Notte che consola
la notte come momento in cui riflettere,in cui consolarsi,in cui coccolarsi.Sei magica notte....
DEDICATO
dedicato a te dall’anima splendente,
dedicato a te che inorgoglisci il mio cuore,
dedicato a te che diventi la culla del mio piacere,
a te che mi strappi solo sorrisi,
a te perché nelle tue mani mi sento innocente creatura , ma anche donna da esplorare e complice di una felicità da vivere insieme.
E proprio io che vivo con il cuore avanti quella vita di cocci e di vetri rotti,oggi ti dedico una nuova parte di me…Ti amo,amore mio….
Lo so la vita è difficile,ma io per te ci sarò sempre…
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gli esami non finiscono mai
Post n°241 pubblicato il 13 Gennaio 2011 da notte_serena
Commedia in tre atti più prologo, scritta da Eduardo De Filippo nel 1973, nella quale sono raccontate le vicende che è costretto ad affrontare Guglielmo Speranza dal momento in cui si è laureato sino alla sua morte. Importante è da notare che questa è l’ultima commedia di Eduardo, infatti, spicca in maniera palese il pessimismo che negli ultimi anni lo aveva caratterizzato, divenendo sempre più evidente, nei suoi lavori, e lo sa bene chi ha visto anche “Il sindaco di Rione Sanità”, altro esempio dell’ascendente pessimismo di Eduardo. Mille sono i temi che sono affrontati in questo lavoro, il più sottolineato è quello legato alla legge del vivere civile, e mostra come il giudizio dalla gente possa condizionare la vita di tutti noi. La gente che aspetta, che guarda, che giudica ogni tuo passo, e che a volte pesa più del giudizio di chi ti sta attorno. La commedia inizia con un prologo, in cui Eduardo spiega che il personaggio che sta per interpretare non è altro che il prototipo di tutti noi, infatti, non definisce in quale campo svolge la sua carriera, lasciandola nel vago, anche per questo è forse l’opera più apprezzata, proprio per la possibilità che offre di rispecchiarsi in essa. Inoltre anticipa al pubblico la tecnica con la quale si svolgerà l’intera opera, definendo il ruolo che avrà esso stesso. Eduardo rende partecipe ancora di più il pubblico dandogli un ruolo di spalla, infatti, tra una scena e l’altra Guglielmo Speranza racconta, rivolgendo direttamente verso lo spettatore, le sue riflessioni e le “speranze”. Come accennavo prima sono davvero tanti i temi affrontati, quello che mi ha colpito di più è sicuramente la finta amicizia. Critica quel tipo di gente che ti si dichiara amica, ma che invidia la tua vita e cerca sempre di metterti il bastone fra le ruote, sfruttando che per galateo non vi sarà mai una reazione. Attacca i buoni consigli della gente, quella che ti si appiccica addosso solo per vedere i tuoi errori, e per innalzarsi a giudici per puntarti il dito contro. Rilevante è anche l’attenzione nella scelta dei nomi dei vari protagonisti che preannuncia il ruolo dei personaggi, credo con lo scopo di rendere anche loro prototipi.(La Spina/amico falso, bonaria/l’amante di Guglielmo Speranza). Eduardo, anche in questo lavoro sfrutta il “silenzio”, che qui ha un duplice significato quello di rappresentare la sordità del mondo e il distacco che il personaggio sente dal mondo che lo circonda. Un’altra riflessione che secondo me bisogna porre l’accento, è il giudizio sulla medicina moderna, di qui Eduardo ha una scarsa fiducia, tanto che in questa commedia pretende di essere assistito da un veterinario. Inoltre è una tematica che rivediamo anche in “Natale a casa Cupiello.”(nel racconto dei fagioli) Mi fermo qui, anche se avrei qualche altra riflessione da fare, ma non vorrei diventare pesante, se non lo fossi già diventata… Naturalmente come il mio solito consiglio a tutti questa commedia, perché è uno dei capolavori più riusciti del maestro. Grazie Eduardo.
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ASSIEME ABBIAMO IMPARATO PAROLE
Camminavo tra righe indecifrabili
nel cercamento di sinonimi dell'amore,
rimanevo muta di fronte a un'altra anima...
ma poi nella mia corsa
sono inciampata tra l'azzurro dei tuoi occhi.
Mi hai posto tra le mani il vocabolario
del cuore e mi hai detto: "leggine il segreto."
Ho letto, la mia pelle ha sofferto
delle tue stesse ferite...
quando il mondo è ruzzolato su scivolosi pendii
escoriando la mente e denudando linfa di dolore.
Assieme abbiamo imparato parole
che avevano oscuro significato ...
or m'appaiono sillabanti arcobaleni,
e i verbi del tramonto coniugo gaudente,
la splendenza dell'alba declino
su labbra sorridentemente,
e proferisco i cantici maestevoli
del tempo che di nova vita empie gli occhi.
Notte Serena - Autoretesti
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