesta parallela a quella catanese, e ha poi dovuto contare le defezioni di buona parte delle altre imbarcazioni che nel 2016 e nei primi mesi del 2017 aveva dato un apporto fondamentale a salvare migliaia di vite umane.

Ieri la Procura di Catania ha convalidato anche il sequestro dei telefoni cellulari del comandante della Open Arms e del capo missione Anabel Montes che sono stati portati via dagli uomini della squadra mobile di Ragusa e anche quelle intercorse con la sede spagnola della Proactiva nelle ore in cui sono state decise le condotte contestate dai pm, a cominciare da quella di non chiedere a Malta, luogo di approdo più vicino, la concessione del porto sicuro dove far sbarcare i 218 migranti salvati.

A bordo della Open Arms, ormeggiata al molo del Porto di Pozzallo, sono rimasti il comandante e il capo della missione numero 43 della Proactiva che ieri è stata dichiarata conclusa con lo sbarco dei componenti dell'equipaggio che, dopo aver esposto uno striscione di solidarietà nei confronti della Ong, ha lasciato la Sicilia.

Più o meno contemporaneamente alla pronuncia della Cassazione sul ricorso presentato dalla Iugend Rettet contro il sequestro dell'imbarcazione, dovrebbe arrivare anche la conclusione dell'indagine della Procura di Trapani che vede tra gli indagati alcuni esponenti dell'equipaggio della nave tedesca e il sacerdote eritreo don Mussie Zerai accusati di aver favorito l'immigrazione clandestina con "consegne" di migranti concordate direttamente con i trafficanti libici che avrebbero approfittato della vicinanza delle navi per effettuare lanci multipli di gommoni pieni di migranti sicuri che venissero soccorsi dopo poche miglia.

 
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