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Un blog creato da August05 il 05/04/2011

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sette

Post n°25 pubblicato il 04 Giugno 2013 da August05

Il countdown è cominciato alle 9,45. Sono arrivati puntualissimi, valigetta, fiamma ossidrica, scatolina di legno con viti in ottone dalla capocchia arrotondata. Siamo rimasti soli, tu ed io insieme a loro. La stanza si è improvvismente svuotata come un lavandino colmo d'acqua quando si rimuove il tappo. A dire il vero lo zio è rimasto in piedi vicino a me col suo completo nero che non ha fatto altro che accentuare il capo canuto. Non me lo ricordavo così bianco. Comunque la sensazione era che ci fossimo soltanto noi due.

La saldatura all'ossidrogeno ha catturato la mia attenzione come fossi una bambina di otto anni che cresce a pane e curiosità. La rosa in rilievo sulla copertura di zinco, invece, mi è sembrata un orpello inutile. C'era qualcosa che strideva in quella rosa con la testa lievemente reclinata verso destra. Non chiedermi cosa. Non saprei risponderti. Tu amavi le rose. Quelle vere.

Hanno proceduto silenziosi. Ogni tanto si scambiavano qualche parola veloce. Sembravano chirurghi all'opera chini sul paziente. Hanno spalancato la finestra a causa dell'aria intrisa di uno strano odore metallico. L'odore della fine di tutto, mi sono detta.

Poi è venuto tutto il resto. A dire il vero di tutte le persone che sono venute a salutarti, non ho visto nessuno. Cioè, le vedevo, senza vederle. Che me ne sia passata innanzi una o nessuna o centomila tutto ciò ha avuto per me scarsa importanza.

Cosa è importante alla fine? Questo mondo mi sta stretto nonno. Non è la taglia giusta. E' troppo grande per me. O forse troppo piccola. Da qualche parte ho letto che è buona norma pensare sempre, al mattino e alla sera, alla morte. Qui gli uomini non sanno fare altro che esoricizzarla. Che dici? Sarà questione di allenamento? O il significato sta tutto in un tatuaggio?

 
 
 

sei

Post n°24 pubblicato il 03 Giugno 2013 da August05

Hai trovato la via d'uscita. Ci hai impiegato cinque ore e venticinque minuti. Non un sussulto, niente rantolo spasmodico. Solo, all'ultimo, sembrava ti venisse da vomitare. In realtà la lingua andava giù, verso l'antro buio del tempo che stava consumandosi come a rincorrerre se stesso irrimediabilmente e hai cercato di recuperarla. Poi il silenzio colmo dei momenti di tutta la tua vita che mi sono transitati davanti agli occhi uno ad uno, trasparenti come l'aria fredda di questo giorno di maggio. Il foulard di seta blu ti ha incorniciato gli zigomi per comporre le labbra chiuse nella pace che inseguivi; mi hai fatto tenerezza, una tenerezza infinita e mi hai ricordato le scenette comiche di un soggetto in preda al mal di denti. Fortuna che nel giro di poche ore, quel pezzo di seta è stato rimosso.

Sono molto bravi. Dei veri professionisti. Mi hanno sempre incuriosito e affascinato. Valigetta, guanti in lattice, movimenti sicuri, gesti precisi accompagnati da un'umanità piena e delicata. La morte è anche questo.

 
 
 

cinque

Post n°23 pubblicato il 28 Maggio 2013 da August05

Nel giro di due settimane le tue braccia si sono svuotate. La pelle sembra l'unica superstite di tutto ciò che un tempo aveva formato un braccio forte e vigoroso. Tutto sparito: muscoli, tendini. Dai gomiti alle spalle è un susseguirsi di pieghe e pliche accartocciate su stesse.

Tatuaggi. Mi sono venuti in mente i tatuaggi nel corpo di un ultranovantenne. C. ad esempio, ne ha ovunque. Non riesco a immaginarla alla tua età con tutte quelle lettere e quei disegni rappresi come grumi di sangue sulla pelle. Meglio, riesco a vedere corpi che una volta sono stati giovani e tatuaggi esibiti anche a -10° a gennaio che di corpo e tatuaggio non hanno più nulla. Una rosa dei venti ridotta a un punto d'ordine; un nome diventato una linea scura sopra la pelle corrotta e corruttibile; una coccinella trasformata nel peggiore dei mostri e un cuore, il classico cuore, ridotto a uno sgorbio, quasi uno sbaglio del tatuatore.

Intuisco ancora una volta che il motivo è sempre lo stesso: fermare il tempo. No. La questione è pi complessa. Illudersi che sia eterno. Ma è tempo. Non eternità. Stoffa diversa. La stessa differenza che passa tra il parmigiano reggiano D.O.C. e lo scarto di lavorazione che trovi nelle lande desolate di un LIDL.

