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LA DEPRESSIONE E' FEMMINA

Post n°79 pubblicato il 03 Novembre 2010 da iltuopsicologo1964
 

Che cosa intendiamo per DEPRESSIONE? Negli ultimi 15 anni gli psichiatri hanno finalmente accettato una definizione comune, migliorando cosi' non solo l'affidabilita' della diagnosi ma anche rendendo piu' facile la ricerca clinica internazionale, in quanto si parla un linguaggio comune. La DEPRESSIONE classificata secondo la definizione internazionale come  (piu' severa) e' la forma piu' comune tra un vasto gruppo di disturbi. E' caratterizzata non solo da un umore nero e pessimista ma anche da perdita di interesse e piacere per le attivita' piu' comuni. Questo disturbo e' preminentemente e persistentemente associato sia a sintomi somatici come perdita dell'appetito e del sonno, sia a disturbi mentali come agitazione o passivita', scarsa energia, sensazioni di colpa, difficolta' a concentrarsi, fino a giungere a pensieri di morte e desiderio di suicidio. Con criteri e metodi unificati di diagnosi e classificazione in Paesi e culture anche molto diverse si sono raccolti negli ultimi 10 anni dati epidemiologici importanti per la valutazione della frequenza e della distribuzione geografica della DEPRESSIONE nella societa' moderna. Nove studi maggiori fatti in 9 paesi europei, asiatici, in Usa, Canada e Nuova Zelanda, permettono di stabilire definitivamente che la DEPRESSIONE clinica e' un fenomeno piu' frequente nella donna che nell'uomo. I dati italiani ci giungono da uno studio compiuto a Firenze e pubblicato nel 1990 che dimostra anche qui una chiara prevalenza dei casi femminili sui maschili. Questi dati sono stati confermati recentemente da due grossi studi epidemiologici fatti in Usa ('94 e '95), con un rapporto 1,7 per le depressioni femminili rispetto a quelle maschili. Gli stessi studi dimostrano caratteristiche differenze tra i sessi con un esordio tipico tra i 13 e i 15 anni per le femmine, un massimo raggiunto durante il periodo fecondo e una diminuzione progressiva della frequenza con l'eta'. Sorprendente e' la mancanza di indicazioni a favore di un aumento delle depressioni durante la menopausa. Le depressioni durano piu' a lungo nelle donne che negli uomini e guariscono piu' difficilmente in modo spontaneo. Le ragioni non sono affatto chiare mentre e' palese che il periodo della gravidanza rappresenti una zona particolarmente pericolosa per la donna con una frequenza di depressioni di oltre il 10%. Tra i fattori di rischio piu' frequenti e determinanti lo scatenarsi di una severa crisi depressiva e' la gravidanza non desiderata. Tale condizione, di per se stessa gia' grave, puo' sommarsi a contrasti matrimoniali. Questa combinazione e' considerata tra le cause scatenanti piu' frequenti con alto rischio di suicidio combinato al non-desiderio di partorire e a un forte disinteresse futuro per la prole. Eventuali casi di DEPRESSIONE tra i familiari o episodi precedenti di DEPRESSIONE fanno parte della lista dei fattori che aumentano il rischio di una DEPRESSIONE dopo il parto. La tradizionale terapia farmacologica con antidepressivi di tipo triciclico o con quelli bloccanti la ricaptazione della serotonina e' molto efficace. Siamo pero' di fronte al pericolo di danneggiare il feto particolarmente nelle prime settimane di gravidanza. E' sorprendente la nostra ignoranza sugli effetti di farmaci antidepressivi e psicofarmaci in genere per la salute del feto. Non esistono praticamente studi a lungo termine che ci aiutino a stabilire dosi tollerabili non tossiche e i pericoli di una terapia farmacologica nella donna gravida. La regola d'oro e' di astenersi dalla somministrazione di ogni tipo di farmaco almeno durante le prime 12 settimane. Questa linea non e' facilmente applicabile nel caso di severe psicosi o depressioni con rischio di suicidio, in cui un intervento e' non solo opportuno ma in certi casi obbligatorio. Il periodo post-parto e' ugualmente pericoloso; con una zona di massimo rischio per sviluppo di depressioni nei trenta giorni seguenti il parto e per una durata che puo' estendersi fino a due anni. I disturbi psichiatrici puerperali possono essere di tre tipi: melancolia, vera DEPRESSIONE e stati psicotici. Questi ultimi hanno una frequenza di 1-4 ogni mille parti. La meta' di essi hanno le caratteristiche vere e proprie di gravi depressioni. Esistono anche qui fattori di rischio come la presenza di precedenti depressioni. La frequenza di tali episodi e' di circa il 10-15%. Il rischio di riavere la DEPRESSIONE in una successiva gravidanza puo' arrivare fino al 50%. Percio' le donne che hanno sofferto una prima volta di DEPRESSIONE durante la gravidanza devono ricevere particolare attenzione. Come anche nel caso precedente, un'interruzione di gravidanza deve esser tenuta in considerazione. Purtroppo anche qui emergono la nostra ignoranza e la mancanza di studi e ricerche in questo campo. Poiche' la DEPRESSIONE e' un disturbo assai frequente nelle donne durante il periodo fecondo e poiche' esistono gia' mezzi efficaci di trattamento sarebbe necessario rendersi conto degli effettivi pericoli di tali terapie sul feto. Gli studi dovrebbero essere completati da ricerche su modelli animali poiche' per ragioni etiche molte indagini non possono essere fatte direttamente su donne gravide. A causa di una deficiente organizzazione dell'assistenza sanitaria negli Stati Uniti la maggior parte delle persone adulte che soffre di depressioni anche gravi (donne o uomini che siano) non riceve alcuna terapia. Cio' e' particolarmente vero nel caso di donne prima e dopo il parto. Il danno dell'omissione delle cure alla madre sulla salute della prole e' stato sottolineato da recenti studi. Non esistono ricerche a lungo termine che abbiano seguito la salute mentale dei figli di madri con gravi e ricorrenti episodi di depressioni puerperali. La nostra conoscenza sulla DEPRESSIONE in genere e' notevolmente aumentata negli ultimi anni. Ma quello delle depressioni femminili rimane un capitolo oscuro. Molto rimane dunque da imparare sulla causa della DEPRESSIONE e sul trattamento specifico delle donne depresse nell'eta' feconda.

ARTICOLO COMPLETO AL SEGUENTE INDIRIZZO: http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=1497588

PER APPROFONDIMENTI: http://www.iltuopsicologo.it/test_depressione.php

 
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