Orrore. Non per la tua pelle. Per la scarsa consapevolezza che l'essere umano ha di se stesso. Una miopia incurabile. Converrai con me che non c'è disturbo della vista peggiore di quello che non ti dà nessuna possibilità di vedere te stesso.

Avevi ragione. L'uomo ha paura di invecchiare. Cioè di vivere. E allora che fa? Si fa fare un tatuaggio. Avevi ragione.

 
 
 

quattro

Post n°22 pubblicato il 27 Maggio 2013 da August05

Il catetere come da copione ha fatto infezione. Il verdognolo dei giorni scorsi ha ceduto il posto al rosso che si dirama dalle guance alla fronte con una concentrazione maggiore appena sotto gli occhi. Ti avevo detto che ti avrei parlato de La meravigliosa macchina di Pietro Corvo, l'ultimo libro di Guido Quarzo.

«Il corpo non è che un orologio (...). Concludiamo dunque coraggiosamente che l'uomo è una macchina». Julien Offroy  de La Mettrie, 1747. L'infermiera venerdì scorso, nonostante i numerosi anni di esperienza, non ha saputo manovrare l'ingranaggio. Non è in gamba come Mastro Pietro Corvo, il protagonista del libro, l'orologiaio che non poteva sopportare l'idea che una sua creazione non funzionasse a dovere. Beh, mi dirai, il catetere non lo ha mica inventato l'infermiera e quindi non essendo una sua creazione, non ha nessun moto particolare che la spinga a controllare che l'aggeggio funzioni bene e soprattutto che si trovi posizionato nella giusta sede.

Questa notte al pronto soccorso ti hanno dovuto fare un'eco per capire dov'era (il catetere): nella prostata e ovviamente rimuoverlo. Ma io continuo a domandarmi dove tu sia davvero.

 

 

 
 
 

tre

Post n°21 pubblicato il 25 Maggio 2013 da August05

Questa notte mi hanno riferito che hai dormito. L'iniezione di diazepam ha fatto effetto, pare. Perlomeno per qualche ora. Poi hai  sicuramente ripreso i consueti movimenti delle braccia; braccio destro, a essere precisi. Il sinistro non lo muovi quasi mai. Usi la mano, stringi il lenzuolo con una forza sproporzionata alla debolezza che ti sta accompagnando giorno dopo giorno. Col braccio sinistro, però, non disegni arabeschi nell'aria. Ieri avevo dovuto usare tutta la mia di forza per separare ogni dito, dal pollice al mignolo, dal risvolto del lenzuolo. Il tempo di contare fino a tre e il pugno era di nuovo serrato dentro la stoffa bianca a fiorellini blu. Mi chiedo cos'è che stai stringendo con una tale presa, oltre il lenzuolo. Ah, la nonna dice che domani il letto è da cambiare. Dovrai pazientare sulla sedia a rotelle quel tanto che basta a sostituire le lenzuola pulite.

Oggi e domani non verrò. Ci sono gli altri. Preferisco non incontrarli. Lo sai. Lo sapevi. Lo hai e lo abbiamo sempre saputo. Hanno lasciato il segno della loro presenza. Il mensile, credo si tratti proprio di un mensile: Lions, qualcosa come Le attività dei Lions...non mi ci sono soffermata. Non me ne frega niente. Preferisco, quando siamo tu ed io, concentrarmi su di te e leggere il mistero della fine attraverso i tuoi zigomi alti e le tue labbra secche che hanno perduto il loro disegno originario inghiottite dalle guance dove sta ricrescendo la barba più ispida del solito. Io non lascio segno della mia presenza e, soprattutto, non ne ho bisogno. Tutt'al più, potrei dimenticare l'unica cosa che sai io possa lasciare: un libro. Ma, non succede. Loro, i libri, viaggiano insieme a me.

11. Di cui due sotto la chioccia che sta covando. Le altre 9 erano nell'altro giaciglio. Saresti orgoglioso e felice. Papà sta ripercorrendo la tua stessa strada. Diciamoci la verità. Ha costruito il pollaio per fermare il tempo in qualche modo. Ti è mai venuto in mente che le cose le ri-facciamo per questo motivo? Credo di sì. Comunque, andare a cogliere le uova fresche nella paglia e sentire il loro calore tra le mani è un'emozione grandissima. Sono sicura però che non immagini neppure lontanamente che le galline sono in realtà, dinosauri sopravvissuti all'estinzione. No. Questo non sono riuscita a dirtelo. Mi spiace.

 

 

 

 
 
 
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